Litio e batterie ricaricabili

Di Roberto Romita – Industrial Key Account Manager – Industrial Division di Sparq

Litio e batterie ricaricabili: il BESS è una tecnologia oramai collaudata e sono davvero numerose le applicazioni che vedono applicati i sistemi di accumulo

Tuttavia quando si parla di energy storage bisogna tenere presente che si tratta si di batterie ma che queste possiedono davvero molti tipi di chimica, e questa chimica ha particolari peculiarità. 

Queste peculiarità permettono a ogni batteria di esprimere al meglio le proprie potenzialità ma a determinate condizioni e in un determinato tempo.

È quindi di fondamentale importanza sapere quali sono le caratteristiche e il comportamento della cella e della sua chimica al fine di determinare con precisione quale tipologia è più adatta a una certa applicazione.

I sistemi di accumulo accostati ai sistemi di generazione che sfruttano l’energia rinnovabile, non sono tutti uguali.

A seconda della richiesta e della prestazione possono differire, in riferimento alla tipologia di cella e alla composizione, anche di molto. In questo articolo andremo ad affrontare nel dettaglio le caratteristiche della chimica delle celle ricaricabili.

Molte combinazioni, prestazioni differenti

Per quanto riguarda la chimica delle celle si sente spesso parlare di Litio e delle sue varie combinazioni con il Ferro, il Manganese, il Nickel il Cobalto, ecc.

Va tenuto presente che per ogni combinazione avremo prestazioni differenti anche in relazione al carico applicato (ovvero a “quanto” chiediamo alla nostra cella) e alle condizioni esterne.

In questa parte andiamo ad analizzare e confrontare valori nominali di tensione e corrente, curve di carica e scarica in relazione a valori di tempo e temperatura.

Non meno importante è da tenere presente caratteristiche di sicurezza, poiché sono note le problematiche di infiammabilità di alcune tipologie di cella.

Inoltre, alcune celle devono rispettare i requisiti stringenti ATEX al fine di poter essere impiegate in ambienti a rischio esplosione come anche resistere alla corrosione (e alle eventuali perdite) dovuta al funzionamento in aree gravose.

Un fattore chiave per la scelta corretta del tipo di batteria è dato quindi dalla quantità di potenza costante erogabile. Vediamo di seguito le tipologie di chimica andando ad analizzare pro e contro:

Litio Ferro Fosfato – LiFePO4

Chiamato anche LFP è una tipologia di cella che utilizza come materiale catodico tale chimica.

Molto utilizzata nelle applicazioni ESS, l’LFP si contraddistingue per un livello di sicurezza alto grazie a un’abbondante composizione ferrosa e a un elevato grado di stabilità al variare della temperatura.

Se confrontato con i valori del NiMH, la densità energetica dell’LFP è mediamente 100-120 Wh per kg.

Le celle hanno una tensione nominale di 3,2 V, operano in un range termico compreso fra -20 e 60 °C e sono caratterizzate da un tasso di autoscarica estremamente basso (meno dell’1%).

Inoltre, la caratteristica di scarica consente alle LFP di mantenere pressoché costante la prestazione fino a circa l’80% della propria capacità (Fig. 1), anche se sottoposte a carichi elevati.

Questa chimica è soggetta a un invecchiamento più lento indipendentemente dai valori di temperatura rispetto alle altre combinazioni.

Ciò permette un tempo di vita superiore ai 10 anni con un ciclo di ricariche (all’80% della capacità – C = 0,8) che può superare le 2000 volte.

Queste caratteristiche spiegano chiaramente come l’LPF è molto indicata per i sistemi ESS dove stabilità e durevolezza sono requisiti essenziali per garantire prestazioni costanti. 

Litio Nickel Cobalto Manganese – LiNiMnCoO2

Saliamo di tensione nominale con 3,7 V e di densità energetica, da 150 a oltre 200 Wh per Kg, con questa cella conosciuta anche come NMC di cui si compone il catodo.

Come range di temperatura di esercizio siamo vicini all’LFP con -20 e +55 °C così come un bassissimo tasso di autoscarica (circa l’1%).

Se mettiamo a confronto le curve di scarica tipiche di NMC e LFP possiamo notare una quasi replica di comportamento, sebbene l’NMC presenti un livello di scarica più rapido nella prima porzione di capacità.

Con un ciclo di ricarica che può raggiungere le 1500 volte (con C =0,8), questo tipo di cella è maggiormente utilizzato nelle applicazioni automotive.

Pur rappresentando una soluzione più performante rispetto all’LFP, va detto che questa chimica presenta un livello di sicurezza inferiore, poiché presenta alcune criticità divenendo più instabile durante la carica ad alte temperature.

Litio Titanato – Li2TiO3

Abbreviata anche come LTO, questa cella utilizza i nanocristalli di titanato di litio sulla superficie dell’anodo, ha una capacità di carica più rapida rispetto alle altre celle, ma anche una tensione nominale più bassa, 2,4 V e, ovviamente, una densità di 50-80 Wh per Kg.

Nonostante una capacità inferiore rispetto alle LFP e NMC questa chimica consente un range operativo termico ampliato compreso fra -30 e +75 °C e può sopportare per 4-5 secondi un carico di 30 volte superiore alla propria capacità.

Dalla curva di scarica si potrebbe dire che, valore di tensione a parte, l’LTO ha ossia una prestazione più costante rispetto all’NMC e più somigliante all’LFP.

Ad ogni modo, le caratteristiche sono quasi una via di mezzo fra le precedenti due chimiche analizzate. Sebbene il tasso di autoscarica sia decisamente più elevato e che può arrivare al 10% mensile (ma siamo ben lontani da valori elevati come quelli dell’NiMH), l’LTO può sopportare un numero di cicli di carica più che triplo rispetto a tutte le altre chimiche del Litio.

Come ulteriore punto a favore vi è l’estremo livello di sicurezza che fa dell’LTO la cella più sicura poiché iper-stabile indipendentemente dalle condizioni ambientali.

Litio e cobalto – LiCoO2

Risaliamo con valori di tensione e densità con questa combinazione catodica detta anche LCO. 3,7 V e fra 150 e 200 Wh per Kg, pongono le prestazioni del Litio Cobalto più vicino all’NMC anche se va fatta una considerazione: sebbene l’LCO abbiano un picco iniziale del tutto simile al Nichel Manganese Cobalto, la curva di scarica è molto meno stabile e al 60% della capacità della cella inizia il calo più deciso delle prestazioni.

Questa cella a prestazioni relativamente alte funziona fra i -20 e +60 °C ed è adatta all’utilizzo intenso dei dispositivi elettronici portatili.

Tuttavia l’LCO è caratterizzato anche da una bassa stabilità termica che tende al surriscaldamento al più pericoloso runaway termico una volta raggiunta la carica completa.

Litio nichel cobalto alluminio – LiNiCoAlO2

Questa cella, l’NCA, possiede il più alto livello di densità energetica con valori che superano i 200 per attestarsi a 260 Wh per Kg. Con una tensione nominale di 3,6 V, questo tipo di batteria ha caratteriste simili anche se di pochissimo inferiori all’NMC e ciò lo si può rilevare dalla Fig. 1: le due curve a confronto indicano un andamento di scarica pressoché parallelo unito a una certa costanza fino a circa l’80% di capacità delle due celle.

Questa chimica, con lo stesso range termico operativo delle LCO, pur garantendo alte prestazioni, un tasso di autoscarica relativamente basso (dall’1 al 5% mensile) paga però una quantità di ricariche fra le più basse con circa 5-600 cicli.

Come per le NMC onde poter allungare la vita utile di ogni singola cella è preferibile caricare non oltre il 90% della capacità della batteria. Anche le NCA analogamente alle LCO hanno un’instabilità relativamente alta che, a seguito del runaway termico, può anche dare origine a incendi secondari.  

Litio e Manganese – LiMn2O4

Questa tipologia (LMO) ha in comune alle LCM e LCO la tensione nominale di 3,7 V, mentre presenta un valore di densità energetica più basso compreso fra i 100 e 150 Wh per Kg.

La caratteristica principale dell’LMO è quella di fornire molta energia in un tempo ristretto e lo si evince da Fig.1. dove la curva di scarica tende al calo deciso poco oltre il 40% della propria capacità. Sebbene queste celle siano in grado di sopportare carichi 10 volte superiori per pochi secondi hanno comunque prestazioni inferiori alle celle al Cobalto. Con un range operativo uguale a LCO ed NCA, l’LMO ha un buon tasso di autoscarica che non supera il 5% mensile ma presenta comunque criticità diventando instabile a temperature di carica più elevate. 

C’è una chimica perfetta?

La risposta è no. Tralasciando le mode del momento, non vi è un prodotto polivalente proprio perché non esiste una chimica ideale o “più corretta”. Come abbiamo potuto vedere è necessario valutare non solo la capacità in Ah, la tensione nominale o la velocità di scarica, bensì anche il ciclo di vita utile, il livello di sicurezza che può garantire la cella. Poiché, ad esempio, se a fronte dei requisiti di prestazione elevata sceglieremo determinate tipologie di celle, non è garantito che l’effettiva potenza disponibile può rappresentare la migliore soluzione per alimentare una certa applicazione. Anche la quantità e la frequenza di carica sono fondamentali nella scelta della chimica: sempre per fare un esempio, nel caso di NCM e LCO, ipotizzando un carico – oltre 1 volta la capacità della cella – che richiede pertanto cariche più frequenti, avremmo come risultato performance più alte ma una sensibile riduzione della durata utile e quindi una sostituzione anzitempo delle celle. Inoltre, non meno importante, è l’attenta valutazione dell’ambiente in cui andrà ad operare la cella il che anch’esso sarà determinante per la durata utile come anche l’innalzamento del livello di pericolosità dovuto ad alte temperature di esercizio oppure agli ambienti gravosi e/o esplosivi.

L’industria intelligente e green va in scena a Parma, a SPS

Si svolgerà a Parma dal 28 al 30 maggio 2024 la dodicesima edizione di SPS Italia, la manifestazione dedicata all’automazione e al digitale per l’industria intelligente e sostenibile. Tra i focus di questa edizione AI, Additive Manufacturing, Industria 5.0, green manufacturing e competenze

Tra le novità l’area dedicata all’Education e una competizione per start-up e PMI innovative. In arrivo anche il secondo Position Paper del Comitato Scientifico con focus proprio sull’AI.

A fine maggio nel quartiere espositivo di Fiere di Parma sei padiglioni presentano le soluzioni all’avanguardia per il comparto manifatturiero dell’Industria intelligente.

Nei padiglioni 3, 5 e 6 si concentrerà la proposta di tecnologie di automazione, mentre nei padiglioni 4, 7 e 8 ci sarà il District 4.0, il percorso con demo funzionanti di robotica e meccatronica, Industrial IT & AI, Additive Manufacturing, con focus anche su sostenibilità e formazione.

Al tema della Sustainable Innovation è dedicato il padiglione 4, con un’area dedicata alle soluzioni per la transizione green e l’energy efficiency dell’industria intelligente.

Nelle immediate adiacenze l’area dedicata alla stampa 3D industriale, due ambiti con ampie potenzialità nella riduzione degli sprechi e la salvaguardia del pianeta.

“Anche quest’anno l’interesse verso SPS Italia continua a crescere: ad oggi registriamo una crescita delle adesioni del 6% rispetto lo scorso anno”, commenta Greta Moretto, Marketing, Communication & Domestic Events Director.

“La crescita delle adesioni è per noi un segnale della capacità di questa manifestazione di cogliere i trend di grande trasformazione dell’industria. Quest’anno il focus sarà su interactive AI in manufacturing, new business model & servitization, green manufacturing, upskilling & reskilling, Industry 5.0 e collaborative automation”, aggiunge Daniele Lopizzo, Show Director.

I trend più importanti per le aziende saranno affrontati anche con la collaborazione dei partner, come Anie Automazione, che sarà presente con uno stand istituzionale nel District 4.0. 

A SPS Italia l’associazione presenta l’Osservatorio dell’Industria Italiana dell’Automazione 2024, il documento che illustra i dati del settore e traccia un quadro delle tendenze di mercato registrate dal 2023 fino ai primi mesi dell’anno in corso con previsioni sull’andamento complessivo del 2024. Durante la fiera sarà inoltre presentata e distribuita la nuova Guida realizzata dall’Area Interconnessione e Controllo di Anie Automazione.

Non solo prodotti, sistemi e soluzioni, ma tanto spazio anche per i contenuti al centro dei dibattiti nelle arene Industry, Tech e Next, dove si discuterà dei principali trend del sistema industriale: intelligenza artificiale, Industry 5.0, sostenibilità, per citarne alcuni.

Tanti contenuti anche sull’additive manufacturing nel seminario Discover 3D Printing, secondo il format ideato da ACAM – Aachen Center for Additive Manufacturing e Formnext.

SPS Italia prosegue il suo impegno non solo verso il miglioramento continuo del programma espositivo e convegnistico della fiera, ma anche sul fronte del miglioramento dell’esperienza per visitatori ed espositori. 

Dopo l’introduzione dei percorsi di visita guidati nell’undicesima edizione, che permettevano ai visitatori di ottenere indicazioni su come muoversi all’interno della fiera direttamente sul proprio smartphone (grazie all’app di SPS Italia), la novità di quest’anno è un chatbot che sarà a disposizione di visitatori ed espositori.

Intelligenza artificiale: la nuova strategia italiana

intelligenza artificiale

Intelligenza artificiale: la nuova strategia italiana in 10 punti per il biennio 2024-2026 anticipata in un documento di sintesi che qualifica le aree di attenzione e le azioni da intraprendere a supporto di ricerca scientifica, pubblica amministrazione, imprese, formazione e infrastrutture

Per il biennio 2024-2026, 13 esperti selezionati dal Governo, con il coordinamento dell’AGID, hanno prodotto un nuovo documento, anticipato in un executive summary, che qualifica in 10 punti le aree di attenzione e le azioni da intraprendere a supporto di ricerca scientifica, pubblica amministrazione, imprese, formazione e infrastrutture, oltre a disposizioni per attuazione, coordinamento e monitoraggio della strategia stessa.

Il documento strategico mira a promuovere un ecosistema nazionale dell’IA che sia al tempo stesso competitivo a livello internazionale e rispettoso dei valori e delle normative europee.

In particolare, il piano prevede azioni concrete come lo sviluppo di Large Multimodal Model italiani, l’attrazione di talenti nel campo dell’IA, il finanziamento di progetti interdisciplinari per il benessere sociale e la creazione di un ecosistema favorevole all’innovazione tecnologica nelle PMI.

Inoltre, viene sottolineata l’importanza di una formazione capillare sull’intelligenza artificiale, sia nel contesto universitario che scolastico, per preparare le future generazioni alle sfide del domani.

Per rendere efficace l’attuazione di questa strategia, gli esperti propongono la creazione di una Fondazione per l’IA, che avrà il compito di coordinare le diverse azioni, gestire i fondi dedicati e monitorare i progressi ottenuti.

Tale approccio collaborativo e multidisciplinare, che vede la partecipazione di figure di spicco nel campo dell’IA e della trasformazione digitale, rappresenta un passo significativo verso la realizzazione di un’Italia più innovativa e competitiva sullo scenario globale dell’intelligenza artificiale.

Ecco i 10 punti qualificanti proposti nell’executive summary e divisi per ambiti di interesse.

La prima è “Investire nella ricerca scientifica fondazionale sull’IA, consolidando le iniziative esistenti quali il Partenariato Esteso sull’IA; promuovere la collaborazione tra diverse competenze, finanziando progetti a natura interdisciplinare; aprire il campo all’esplorazione di progetti fortemente ambiziosi e ad ampio spettro (bluesky); sostenere un piano straordinario per trattenere e attirare i talenti, per sostenere la competitività nel contesto internazionale”.

Il secondo punto chiede di “Valorizzare la ricerca applicata dell’IA, attraverso iniziative co-progettate da partenariati pubblico-privati, anche con laboratori dedicati che coinvolgano imprese, atenei e centri di ricerca, focalizzandosi sui contesti dal maggiore valore economico e sociale per l’Italia e dal maggiore impatto sul benessere dei cittadini”.

La terza indicazione riguarda il supporto ai “processi amministrativi attraverso le tecnologie dell’IA, aumentando l’efficienza e ottimizzando la gestione delle risorse pubbliche; finanziare alcuni progetti pilota su scala nazionale; sostenere le iniziative delle singole amministrazioni, inquadrate come soggetto collettivo, capace cioè di realizzare soluzioni e applicazioni”.

Per conseguire questi tre macro-obiettivi gli esperti elencano una serie di azioni concrete, tra cui lo sviluppo di tre Large Multimodal Model italiani:

  • Consolidare l’ecosistema italiano della ricerca, nell’ottica di dare continuità al Partenariato Esteso MUR sugli aspetti fondazionali dell’Intelligenza Artificiale, delineandolo compiutamente come luogo di incontro e di scambio di competenze e conoscenze tra le università, i centri di ricerca, le imprese ICT che sviluppano sistemi di IA e quelle che nelle loro specifiche attività possono beneficiare delle innovazioni tecnologiche.
  • Trattenere e attrarre talenti, articolando un piano straordinario di assunzioni che permetta di assorbire le eccellenze tra le ricercatrici e i ricercatori formatisi grazie alle iniziative PNRR, e che consenta di promuovere iniziative specifiche di brain gain nell’IA.
  • Sviluppare LMM italiani, in particolare 3 modelli fondazionali multimodali nazionali, che rispondano pienamente ai valori e alle regolamentazioni europee, eventualmente focalizzandosi su specifici domini applicativi in cui l’Italia detiene una forte riconoscibilità internazionali e un chiaro vantaggio competitivo nella definizione dei dataset di riferimento.
  • Implementare progetti interdisciplinari per il benessere sociale, dispiegando iniziative competitive ispirate ai synergy grants ERC e pensate per centrare sulle persone e sulla società la trasformazione digitale abilitata dall’Intelligenza Artificiale.
  • Finanziare la ricerca fondazionale e blue-sky per l’IA di prossima generazione, attraverso una chiamata alla raccolta e all’implementazione di idee il cui potenziale sia in grado creare un salto generazionale a livello tecnologico-scientifico e innovazione dirompente.
  • Potenziare le collaborazioni internazionali, finanziando programmi di ricerca centrati sull’IA e promossi in partenariato con università e centri di ricerca internazionali che prevedano periodi di mobilità, e che stimolino – in particolare a livello europeo – modalità comuni per una adozione efficace dell’Intelligenza Artificiale.

Imprese

Sono due anche le raccomandazioni di interventi per le imprese. La prima è di “Intercettare i bisogni di innovazione delle imprese italiane, finanziando e supportando un ecosistema centrato sull’Intelligenza Artificiale, che sia in grado qualificare una prospettiva in cui l’eccellenza viene rafforzata da soluzioni tecnologiche orientate a valorizzarne i tratti distintivi”.

La seconda è di “Sostenere il comparto italiano dell’ICT, promuovendone il ruolo abilitante per la definizione di nuove applicazioni di Intelligenza Artificiale, anche con iniziative che rispondano a precise domande di innovazione del tessuto produttivo; accrescere le possibilità di intercettare finanziamenti per sviluppare nuove iniziative progettuali in Intelligenza Artificiale; sostenere e potenziare l’ecosistema delle start-up dell’IA, attraendo capitali pubblici e privati”.

Nel dettaglio gli esperti propongono una serie di azioni a supporto di questi obiettivi.

  • Creare un ecosistema di facilitatori per l’AI nelle PMI, che intercettino i bisogni di innovazione delle imprese, erogando servizi di innovazione basati sull’IA e abilitando soluzioni utilizzabili in chiave di interoperabilità, anche in
    contesti di filiere.
  • Sostenere lo sviluppo e l’adozione di soluzioni di IA, prevendendo un fondo finanziario dedicato a sostegno di specifiche iniziative progettuali, promosse da rete di imprese o da singole imprese, accompagnate con una pluralità di altri sistemi, quali corporate venture, private equity e voucher per l’innovazione.
  • Istituire una rete di laboratori per lo sviluppo di applicazioni IA in contesti industriali, che coinvolgano imprese in collaborazione con enti di ricerca, per condurre ricerca applicata e con un focus di mercato, abilitando nuove soluzioni e sperimentandone verticalizzazioni.
  • Sostenere lo sviluppo di start-up nell’IA, definendo uno specifico fondo che si rivolga alle nuove impese ad alto contenuto di innovazione nel settore, favorendo al contempo l’interconnessione con le imprese utilizzatrici di IA e con gli attori che già operano nei percorsi di accelerazione e incubazione, a livello accademico e in ambito privato.
  • Sostenere le aziende ICT che sviluppano tecnologie di IA, definendo misure di sostegno per gestire pratiche di compliance normativa e certificazione, e per incentivare l’accesso alle sandboxes previste nell’AI Act per la sperimentazione di soluzioni innovative.

Formazione

Per quanto riguarda la formazione, gli esperti richiamano l’attenzione sia su quella universitaria che su quella nelle scuole.

In merito all’Università, chiedono di “Promuovere una formazione universitaria capillare sull’IA, in risposta alle sempre più pressanti richieste di nuove competenze nella società e nel mondo del lavoro, in un’ottica trasversale e interdisciplinare; consolidare la formazione specialistica sull’IA nei percorsi orientati verso profili tecnici e di ricercatori, quali il Dottorato Nazionale sull’Intelligenza Artificiale”.

Quanto alle scuole, di “Realizzare percorsi educativi sull’IA nelle scuole, per preparare le nuove generazioni a un uso attento e consapevole delle nuove tecnologie; sviluppare iniziative di divulgazione mirate a sensibilizzare e coinvolgere la società italiana nella rivoluzione dell’IA; finanziare e sostenere iniziative di reskilling e upskilling in tutti i contesti produttivi”.

Infrastrutture

Per il capitolo infrastrutture si chiede di “Potenziare le infrastrutture che abilitano lo sviluppo e l’adozione di sistemi di IA; finanziare e realizzare un repository nazionale per la condivisione e il riuso di dataset e modelli acquisiti in progettualità e contesti applicativi legati a iniziative pubbliche”.

Attuazione e monitoraggio: una Fondazione per l’IA

L’ultima raccomandazione riguarda le cose da fare per rendere efficaci attuazione, coordinamento e monitoraggio della strategia stessa.

“Istituire una Fondazione per l’IA, con la responsabilità del coordinamento delle azioni strategiche, della gestione di un fondo dedicato e del monitoraggio dell’implementazione della strategia, in un’ottica di miglioramento continuo”.

Il gruppo di esperti

Il lavoro è stato portato avanti da 13 esperti nominati dal Sottosegretario di Stato alla presidenza del Consiglio con delega all’Innovazione, Alessio Butti:

  • Gianluigi Greco, professore di informatica all’Università della Calabria e presidente di AixIA, l’associazione italiana per l’intelligenza artificiale
  • Viviana Acquaviva e astrofisica e docente al Physics Department del Cuny Nyc College of Technology e al Cuny Graduate Center
  • Paolo Benanti, consigliere di papa Francesco sull’IA ed esperto di etica digitale, è professore alla Pontificia università gregoriana
  • Guido Boella,  vice Rettore vicario dell’Università di Torino
  • Marco Camisani Calzolari, divulgatore scientifico
  • Virginio Cantoni,  professore emerito presso l’Università di Pavia
  • Maria Chiara Carrozza, presidente del Cnr
  • Rita Cucchiara, docente presso il Dipartimento di Ingegneria dell’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia
  • Agostino La Bella, professore ordinario di Ingegneria economico-gestionale presso l’Università di Roma Tor Vergata
  • Silvestro Micera, docente presso Ecole polytechnique fédérale de Lausanne
  • Giuliano Noci, professore di Strategia e Marketing al Politecnico di Milano
  • Edoardo Carlo Raffiotta;  professore di Diritto costituzionale nell’Università di Milano Bicocca e avvocato
  • Ranieri Razzante, professore di Tecniche di gestione dei rischi di riciclaggio presso l’Università di Bologna e Docente di Tecniche e regole della cybersecurity presso l’Università di Napoli Suor Orsola Benincasa

I 13 hanno operato come “Comitato di Coordinamento” in collaborazione con rappresentanti del Dipartimento per la Trasformazione Digitale e dell’Agenzia per l’Italia Digitale, che ha svolto anche il ruolo di segreteria tecnica.

IVS VALVES SUMMIT 2024

IVS VALVES SUMMIT, continua la crescita dell’evento globale di riferimento per le valvole industriali e le soluzioni di flow control, IVS VALVES SUMMIT 2024, che tra un mese richiama a Bergamo l’intera supply chain

Si amplia il programma fieristico, che propone un’apertura privata in anteprima

Previsto un nuovo primato di espositori con oltre 310 adesioni, incrementato grazie
a un parterre di imprese estere in grande crescita, ora pari al 20% del totale

Presentata l’edizione 2024 dell’Osservatorio IVS-Prometeia.

“The Oil&Gas Valve Industry in Italy”

IVS Valves Summit, il più importante evento internazionale dedicato alle tecnologie delle valvole industriali e alle soluzioni di flow control sta per aprire i battenti, alla sua quinta edizione, a
Bergamo dal 14 al 16 maggio 2024.


I lavori avranno inizio nella mattina del 14 maggio con l’apertura anticipata dei padiglioni in
anteprima riservata agli espositori, una novità introdotta per generare una preziosa opportunità di
interlocuzione tra i protagonisti di IVS 2024.

Highlight della giornata è l’inaugurazione di IVS Valves Summit con il convegno di apertura, dove si darà ufficialmente il via all’evento e in cui interverranno istituzioni, ospiti d’onore, decisori ed esperti di alto profilo.
Nel pomeriggio prenderà il via l’ampio programma scientifico di IVS Valves Summit.

Uno spazio che negli anni si è dimostrato un’agorà dove interpretare il cambiamento e approfondire le ultime innovazioni tecnologiche, individuando e analizzando le sfide del comparto.

Per sostenere lo sviluppo del calendario scientifico, gli organizzatori del Summit hanno realizzato due nuove sale conferenze aggiuntive nel padiglione C. IVS Valves Summit 2024 prevede 52 appuntamenti tra convegni, tavole rotonde, workshop, case study e laboratori, a costituire un piano di oltre il 50% più ampio rispetto ai 34 momenti di approfondimento tecnico di IVS 2022.

Il 15 e 16 maggio la rassegna entrerà nel vivo e i padiglioni apriranno le porte a tutto il pubblico
internazionale delle valvole.

Venerdì 17, a seguito della due giorni espositiva, si offrirà un’ulteriore occasione di incontro tra le delegazioni straniere presenti in fiera e gli attori della supply chain allargata dell’Oil&Gas, grazie ad operazioni mirate di matchmaking.

In occasione dell’edizione 2024 di IVS Valves Summit, gli organizzatori hanno alimentato la crescita qualitativa, incrementato gli appuntamenti del programma fieristico e arricchito gli eventi collaterali, portando IVS Valves Summit ad estendersi da una due-giorni espositiva a una vera e propria settimana delle valvole.


La quinta edizione della manifestazione segue di due anni l’appuntamento di IVS 2022 e prosegue
nel percorso di crescita che l’ha caratterizzata sin dalla prima edizione. Gli organizzatori del
Summit preannunciano numeri record per IVS 2024, a partire dalle aziende presenti in fiera. Gli
espositori saranno oltre 310, di cui è in grande sviluppo la componente internazionale, con oltre il
20% di imprese estere. Si prevedono adesioni in crescita anche dal lato dei visitatori, che
arriveranno a Bergamo da sempre più Paesi, in rappresentanza di tutti i continenti.
In occasione di IVS 2022, nonostante le limitazioni ai viaggi in vigore in alcune aree del mondo e i
delicati scenari globali, il Summit aveva accolto 12.000 visitatori (+12% rispetto al 2019)
provenienti da più di 60 Paesi. IVS ha ospitato quasi 300 aziende espositrici (+17% sul 2019),
provenienti da 12 Paesi: Italia, Germania, Gran Bretagna, Stati Uniti d’America, Francia, Corea del
Sud, Spagna, Paesi Bassi, Belgio, Sudafrica, Turchia e Repubblica Ceca. Dati che hanno
raccontato l’affermazione di IVS nel calendario globale, eleggendolo ad appuntamento
imprescindibile per tutta la filiera connessa alle valvole industriali e al controllo del flusso.

Di grande stimolo all’incremento delle presenze internazionali di alto livello sono le sinergie con
con ICE (l’Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane),
AVR ANIMA (l’Associazione industriale di categoria che rappresenta le aziende italiane del settore
valvole e rubinetteria), Confindustria Assafrica & Mediterraneo (la Rappresentanza
internazionale di Confindustria che supporta le imprese italiane nel loro percorso crescita in Africa
e Medio Oriente) e SACE (Gruppo assicurativo-finanziario direttamente controllato dal Ministero
dell’Economia e delle Finanze, specializzato nel sostegno alle imprese e al tessuto economico
nazionale).

Le partnership porteranno in fiera delegazioni internazionali composte da rappresentanti
istituzionali, imprenditori, decisori, speakers e operatori specializzati. Gli organizzatori hanno
invitato oltre 100 buyers qualificati di end user di standing primario ed EPC internazionali.

Un parterre che potrà interfacciarsi con gli operatori dell’intero comparto energetico, dando vita a
momenti di scambio e confronto. Inoltre, attraverso la collaborazione operativa con UNIDO ITPO
Italy (l’Ufficio italiano per la Promozione Tecnologica e degli Investimenti dell’Organizzazione delle
Nazioni Unite per lo Sviluppo Industriale), IVS conferma la partecipazione di una delegazione di
imprenditori e di rappresentanti delle istituzioni dell’Iraq.

Osservatorio IVS-Prometeia “The Oil&Gas Valve Industry in Italy” 2024
Sono state inoltre presentate le anticipazioni dell’Osservatorio IVS-Prometeia “The Oil&Gas
Valve Industry in Italy” 2024, realizzato con il contributo dell’ufficio studi di Confindustria
Bergamo. Il nuovo report fotografa lo stato del comparto italiano delle valvole industriali, che si
conferma un’eccellenza nel contesto competitivo europeo.

Nel 2022, quasi 4 valvole per
l’Oil&Gas su 10 prodotte in Europa sono state realizzate in Italia, dove il settore ha sfiorato i 3,0
miliardi di valore della produzione. Il fatturato 2022 del comparto nazionale è salito del 12%
rispetto al 2021, ma non ha ancora riagganciato i livelli pre-pandemici.

L’Italia mantiene la leadership del ranking settoriale UE, con oltre 8 punti di vantaggio sulla Germania e oltre 30 sul terzo in classifica (Francia). I numeri sono realizzati all’interno di ecosistema di 139 imprese (oltre il 90% del fatturato è realizzato in un raggio di 100 Km dalla provincia di Bergamo), che occupano oltre 10.000 addetti (in crescita rispetto ai 9.300 del 2021).


Nel 2023, l’export delle valvole italiane per l’Oil&Gas è ripreso a crescere a ritmi sostenuti (+5.7%
a valore sul 2022), dimostrando un tasso di crescita superiore all’evoluzione del commercio
internazionale. Il rimbalzo delle esportazioni è stato trainato dai mercati mediorientali
(rappresentano quasi il 19% sul totale dell’export italiano) ed asiatici. Meno performanti le vendite
in Europa Occidentale e, soprattutto, Europa Orientale, frenata dagli strascichi delle sanzioni
dirette alla Russia. Sono inoltre cresciuti gli investimenti delle imprese che operano nel settore
energetico, con incrementi nel settore nell’upstream, nel downstream e nei servizi di trasporto.

Un trend positivo che, unitamente allo sviluppo degli investimenti “green”, offre effetti positivi che
potranno manifestarsi anche oltre il 2023. Alle imprese valvoliere si presentano opportunità di
crescita sia nei settori tradizionali sia in quelli rinnovabili e innovativi, come il Carbon Capture
Utilisation and Storage (CCUS) e l’idrogeno. Non mancano tuttavia elementi di incertezza, legati
sia a fattori geo-politici sia ai tempi e ai modi della transizione energetica, che rendono più
complesse le scelte strategiche (anche di breve termine) delle imprese.


Giovanna Ricuperati, Presidente di Confindustria Bergamo, ha commentato: ««Le azioni a
supporto delle filiere produttive hanno un’importanza strategica per la nostra Associazione.

In questo quadro, IVS – Industrial Valve Summit conferma anche in questa edizione il suo ruolo
trainante, esempio vincente di come sia possibile agire in sinergia per valorizzare il comparto
d’eccellenza delle valvole industriali. Si tratta di un appuntamento che, da un lato, sta ampliando il
profilo internazionale, come evidenzia anche l’aumento delle delegazioni presenti e, dall’altro,
consolida la sua valenza scientifica, con oltre 50 sessioni previste fra tavole rotonde, speech e
presentazioni aziendali. Parallelamente si punta a rafforzare i legami con il territorio, come
dimostrano anche le due iniziative rivolte ai giovani del programma IVS Young».


Giuseppe Patelli, Presidente di Promoberg, ha commentato: «IVS è il fiore all’occhiello nel
percorso di internazionalizzazione della Fiera di Bergamo, con centinaia di imprese e oltre 12mila

operatori di altissimo profilo provenienti da tutto il mondo. Siamo onorati nel fare la nostra parte a
sostegno dell’economia e della promozione di Bergamo in ambito anche turistico e culturale.

Abbiamo incrementato il numero dei giorni, saliti a tre rispetto ai tradizionali due, con la prima
giornata dedicata esclusivamente agli espositori, per confrontarsi sui temi caldi del settore e sulla
fiera che li vede protagonisti.

Oggi il polo espositivo è un grande valore aggiunto, al centro di una
delle macroregioni più importanti a livello mondiale e centro nevralgico della mobilità, grazie anche
all’aeroporto internazionale BGY che unisce Bergamo con tutta Europa, il Medio Oriente e il Nord
Africa. E per il ‘domani’ accogliamo con piacere l’annuncio della proprietà sul raddoppio del polo
fieristico, che ci consentirà di sviluppare ulteriormente la crescita del summit».


Francesco Apuzzo, Presidente di Valve Campus, ha affermato: «L’obiettivo del Comitato
Scientifico di IVS è sempre stato quello di rendere disponibili contenuti di alto livello per gli addetti
del settore e i visitatori che parteciperanno. Quest’anno, presenteremo una serie di sessioni
tematiche e workshop interattivi che copriranno le ultime tendenze e sfide del settore,
dall’efficienza energetica alle soluzioni per la decarbonizzazione, passando per i nuovi standard e
la digitalizzazione dei processi d’impresa. Tra le novità di questa edizione, ci sarà un focus
speciale sull’importanza della sostenibilità e dell’introduzione delle Intelligenze artificiali per
sostenere il futuro del settore. Il programma include speaker di prestigio internazionale, case
studies e tavole rotonde, oltre alla presentazione di più di 40 paper da parte di autori provenienti da
ogni continente».