L’impatto dell’Intelligenza Artificiale sul manifatturiero

digital brain

“L’intelligenza artificiale non è solo una tecnologia, ma fa sempre più parte della nostra vita quotidiana. La manifattura è un motore positivo per il benessere della società, perciò nell’edizione 2020 del WM Report ci siamo chiesti come l’intelligenza artificiale possa migliorare quel ruolo”, commenta Marco Taisch

Il rapporto ha evidenziato l‘impatto dell’Intelligenza Artificiale sul settore manifatturiero: il settore, si stima, investirà in questa tecnologia 9,5 miliardi di dollari nel 2021 (sarà quindi il settore che investirà di più in IA, secondo solo al settore bancario e dei servizi finanziari ed assicurativi) e 13,2 miliardi di dollari entro il 2025.

Le compagnie del settore, sottolinea il rapporto, investono nell’Intelligenza Artificiale sia perchè ne comprendono il potenziale, sia perchè vedono i propri concorrenti investire e vogliono assicurarsi, quindi, di ritenere la loro competitività nel mercato.

Le tecnologie dell’Intelligenza Artificiale verranno maggiormente adottate in un primo momento nell’automazione dei processi produttivi, per poi venire applicate ai prodotti e ai servizi offerti dalle imprese (ad esempio per velocizzare la fase di design e produzione e per migliorare il marketing e la customer experience) e nella gestione del business e delle operazioni.

Le maggiori difficoltà con cui le imprese si scontrano nell’utilizzo di queste tecnologie riguardano la disponibilità dei dati (dati non affidabili o difficoltà di adeguardi alle normative sui dati e sulla privacy), la mancanza delle giuste competenze nella forza lavoro (mancanza di competenze digitali per sviluppare e/o implementare soluzioni di IA) o l’incapacità delle aziende stesse di individuare le skill necessarie per adottare queste nuove tecnologie.

Le raccomandazioni per adottare l’Intelligenza Artificiale in modo etico ed affidabile

Come per le precedenti edizioni, il report ha individuato 10 raccomandazioni relative al focus dello studio, che hanno come obiettivo un’adozione di successo, etica e affidabile dell’IA nella produzione industriale e sono:

  • Alimentare dibattito pubblico per aumentare la comprensione e costruire la fiducia nei sistemi di IA, con azioni mirate a promuovere la conoscenza dell’Intelligenza Artificiale e delle sue potenzialità, correggere le visioni erronee su di essa e avviare una discussione degli impatti socio-economici dell’Intelligenza Artificiale;
  • Gestire le aspettative dei produttori sulla capacità dell’IA, attraverso la comprensione delle potenzialità e dei limiti dell’Intelligenza Artificiale, la condivisione delle pratiche migliori sull’utilizzo e la scelta delle soluzioni di IA adeguate alle risorse, alle capacità e alle necessità di ciascuna azienda;
  • Implementare riflessioni etiche nell’intero ciclo di vita dell’IA, con azioni volte ad assicurare che i dati su cui si basano gli algoritmi siano veramente rappresentativi della società e non basati su bias, ad esempio attraverso la crazione di team interdisciplinari che lavorino a progetti di IA;
  • Garantire la qualità (accuratezza e completezza), privacy e disponibilità dei dati, promuovendo metodi più responsabili per la raccolta, l’utilizzo e la condivisione degli stessi;
  • Mettere gli esseri umani al centro degli ambienti di lavoro IA, formando i lavoratori per migliorare la loro comprensione dell’Intelligenza Artificiale, di come questa tecnologia può esaltare le capacità dell’uomo e viceversa e preparli all’impatto psicologico che l’utilizzo sempre maggiore dell’Intelligenza Artificiale nella manifattura avrà sulla forza lavoro nei prossimi anni;
  • Assicurare l’allineamento strategico dell’IA in tutta l’organizzazione, per evitare che ci sia una rottura tra il management dell’azienda e il resto dell’organizzazione. Per fare questo, dopo che sono stati individuati dal team manageriale gli investimenti e la strategia necessari per l’azienda, si consiglia la discussione con il resto degli operatori dell’organizzazione;
  • Sostenere le PMI manifatturiere nel loro percorso verso l’IA, aiutandole nella comprensione dell’Intelligenza Artificiale e di come può essere applicata al loro business, nella riconversione delle competenze necessarie per potere usufruire di questa tecnologia e con incentivi agli investimenti;
  • Promuovere l’IA per supportare reti di fornitura resilienti, sfruttando la capacità dell’Intelligenza Artificiale di individuare e risolvere i problemi della catena di distribuzione e di facilitare le operazioni quotidiane;
  • Educare e formare la forza lavoro attuale e futura per lavorare con l’IA, focalizzandosi sull’insegnamento (già ai primi livelli di istruzione) delle skill necessarie per lavorare con l’Intelligenza Artificiale e sfruttando la tecnologia per rendere l’apprendimento più efficace ed inclusivo;
  • Implementare standard, politiche e regolamenti per guidare un’adozione sostenibile dell’IA, creando standard e linee guida che possano guidare una giusta applicazione dell’Intelligenza Artificiale e promuovendo l’adozione di linee guida e policy comuni a livello globale, anche per evitare pratiche di concorrenza sleale.

Benanti: “C’è bisogno di un’algoretica”

Il rapporto pone una grande attenzione alle implicazioni etiche del coinvolgimento sempre maggiore dell’Intelligenza Artificiale nella vita dell’uomo e della sua applicazione alla manifattura. La discussione etica (ma non solo) che il rapporto invita tutti i skateholder coinvolti ad aprire è necessatia soprattutto in vista delle possibili ripercussioni che l’applicazione dell’Intelligenza Artificiale avrà nel breve periodo su alcune occupazioni.

A questo proposito Paolo Benanti, Francescano del Terzo Ordine Regolare (ed esperto di etica, bioetica ed etica delle tecnologie), ha sottolineato la necessità di scongiurare una “guerra evolutiva” tra uomini e queste tecnologie, attraverso l’utilizzo di regolamentazioni adeguate, che impediscano all’Intelligenza Artificiale di andare oltre agli scopi progettati dall’uomo.

“Dobbiamo mantenere le persone al centro di questo processo evolutivo. Dobbiamo dare risposte alla società che riducano i rischi socio-economici che possono derivare dall’applicazione di queste tecnologie. Possiamo farlo anche creando un’etica che sia comprensibile a queste macchine, un’algoretica”, commenta.

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