Carolyn Bertozzi, professore di chimica presso la Stanford
University, in California, ha ricevuto il prestigioso premio Solvay “Chimica per il futuro”, che alcuni membri della comunità scientifica
considerano una sorta di “pre-Nobel”.
Ha preso gli onori per il suo lavoro sulle
reazioni chimiche nelle cellule viventi. Le sue scoperte potrebbero
consentire importanti progressi nel trattamento di numerose malattie, incluso
il cancro.
Il premio Solvay Chemistry for the
Future viene assegnato ogni due anni per onorare risultati eccezionali nella
scienza fondamentale, ma va ben oltre. Fedele all’eredità del fondatore
dell’azienda, Ernest Solvay, un uomo pienamente impegnato e persino
appassionato di ricerca scientifica, il premio è stato creato per riconoscere
le principali scoperte che servono al progresso della chimica e al progresso
umano.
In effetti, “dalla scienza
deriverà il progresso dell’umanità”, ha detto Ernest Solvay, che ha creato
notoriamente le Conferenze Solvay per la semplice gioia di
riunire le più brillanti menti scientifiche dell’inizio del XX secolo nella
stessa stanza. A seguito della stessa dedizione all’impatto della ricerca
fondamentale, il premio Solvay per la chimica per il futuro premia i
ricercatori le cui scoperte contribuiscono alle scoperte nel progresso della
scienza, indipendentemente dalle attività commerciali del gruppo Solvay.
Rafforza quindi anche il desiderio
del Gruppo di rimanere aperto al mondo esterno, di legare le persone di Solvay
e, in questo caso, il mondo accademico e la ricerca scientifica
fondamentale. Solvay è fortemente convinto di mantenere la propria
reputazione di partner rispettato e affidabile nel mondo della ricerca
scientifica, uno che si prende cura del ruolo essenziale della chimica per
risolvere le principali sfide del mondo e quindi non essere il tipo di azienda
che ne limita la portata e gli interessi esclusivamente alle sue attività come
gruppo chimico.
“Questo premio rende omaggio
agli inventori, ai ricercatori fondamentali, alle persone che stanno ripensando
i meccanismi e le dinamiche”, afferma Ilham Kadri, CEO di Solvay nella
foto sotto. “Avere quel pensiero fondamentale su come reinventare la
chimica al servizio dell’umanità è sicuramente importante per Solvay.”
Ecco per chi
corre il rischio …
Creato
nel 2013, anno del 150 ° anniversario della fondazione di Solvay, il premio
Solvay Chemistry for the Future arriva con una menzione di € 300.000. Il
vincitore del premio è selezionato da una giuria indipendente di sei rinomati
scienziati, tra cui un premio Nobel. “Se premi qualcuno che ha
lavorato molto duramente, che sta provando qualcosa di nuovo, stai
ricompensando un rischioso”, afferma Jean-Marie Solvay, presidente
dell’International Solvay Institutes for Physics and Chemistry, sul tipo di
ricercatori questo premio mira a onorare.
Certificato da Unioncamere come Centro di trasferimento tecnologico Industria 4.0
Warrant
Innovation Lab (WIL), società controllata da Warrant Hub (Tinexta Group) che
supporta le imprese nei processi di innovazione e trasformazione digitale, ha
conseguito la certificazione di “Centro di trasferimento tecnologico Industria
4.0” rilasciata da Unioncamere
Nell’ambito del Piano Industria
4.0, i Centri di trasferimento tecnologico sono stati introdotti per dare
impulso ai processi di innovazione e digitalizzazione delle
imprese italiane: hanno il compito di svolgere attività di formazione e
consulenza tecnologica ed erogare servizi di trasferimento tecnologico
verso le imprese in diversi ambiti di operatività individuati dal Ministero
dello Sviluppo Economico, tra i quali manifattura additiva, realtà aumentata,
IoT, cloud, cyber sicurezza e analisi dei big data.
La certificazione
La certificazione viene rilasciata da Unioncamere attraverso una
propria struttura tecnica nazionale sulla base di attenti controlli
documentali, ha una durata di tre
anni e ha possibilità di rinnovo.
La certificazione conseguita da Warrant Innovation Lab
si riferisce ai seguenti ambiti tecnologici:
Soluzioni per la
manifattura avanzata,
Integrazione verticale
e orizzontale,
Industrial Internet,
Internet of Things e/o Internet of Machines,
Cloud e Sistemi
informativi e gestionali.
Le attività connesse a tali ambiti, a loro volta oggetto della certificazione, riguardano formazione e consulenza su modelli organizzativi e/o di business, tecnica e industriale; progettazione e pianificazione di interventi di implementazione di tecnologie Industria 4.0; ricerca industriale e sviluppo sperimentale, inclusa la prototipazione anche virtuale; servizi di analisi, monitoraggio e brokeraggio tecnologico; sviluppo software applicativo e personalizzazione package e piattaforme di mercato relativi a tecnologie 4.0.
“Questo risultato ci riempie di soddisfazione in quanto è un riconoscimento autorevole del valore di Wil nel favorire l’innovazione tecnologica delle imprese per incrementarne la competitività”, dichiara Matteo Marusi, Direttore di Warrant Innovation Lab. “La certificazione di Unioncamere, infatti, attesta la solidità del patrimonio di esperienze e competenze che Wil mette al servizio delle aziende insieme a un collaudato e proficuo sistema di partnership con importanti protagonisti dell’industria, della ricerca e del mondo accademico”.
Il monitoraggio continuo è fondamentale nella lotta al #Coronavirus, come dimostrano i risultati ottenuti da Cina, Corea del Sud, Taiwan e Singapore.
Fra i vari strumenti messi in campo dalle autorità cinesi c’è il robot-pattugliatore sviluppato dalla società Guangzhou Gosucn Robot Co. Ltd. che gira per aeroporti, centri commerciali e altri luoghi pubblici affollati, controllando che tutti indossino le mascherine e misurando la temperatura corporea con un termometro a infrarossi.
In caso di necessità, il robot è collegato alla rete 5G per inviare segnalazioni alle autorità competenti.
Le capacità avanzate di questi piccoli “sorveglianti” sono supportate dall’edge computer MIC-700 di Advantech
Pandemics require much complicated patient logistics.
Safe transport of contagious patients may be essential in handling the epidemic
Patients must move safely
across hospitals for treatment, between different hospitals for capacity and to
hospitals for caretaking, without infecting others and without putting
transport out of play from disinfection procedures.
We must be able to transport COVID-19 patients to where capacity is available, only then can we utilize the full capacity of the entire health care system and ensure treatment. Healthcare workers are making an admirable effort transporting patients and at the same time putting their own heath on the line, but if we have to disinfect all helicopters, aircrafts and ambulances after each transport, the whole system may collapse, Ellen Cathrine Andersen, CEO of EpiGuard says.
At EpiGuard, doctors and
engineers have worked on solutions for transporting contagious patients for 5
years and have developed the EpiShuttle. The isolation stretcher ensures the
safe transport of contagious patients and the safety of health professionals.
At the same time, the isolation stretcher allows critical treatment of the
patient along the way.
A prerequisite for the isolation and quarantine system to work is that ambulances can effectively transport patients in need of intensive care quickly to hospitals for treatment. It is still uncertain how extensive this transport will be, but if the ambulance needs disinfection after each transport, the ambulance will be out of operation for a long period, and the system will not work, Andersen explains.
Still, it is probably within
the hospitals that the consequence of infection is most severe.
Safe transport inside hospitals is incredibly important. A hospital is the one place you find the highest concentration of people at risk, where infections will have serious consequences. It is important to isolate of both very vulnerable patients and the virus. The isolation stretcher can also be used with overpressure for transport of very vulnerable patients, ensuring that these patients are not inflicted with outside infection, Andersen says.
Transport is a security gap
in emergency preparedness and contingency plans. When a patient is delivered
from one medical team to another, from one hospital’s contingency plan to
another, it may be unclear who is responsible for safety and infection control.
Therefore, it is important to eliminate the risk of exposure during these
transitions.
EpiGuard is currently experiencing a surge in demand for the EpiShuttle. With the numbers of confirmed cases increasing, the need for safe transport of patients is rising. Current demand witnesses a world in crisis. Now we scale up production and apply European Innovation Council to scale up even further. The EpiShuttle is NATOs stock listed and CE-marked as a class one medical device. We are prepared and ready to deploy, Andersen says.
EpiGuard is a Norwegian company established in 2015 providing better solutions for safe transportation of contagious patients. Our team of medical experts and engineers developed the EpiShuttle based on analysis and clinical first-hand experience from previous global epidemics. Our medical background ranges from intensive care, infectious diseases, internal medicine and anesthesiology, and transport medicine. EpiShuttle improves patient safety and care, the safety for health care providers, reduce costs and increase operational efficiency. Saving one – protecting everyone.
Eni lancia la sua «rivoluzione verde»: con il piano strategico per i prossimi 30 anni la compagnia oil&gas annuncia la sua trasformazione in società dell’energia a 360 gradi, focalizzata soprattutto su gas naturale e fonti rinnovabili
E sul versante
delle emissioni di «gas serra» si impegna ad abbatterle dell’80% di qui al
2050. Ad abbatterle tutte: quelle dirette (in gergo definite «scope1»),
indirette («scope2») e quelle legate a tutta la sua catena produttiva di
petrolio e gas, ovvero ai prodotti come ad esempio benzina e gasolio venduti e
utilizzati dai suoi clienti («scope3»).
Così facendo il
gruppo del ceo Claudio Descalzi
punta ad entrare nel ristretto plotoncino dei «virtuosi», come Repsol e Bp, che
di recente si sono impegnati a ridurre fino al 100% le proprie emissioni di
CO2.
Sempre più gas e meno petrolio
Per
tenere fede al suo programma la compagnia promette che la crescita della
produzione di idrocarburi crescerà del 3,5% ogni anno fino al 2025, ma poi
declinerà in modo flessibile soprattutto nella sua componente petrolifera.
Insomma, l’Eni diventerà sempre più una gas-company, la cui produzione nel 2050
costituirà circa l’85% del totale. Il valore di quasi tutte le riserve di
petrolio in portafoglio (il 94%) dovrà essere incassato entro il 2035 (il punto
di pareggio è a 20 dollari il barile, e l’assunzione di fondo è un prezzo del
brent a 50 dollari, poco sotto l’attuale valore).
Co2 e piano rinnovabili
Per
rendere sostenibili le produzioni gas, l’Eni avvierà progetti di conservazione
delle foreste e di «cattura» della CO2 per più di 40 milioni di tonnellate/anno
al 2050 e, soprattutto, entro quella data intende sviluppare più di 55 Gigawatt
di capacità di impianti di energie rinnovabili e raggiungere quota 20 milioni di
clienti retail cui vendere l’elettricità prodotta, principalmente nei Paesi
Ocse. Per dare un termine di paragone: l’Enel ad oggi dispone nel mondo di
circa 90 Gigawatt.
Si parte da Ravenna
Il primo
progetto Eni per la cattura della CO2 sarà a Ravenna, prossimo hub per
l’Italia, dove già si sta studiando la possibilità di convogliare nei campi a
gas ormai esauriti dell’offshore adriatico la CO2 catturata dagli insediamenti
industriali e di generazione elettrica.
Obiettivi intermedi
Come
misurare il raggiungimento di tali obiettivi? Il gruppo di Descalzi si prefigge
di arrivare a tappe intermedie nel 2030 e nel 2040. Tra dieci anni dovrà essere
ridotta a zero l’impronta carbonica delle emissioni scope1 e scope2 (dirette e
indirette) dell’attività di esplorazione e produzione. Tra venti quella delle
emissioni dirette e indirette di tutto il gruppo. I suoi manager, sul fronte
degli incentivi, vedranno salire al 35% l’obiettivo ambientale da raggiungere.
La quota della componente gas nel mix produttivo dovrà essere almeno del 60% al
2030.
Investimenti per 32 miliardi al 2023, cedola di 0,89
euro
Nell’immediato,
ovvero nei prossimi anni fino al 2023 l’Eni si prefigge nuove scoperte per 2,5
miliardi di barili equivalenti e la generazione di un flusso di cassa superiore
ai 25 miliardi di euro. Sempre al 2023 i clienti retail dovranno essere 11 milioni.
Nel quadriennio il piano prevede 32 miliardi di euro di investimenti,
all’insegna però della flessibilità operativa. Il loro punto di pareggio
scenderà a 23 dollari al barile e garantirà un ritorno di circa il 25%. In
generale la neutralità di cassa (il livello al quale si copre tutta l’attività
produttiva ed economica del gruppo) scenderà da 55 a 45 dollari al barile. La
cedola 2020 sale del 3,5% e sarà di 0,89 euro per azione, mentre si prevede un
buy back di 400 milioni di euro.
I conti 2019
L’anno appena
passato è stato un periodo complicato per il gruppo, dalle tensioni
geopolitiche (come in Libia) fino all’andamento altalenante e tendente al
ribasso del prezzo del petrolio. L’Eni ha reagito anche attraverso la
diversificazione dei propri scenari operativi, crescendo in Norvegia e
soprattutto negli Emirati Arabi, dove ha tra l’altro acquistato il 20% di una
delle più grandi raffinerie del mondo, quella di Ruwais. La produzione di
petrolio e gas è salita a 1,87 milioni di barili al giorno (1,92 nell’ultimo
trimestre). Quanto ai risultati consolidati dell’anno il flusso di cassa è
risultato di 12,1 miliardi di euro, circa un miliardo in più della spesa per
investimenti (7,73 miliardi) e della remunerazione degli azionisti (3,4
miliardi). Il debito netto è salito a 11,5 miliardi per le acquisizioni negli
Emirati mentre l’utile operativo adjusted (corretto escludendo i cosiddetti
fattori speciali) è stato di 8,6 miliardi (-24%), quello netto di 2,88 miliardi
(-37%) e l’utile netto di 0,15 miliardi. Il dividendo per il 2019 è di 0,86
centesimi per azione (di cui 0,43 pagati come acconto).
Il rinnovo
La primavera del 2020 costituirà un passaggio importante per il gruppo: il consiglio di amministrazione attuale è in scadenza, e i vertici, dal ceo Descalzi alla presidente Emma Marcegaglia, dovrà essere rinnovato. Secondo i rumors di mercato dei giorni scorsi il ministero dell’Economia sarebbe favorevole alla riconferma per un terzo triennio di Descalzi.
Con l’iniziativa “Innova per l’Italia” il Governo chiede ad aziende, università, enti e centri di ricerca di fornire un contributo, attraverso le proprie tecnologie, per realizzare dispositivi per la prevenzione, la diagnostica e il monitoraggio per il contenimento e il contrasto del diffondersi del coronavirus
Il
progetto è un’iniziativa congiunta del Ministro
per l’innovazione tecnologica e la digitalizzazione Paola Pisano, del Ministro dello Sviluppo Economico Stefano
Patuanelli e del Ministro dell’Università e della Ricerca Gaetano Manfredi,
insieme a Invitalia e a sostegno
della struttura del Commissario straordinario per l’emergenza Coronavirus Domenico
Arcuri.
La
tecnologia e l’innovazione in tutte le sue forme, attraverso processi, prodotti
e soluzioni, può contribuire
significativamente a rispondere all’emergenza, come si legge nella pagina di presentazione
dell’iniziativa.
L’innovazione
tecnologica può essere la leva per rispondere velocemente a una situazione di
crisi che ha un impatto drammatico sull’Italia.
L’iniziativa invita
aziende, università, enti e centri di ricerca pubblici e privati, associazioni,
cooperative, consorzi, fondazioni e istituti a proporre il loro contributo in
tre ambiti:
Il reperimento, l’innovazione o la riconversione industriale delle proprie tecnologie e processi, per accrescere la disponibilità di:
dispositivi di protezione individuale, in particolare mascherine chirurgiche, mascherine FFP2/N95 con e senza filtro, mascherine FFP3/N99 conforme con Dir. 93/42 CEE, direttiva europea 89/686, e EN149:2001+A1:2009 o equivalenti;
produzione dei sistemi complessi dei respiratori per il trattamento delle sindromi respiratorie, inclusi tutti gli elementi che compongono il sistema complesso in cui i respiratori si inseriscono (valvole, display, …).
Il reperimento di kit o tecnologie innovative che facilitino la diagnosi del Covid-19 in termini di:
tamponi e elementi accessori;
strumenti per la diagnosi facilitata e veloce, nel rispetto degli standard di affidabilità richiesta.
Disponibilità di tecnologie e strumenti che, nel rispetto della normativa vigente, consentano o facilitino il monitoraggio, la prevenzione e il controllo del Covid-19 e l’elaborazione di nuove politiche e misure di governance sociale, in termini di:
tecnologie e strumenti per il monitoraggio, la localizzazione e la gestione dell’emergenza;
tecnologie innovative per la prevenzione e il controllo della diffusione del Covid-19 nelle sue diverse forme.
Per
alcune tipologie di proposte, potrebbe essere richiesta la certificazione di attività e
produzioni da
parte di Università ed Enti di Ricerca i cui nominativi saranno inclusi in un
elenco che sarà successivamente condiviso per dare supporto alle aziende
rispondenti.
In particolare, per
i punti 1 e 2 , in relazione al prevalente impatto sulla produzione
industriale, le Università, gli Enti e Centri di Ricerca, per la loro rilevante
funzione sociale, scientifica, tecnologica e di supporto territoriale, potranno
supportare le attività di attestazione dei requisiti dei prodotti sviluppati dalla
aziende.
Come partecipare
Saranno
considerati solo i servizi e interventi che rispondano ai seguenti criteri:
I proponenti siano aziende (startup,
PMI, grandi imprese), enti e centri di ricerca pubblici e privati, associazioni
(che possono interagire con associati in grado di rispondere a queste
esigenze), cooperative, consorzi, fondazioni e istituti, quindi non singole
persone o professionisti.
Siano concrete proposte realizzabili
in tempi compatibili con
l’emergenza, pur senza alcun impegno od obbligo.
Possano mettere a disposizione,
autocertificandosi, una componente significativa in termini di capacità produttiva e volumi per
l’impiego sul territorio nazionale o a livello regionale in tempi brevi.
Sia esplicitato a quale ambito si
desideri aderire tra quelle rientranti nelle categorie proposte nel form.
La proposta sia corredata da opportune
informazioni che consentano di valutare in tempi rapidi l’effettiva
applicabilità.
Siano indicati i tempi, le modalità e le
possibili quantità per la realizzazione della proposta.
Siano validi per tutto il territorio
nazionale o per una o più regioni.
La descrizione dell’intervento non sia
redatta in tono promozionale.
Preferibilmente, sia previsto un
“canale” specifico dedicato all’iniziativa per l’emergenza coronavirus, che
includa il top management dell’azienda o Ente.
Tutte le aziende, le associazioni, le Università, gli Enti di ricerca e gli Istituti hanno la possibilità di aderire compilando il form dedicato pubblicato sul sito del Ministero. Le proposte verranno valutate dalla struttura del Commissario Straordinario, che deciderà se attivarsi per i passi successivi mettendosi in contatto con i soggetti proponenti. Un processo da affrontare in conformità alle evidenze scientifiche e alle necessità di certificazione nel rispetto degli standard necessari e delle linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.
Il progetto “KETBIO” è promosso in Italia da SC Sviluppo chimica S.p.A., società di servizi interamente controllata da Federchimica.
Il portale web www.ketbio.eu rappresenta una piattaforma collaborativa nata per promuovere la reciproca conoscenza degli stakeholders europei – sia pubblici, come le Università, sia industriali – nel campo dell’industrial biotech.
In questa piattaforma online, il cui accesso è gratuito, i potenziali interessati – in primis scienziati e ricercatori pubblici e privati, ma anche finanziatori ed amministratori pubblici – possono promuovere congiuntamente l’avvio di iniziative di collaborazione per l’utilizzo delle biotecnologie industriali.
Garantire la disponibilità e la sostenibilità della gestione delle acque e dei servizi igienico-sanitari rappresenta una delle maggiori sfide globali di questo secolo. L’accesso all’acqua potabile è un diritto di tutti e le limitazioni all’accesso di risorse idriche potrebbero essere causa di crisi e conflitti regionali, mentre ci sono ancora 4,2 miliardi di persone che vivono senza servizi igienico-sanitari gestiti in sicurezza. Durante il prossimo webinar di KETBIO, gli esperti del progetto INNOQUA H2020 presenteranno la loro proposta di innovazione per rispondere a questa importante sfida: un sistema modulare per il trattamento delle acque, basato sulla capacità depurativa dei microrganismi biologici (lombrichi, zooplancton e microalghe), che attualmente opera in condizioni reali presso gli 11 impianti dimostrativi dislocati tra Europa, Asia, Africa e Sud America. La soluzione proposta da INNOQUA può adattarsi alle esigenze specifiche e ai fabbisogni di diverse situazioni di mercato che si possono presentare nel mondo, a livello locale. Infatti, ha dimostrato di potersi applicare in una varietà di luoghi come aree rurali, strutture agricole o quartieri urbani, hotel e insediamenti informali. Sebbene il sistema INNOQUA sia particolarmente rilevante per gli utenti dei Paesi in via di sviluppo, ha anche un grande mercato potenziale nel aree più sviluppate del Pianeta.
Il KETBIO Online Marketplace sperimenta un nuovo formato per l’evento virtuale di networking che combina insieme la presentazione di innovazioni nel campo dell’Industrial Biotech da parte di esperti tecnologici, discussioni, riunioni one-to-one (partnering) e l’offerta e la domanda di tecnologie o competenze industriali necessarie per lo sfruttamento commerciale. Che tu sia in possesso delle competenze tecnico-scientifiche e sia alla ricerca di un partner industriale per la commercializzazione di un’idea innovativa, che tu sia interessato a determinati sviluppi tecnologici di interesse per l’impresa in cui operi, o che tu sia un ricercatore interessato a capire come promuovere e sviluppare la sua startup, o ancora uno stakeholder incuriosito dagli sviluppi del biotech industriale, e per questo interessato ad esplorare le opportunità offerte da questa frontiera tecnologica, l’hub KETBIO con tutte le sue notizie, gli eventi ed incontri virtuali e e le altre opportunità di servizio e collaborazione proposte dagli iscritti, è il luogo virtuale adatto per te.
Il 10° webinar di KETBIO si concentra sulle tecnologie di trattamento delle acque reflue che utilizzano soluzioni “biobased”, sviluppate nell’ambito dei seguenti progetti H2020: iMETland e NextGen. Durante il webinar, il prof. Abraham Esteve-Núñez di IMDEA Water presenterà il dispositivo iMETland che purifica le acque reflue urbane senza dover sopportare costi energetici e consente il controllo da remoto del sistema di trattamento delle acque reflue grazie ai segnali elettrici generati dai batteri. Il cuore dell’innovazione è la combinazione di batteri elettroattivi con un materiale elettroconduttivo, che porta a tassi di depurazione 10 volte più elevati rispetto ai metodi tradizionali. Il secondo relatore, Alexandre Bredimas di Strane Innovation, illustrerà come l’applicazione combinata di diverse soluzioni tecnologiche (rientranti nel concetto di “economia circolare”) possa consentire di raggiungere condizioni di equilibrio economico-finanziario nella gestione del settore idrico. L’approccio include tecnologie di trattamento avanzate, stoccaggio ispirato alla natura, estrazione e riutilizzo di nutrienti innovativi e gestione e recupero di energia dagli impianti di trattamento.
A causa degli sviluppi legati alla diffusione del Covid-19,
per il rispetto e il senso di responsabilità verso il Paese, i visitatori, gli
espositori e i collaboratori della fiera, Messe Frankfurt Italia ha deciso di
posticipare SPS Italia, che si svolgerà a Parma dal 28 al 30 settembre 2020
La fiera di riferimento in Italia per l’automazione e il digitale
per l’industria dà appuntamento a tutto il mondo manifatturiero a settembre, mettendosi al servizio della ripartenza delle attività produttive,
commerciali e sociali con il massimo impegno e con il supporto di tutti i
partner.
In questo particolare momento ancora più forte è il legame e
la collaborazione con SPS Norimberga.
La sinergia tra le due piattaforme, nei due principali
mercati europei dell’automazione, può rappresentare una spinta importante per
l’intera filiera.
Frankfurt Messe Frankfurt è il più grande operatore al mondo
specializzato nell’organizzazione di fiere, congressi ed eventi dotato di un
proprio polo fieristico. Con più di 2.600 collaboratori dislocati in circa 30
sedi consegue un fatturato annuo di circa 733 milioni di euro (dato 2019).
Lavora in stretta collaborazione con i vari settori
fieristici e supportiamo in maniera efficiente gli interessi dei nostri clienti
con le nostre aree di business “Fairs & Events”, “Locations” e “Services”.
Uno dei principali punti di forza del nostro Gruppo aziendale è la sua rete di
distribuzione globale che copre in maniera capillare tutte le regioni del
mondo.
L’ampia gamma di servizi, onsite e online, garantisce ai
clienti in tutto il mondo un livello di qualità costantemente elevato e
flessibilità nella pianificazione, organizzazione e realizzazione della loro
manifestazione.
Il ventaglio di servizi offerti spazia dall’affitto del polo
fieristico all’allestimento degli stand, dai servizi di marketing al personale
e alla ristorazione.
La sede principale della Società è a Francoforte sul Meno.
Gli azionisti sono la Città di Francoforte, che detiene il 60
percento, e il Land Assia con il 40%.
China
Primed to Lead the Way in Global Battery Market
As is known, China has become the world’s largest
lithium-ion battery manufacturing country since 2018. It is predicted that by
2020, China’s battery capacity will
account for more than 70% of the global market, and lithium-ion battery output will
reach 205.33 GWh by 2020, with a CAGR of 41.88% in the next two years.
Preview of WBE 2020
The
2020 show plans to fill a 40,000 sq.m show floor with
600+ exhibitors, mainly focusing on Battery, Battery Equipment, Battery Materials and Accessories. It has so far attracted many big brands as its exhibitors in the past few years, such as CATL, CALB, BAK, Lishen, Sunwoda, Tinci, XCJ, Aoyou Power,
Sinowatt, Cham Battery, Xupai, Great Power, Rovilus, Mikrouna (Germany), Hugo Benzing (Germany), Master (Korea), TNS
(Korea), 3M (USA), Ascend Performance Materials (USA), BRY-AIR (India) and etc.
What’s
more, 2020 World Battery Industry
Expo will be an other highlight, starred by 20+ worldwide experts, talking about market entry strategies for
different markets!
Review of WBE 2019
Hosting
400+ exhibitors and occupying
25,000 sq.m exhibition area, WBE 2019 registered more
than 25,000 visits in 3 days, well deserved the name of China’s Biggest Battery Trade Show in 2019, attracting quality buyers from more than 30 countries and regions,
including USA, Germany, Japan, Korea, Canada, India, Indonesia, Malaysia,
Thailand, France and etc.
Exhibition Scope
Various kinds of batteries
Combined batteries for cellphones,
interphones, cordless telephone, laptops, digital cameras, portable DVD, emergency
lights, electric toys, UPS, railway locomotives and passenger cars, ships, etc.
Power batteries and management systems
for electric tools, electric bicycles, electric vehicles, etc.
Energy storage batteries for wind power
generation systems, solar photovoltaic systems and wind-solar hybrid systems,
etc.
Power storage application and
engineering
Battery materials and accessories
Battery manufacturing equipment and
testing devices
Super capacitor
…
If
you are interested in exhibiting or visiting, please let us know through the
given contact below!
I lubrificanti sono molto importanti in
molti campi, dal settore minerario e
ferroviario a quello aerospaziale.
Consentono il
movimento degli ingranaggi e riducono la frizione per migliorare prestazioni e
longevità. Per la NASA, contribuiscono al trasferimento delle navette spaziali
fino alla rampa di lancio.
Whitmore Manufacturing Company si occupa della produzione di
questi lubrificanti industriali, nonché di sigillanti, rivestimenti e
oli. L’azienda produce oltre 7.250 tonnellate di lubrificanti l’anno,
da quelli biodegradabili a quelli a
velo asciutto, dai fluidi idraulici
ai sigillanti per pneumatici.
Whitmore
gestisce tutti i passaggi della produzione di lubrificanti, dalla ricerca e
sviluppo e formulazione dei prodotti ai servizi di applicazione per clienti di
tutto il mondo.
L’azienda ha
recentemente avviato investito 20 milioni di dollari e per ampliare di
11.150 metri quadrati la sua sede principale e lo stabilimento di
produzione di Rockwall, Texas.
La creazione
di un lubrificante Whitmore ha inizio in un miscelatore. La soluzione
viene quindi riscaldata nel rispetto di specifici parametri di temperatura.
Il settore
dei lubrificanti industriali si basa
da sempre su processi batch che
richiedono molta manodopera. Gli operatori Whitmore dovevano selezionare
manualmente il numero di litri di materie prime da lavorare presso una stazione
di carico e miscelazione.
I lavoratori
dovevano spostare manualmente tubi flessibili e collettori dalla stazione di
carico alle varie aree dell’impianto.
Una volta
pompato il numero di litri richiesto, la valvola si chiudeva e gli operatori
dovevano soffiare aria nei tubi flessibili per rimuovere gli eventuali residui.
La mancata esecuzione dell’operazione di pulizia poteva provocare la
contaminazione dei batch successivi che avrebbero usato lo stesso tubo
flessibile con una materia prima diversa.
Gli operatori
azionavano manualmente i motori per girare e riscaldare i contenuti. Man mano
che il lubrificante si scaldava, dovevano tenere sotto controllo l’indicatore
della temperatura e spegnere il miscelatore alla temperatura prescritta per
quello specifico batch di lubrificante.
Gli operatori
dovevano quindi aggiungere gli altri ingredienti e ripetere il processo di
miscelazione e riscaldamento, tenendo sempre sotto controllo vari miscelatori e
indicatori di temperatura contemporaneamente. Gli errori compiuti in questa
fase erano la causa della maggior parte delle perdite e rilavorazioni dei
batch.
Avendo avviato un’espansione da 20 milioni di dollari e 11.150 metri quadrati dello stabilimento di produzione, Whitmore aveva bisogno di migliorare un processo produttivo lungo e soggetto a errori.
L’intero processo risultava lungo e soggetto a errori, con i dipendenti Whitmore che portavano i tubi flessibili da un miscelatore all’altro o si spostavano nell’impianto per monitorare le temperature dei vari batch.
“C’era
sempre il rischio di una contaminazione all’interno dei tubi flessibili”,
afferma Tim Meyer, Quality Manager di Whitmore. “Gli operatori
potevano scegliere un tubo che non era stato pulito correttamente o il tubo
sbagliato e questo determinava problemi di qualità nei nostri prodotti”.
Per ridurre i batch non conformi, migliorare la qualità e
rispondere alle aspettative dei clienti in tutto il mondo, Whitmore ha deciso
di automatizzare il processo di produzione dei lubrificanti e accedere a informazioni in tempo reale
dall’impianto.
Soluzione
I tecnici di Whitmore hanno iniziato a collaborare con Innovative Control Inc., integratore di sistemi riconosciuto di Rockwell Automation, per realizzare un sistema informativo e di controllo integrato basato sul sistema Integrated Architecture® di Rockwell Automation.
Il progetto pluriennale è iniziato con l’installazione di un controllore a logica programmabileAllen-Bradley® ControlLogix®, che è stato integrato nel software di controllo motori Allen-Bradley IntelliCENTER®per i sistemi di carico e controllo della temperatura dello stabilimento.
Il software FactoryTalk® View Site Edition di Rockwell Automation offre una visuale completa e precisa sui sistemi di carico e miscelazione dei lubrificanti appena automatizzati grazie alla solida integrazione con la piattaforma ControlLogix e altre applicazioni FactoryTalk.
Il softwareFactoryTalk® Historiantiene traccia delle variabili chiave, come la temperatura, il peso e il tempo di miscelazione dei lubrificanti, per gli oltre 20 miscelatori dello stabilimento. Ora gli operatori possono individuare facilmente l’origine dei batch modificati esaminando i dati storici e quelli in tempo reale.
I dati di Historian vengono inseriti nel software FactoryTalk VantagePoint® EMI di Rockwell Automation, che permette di accedere più facilmente a dati nel contesto e report sull’andamento. Questa soluzione di elaborazione delle informazioni di produzione consente agli operatori di analizzare in modo più efficiente i dati di più batch.
I tecnici di Whitmore sono ora in grado di mappare la durata media dei cicli e i tassi di produzione. I dashboard della soluzione consentono agli operatori di monitorare il sistema e risolverne i problemi da remoto o da un dispositivo mobile.
Whitmore è riuscita ad aumentare la capacità produttiva del 28%, aggiungendo 150 batch l’anno e riducendo di nove ore la durata media del ciclo.
Whitmore è riuscita ad aumentare
la capacità produttiva del 28%, aggiungendo 150 batch l’anno e riducendo
di nove ore la durata media del ciclo.
La piattaforma integrata dei
controllori e il singolo ambiente di programmazione hanno permesso di ridurre
al minimo l’interazione dell’operatore con le materie prime dei lubrificanti.
Whitmore ha anche implementato un
processo di etichettatura elettronica dei batch che utilizza il software
FactoryTalk Batch per gestire il flusso di lavoro. La ricetta e la formula
vengono programmate dai tecnici nell’applicazione FactoryTalk Batch, che
richiede autorizzazioni per l’avvio delle ricette alla produzione.
Risultati
Whitmore è riuscita ad
automatizzare tutti gli oltre 20 miscelatori senza tempi di fermo ed è
quindi passata ad automatizzare i sistemi di carico e controllo motori. Da
quando ha implementato il nuovo sistema informativo e di controllo integrato
completamente automatizzato, Whitmore ha ridotto notevolmente la variabilità
dei prodotti, grazie al nuovo processo che ha sostituito le procedure manuali e
ha eliminato quasi completamente l’errore umano.
Per i soli grassi a base di
litio, Whitmore è riuscita ad aumentare la capacità produttiva del 28%,
aggiungendo 150 batch l’anno e riducendo di nove ore la durata
media del ciclo.
Il nuovo sistema ha ridotto al
minimo le variazioni negli ordini di lavoro, inclusi i costi e l’utilizzo dei
materiali, e il rendimento viene monitorato e controllato attentamente.
“Questo sistema pone
Whitmore alla guida delle tecnologie di produzione nel settore dei lubrificanti”,
afferma Meyer. “Ma soprattutto, abbiamo perfezionato i nostri metodi di
produzione e soddisfatto un gran numero di clienti”.
I tecnici e il team IT di
Whitmore stanno lavorando all’integrazione dei nuovi sistemi di automazione e
di pianificazione delle risorse aziendali (ERP, Enterprise Resource Planning).
Una volta ottenuta la completa integrazione tra il sistema di automazione e il
sistema ERP, Whitmore prevede di ottenere ulteriori vantaggi, quali controllo
del magazzino in tempo reale e aumento della reportistica.
I risultati sopra descritti sono
specifici per l’utilizzo da parte di Whitmore Manufacturing Company di prodotti
e servizi di Rockwell Automation insieme ad altri prodotti. I risultati
specifici possono variare per altri clienti.Allen-Bradley, ControlLogix, FactoryTalk, Integrated
Architecture, IntelliCENTER, PartnerNetwork e VantagePoint sono marchi
commerciali di Rockwell Automation Inc.