Osservare e valutare i dati più recenti dell’export lombardo consente di capire meglio l’entità del freno alla crescita purtroppo regalatoci dalla politica da inizio 2018
Hanno pesato infatti il rallentamento del commercio mondiale, creato dalla guerra dei dazi voluta dagli Stati Uniti di Trump.
Purtroppo, in sede domestica, gli errori gravi compiuti dai governi italiani in base a un forte pregiudizio anti impresa hanno fortemente frenato la componente degli investimenti privati nazionali e scoraggiato quelli esteri, deprimendo la domanda interna e riconsegnandoci alla crescita zero.
La Lombardia si batte bene, ma purtroppo la nuova grande frenata italiana ha finito per investire anche noi.
Se consideriamo il Pil, quello lombardo nel 2018 ha segnato +1,0% dopo il +2,7% del 2017. E negli anni di ripresina nazionale 2014-2018 la Lombardia è cresciuta di un robusto +7,4%, che si confronta con il +4,6% dell’Italia.
Rispetto ai livelli precrisi 2008, la Lombardia è sopra del +1,1%, mentre l’Italia ancora indietro del -3,3%. Ma la frenata nel 2018 ha spinto anche la produzione manifatturiera lombarda a ridimensionarsi pesantemente nel corso del 2019, registrando nei primi nove mesi dell’anno solo un magro -0,3%, rispetto al +3,0% totalizzato nell’intero anno precedente.
Il rallentamento nei nostri territori del manifatturiero si estende a larga parte della fascia pedemontana del Nord Italia.
Nelle province lombarde tra gennaio e settembre 2019 registravano performance negative -Monza (-1,1%), Bergamo (-1,0%), Brescia (-1,0%), Lecco (-0,8%), Varese (- 0,1%). Mentre, Milano e le altre province hanno mantenuto un segno positivo, ma con incipienti andamenti di frenata.
(fonte Assolombarda)