Coronavirus: la Cina sta incoraggiando l’esportazione di indumenti protettivi.

A seguito dell’aumento della domanda globale a causa dell’epidemia di coronavirus è recentissima la notizia sull’export di indumenti produttivi.

L’epidemia di COVID-19 ultimamente si è aggravata in alcuni Paesi e regioni, che si trovano anche a dover affrontare una carenza di materiali protettivi.

Cao Xuejun, un alto funzionario del ministero dell’Industria e della Tecnologia dell’Informazione, ha dichiarato in una conferenza stampa che la Cina, uno dei principali Paesi produttori di indumenti protettivi, sta incoraggiando le fabbriche nazionali ad aumentare le esportazioni, mentre continua la lotta globale contro l’epidemia.

La produzione cinese di indumenti protettivi è aumentata nell’ultimo mese e numerose fabbriche nazionali di abbigliamento stanno riadattando le proprie linee di produzione per produrre tute protettive.

Cao ha detto che attualmente, la Cina è in grado di fornire ogni giorno 250.000 tute protettive allo Hubei, la provincia colpita più duramente dall’epidemia, superando la domanda provinciale.

Anche se il numero di casi confermati continua a diminuire in Cina, la prevenzione e il controllo dell’epidemia rimangono in una fase critica.

Pertanto, secondo Cao, i produttori nazionali non devono ridurre la loro produzione di prodotti protettivi. (fonte ANSA – XINHUA)

Nanocellulosa, la nuova frontiera del packaging

Quando i materiali cellulosici vengono utilizzati per la produzione di packaging, i fenomeni di adsorbimento e desorbimento dell’acqua durante la vita commerciale del prodotto svolgono un ruolo molto importante

Sono capaci infatti d’influire sulle caratteristiche prestazionali di base, come le proprietà meccaniche e la permeabilità ai gas e al vapore acqueo.

Questi effetti sono stati spesso trascurati in passato, dal momento che la maggior parte dei materiali cellulosici utilizzati nella produzione di carta e cartone non necessita di proprietà barriera particolarmente elevate.

Un impiego più ampio dei materiali cellulosici in alternativa ai polimeri da fonti fossili nelle applicazioni di packaging alimentare, è spesso limitato proprio dalle scarse prestazioni di questi materiali in termini di proprietà barriera.

Ultimamente, con il diffondersi dei film in cellulosa rigenerata e delle bioplastiche, queste proprietà hanno iniziato a essere richieste. 

Sono state quindi sviluppate speciali tecnologie di rivestimento in grado di coprire e proteggere le superfici cellulosiche con vernici a base di copolimeri acrilici e PVDC. Oggi, la produzione di nanocristalli di cellulosa e di cellulosa micro e nanofibrillata rende la sensibilità all’umidità e la perdita delle proprietà barriera problematiche di primaria importanza.

Diversi studi hanno dimostrato le elevate proprietà barriera ai gas conferite dall’impiego di nanocristalli di cellulosa (CNC) e nanofibre di cellulosa (CNF), sia come rivestimenti applicati ai tradizionali film plastici, sia come cariche aggiunte ai normali polimeri.

In effetti, l’umidità può rivelarsi estremamente deleteria per le proprietà barriera ai gas dei film rivestiti con CNC.

In linea di massima, i polimeri sintetici e i biopolimeri caratterizzati da un comportamento idrofilo e da una polarità elevata presentano una bassa permeabilità a ossigeno e gas, se asciutti, ma perdono tali proprietà quando le molecole d’acqua plastificano e gonfiano la loro struttura originaria.

Questi comportamenti sono ben noti e ampiamente studiati per poliammidi, poliesteri, alcoli polivinilici e biopolimeri, mentre le conoscenze sono più limitate sugli effetti dell’umidità e le proprietà barriera ai gas dei CNC, quando questi vengono utilizzati come rivestimento da applicare sui tradizionali film plastici destinati ad applicazioni di packaging alimentare.

L’obiettivo della ricerca condotta da alcuni ricercatori del Dipartimento di Chimica dell’Università degli Studi di Milano è proprio quello di approfondire questo aspetto.

L’approccio multidisciplinare adottato per comprendere l’interazione tra acqua e nanocristalli di cellulosa ha generato uno scenario complesso, che ha condotto a un’unica conclusione: è fondamentale conservare le proprietà barriera ai gas offerte dai CNC limitando il più possibile l’adsorbimento di umidità. Nel caso di applicazioni pratiche quali i materiali per packaging alimentare, la presenza di uno strato polimerico idrofobo e sigillabile a protezione del rivestimento di CNC appare essenziale.

Agrifarma: biofertilizzante usato come trattamento di superficie

Un team di ingegneri del MIT di Boston ha scoperto che rivestire i semi con una protezione, in grado di rilasciare i nutrienti necessari alla pianta germinativa, potrebbe consentire la produzione di colture anche in aree poco fertili

Nello specifico, questo tipo di biofertilizzante consiste in una copertura di seta adeguatamente trattata con l’aggiunta di batteri capaci di fornire, naturalmente, una sostanza a base di azoto.

Dopo numerosi test e sperimentazioni sul campo, i ricercatori hanno mostrato come i semi dotati di questo tipo di rivestimento biofertilizzante siano in grado di crescere con successo anche su terreni poco produttivi e, nello specifico, troppo salati per consentire naturalmente ai semi non trattati di svilupparsi normalmente. 

Questi biofertilizzanti sono composti da microbi che vivono simbioticamente con alcuni tipi di vegetali e convertono l’azoto per farlo assorbire prontamente dalle piante. L’azione di questi microbi, noti come rizobatteri, non solo assicura un fertilizzante naturale alle colture, ma evita i problemi associati ad altri tipi di fertilizzanti, specie se azotati, che hanno un grande impatto ambientale sulla qualità del suolo.

Una scoperta ad alto valore aggiunto

L’aspetto innovativo della ricerca risiede, però, proprio nell’aver trovato un modo per conservare i batteri. Sebbene essi siano diffusi nei terreni di tutto il mondo, sono molto difficili da preservare al di fuori del loro ambiente naturale, vale a dire il suolo. Tuttavia, la seta usata dai ricercatori del MIT per completare quel processo di trattamento e di finitura superficiale riesce a mantenerli in vita, grazie all’aggiunta di un particolare tipo di zucchero noto come trealosio, che alcuni organismi usano per sopravvivere in condizioni di acqua bassa. In questo modo, i semi trattati superficialmente con questa particolare miscela biofertilizzante di seta, batteri e trealosio hanno sviluppato piante migliori rispetto a quelle nate da semi non trattati, crescendo su campi addirittura improduttivi da un punto di vista agricolo.

Ma il vero punto di forza di questa tecnica consiste nell’essere molto economica e nel non richiedere particolari attrezzature e competenze. Infatti, i ricercatori del MIT affermano che il trattamento è rapido, facile e potrebbe essere scalabile, per consentire alle grandi aziende agricole e ai coltivatori non qualificati di farne uso. Come passo successivo, i ricercatori stanno lavorando sullo sviluppo di nuovi rivestimenti bioferlizzanti che potrebbero non solo proteggere i semi dal terreno salino, ma anche renderli più resistenti alla siccità, utilizzando coperture adatte ad assorbire e conservare l’acqua dal terreno.

INDUSTRY 4.0: LE SFIDE DELLA DIGITAL TRANSFORMATION

La promessa di una maggiore efficienza operativa, di un time to market più rapido e di una migliore collaborazione tra i dipendenti ha spinto già il 70% delle aziende a pianificare o implementare una strategia di digital transformation.

Secondo dynabook abbracciare il cambiamento digitale non è mai stato così importante e per molte aziende – che operino nel retail, nella finanza o nell’industria manifatturiera – si traduce in una scelta tra evolversi o soccombere.

“La trasformazione verso una forza lavoro digitale presenta alcune difficoltà che accomunano la maggior parte di tali aziende: dalla mancanza di budget, ai rischi di cyber-security posti dai sistemi legacy, alla crescente mobilità”, dichiara Massimo Arioli, Business Unit Director Italy, Dynabook Europe GmbH. “Nonostante ciò, si prevede che le aziende digital-first avranno il 64% di probabilità in più di raggiungere i propri obiettivi di business”.

Ecco come i CTO e i dipartimenti IT possono superare le barriere e rendere il proprio business più smart.

Attuare una strategia PC-as-a-service per ammortizzare i costi Il processo di digital transformation implica inevitabilmente investimenti aggiuntivi.  Le aziende che hanno la fortuna di poter fare affidamento su un budget IT maggiore focalizzano la propria attenzione su AI e IoT, tuttavia la trasformazione digitale coinvolge ogni livello dell’organizzazione fino alle tecnologie che i dipendenti utilizzano quotidianamente.  Sostituire tutti i device è un processo lungo e costoso e la complessità viene esacerbata dalla gestione quotidiana del ciclo di vita dei dispositivi.

RICERCA: L’intelligenza artificiale scopre un super antibiotico

Con un nome ispirato al cinema, uccide anche batteri resistenti.

Grazie all’intelligenza artificiale e’ stato identificato un nuovo super antibiotico:  chiamato ‘halicin’ in omaggio al supercomputer Hal 9000 del film ‘2001: Odissea nello spazio’, ha dimostrato nei test di laboratorio di poter eliminare molti dei batteri portatori di malattie, compresi alcuni ceppi diventati resistenti a tutti i farmaci tradizionali. Il risultato, pubblicato sulla rivista Cell dai ricercatori del Massachusetts Institute of Technology (Mit), potrebbe rappresentare l’inizio di una nuova era per la ricerca sugli antibiotici, che negli ultimi anni ha subito un forte rallentamento.

“Stiamo affrontando una crisi crescente per quanto riguarda l’antibiotico-resistenza, e questa situazione si e’ venuta a creare sia per un aumento dei microrganismi patogeni divenuti resistenti, sia per una produzione sempre piu’ scarsa di nuovi antibiotici da parte delle industrie biotech e farmaceutiche“, afferma James Collins del Mit.

Per superare questa impasse, i ricercatori hanno messo a punto un algoritmo di apprendimento automatico addestrato ad analizzare in modo estremamente accurato la struttura chimica dei composti chimici, mettendola in correlazione con specifiche proprieta’ come la capacita’ di uccidere i batteri.

In questo modo hanno ottenuto una piattaforma capace di passare in rassegna piu’ di centro milioni di composti nell’arco di alcuni giorni, identificando quelli che potrebbero uccidere i batteri usando meccanismi d’azione diversi rispetto ai farmaci esistenti.

“Il nostro approccio ha svelato questa fantastica molecola che e’ verosimilmente uno degli antibiotici piu’ potenti mai scoperti”, sottolinea Collins.

Lo studio ha permesso di individuare anche altre 8 molecole potenzialmente interessanti che verranno testate a breve. Secondo i ricercatori, il sistema potrebbe essere usato pure per progettare nuovi farmaci e ottimizzare quelli esistenti.

Bosch Rexroth lancia ActiveShuttle

Sistema di trasporto autonomo completamente automatizzato.

Un sistema di trasporto autonomo completamente automatizzato, in grado di sostenere un peso massimo di 260 kg e di essere integrato nell’intralogistica aziendale senza alcun adattamento dell’infrastruttura della fabbrica.

Si chiama ActiveShuttle, ed è l’ultimo prodotto di Bosch Rexroth per la movimentazione di materiali e merci nel settore della logistica e della produzione flessibile. Proprio la semplicità dell’introduzione in diversi contesti logistici di questo AGV (Automated Guided Vehicle) ne fanno un prodotto innovativo per la Logistica 4.0 in grado di rendere ancora più efficiente il trasporto di merci e materiali industriali.

Fino a 260 kg di peso trasportabile.

ActiveShuttle, già testato in otto stabilimenti produttivi del gruppo Bosch, è un vero e proprio robot in grado di caricare e scaricare in modo completamente automatizzato basi carrellate (dollies) con contenitori per carichi leggeri (i cosiddetti “KLT”), tramite una piattaforma di sollevamento integrata che tiene conto dei requisiti logistici della fabbrica. Ultimo prodotto sviluppato dall’azienda fornitrice di tecnologie integrate per l’azionamento e il controllo di macchine operatrici mobili, macchinari e impianti industriali, può trasportare materiali di dimensioni massime pari a 600 x 400 mm, impilati fino a un’altezza di 1,2 metri, per un peso totale di 260 kg. ActiveShuttle ha una velocità massima di 1 m/s e può essere impiegato sia in trasporti ciclici che in approvvigionamenti di materiale basati sulla chiamata a consumo.

Laser e comunicazione wireless per muoversi nel traffico.

Il robot può essere da subito integrato nella produzione industriale, senza alcun processo di adattamento infrastrutturale, tramite il sistema “Plug & Go”. 

Scanner laser di sicurezza gli permettono inoltre di navigare nell’ambiente di lavoro anche in presenza di persone e altri veicoli di trasporto. Proprio per evitare di intasare l’infrastruttura produttiva, gli ActiveShuttle (in grado di funzionare 24 ore su 24, 7 giorni su 7) sono dotati di un sistema di mappe che si aggiorna automaticamente e comunicano tra loro tramite una connessione wireless.

Rotork

Rotork CK actuators ordered for major effluent treatment upgrade in Turkey

Rotork has won a significant order for CK modular electric actuators to provide an environmentally friendly and safe solution for the disposal of final effluent in Turkey.

Nearly 100 actuators will control the flow on the Ergene Basin Deep Marine Discharge Project, which will be one of the longest sea discharge lines in Europe, starting in the city of Tekirdag and serving the Turkish capital Istanbul.

The project involves the construction of a 4,500 metre long discharge line 50 metres below sea level. This will be achieved using a steel pipe with a 2,200 mm diameter in conjunction with collecting lines, tunnels and a system which will allow for wastewater discharge to be connected from the Ergene Basin Industrial Estate Joint Wastewater Treatment Plants to the Marmara Sea.

The customer chose CK electric actuators to operate penstocks at the wastewater treatment plants due to the product’s technical capabilities, competitive pricing and short delivery time.

Rotork’s watertight CK range of actuators are suitable for all valves in non-hazardous locations and can operate under the stress of high temperatures and strong vibrations by using separately mounted controls. It offers a direct output torque range of 10 to 500 Nm (7 to 369 lbf.ft), with a maximum torque when combined with a multi-turn gearbox up to 10,800 Nm (8,000 lbf.ft) and a maximum torque with a quarter-turn gearbox as high as 205,600 Nm (151,6000 lbf.ft).

Double sealing is used around both parts of the plug and socket connection to maintain the actuator’s IP68 watertight standard – it can be submerged at a depth of eight metres for up to 96 hours. The CK can operate in a standard temperature range of -30 °C to +70 °C (-22 °F to +158 °F), with a low temperature option of -40 °C to +60 °C (-40 °F to +140 °F) also available, the CK complies with actuator standards EN15714-2, ISO 5210, MSS SP 102 and manual handwheel operation standard EN12570.

PoseiDrone.

Il robot flessibile dell’Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa.

Una robotica sempre più pervasiva, che supera le pareti della fabbrica e si apre a settori non convenzionali, come il clima.

Macchine nuove, robot morbidi, vivi, che possono interagire con l’ambiente e mandare segnali, ma anche apparecchi robotizzati che possono essere d’aiuto in settori nuovi, come l’assistenza agli anziani o l’agricoltura. È un viaggio molto affascinante quello che Rezia Molfino, past president di Siri, l’associazione italiana di robotica e automazione, ha tracciato nella sua relazione al convegno “I robot digitali da sempre per le aziende del futuro” nell’ambito di A&T, la fiera dedicata a innovazione, tecnologie e competenze 4.0, che si è tenuta al Lingotto di Torino.

“Per parlare delle nuove frontiere della robotica bisogna parlare anche delle frontiere delle nuove tecnologie, perché la robotica usa molte di queste tecnologie che si stanno sviluppando, e dobbiamo stare attenti perché lo sviluppo di queste tecnologie è accelerato, rapidissimo e i tempi per adattarci sono stretti. Io nasco ricercatrice, però sono molto legata all’industria al trasferimento tecnologico, e vedo che l’entusiasmo per le nuove tecnologie non sempre corrisponde poi ad applicazioni. Per me è importante che le nuove tecnologie possano avere un impatto sulla società e per questo devono essere elaborate e rivissute”.

La robotica soft per migliorare il clima e il lavoro

Per la Molfino, quindi, è necessario superare una fase di ricerca pura per arrivare ad applicazioni che possano dare risposteai bisogni concreti della nostra società, riuscire a soddisfare alcune delle esigenze attuali. “Pensiamo al clima e a quanto la robotica, applicando le nuove tecnologie, può fare. La Commissione Europea sta puntando molto su questo perché bisogna assolutamente mettere in atto delle misure”. Gli esempi sono molti in questo comparto. “La robotica può intervenire per la raccolta della plastica in mare o per la previsione. “Ad esempio si possono preparare nuovi strumenti per intervenire nelle problematiche legate ai ghiacciai. In questo caso si possono studiare delle strutture vive che riescano, da un lato a mandarci dei segnali di quello che sta succedendo ma dall’altro anche a fare materialmente delle operazioni: transennare al posto dell’uomo, per esempio, senza metterlo in pericolo, attraverso comandi a distanza. Il 5G permette un grande salto in avanti in questo caso. Anche se bisogna stare attenti, naturalmente, a tutta la questione della sicurezza e della salute”.

ABB: Women in STEM

Differences in skill sets, career paths, level of experience, background, but also in ethnicity and gender have a hugely positive impact on team performance – this is a proven fact. At ABB, we have a heritage in fostering environments that enable diversity and inclusion across businesses, markets and professions.

In celebration of the UN International Day of Women and Girls in Science, February 11, 2020, we kickoff our own Women in Science campaign, profiling talented ABB employees with science, technology, engineering and mathematics (STEM) educations. The campaign will run through to the UN International Women’s Day on March 8, bridging those two annual days that are a tribute to women around the world. 

The individuals we spotlight contribute to the success of ABB in many different ways – leading teams developing disruptive technologies, bringing cutting edge technologies to market, and working with customers around the world. Several are recipients of the ABB Jürgen Dormann Foundation (JDF) scholarships. The Foundation provides scholarships to engineering students in different parts of the world who can prove a high standard of academic achievement and who need financial support to be able to continue their studies.

italiano

Le differenze nelle competenze, nei percorsi di carriera, nel livello di esperienza, nel background, ma anche nell’etnia e nel genere hanno un impatto estremamente positivo sulle prestazioni della squadra – questo è un dato di fatto. In ABB, abbiamo una tradizione nella promozione di ambienti che consentano la diversità e l’inclusione tra aziende, mercati e professioni.

Per celebrare la Giornata internazionale delle Nazioni Unite per le donne e le ragazze nella scienza, l’11 febbraio 2020, abbiamo dato il via alla nostra campagna Women in Science, profilando dipendenti ABB di talento con istruzione scientifica, tecnologica, ingegneristica e matematica (STEM). La campagna durerà fino alla Giornata internazionale della donna dell’ONU l’8 marzo, collegando quei due giorni annuali che sono un omaggio alle donne di tutto il mondo.

Le persone che mettiamo in luce contribuiscono al successo di ABB in molti modi diversi: conducendo team che sviluppano tecnologie dirompenti, introducono tecnologie all’avanguardia sul mercato e lavorano con clienti in tutto il mondo. Numerosi sono i destinatari delle borse di studio della ABB Jürgen Dormann Foundation (JDF). La Fondazione offre borse di studio a studenti di ingegneria in diverse parti del mondo che possono dimostrare un alto livello di risultati accademici e che hanno bisogno di sostegno finanziario per poter continuare i loro studi.

AIRI: open innovation e nanotecnologie.

Al via il progetto GoNano.

Il coinvolgimento e il dialogo tra i diversi portatori di interesse è un fattore essenziale per garantire uno sviluppo responsabile delle tecnologie emergenti e delle loro applicazioni.

Un tema sempre più rilevante, considerato il crescente impatto che i prodotti della Ricerca e Innovazione possono avere sulla società, su aspetti quali per esempio i diritti umani, l’ambiente, la giustizia, il benessere o la privacy.

Il progetto GoNano ha l’obiettivo di favorire e realizzare processi di coinvolgimento degli attori sociali nelle attività di ricerca ed innovazione.

Un coinvolgimento considerato necessario per favorire lo sviluppo di prodotti innovativi e suggerire nuovi ambiti di ricerca nelle nanotecnologie, che siano appunto il più possibile rispondenti alle esigenze e bisogni della società.

GoNano coinvolge rappresentanti dell’industria, ricercatori, policy makers, cittadini in iniziative di confronto e dialogo (open innovation e co-creation) per definire suggerimenti e concrete indicazioni per lo sviluppo di applicazioni e prodotti delle nanotecnologie in specifici settori: salute, alimentare ed energia. E’ prevista la realizzazione di iniziative di co-creation in diversi Paesi europei, in particolare Repubblica Ceca, Spagna e Olanda.

Gli obiettivi del progetto sono:

  • DEFINIRE metodi e processi di co-creation ed open-innovation, nell’ambito della R&I nelle tecnologie emergenti, ed in particolare nelle nanotecnologie
  • FAVORIRE la realizzazione di processi e prodotti della Ricerca ed Innovazione il più possibile allineati con gli interessi, le esigenze e le aspettative sociali, eticamente e socialmente desiderabili
  • DELINEARE delle raccomandazioni di policy a supporto di una ricerca ed innovazione responsabile (White papers on co-creation and societal engagement in nanotechnologies).
  • PROMUOVERE iniziative di formazione ed educazione sulle tematiche del progetto

Il progetto della durata di tre anni coinvolge i seguenti partner europei:

  • Danish Board of Tecnology Foundation (coordinatore
  • De Proeffabriek, Netherlands
  • Technology Centre of the Czech Academy of Sciences (TC CAS), Czech Republic
  • The University of Twente, Netherlands
  • ITA, Institute of Technology Assessment, Austria
  • CIEL, Center for International Environmental Law, Switzerland
  • The European Institute of Women’s Health (EIWH), Ireland
  • RMIT University, Spain
  • Associazione Italiana per la Ricerca Industriale (Airi / Nanotec IT)

Airi è responsabile di iniziative di consultazione e coinvolgimento di stakeholders nel progetto, ed in particolare di coinvolgere industrie, associazioni, e network industriali e dell’innovazione (quali le piattaforme tecnologiche europee). Inoltre, Airi contribuirà alla definizione di raccomandazioni di policy e strategia industriale per favorire processi di open innovation e co-creation nella R&I nelle tecnologie abilitanti e nelle nanotecnologie (White papers).