Il prossimo 28 Aprile 2021, alle 14.30, su piattaforma Zoom, si terrà l’Evento Digitale Progetto Industria 2021 – Industria di Processo – Automazione e Digitalizzazione
Sarà molto interessante ascoltare Aziende ed Esperti del settore che raccontano il loro approccio nell‘industria di processo in ambito chimico e petrolchimico.
Le soluzioni tecnologiche per rendere i processi industriali sostenibili e migliorarne le performance energetiche e di produzione e controllo.
In linea con il Green Deal Europeo, la produzione industriale sarà sempre più circolare, sostenibile e efficiente. Quali sono le opportunità di business e quali in futuro. Questi tra i temi principali, oltre alla digitalizzazione e automatizzazione del settore chimico, farmaceutico e oil&gas.
I CONCEPT
– processing
– engineering
–
digitalizzazione del processo
– business
intelligence
–
adaptative manufaturing
– l’importanza digitale e
tecnologica in questo settore e in questo periodo
– i
nuovi modelli di business
–
le nuove competenze per l’Industria 4.0
–
il problem solving
–
l’adeguamento alle nuove misure cautelative e nuovi parametri di lavoro (smart
working)
–
novità e strumenti
Sarà molto interessante ascoltare direttamente dalle
aziende, Industrie, PMI e le loro esperienze,
ma soprattutto qual è stato e qual è anche
adesso il loro approccio alla situazione attuale lavorativa, con nuove
soluzioni, strategie, proposte, prodotti e servizi, attraverso una
presentazione mirata e la condivisione in share screening.
MODALITA’: Registrazione su Piattaforma
ZOOM e condivisione sul
portale www.progettoindustria.com, sul canaleYouTube industriavideochannel,
su Linkedin (community di oltre 3.100 contatti qualificati nei settori
coinvolti), e sugli altri profili social.
SPECIFICHE
NEL DETTAGLIO
Automazione
– Analisi e Controllo – Impianti e ingegneria di Processo – Digitalizzazione (servizi e trasformazione
nell’industria) – Bussiness Intelligence eIntelligenza Artificiale
– Industry 4.0 – Ingegneria –
Industria di Processo – Oil& Gas e Movimentazione
Fluidi (pompe e valvole) – Smart Manufacturing – Smart Working
– Software Industriale – Tecnologia & Strumenti.
COMUNICAZIONE
DIGITALE
Comunicazione dell’Evento sul portale attraverso un grande banner in home page, dal quale l’utente potrà accedere direttamente per avere maggiori dettagli sull’evento digitale e sui banner delle aziende, cliccando su ciascuna azienda potrà inoltre trovare (ed eventualmente scaricare) schede di prodotto, video, post, o altro ancora che l’azienda vorrà appunto mettere on line, programmandoci in tempo utile. Verranno inoltre inviate periodicamente delle newsletter al database di oltre 14.000 nominativi qualificati di Progettoindustria.com.
Iscrizione gratuita per partecipare all’Evento online e avere maggiori informazioni scrivendo una mail a promozione@progettoindustria.com
La nostra capacità
di sfruttare e diffondere le nuove tecnologie della quarta rivoluzione
industriale ci assicurerà una ripresa dalla pandemia migliore e la prevenzione
delle crisi future
E’necessario
riuscire a impiegare in modo appropriato le nuove tecnologie nella quarta
rivoluzione industriale al fine di reinventare il nostro modo di operare
nel nuovo contesto post-pandemico e
digitalizzato, tenuto conto dell’influenza che le nuove tecnologie
esercitano su servizi governativi, educazione, sanità, imprenditorialità e
valore offerto agli utenti e clienti di imprese e servizi.
La quarta rivoluzione industriale deve essere indirizzata e
guidata per non correre il rischio che si aggravino le disuguaglianze sociali
ed economiche già esistenti.
Secondo il WEF è
necessario adottare misure proattive per fare in modo che l’adozione delle
tecnologie non comporti abusi di potere, disparità nella distribuzione delle
ricchezze, esclusione e perdita dei mezzi di sussistenza.
Bisogna mettere in
atto un approccio più agile nel governo delle tecnologie più avanzate, creare
partenariati pubblico-privati anche per la gestione dei nuovi modelli di business tecnologico.
A questo scopo il World Economic Forum (organizzazione
internazionale per la cooperazione pubblico-privata) ha promosso il 1° Summit mondiale per la governance delle
tecnologie (Global Technology Governance Summit) che si è svolto il 6 e 7
aprile scorsi.
Ospitato
dal governo giapponese ha promosso l’ulteriore implementazione della Rete per
la Quarta Rivoluzione Industriale del WEF (fondata all’inizio del 2017, opera
in cinque continenti e comprende più di 400 governi, imprese, istituzioni
accademiche e organizzazioni internazionali).
Il
vertice si è focalizzato su 4 aree principali:
· trasformazione dell’industria Tech: il mondo non può
più funzionare come ha fatto finora; i mercati dovranno rispondere ai bisogni
nuovi e in evoluzione
Per
sopravvivere, ogni azienda al mondo dovrà diventare un’azienda fortemente tecnologica
· trasformazione della Pubblica Amministrazione: i
servizi tecnologici diventeranno un’utilità pubblica essenziale paragonabile all’elettricità, all’acqua o alle strade
· governance tecnologica globale: come accennato, i
vantaggi che può generare una tecnologia e la mitigazione dei rischi richiedono
protocolli di governance globali
· tecnologie emergenti: adottare nuove tecnologie “di
frontiera” sarà essenziale per tutti i settori.
Tecnologie
come la stampa 3D possono
rivoluzionare le catene di fornitura, consentendo la personalizzazione di massa
e offrendo nuovi percorsi per aumentare la circolarità dei prodotti, o
arrestare i danni ambientali causati dai cambiamenti climatici (solo a titolo
di esempio)
Global Technology Governance Report 2021
In tutte le
sessioni del vertice “Global Technology Governance Report”, il comun
denominatore è stato il Rapporto che identifica 33 lacune di governance in 5
aree tecnologiche:
· intelligenza
artificiale
· blockchain
· droni e sistemi
aerei senza pilota
· Internet delle
cose (IoT)
· mobilità (compresi
i veicoli autonomi)
Sebbene queste
tecnologie emergenti abbiano l’estensione possibile per guidare enormi scoperte
sociali e valore economico, hanno anche il potenziale per portare a conseguenze
negative e non intenzionali. Una considerazione essenziale per governi, imprese
e la società civile è capire come possono essere sfruttate in modo appropriato
queste tecnologie per massimizzare i benefici e mitigare potenziali rischi o
usi impropri.
Buona
governance tecnologica, politiche e norme sono fondamentali ma è evidente che
le nuove tecnologie e i modelli di business della quarta rivoluzione
industriale non si inseriscono facilmente nei quadri regolatori odierni che
sono tradizionalmente utilizzati per la supervisione dei mercati.
Governance tecnologica globale, le sfide
Le sfide da
superare per arrivare ad avere una governance tecnologica globale includono la
mancanza di regolamentazione, l’uso improprio della tecnologia e la risoluzione
delle differenze transfrontaliere.
Per esempio,
la mancanza di regolamentazione delle tecnologie di riconoscimento facciale e
gli usi impropri da parte delle forze dell’ordine hanno causato una reazione
contro questa tecnologia in tutto il mondo.
Ci sono temi
comuni in ciò che rende efficace la governance tecnologica.
Molti organi
di governo, per esempio, non sono preparati per le conseguenze legali del
riconoscimento facciale e di altre tecnologie trasformative, tanto meno per le
implicazioni etiche.
Il governo di
queste nuove tecnologie richiederà nuovi principi, regole e protocolli che
promuovano l’innovazione mitigando i costi sociali.
Il modo in cui
i governi e le altre parti interessate si avvicinano alla governance delle
tecnologie giocherà un ruolo importante nel modo in cui ripristineremo la
società, l’economia e l’ambiente imprenditoriale nel mondo post Covid-19.
Oggi esistono
significative lacune di governance, comprese questioni di privacy, responsabilità e supervisione umana, discrepanze normative transfrontaliere e il potenziale uso impropriodelle tecnologie da parte di malintenzionati, come
il recente aumento degli attacchi ransomware o il rischio di abuso posto da
tecnologie come i video deepfake.
La preparazione riduce i rischi
Man mano che
le nuove tecnologie continuano a evolversi, le autorità di regolamentazione
dovrebbero capirne e valutarne gli impatti. Sebbene non sia sempre possibile
anticipare l’evoluzione della tecnologia, è però possibile prepararsi.
Alcuni Paesi,
tra cui Singapore e la Nuova Zelanda, hanno già introdotto linee guida che
incorporano la privacy, i diritti umani e le questioni etiche nella progettazione
degli algoritmi governativi.
Secondo la
rete di paesi che partecipa al Global Technology Governance Summit, organizzato
in stretta collaborazione con la rete del Centro per la
Quarta Rivoluzione Industriale (C4IR) [un hub che
comprende più di 40 governi e organizzazioni internazionali, nonché 150
società, per la cooperazione globale multi-stakeholder per accelerare i
benefici della scienza e della tecnologia con centri in 13 paesi in tutto il
mondo], ci sono alcuni temi comuni che potrebbero alimentare lo sviluppo di una
governance globale.
Ecco quali
sono:
· governance etica: molti paesi hanno sviluppato quadri
di governance etica che forniscono linee guida su come sviluppare le tecnologie
emergenti in modo responsabile. Si potrebbe partire da quelle per identificare
best practice e linee guida internazionali
· coordinamento pubblico-privato: i governi devono
proteggere il pubblico dai danni e fornire assistenza per poter beneficiare
delle nuove tecnologie senza rischi, mentre le aziende private devono assumersi
la responsabilità dei loro obblighi sociali;
· regolamentazione agile e reattiva: in genere, le
normative non sono “a prova di futuro”. Tendono ad essere di natura
prescrittiva, impiegano mesi o anni per essere emanati, richiedono la revisione
di ampi commenti pubblici e rimangono rigidi una volta creati. Al contrario, le
tecnologie della Quarta rivoluzione industriale sono spesso sviluppate in
sprint agili, beta testate su early adopter e rapidamente aggiornate. Pensare
di avere impianti regolatori proattivi è utopia, ma lavorare per una maggiore
agilità e rapidità si può
· sperimentazione – sandbox e acceleratori: a volte i
regolatori osservano semplicemente le conseguenze di una nuova tecnologia nella
sicurezza di un ambiente isolato
· condivisione / interoperabilità dei dati: poiché molte
tecnologie si basano sui dati per perfezionare le proprie operazioni, in
particolare quelle che utilizzano l’intelligenza artificiale e l’analisi dei
dati, più dati dovrebbero significare risultati migliori
· collaborazione normativa: poiché le tecnologie
emergenti permeano i confini nazionali – dando luogo anche a effetti di secondo
e terzo ordine che derivano dall’innovazione – la loro regolamentazione
richiede la collaborazione tra le agenzie all’interno di un paese così come la
collaborazione transfrontaliera
I biopolimeri sono
un’alternativa interessante ai polimeri derivati da combustibili fossili e
oggi sono utilizzati principalmente dall’industria degli imballaggi
Tuttavia, il loro comportamento di cristallizzazione
rende più difficile la lavorazione di questi nuovi materiali.
Ecco come l’analisi termica e la reologia forniscono
soluzioni per studiare le proprietà dei materiali rilevanti.
I biopolimeri sono un’alternativa interessante ai polimeri
derivati da combustibili fossili e oggi sono utilizzati principalmente dall’industria degli imballaggi. Mai
prima d’ora l’industria della plastica
è stata guidata dalla sostenibilità come
lo è ora. La crescente pressione da parte della società e della
legislazione grava particolarmente sull’industria degli imballaggi che richiede
alternative più sostenibili.
Cosa sono i biopolimeri
Il termine biopolimeri include polimeri a base biologica, polimeri biodegradabili, che potrebbero
essere a base di olio, nonché la combinazione di entrambi: bio-based e
biodegradabile allo stesso tempo.
I polimeri a base biologica hanno una bassa impronta di carbonio che può essere ulteriormente migliorata
se i materiali vengono riciclati.
Le plastiche biodegradabili
a volte sono criticate, perché spesso non si decompongono nell’ambiente, ma
piuttosto in condizioni molto controllate negli impianti di compostaggio.
Pertanto, materiali come il poliidrossibutirrato-idrossivalerato(PHBV) sono particolarmente
interessanti in quanto sono a base biologica e biodegradabili a temperatura
ambiente.
Per esempio, si decomporrà nel terreno per un periodo che va da
poche settimane a un mese.
Il poliidrossibutirrato (PHB) è
generato da batteri specifici come forma di accumulo di energia.
Il materiale puro ha un’elevata cristallinità fino all’80%, il che
lo rende piuttosto fragile e difficile da lavorare convenzionalmente.
Tuttavia, la copolimerizzazione all’interno dei batteri produce
PHBV con buone proprietà meccaniche.
Sfida n. 1: cristallizzazione secondaria a temperatura ambiente
Sfortunatamente, queste proprietà cambiano durante la vita utile
dei prodotti fabbricati a causa della continua cristallizzazione e quindi
dell’infragilimento.
Questo accade spesso nell’arco di pochi giorni e rende il
materiale inadatto anche per un utilizzo di breve durata.
Una soluzione è l’aggiunta di altri polimeri o oligomeri che riducono o addirittura ostacolano la
cristallizzazione secondaria a temperatura ambiente. Idealmente, anche il
materiale aggiunto è a base biologica.
Uno di questi plastificanti adatti per PHBV è il polietilenglicole (PEG) [1].
In uno studio condotto presso
l’Università di Birmingham nei laboratori AMCASH e Jenkins, il Dr. Kelly ha studiato la miscibilità di questa miscela. I
ricercatori hanno prodotto varie miscele di PHBV e PEG a basso peso molecolare
e hanno studiato il comportamento del materiale utilizzando un reometro rotazionale NETZSCH Kinexus
Pro + .
Per studiare la miscibilità,
tipicamente gli sweep di frequenza vengono eseguiti in oscillazione ei moduli
di memorizzazione misurati tracciati sui corrispondenti moduli di perdita, su
scale logaritmiche, per ottenere un grafico Han.
Han et al. ha affermato che qualsiasi miscela miscibile
mostrerebbe una linea retta paragonabile al materiale puro e le deviazioni da
quella linea indicano immiscibilità [2].
Tuttavia, le miscele PHBV-PEG studiate qui si degradano durante le
misurazioni e quindi questo metodo non può essere applicato
prontamente. Pertanto, è stata utilizzata una modifica utilizzata per i
sistemi termicamente instabili, proposta per la prima volta da Yamaguchi e
Arakawa [3]. Gli sweep temporali sono stati eseguiti a frequenze
specifiche. Le condizioni di misurazione sono riassunte nella Tabella 1 e
i risultati degli sweep temporali sono mostrati nella Figura 1 per il modulo di
memoria.
Tabella 1: condizioni di misurazione
Modalità
di misurazione
Il
tempo scorre in oscillazione
Geometria
Piastre
parallele da 20 mm
Temperatura
185
° C
Gap
1
mm
Sforzo
0,5%
Frequenze
0,25
– 25 Hz
Tempo
di premelt
Cinque
minuti
Figura 1: Modulo di memoria
misurato in funzione del tempo per frequenze di 0,25, 1, 5 e 25 Hz (dal basso
verso l’alto)
Dopo che le misurazioni e la raccolta dei dati sono state
completate, sia i dati del modulo di memoria che quelli del modulo di perdita
sono stati tracciati rispetto alla frequenza per ogni intervallo di 60
secondi. È stata quindi generata una curva master sovrapponendo i
dati. Queste curve master calcolate sono state utilizzate per calcolare lo
stoccaggio corretto e il modulo di perdita al tempo t 0 e per
generare i grafici Han, Figura 2. Per tutte le miscele studiate, la loro
miscibilità è stata dimostrata da una linea retta paragonabile a quella del
PHBV puro.
Figura 2: Schema del grafico
Han con la classificazione come miscibile e immiscibile a seconda della
linearità dei risultati
Maggiori dettagli sull’analisi e sull’uso dei dati reologici per
calcolare i tassi di degradazione possono essere trovati qui!
Sfida n. 2: lavorabilità in film sottili
In un altro studio condotto presso l’Institut für
Kunststofftechnik dell’Università di Stoccarda da Silvia Kliem,
MSc 3 , il citrato a base biologica è stato studiato come
plastificante da utilizzare nel film soffiaggio. A causa della bassa
viscosità e forza di fusione del PHBV puro, è necessario un additivo
biodegradabile adatto per migliorare la sua processabilità in film
sottili. I ricercatori hanno miscelato il PHBV con diverse quantità di
citrato (5 e 10% in peso) come plastificante, nonché basse quantità di
polilattide (PLA). Un NETZSCH DSC 204 F1 Phoenix ® è stato utilizzato per studiare l’effetto
dell’additivo sul comportamento di cristallizzazione della miscela. Le
condizioni di misurazione sono riassunte nella Tabella 2.
Tabella 2: condizioni di misurazione
Padella
Al,
coperchio forato
Peso
del campione
circa
11 mg
Atmosfera
N 2
Temperatura
Da
-20 ° C a 200 ° C a 10 K / min (1. + 2. riscaldamento e raffreddamento)
Figura 3: misurazioni DSC
dinamiche di miscele PHBV-PLA con (il blu è il 5% in peso, il rosa è il 10% in
peso) e senza il citrato plastificante (verde)
La Figura 3 mostra le curve di riscaldamento e raffreddamento
della miscela PHBV-PLA con e senza citrato. Si può vedere che l’entalpia
di fusione e cristallizzazione è paragonabile per tutte e tre le composizioni
quando normalizzata per il contenuto in peso di citrato (risultati dell’analisi
omessi nel grafico per una migliore chiarezza). I picchi a 175 ° C e 120 °
C sono rispettivamente per la fusione e la cristallizzazione del PHBV. Il
picco molto più piccolo a 150 ° C mostra la fusione del componente PLA. Confrontando
ulteriormente le diverse curve, si può osservare che l’additivo citrato sposta
i picchi di fusione e cristallizzazione a temperature inferiori; nel caso
del 10% in peso di citrato di quasi 4 K. Ciò ha un effetto significativo sulla
degradazione del materiale durante la lavorazione, poiché la temperatura di
estrusione può essere inferiore a causa del plastificante.
Questi risultati di analisi sono stati convalidati da prove di
soffiaggio della pellicola. Mentre le miscele PHBV-PLA senza plastificante
non potevano essere espanse, l’estrusione è stata migliorata con il 5% in peso
di citrato. Solo con il 10% in peso è stato possibile mantenere un
processo di estrusione costante e raggiungere uno spessore del film <25 µm.
Reologia e Analisi Termica adatte per
analizzare biopolimeri
Questi due studi mostrano esempi di plastificanti a base biologica
per PHBV a base biologica per creare un materiale di imballaggio completamente
degradabile.
Si può vedere che entrambi i plastificanti presentano vantaggi per
diverse applicazioni che richiedono lavorazioni diverse come vassoi rispetto ai
film sottili.
Si è scoperto che è possibile applicare sia tecniche reologiche
che termoanalitiche per analizzare
le proprietà dei biopolimeri come PHBV e soprattutto la loro
processabilità.
È particolarmente utile che i metodi reologici e termoanalitici
richiedano quantità minime di materiale rispetto alle prove di lavorazione, ma
possono fornire preziose informazioni sulle loro proprietà.
L’utilizzo delle giuste tecniche aiuterà ad aumentare la nostra
comprensione di questa classe di materiali ancora relativamente nuova e
consentirà il costante miglioramento e la maturità del mercato di cui abbiamo
così urgentemente bisogno.
1 Informazioni su AMCASH presso l’Università di
Birmingham
Il progetto AMCASH, che è un programma FESR parzialmente
finanziato, è coordinato dalla School of Metallurgy & Materials
dell’Università di Birmingham. Il progetto offre alle organizzazioni
regionali di PMI un’assistenza tecnica della durata tipica di 2 giorni,
nell’ambito di progetti relativi alla scienza dei materiali. Scopri di più qui!
2 Informazioni sul laboratorio di
Jenkins presso l’Università di Birmingham
L’attività riguarda principalmente la relazione tra struttura chimica, lavorazione,
microstruttura e le proprietà fisiche dei polimeri
termoplastici (numerosi polimeri, miscele e compositi termoplastici) e,
inoltre, come le proprietà possono essere influenzate da ciascuno di questi
aspetti. S
3 Informazioni
sull’Institut für Kunststofftechnik dell’Università di Stoccarda
L’esperienza dell’Institut für Kunststofftechnik sotto la
direzione del Prof. Dr.-Ing. Chrsitian Bonten comprende l’intero campo
della tecnologia delle materie plastiche: ingegneria dei materiali, tecnologia
di lavorazione (ingegneria meccanica e di processo) e ingegneria del
prodotto.
Fonti
[1] Kelly AC, Fitzgerald AVL,
Jenkins MJ. Controllo del processo di cristallizzazione secondaria in poli
(idrossibutirrato-co-idrossivalerato) attraverso l’incorporazione di poli
(glicole etilenico), degradazione e stabilità del
polimero. 2018; 148: 67-74, https://doi.org/10.1016/j.polymdegradstab.2018.01.003
[2] Yang H, Han CD, Kim
JK. Reologia delle miscele miscibili di poli (metilmetacrilato) con poli
(stirene-co-acrilonitrile) e con poli (vinilidene fluoruro),
Polimero. 1994; 35 (7): 1503-1511
[3] Yamaguchi M, Arakawa K.
Effetto della degradazione termica sulle proprietà reologiche del poli
(3-idrossibutirrato). Euro. Polym. J. 2006; 42 (7): 1479-86
Versalis, società chimica di ENI, ha ottenuto la certificazione ISCC Plus per monomeri, intermedi, polimeri ed elastomeri, prodotti certificati con materie prime sostenibili, da bionafta e da riciclo chimico
Un passo
importante verso l’obiettivo di offrire al mercato prodotti decarbonizzati e
circolari con una nuova gamma “bio
attributed” e “bio-circular attributed” realizzata con bionafta, e “circular
attributed”, nel caso in cui la materia prima sia un “recycled oil”, olio da pirolisi
ottenuto dal processo di riciclo chimico
dei rifiuti di plastica mista.
La disponibilità di bionafta deriva dall’integrazione con Eni, che ha trasformato due raffinerie in bioraffinerie, a Venezia Porto Marghera e a Gela, garantendo l’approvvigionamento di materia prima sostenibile. prodotti sostenibili, che trae origine da oli vegetali, oli alimentari esausti o altre tipologie di scarti organici.
ISCC Plus è parte
dello schema di certificazione ISCC (International
Sustainability & Carbon Certification, approvato dall’Unione Europea), ha natura
volontaria e permette alle aziende dell’intera filiera di monitorare e
poter dimostrare la sostenibilità dei propri prodotti attraverso
il controllo di requisiti di sostenibilità, di tracciabilità e del bilancio di
massa.
I prodotti
Versalis certificati comprendono i monomeri e gli intermedi etilene,
propilene, benzene, stirene, butadiene, i polimeri polietilene (LDPE,
HDPE, LLDPE), stirenici (PS, EPS e ABS), ed elastomeri (SBR,
BR, EPDM), che non differiscono nella loro composizione chimica e nelle
prestazioni fisico-meccaniche rispetto a quelli realizzati con materia prima di
origine fossile.
L’attività di
certificazione ISCC Plus, avviata da Versalis nel 2020, verrà estesa, nel corso
dell’anno, anche ad altri siti produttivi italiani ed esteri e attesta,
inoltre, la concretezza della strategia di economia circolare mirata anche a
utilizzare materie prime sostenibili.
Le
aziende cosiddette “smart” che avevano già compiuto un percorso di
digitalizzazione hanno reagito bene di fronte all’imprevisto e hanno potuto,
anche durante il lockdown, garantire la propria continuità produttiva e
mantenere, se non in alcuni casi migliorare, il proprio posizionamento
competitivo
Marco Taisch, docente ordinario del Politecnico di Milano e Presidente MADE Competence Center I4.0 e Fabrizio Scovenna Country Director Italian Region, Rockwell Automation e parlano di digitalizzazione.
La forte
digitalizzazione ha permesso a molte aziende di essere veloci nel
cambiamento e grazie alla loro flessibilità
di essere in grado di riconvertire le proprie linee di produzione per
rispondere efficacemente a un bisogno dettato dall’emergenza sanitaria.
Opportunità su tre dimensioni
Marco Taisch: “Sono quasi
convinto, sempre in virtù del mio innato ottimismo, che tutto ciò ci permetterà
di fare un balzo in avanti. Oggi godiamo di una certa immagine e credibilità
perché abbiamo dimostrato di aver saputo gestire l’emergenza meglio di molti
altri paesi. Tuttavia, ritengo che il vero ritorno di immagine lo avremo se
sapremo sfruttare bene i fondi che l’Europa metterà a nostra disposizione. Per
fare ciò il singolo imprenditore dovrà vedere le opportunità che si presentano
su tre dimensioni.”
“La prima è quella interna delle
operations e delle fabbriche stesse.
Sarà necessario riorganizzarle in funzione di nuove modalità operative e di una
maggiore digitalizzazione sfruttando opportunità come
ad esempio il monitoraggio da remoto. Ciò può tradursi in una
riorganizzazione dei turni di lavoro per andare incontro alle normative di
distanziamento sociale oppure, ad esempio, nel fare job enrichment della persona formandola e assegnandogli maggiori
responsabilità.”
“La seconda dimensione è quella
delle supply chain. Per anni, in
qualità di seguaci della lean, abbiamo perseguito modelli di catene di
fornitura snelle, senza grandi scorte perché significavano grandi costi.
Questo modello ha mostrato tutta la sua fragilità nel momento nel quale un
anello di questa supply chain è venuto a mancare a causa del contagio, le
ripercussioni sono state sentite a livello globale. Qual è la lezione appresa?
Investire in supply chain molto corte che portano a un aumento della capacità
produttiva in determinate zone e quindi alla rilocalizzazione. Ciò può trasformarsi in una grande opportunità di
reshoring per l’Italia e di
conseguenza di generazione di posti di lavoro. Il consumatore che vuole tutto e
subito può essere soddisfatto anche in un momento di emergenza, da parte sua,
deve però essere disposto a pagare un costo maggiore.”
“Terzo tema i nuovi modelli di
business. Non solo quello a cui accennava Fabrizio prima sulla vendita ma anche
diverse modalità di erogazione dei servizi che prima non erano assolutamente
accettate dal cliente. Un esempio per tutti il collaudo di un impianto
realizzato da remoto grazie all’uso della realtà aumentata. Il cliente si è
reso conto che non solo il metodo è estremamente efficace ma permette anche di
risparmiare tempo e denaro. Questa nuova tipologia di servizio può benissimo
generare nuovi modelli di business a marginalità garantita”.
L’innovazione supporta l’occupazione tramite
l’acquisizione di nuove competenze
Pur avendo da molti anni
iniziato a erogare servizi di assistenza da remoto anche in Rockwell Automation
abbiamo registrato un incremento della domanda da parte di clienti che prima
richiedevano espressamente la presenza di tecnici specializzati in loco. Le
ultime messe in servizio, che per forza di cose abbiamo dovuto realizzare a
distanza, hanno portato i nostri clienti a guardare con maggior interesse
questa nuova modalità di collaborazione che prevede l’uso di avanzate
tecnologie di realtà aumentata. Per estendere maggiormente la conoscenza e il
valore di questi servizi abbiamo deciso per questi mesi di offrire la
possibilità di accedere a titolo gratuito al nostro supporto online.
Marco Taisch: “Desidero finire
con un pensiero che so che Fabrizio condivide pienamente. Questa nuova cultura tecnologica ha permesso di
spazzar via una volta per tutte la convinzione che l’innovazione porti via
posti di lavoro. Questo forse poteva essere vero un tempo quando le macchina e
i robot andavano a sostituire il braccio dell’uomo. Le tecnologie a cui facciamo riferimento oggi
sono quelle del dato e dell’informazione. Parliamo di automazione cognitiva
poiché una volta raccolto e analizzato il dato viene messo a disposizione di
chi deve prendere decisioni. Un operatore aumentato di tecnologia wereable, come smartwatch,
occhiali, esoscheletri è estremamente più produttivo e sostituirlo con una
macchina è di sicuro più costoso.
L’industry 4.0 e tutte le tecnologie che stanno dietro
hanno alla base il paradigma dell’informazione portata nel punto giusto, al
momento giusto, alla persona giusta.
BEA Technologies è impegnata a studiare soluzioni innovative di filtrazione da applicare alle nuove tecnologie di riciclo e di recupero delle plastiche per uno sviluppo sostenibile
L’emergenza
ambientale chiede di elaborare nuovi schemi di sviluppo più sostenibili (in
linea con gli obiettivi dell’Agenda ONU
2030) e di essere consapevoli del cambiamento per dare risposte alle
richieste di una società sempre più attenta.
Ci sono fattori in
evoluzione che oggi stanno cambiando i mercati e le modalità di produzione,
influenzando soprattutto le giovani generazioni che vogliono essere parte di
questo nuovo percorso.
Tutte le aziende sono chiamate a dare una risposta a queste
richieste per rimanere presenti in un mercato a tutti i livelli in termini di sostenibilità ambientale e sociale. Qui
risiede il bisogno di ripensare i processi di produzione sia in una prospettiva
a breve sia a lungo periodo.
BEA Technologies S.p.A è impegnata nello studio di soluzioni di filtrazione da applicare ai nuovi processi che sono allo studio per il recupero e il riciclo dei vari tipi di plastica.
La necessità è sempre più quella di ridurre la dispersione della
plastica nell’ambiente e nei mari e consentire un recupero e riciclo (almeno un
parziale) delle tonnellate di plastica che spesso finiscono negli “inceneritori”
oppure nelle discariche.
In questo scenario si è venuto a configurare, già da tempo, un
approccio di “economia
circolare” che dovrebbe puntare a un maggior recupero e
riciclo di molte materie prime da articoli e manufatti che sono stati usati e che
non sono più funzionali. La circolarità
può dare risultati molto interessanti soprattutto se applicata, attraverso un
corretto utilizzo di tecniche di raccolta differenziata e selezione, al
recupero e riciclaggio di specifici classi e tipi di polimeri come potrebbe
essere il PET, usato per lo stampaggio delle bottiglie di plastica, o le fibre
sintetiche utilizzate nelle fodere dei capi di abbigliamento, oppure il
polistirolo usato nelle vaschette dei prodotti alimentari o anche il
polietilene degli imballaggi alimentari.
Recentemente alcuni scienziati impiegati presso le università
inglesi hanno scoperto una nuova tecnica per il riciclaggio chimico della
plastica riportandola quasi allo stato iniziale. Questo metodo è in
sperimentazione per migliorare la qualità della plastica riciclata al fine di
renderla ancora adatta allo stampaggio o alla formatura di nuovi prodotti e
nuovi imballaggi chimicamente inerti e puliti.
BEA Technologies è coinvolta
nelle fasi inziali di questo processo dal momento in cui è necessario separare dalla platica frammentata una quantità di
materiali estranei che potrebbero inquinare il prodotto finale da riutilizzare.
Dato che le quantità di questi residui inquinanti può essere consistente,
occorre assolutamente adottare dei sistemi
di filtrazione in grado di pulirsi e rigenerarsi facilmente dopo aver separato
e accumulato tutti i residui che devono essere separati dalla plastica
destinata a ridiventare “quasi vergine”.
Il sistema di filtrazione
proposto, che è completamente chiuso per evitare il rilascio di eventuali vapori e odorinell’ambiente di lavoro, si basa su più contenitori filtranti collegati in parallelo e con alta capacità di
accumulo, in modo da poter iniziare il ciclo di scarico e pulizia di un filtro
mantenendo gli altri in linea senza interrompere la filtrazione. I residui
separati dalla plastica, che rappresentano soltanto una frazione minore di
quella che viene riciclata, vengono scaricati in un sistema di convogliamento che li può scaricare in un compattatore o in un sistema alternativo di stoccaggio.
Aspettiamo di vedere questa tecnologia passare dalla fase sperimentale all’applicazione
su scala industriale per dare maggiore impulso al riciclo.
Cloud, Intelligenza Artificiale, piattaforme Low-Code e nuove forme di comunicazione e customer care: la filiera del settore farmaceutico ricorre a tutte le tecnologie abilitanti per supportare un cambiamento irreversibile, che la pandemia ha solo accelerato
Se è vero che il settore farmaceutico in un periodo di crisi sanitaria non può temere arresti, è anche vero che proprio la crisi sanitaria sta trasformando le abitudini di milioni di persone, incidendo anche sulla salute generale e modificando le esigenze e i trend in ambito healthcare. Inseguire questi mutamenti richiede alle aziende del settore flessibilità, ma anche creatività. La dote forse più necessaria, però, è il coraggio, perché per stare al passo, bisogna adottare nuovi modelli di business, basati su tecnologie digitali altamente pervasive.
Una prima, composita, panoramica ci viene da Teresa Minero, Founder & Ceo di LifeBee-Digitalizing Life Science- e International Board of Directors, European Leadership Team, Steering Committee Pharma 4.0 di Ispe, associazione globale no-profit che riunisce i professionisti del Life Science.
Nel corso di un suo recente intervento mirato a individuare la rilevanza di tutto ciò che è Industria 4.0 nella crescita delle aziende di ogni settore e in particolare di quello farmaceutico, la Minero faceva riferimento a un’inchiesta del Politecnico di Milano, che ha messo a confronto imprese attive in ambito Industria 4.0 e imprese meno attente ai processi di trasformazione digitale. Le imprese attive per Industria 4.0 mostrano parametri di crescita, redditività e produttività del lavoro decisamente superiori, a testimonianza del fatto che l’adozione del pensiero e delle sfide Industria 4.0 costituisce un oggettivo vantaggio competitivo.
«Non che non ci siano
difficoltà nel seguire questo processo di trasformazione, come emerge da una
ricerca di Couchbase, pubblicata negli Stati Uniti a settembre 2019 che prende
in esame 450 responsabili di Trasformazione Digitale tra Stati Uniti, Regno
Unito, Francia e Germania», ha detto Teresa Minero.
«Secondo questo
studio, gli interventi non risultano sempre di successo. Le imprese riscontrano
soprattutto la complessità di implementazione delle nuove tecnologie,
la mancanza di risorse e competenze per portare a termine gli
aggiornamenti, i ritardi e a volte il fallimento degli obiettivi perché non
sempre i progetti riescono a essere veramente trasformativi o rivoluzionari.
Segnali da non sottovalutare e di cui far tesoro nella definizione del giusto
approccio da tenere rispetto al cambiamento, anche a fronte della contestuale
grande maggioranza di testimonianze di conseguimento di risultati di
miglioramenti “almeno” significativi per gli utenti finali, che comprendono un
gran numero di trasformazioni effettive o addirittura rivoluzionarie».
Venendo più specificamente al Pharma, anche l’ultima survey di Ispe sul tema 4.0 nel settore, condotta con la collaborazione della Liuc Business School, conferma che gli imprenditori del settore farmaceutico sono ormai pienamente consapevoli del fatto che le nuove tecnologie, quali ad esempio Cloud, Analytics, robotica avanzata, siano dei volani per lo sviluppo delle loro aziende.
Il punto debole, ciò
su cui bisogna ancora lavorare, è la percezione ancora solo parziale di
cosa significhi trasformazione digitale radicale e di come si possano
realmente assimilare i nuovi modelli di business.
Quale può dunque essere la strategia più appropriata per affrontare questi ostacoli? Teresa Minero non ha dubbi: è necessaria una roadmap. «LifeBee propone ai suoi clienti un percorso condiviso per lo sviluppo di una roadmap che tiene conto di tutti i fattori in gioco, un percorso che parte dall’individuazione di un obiettivo 4.0 reale, il più adatto all’impresa stessa, e passa per l’individuazione di uno scenario 4.0, basato sulla situazione, i tempi, le risorse e gli obiettivi intermedi. I punti guida sono la sostenibilità in termini di investimenti e risorse, la strategia a lungo termine, l’esecuzione per passi con quick-win, il miglioramento dei processi e, soprattutto, una compliance proattiva e non “reattiva”, ovvero non mero adempimento di norme, ma compliance by design su processi e soluzioni».
Secondo Teresa Minero, uno dei temi centrali di questa evoluzione del comparto farmaceutico, perché già a vario titolo sperimentato da molte aziende, è la serializzazione, che proprio nelle prossime settimane sarà oggetto di approfondimento all’interno di una serie di incontri promossi sempre da LifeBee.
Data Integrity, una
priorità per il farmaceutico
Un altro tema centrale
in ambito farmaceutico è quello dell’Integrità dei Dati, sia per una questione
normativa, sia perché in un clima di emergenza sanitaria aumenta nel cliente
finale il bisogno di rassicurazioni sulla sicurezza del prodotto e sulla
reputazione del marchio.
Ne abbiamo parlato
con Sébastien Girard, Global Business Development Manager Consumer
Packaged Goods di Eurotherm, parte del gruppo
Schneider Electric, che fornisce soluzioni per mantenere
l’integrità dei dati durante il loro intero ciclo di vita.
«In questo difficile
periodo per le aziende farmaceutiche è fondamentale rimanere agili e ridefinire
il flusso di convalida e controllo della qualità dei dati. Per le aziende
farmaceutiche l’aspetto più importante rimane, anche in questa nuova normalità,
mantenere la fiducia del paziente e riaffermare il concetto che “La sicurezza
del paziente viene prima di tutto».
È quindi il momento
giusto per ripensare alla governance dell’Integrità dei Dati, per reimpostare i
processi standard e il sistema di gestione della qualità, vivendo questo
passaggio come un’opportunità di mettere nero su bianco i dettagli del ciclo di
vita dei dati, evidenziando i rischi potenziali e le necessarie azioni
migliorative per risparmiare tempo e ridurre i costi legati al rilascio di
batch e per proteggere i dati da errori legati a guasti, falsificazioni e
attacchi informatici.
L’emergenza sanitaria
ha inoltre reso urgente l’abbandono di registratori a carta e di record
cartacei in generale: è semplicemente impensabile, in periodo di
Lockdown, immaginare un tecnico costretto a recarsi in un impianto per apporre
la propria firma in fondo a un foglio in modo da poter rilasciare sul mercato
un prodotto.
Da molti anni in
Europa la registrazione digitale è fortemente consigliata e
tutto induce a pensare che diventerà obbligatoria: da questo punto di vista la
crisi attuale sta accelerando i tempi. Per evitare rischi nell’implementazione
della registrazione digitale è necessario considerare l’integrità dei dati così
come affrontata dai principi Alcoa (+). Scegliere un fornitore che applica
concretamente questi concetti facilita il raggiungimento della conformità e
riduce i rischi legati ai processi di qualifica e convalida del percorso di
digitalizzazione verso lo Smart Manufacturing».
Per queste ragioni le
soluzioni Eurotherm sono in linea con le più recenti best practice a livello
globale come cGMP, Fda 21 CFR Parte 11, Ema Annex 11 e Data Integrity Alcoa
(+). Eurotherm ha recentemente presentato anche il software Data Reviewer che
ora include anche un’opzione Auditor progettata per contribuire all’Integrità
dei Dati e aiutare a semplificare il rispetto delle norme. I registratori
Eurotherm della Serie 6000, il registratore/regolatore nanodac, il Pac T2750 e
i registratori modulari Versadac insieme a Data Reviewer prevedono l’accesso
utente con password e firme elettroniche. Ciò fornisce la tracciabilità degli
eventi all’interno di audit-trail digitali a prova di manomissione,
semplificando la conformità regolatoria.
Packaging nel
farmaceutico, sempre sotto i riflettori
Il packaging
all’interno della filiera del farmaceutico occupa un ruolo fondamentale: la
confezione di un farmaco non solo deve rispettare precise norme igienico-sanitarie,
ma il suo design finisce per costituire un fattore integrante del prodotto. Ci
siamo confrontati con Valentina Marchesini di Marchesini Group, una delle aziende
italiane più note nel settore del packaging per il farmaceutico. Marchesini ha
lanciato un programma di comunicazione del tutto innovativo per il 2020, dando
prova del fatto che anche quando tutto cambia c’è sempre una strada per
costruire qualcosa di nuovo e per crescere.
«Quello farmaceutico
è un mercato anticiclico», ci ha spiegato Valentina Marchesini,
«che paradossalmente nei momenti difficili va meglio. Il Lockdown di primavera
non lo ha fermato, ma la crisi sanitaria lo sta modificando molto, e molto
velocemente. Da un lato tutta l’attenzione è stata focalizzata sulla ricerca
del vaccino, dall’altro c’è stato, ad esempio, un calo delle vendite dei
farmaci da banco, perché l’uso massiccio delle mascherine ha ridotto
drasticamente la diffusione dei malanni di stagione».
Per un’azienda che
sviluppa e fornisce tecnologia il problema principale è mantenere viva e
funzionale la relazione con il cliente sia per la parte di promozione, sia poi
per l’installazione, la formazione e gli interventi di manutenzione.
«Si è parlato tanto
di resilienza. Marchesini ha sfruttato questi mesi per crescere
in chiave di connessione con il cliente. Di solito la linea viene
consegnata a domicilio da un team specializzato che si occupa
dell’installazione, del collaudo e della formazione del personale», ha aggiunto
la manager.
«Nel momento in cui
mettere in atto questo tipo di procedure non è stato più possibile, abbiamo
riorganizzato il nostro lavoro. Siamo ricorsi a occhiali 3D, virtual room e
applicazioni per garantire al cliente assistenza da remoto, fino all’extrema
ratio dell’installazione pilotata. Dallo scorso marzo abbiamo realizzato 70
collaudi in streaming e ne prevediamo altri 40 entro la fine dell’anno».
Altra grande novità
per Marchesini sono gli XDays, ovvero “Extraordinary times need extraordinary
events”. «Per colmare il vuoto creato dalle limitazioni alla mobilità e quindi
la cancellazione di fiere, openday, workshop che erano uno dei nostri punti di
forza, perché l’accoglienza è un plus dell’imprenditoria italiana, ci siamo inventati
questi show digitali, in cui le nostre macchine sono protagoniste. Il tentativo
è quello di soddisfare il bisogno del cliente di fare un’esperienza ravvicinata
del prodotto. Per ottenere i migliori risultati possibili ci siamo avvalsi di
professionisti dell’intrattenimento per quanto riguarda le riprese, la
strumentazione e gli effetti speciali, mentre regia e scrittura sono stati
curati da risorse interne. Davanti alle telecamere ci sono i nostri tecnici che
oltre alla loro competenza portano sul palco la passione per i prodotti che
hanno visto nascere. I risultati raggiunti finora sono davvero incoraggianti».
I servizi di
assistenza in remoto X-Care di Marchesini saranno protagonisti di uno
degli XDays del prossimo anno. La seconda stagione di XDays di Marchesini è
infatti iniziata a ottobre con un focus sulla tecnologia Valida (in foto
sotto), che è una contatrice elettronica dotata di un doppio sistema di
conteggio e visione in grado di verificare forma, colore, altezza e principio
attivo della compressa, per un controllo totale del processo di counting.
Il sistema è composto
da quattro telecamere che controllano dall’alto le compresse che scorrono sui
canali, verificandone la corretta forma e colore; una telecamera che controlla
l’altezza delle compresse mediante triangolazione laser permettendo lo scarto
degli eventuali prodotti non conformi; fotocellule per il controllo
dell’avvenuto scarto della singola compressa e non del flacone.
La tecnologia Valida
può essere usata non solo come counter ma anche come pre-caricatore montato
sulla linea blister Integra 320. Prossimamente, uno degli XDays sarà dedicato
alla nuova soluzione per il riempimento e la chiusura di stickpack, nata dal
connubio tra la tecnologia Schmucker e il know-how hardware e software di
Marchesini Group. «Mentre l’acquisizione di Schmucker risale a tre anni fa e
rientra nel programma di ampliamento delle nostre competenze in un ambito come
quello degli stickpack che è sempre più di moda perché risponde alle esigenze
di vita dei nostri giorni, il sodalizio con Neri è di lunga data. Dopo anni di
proficua collaborazione Neri è stata acquisita da Marchesini come Divisione
Specializzata in soluzioni per l’etichettatura ed è pronta a
lanciare sul mercato il modello RE 402 per il labeling di prodotti in vetro,
plastica o metalli di qualunque forma e dimensione».
Infine, un altro XDays,
un’altra partnership e un’altra soluzione all’avanguardia. «Il 18 febbraio
presenteremo la linea blister integrata robotizzata, Integra 320, che è una
linea già collaudata, ma che è stata aggiornata con un sistema per il controllo
del principio attivo del prodotto sviluppato in collaborazione con Sea Vision.
Grazie alla tecnologia laser, le compresse che vengono movimentate
sulla linea a velocità considerevoli, un attimo prima di scivolare nel blister,
subiscono una scansione che permette di rilevare non solo la presenza, la
forma, la dimensione e l’integrità dell’unità, ma anche il colore e il
principio attivo». Un metodo di controllo non invasivo e affidabile che
consente di raccogliere dati fondamentali anche per la serializzazione.
Cloud computing e AI
per la supply chain del comparto farmaceutico
Nell’intraprendere un
percorso di digitalizzazione, le aziende del settore farmaceutico
puntano tra l’altro sulla supply chain. Per la previsione della
domanda, sono numerose le realtà che si affidano a ComplEtE, una soluzione
end-to-end di nuova generazione nata dall’esperienza congiunta di Porini-DGS,
un’azienda specializzata nella fornitura di servizi e soluzioni di valore
nell’ambito delle Cybersecurity Solutions, delle Digital Solutions e del
Management Consulting.
ComplEtE è un’unica
piattaforma che può gestire l’intero flusso della supply chain, dal demand
management alla pianificazione fino alla gestione del magazzino. In
particolare, la soluzione di Supply Chain Management permette di gestire gli
aspetti strategici (con i moduli Strategic Network Simulator e Demand
Management), tattici (con DRP Solution ed Enterprise Planning) e operativi,
anche grazie al supporto di algoritmi di intelligenza artificiale.
Trattandosi di una
soluzione SaaS (Software-as-a-Service) e realizzata in ambiente Cloud
Microsoft, ComplEtE non richiede un’installazione ed è immediatamente fruibile
tramite web browser. Inoltre, il fatto che ComplEtE sia integrata con tutti i
servizi offerti dalla piattaforma Microsoft Azure permette alle imprese di
utilizzare i tool per la gestione degli eventi (Power Automate), per la
condivisione delle informazioni (Teams) e per il lavoro quotidiano (Office
365).
Per quanto riguarda
l’implementazione, i progetti di norma partono da una sessione di analisi dei
processi aziendali di forecast della domanda, seguiti da una fase di
integrazione della piattaforma ComplEtE con l’Erp e con tutte le sorgenti dati
interessate ai processi in scope (Plm, Wms, Crm…). Seguono le fasi di
configurazione del prodotto e di UAT.
La soluzione però è
costruita per essere un insieme di mattoncini (brick) di soluzioni integrati e
integrabili tra di loro, permettendo quindi di sfruttare le componenti
necessarie e migliori all’ottenimento del risultato di una visione e gestione
completa del flusso informativo chiave della supply chain.
La soluzione ComplEtE
mette le aziende del comparto farmaceutico, e non solo, nella condizione
di costruire precise previsioni di vendita attraverso i più avanzati
algoritmi di intelligenza artificiale e con il contributo attivo e
collaborativo di tutta la forza commerciale coinvolta nel processo
previsionale, calcolando, ad esempio, i livelli di scorta, su ogni nodo della
rete, necessari a garantire il desiderato livello di servizio.
Ha scelto la strada
del Cloud anche una realtà come InSilicoTrials, startup
italiana che ha messo a punto una piattaforma innovativa che consente di ridurre
notevolmente, del 40-60%, i costi e i tempi di sviluppo di nuovi farmaci.
Obiettivo di
InSilicoTrials è facilitare l’accesso alle tecnologie di simulazione
già diffuse in ambito aerospaziale e automotive anche alle piccole e medie case
farmaceutiche, cosicché possano utilizzare la simulazione per
sperimentare, registrare e produrre nuovi farmaci in modo più efficiente,
sicuro e veloce.
Attraverso la
piattaforma proprietaria Cloud-based, InSilicoTrials fornisce alle aziende del
comparto farmaceutico i migliori modelli computazionali disponibili a livello
mondiale, che il suo team seleziona continuamente nelle università di tutto il
mondo e che sono già in grado di supportare la certificazione da parte degli
enti regolatori. Successivamente, un gruppo di ingegneri e sviluppatori lavora
su questi modelli per semplificarne l’interfaccia e l’utilizzo, di modo che,
una volta caricati sulla piattaforma, possano essere usati anche da ricercatori
che non hanno conoscenze in materia di simulazione digitale.
L’azienda
farmaceutica in un’ottica pay-per-use paga solo nel momento in
cui utilizza il modello, tagliando così considerevolmente i costi e consentendo
ai propri collaboratori di accedere alla tecnologia anche a distanza e ovunque
si trovino, dal momento che tutti i modelli sono utilizzabili in-Cloud nella
massima sicurezza.
Ai prodotti e alle
soluzioni pensati da InSilicoTrials per il mondo farmaceutico si aggiunge oggi
sulla piattaforma anche la Drug Safety Suite, una nuova serie di modelli che
aiutano a ridurre il rischio di cardiotossicità dei farmaci.
Ogni nuova molecola
può rivelarsi pericolosa per il cuore, provocando aritmie anche irreversibili:
affiancando ai testi in vitro i test di simulazione è possibile individuare la
pericolosità per il cuore di una molecola già nelle primissime fasi di studio
in laboratorio e, quindi, si può procedere a eliminarla subito, riducendo i
tempi e i costi della sperimentazione, e allo stesso tempo anche i test sugli
animali.
L’automazione Low-Code
per il pharma
Le criticità del
processo di trasformazione digitale sono probabilmente tra le ragioni per
cui l’automazione è attualmente utilizzata solo dal 40% delle
organizzazioni che hanno preso parte a un’altra interessante ricerca,
quella, promossa da Appian e condotta da Pharma
Intelligence.
In base a questa
ricerca, i due maggiori ostacoli alla trasformazione digitale sono la
complessità del sistema (47% degli intervistati) e la mancanza di comprensione
con il business o nei reparti IT (38%). Alla domanda sulle soluzioni
specifiche, la maggioranza (82%) di coloro che conoscono il Low-Code vedono i
vantaggi del suo utilizzo per semplificare il DevOps per la loro
organizzazione, mostrando quindi una certa consapevolezza della potenza che
l’automazione Low-Code può avere nello snellire i processi e nel rispondere
rapidamente ai cambiamenti normativi.
Appian, l’azienda
promotrice dell’indagine, fornisce una piattaforma di sviluppo Low-Code che
unisce in modo nativo tutte le funzionalità necessarie per fornire processi
end-to-end di grande impatto all’interno dell’organizzazione. L’obiettivo è
consentire alle piccole e medie aziende farmaceutiche di: automatizzare le
attività di routine in un flusso di lavoro e integrare i sistemi senza Api;
progettare e gestire i processi complessi con iBPM leader di settore;
automatizzare le attività collaborative e la gestione delle eccezioni con le
migliori funzionalità sul mercato e rendere le App più efficaci e intelligenti
con l’AI integrata di Google, AWS e Azure.
Un caso di successo:
Bormioli Pharma investe nel 4.0
In questo frangente di
crisi sanitaria globale, Bormioli Pharma, attiva nel mercato
farmaceutico e biofarmaceutico con soluzioni complete, che includono flaconi in
vetro e plastica, chiusure in plastica e alluminio e accessori, ha scelto la
via dell’innovazione e ha avviato un progetto di revamping dello
storico stabilimento di Rivanazzano (Pavia), con un
investimento complessivo di 6,5 milioni di euro.
Il progetto prevede
tra l’altro la costruzione di una nuova Clean Room (camera sterile) di livello
ISO7, l’installazione di nuove macchine per stampaggio a iniezione ad alto
tonnellaggio, l’introduzione di una nuova tecnologia produttiva e un forte
incremento del livello di automazione dei processi di movimentazione prodotti
che garantirà standard di sicurezza sempre più elevati.
Grazie a questo
progetto, avviato a poche settimane dal completamento degli interventi di
manutenzione straordinaria e potenziamento dei forni degli stabilimenti di
Bergantino (Rovigo) e San Vito al Tagliamento (Pordenone), e dall’acquisizione
di GCL Pharma, Bormioli prevede di incrementare la capacità produttiva del 35%
e di affermarsi come polo di eccellenza delle tecnologie di stampaggio
plastica per iniezione e compressione a livello internazionale.
Polisystem Informatica, la softwarehouse di Rovigo lancia sul mercato ActiveLIMS, un nuovo LIMS Web per la Gestione Processi di Laboratorio CQ Produzione per “Ambienti Regolatori”- (FDA-CFR21 Part 11, EU Annex 11), completo di “Validation Kit”
Efficiente e veloce,
con un elevato livello di configurabilità, per le sue numerose e altamente performanti peculiarità, ActiveLIMS è
indicato per l’impiego nei Laboratori in case farmaceutiche, soprattutto di
medio-piccole dimensioni, produttori di cosmetici e nutraceutica.
Consente infatti un
notevole risparmio di tempo e risorse nelle procedure di validazione in Excel e
soprattutto offre la massima sicurezza dei risultati ottenuti.
Dotato di una Dashboard
funzionale configurabile, è Proattivo
(propone attività da svolgere in base alla mansione) ed è caratterizzato
da Wizards che guidano l’utente; è Adattivo grazie
al workflow
configurabile, alle schermate di accesso differenziate per
singolo utente ed al suo sistema multilingua (con terminologia
personalizzabile).
Il punto di forza di ACTIVELIMS è senza dubbio l’elevata
dinamicità della User Interface, caratterizzata da schede video a sezioni,colonne configurabili, dialog box, criteri di selezione
memorizzabili su n campi in and/or, wizards, Homepage di controllo attività, il tutto
per una “SMART USER INTERFACE”.
Questo software è stato progettato per conciliare dinamicità ed
elevata sicurezza nel controllo dell’Integrità
dei Dati: Log ed Audit trail configurabili e consultabili, doppio sistema
d’identificazione, verifica dell’integrità dei documenti, definizione dei ruoli
e della lista utenti, gestione delle sessioni utente.
“ActiveLIMS” inoltre è
conforme alle Normative (UNI CEI EN ISO/IEC 17025:2018, FDA CFR 21 Part 11, EU
Annex 11, GLP, GMP, GAMP) ed è accompagnato da un Validation Kit con
DataBase-Test registrati e Matrici di Correlazione tra Normative e Funzioni del
LIMS.
Ambiente di sviluppo
è JAVA, Multi DataBase (Oracle, SQL Server, PostgreSQL), Framework di sviluppo
di tipo R.I.A., EclipseLink, supporto Web-services.
ActiveLIMS si
propone anche come nuovo riferimento nel mercato dei LIMS di fascia medio-alta,
ma la sua facilità d’uso lo rende adatto anche ai Laboratori più piccoli.
L’economia circolare rappresenta un modello economico in cui il valore dei materiali viene il più possibile mantenuto o recuperato e dove gli scarti sono ridotti al minimo. Recenti ricerche dicono che le industrie europee riuscissero a implementare un sistema produttivo di tipo circolare, si potrebbe realizzare un risparmio complessivo di quasi 500 miliardi di euro l’anno
Sempre più spesso viene individuato come un approccio indispensabile ad ottenere migliori performance in termini di
sostenibilità.
Ecco perché
il portale specializzato www.progettoindustria.comdesidera dare risalto a questo tema
così attuale che coinvolge diversi settori industriali e PMI e organizza
l’Evento Digitale
“SPECIALE ECONOMIA CIRCOLARE WEB EDITION 2020”
un Evento completamente
online che vuole essere un momento d’incontro e confronto professionale tra le AZIENDE,
INDUSTRIE, e PMI, presentando applicazioni, soluzioni, strategie, prodotti, servizi e
tecnologie dedicate ai temi di processo bioeconomico, industria green, green
chemistry, biobased industry, efficienza ed efficientamento energetico, sviluppo
sostenibile, riduzione dello spreco, rinnovabili, cogenerazione, tutela
dell’ambiente e della persona, sicurezza sul lavoro.
“SPECIALE ECONOMIA CIRCOLARE WEB EDITION 2020” si svolgerà on line attraverso la presentazione mirata e la condivisione in networking su piattaforma ZOOM, e diffusa anche tramite il canale YouTube dedicato e i profili social, in particolare Linkedin, che conta una Community qualificata di circa 3.000 contatti.
*** IL PACCHETTO DI ADESIONE per le Aziende che desiderano
partecipare all’Evento Digitale è composto da:
** uno speech
di presentazione di 20 minuti
** share-screen
della presentazione
** scambio
in diretta di domande e risposte (QT)
** pubblicazione on line diunCOVER
BANNER dell’azienda (misure 450×225 pixel formato Jpg o Pdf) in HOME PAGE sul
portalewww.progettoindustria.com, con link diretto al sito
web dell’azienda
** pubblicazione
di un articolo applicativo o istituzionale o di prodotto sul portale, nello
Speciale dedicato all’Evento
** pubblicazione
on line di un video sul portale, nello Speciale dedicato all’Evento
** pubblicazione
e diffusione del video dell’evento anche sul canale YouTube
industriavideochannel
** condivisione
dell’intero evento e dei singoli video relativi alle aziende su Linkedin
(community di oltre 3.000 contatti qualificati, in crescita) e sui principali profili social
Per l’adesione e per maggiori informazioni e dettagli sul programma, scrivete all’indirizzo mail: promozione@progettoindustria.com
Una
iniziativa a cura di
Maria Elena Monti – Comunicazione Multicanale – Eventi Digitali – Via Procaccini, 73 – Milano – +39 334 3613536
VEGA Italia ha sfruttato il maggiore tempo a disposizione per avvicinarsi ai clienti con nuovi progetti di comunicazione e digitalizzazione e per sviluppare soluzioni tecnologiche sempre più personalizzate
I settori chimico-farmaceutico e alimentare – che rappresentano importanti campi di applicazione dei prodotti VEGA – sono stati quelli che meglio hanno resistito durante il periodo del lockdown causato dall’emergenza Covid.
Mesi di incertezza e di difficoltà contingenti che l’azienda tedesca ha deciso di affrontare in un modo che fosse il più possibile mirato alla comunicazione con i propri dipendenti e i propri clienti. Una comunicazione limpida e attenta alla salute delle persone, prima ancora che al business. Questo tipo di attenzione ha permesso a VEGA Italia di implementare la strategia web.
Daniele Romano, Marketing Manager and Business Development Manager VEGA Italia ha spiegato come possa essere stata un’esperienza positiva quella di lavorare in VEGA durante un periodo così complicato.
Durante il lockdown VEGA ha attivato nuovi modi di comunicare spingendo sui canali digitali e potenziando le forme di comunicazione, anche in termini di investimento, a partire dallo sfruttamento di nuove modalità di webinar.
Questi ultimi sono stati dedicati alla comunicazione interna per il primo periodo e si sono rivelati uno strumento ottimale per stare insieme e rivedersi, oltre che uno spazio per gli incontri di formazione: il risultato è stato più che positivo, c’è stata una forte partecipazione; successivamente abbiamo attivato lo stesso modello di comunicazione anche verso l’esterno.
In verità, a differenza di altri competitor, c’è stata maggiore cautela ad attivare i webinar, riservando del tempo per decidere quale impronta dare a questi incontri on line. Alla fine, si è optato per due tipi, entrambi con demo live. Il primo chiamato “one to one”: interessante perché con gli oggetti disponibili a casa, i tecnici di VEGA ITALIA hanno simulato al meglio le condizioni di processo (sporcizia, disturbi ecc.), una vera e propria opportunità di formazione che ha permesso all’azienda di realizzare circa 170 incontri. Il secondo tipo di webinar ha riguardato invece i “live-demo”, con dimostrazioni dal vivo che utilizzano modelli funzionanti di simulazione (per esempio la stazione di pompaggio per le acque, la presenza di gas) che accompagnavano le slides in maniera estremamente interattiva. Si tratta di strumenti digitali che VEGA ha intenzione di continuare a utilizzare.
Potenziamento degli strumenti di comunicazione on line
VEGA aveva già l’intenzione – ma era sempre mancato il tempo – per dedicarsi in maniera efficace a questo progetto. Adesso invece è stato implementato e l’azienda sta investendo molto, soprattutto nella comunicazione video. Soprattutto attrezzandosi con telecamere e strumenti per il video mix e creando una linea web dedicata.
In generale il reparto farmaceutico e
quello chimico stanno vivendo un buon periodo, così come il settore alimentare
che vuol dire agrifood, mangimifici e tutta la catena che parte dalla raccolta
della materia prima e dalla sua trasformazione per arrivare alla distribuzione
del prodotto finito. Le aziende credono che il loro mercato continuerà a
crescere e non scordiamoci che l’Italia rappresenta un grande paese
industriale.
L’epidemia non ha rallentato la conclusione di progetti in corso
I mesi di Maggio e Giugno sono stati mesi scarichi di progetti, tuttavia VEGA ha visto che a Luglio sono ripartiti e l’aspettativa è sempre stata lo sblocco delle commesse in sospeso.
I progetti quindi sono rimasti in stand-by, ma poi s’è avvertito un cambiamento in positivo. Il vero problema, secondo Romano, non è legato soltanto all’Italia ma al rapporto con l’estero. Come sede italiana sono molto legati all’esportazione di macchine made in Italy, ma molte aziende hanno avuto difficoltà a vendere i loro impianti oltre i confini nazionali, fatto che, di conseguenza, crea molta preoccupazione.
Anche sul fronte del ‘food’ VEGA ha una forte incidenza sul mercato estero ed extraeuropeo, speriamo quindi che questo squilibrio rientri presto e che i clienti riprendano un ritmo normale.
Com’è cambiato in questi mesi il
contatto con partner e clienti?
Per il proprio business secondo VEGA è importante incontrarsi, vedere gli impianti, le macchine. Per esempio, c’era in programma un mese di tour a bordo del VEGATRUCK, un truck espositivo, con modelli funzionanti e sala training. Questa sala espositiva mobile, itinerante in tutta Europa, è l’occasione per scoprire da vicino la tecnologia di misura VEGA, incontrare i tecnici sul posto e/o organizzare dei mini training specifici.
In genere viene organizzato ogni due anni. Quest’anno ci sono stati evidentemente molti dubbi ma alla fine si è deciso di attivarlo dopo aver sondato la disponibilità delle aziende a partecipare. Così, dal 28 settembre al 20 ottobre ci siamo organizzati per girare il Nord Italia, per un numero limitato di aziende.
Ci sono altre iniziative o progetti recenti che VEGA realizzerà a breve…..
Il progetto del sensore AURA sta andando avanti. Il lancio ufficiale è partito ad ottobre, come pure la commercializzazione. In quest’ottica VEGA sta lavorando in tante direzioni perché è un progetto che non è solo industriale. Si sta lavorando in collaborazione con l’Osservatorio Smart Agrifood del Politecnico di Milano per portare avanti dei business case in grado di valutare quale sia l’impatto, in una catena alimentare che va dal mangimificio al produttore, dato dall’utilizzo di una tecnologia IoT come AURA. Vengono eseguiti i primi test di campo. Si tratta di un processo alquanto lungo, trattandosi non solo del prodotto in sé, ma anche di un modo diverso di prendere la misura da parte dei clienti. Non è un mercato nuovo ma sicuramente è un modo alternativo di approcciarsi alla misurazione.
In ambito farmaceutico VEGA è riuscita a portare avanti forniture importanti di decine di misuratori di livello in aziende del comparto. A queste si aggiungono altre attività che sono state vincenti grazie alla maggiore disponibilità di tempo. L’azienda ha dedicato molto tempo ai clienti studiando installazioni e soluzioni dedicate che si combinassero al meglio con le loro necessità. Per questo il tempo è stato fondamentale: ha permesso di dare la giusta consulenza alle aziende consentendo loro di personalizzare al meglio il sensore da abbinare alle diverse tipologie di macchinari, in applicazioni e situazioni difficili.
È interessante vedere come i settori che sembravano fermi, in realtà stiano investendo: raffinerie, aziende di prodotti chimici pesanti con impianti – e dunque necessità di manutenzione e d’aggiornamento – che vanno avanti.