Distinguere le microplastiche dal microplankton o dalle microalghe, farlo in tempi brevi e su un numero statisticamente rilevante di campioni
Questa era la sfida dell’Isasi-Cnr, vinta grazie all’olografia e all’intelligenza artificiale. Uno studio condotto dai ricercatori dell’Istituto di scienze applicate e sistemi intelligenti del Cnr (Isasi-Cnr) ha individuato un nuovo metodo in grado di distinguere le microplastiche dal microplankton o dalle microalghe all’interno dei campioni marini. Usando l’intelligenza artificiale e un sensore olografico, il metodo proposto dal Cnr permette di acquisire informazioni dagli elementi analizzati grazie all’uso di un microscopio olografico, che fornisce un’ampia e inedita gamma di parametri altamente distintivi che caratterizzano le microplastiche.
In questo modo, le informazioni acquisite permettono di “addestrare” un sistema di intelligenza artificiale, che potrà così distinguere il materiale inquinante dagli altri materiali naturali, le cui dimensioni e le cui forme sono molto simili a quelle delle microplastiche.Lo studio è stato pubblicato sulla rivista scientifica Advanced Intelligent Systems, e ha coinvolto due gruppi del Consiglio nazionale delle ricerche: il gruppo di Olografia digitale di Pozzuoli e il gruppo di Intelligenza artificiale di Lecce. Le ricerche sono state finanziate dal progetto interdisciplinare Pon (Programma operativo nazionale) “Sistemi di rilevamento dell’inquinamento marino da plastiche e successivo recupero-riciclo (Sirimap)”, uno dei cui obiettivi è proprio lo sviluppo di tecniche automatiche di monitoraggio delle plastiche nel mare.