Un nuovo dispositivo che “sfrutta l’ombra per creare elettricità” è stato creato da ricercatori dell’Università Nazionale di Singapore
Denominato “generatore di energia ad effetto ombra”, questo nuovo dispositivo riesce infatti a sfruttare il contrasto che c’è tra le aree illuminate e quelle illuminate di meno perché ombreggiate per generare piccole quantità di elettricità.
Si tratta di un concetto nuovo e di un’idea che potrebbe aprire la strada a dispositivi del tutto nuovi per alimentare piccoli dispositivi elettronici.
Lo studio è stato pubblicato su Energy & Environmental Science.
Il dispositivo si basa sull’uso di una pellicola di plastica trasparente flessibile su cui sono poste una serie di celle. Ognuna di questa è rappresentata da una pellicola sottile di oro su un wafer di silicio. Se metà della cella è illuminata e l’altra metà e in ombra si viene a creare una superficie che genera e raccoglie la carica, come spiega Andrew Wee, ricercatore che sta partecipando al progetto.
Un dispositivo a quattro celle risulta due volte più efficace delle celle solari al silicio tradizionali sotto l’effetto parziale delle ombre. In condizioni di illuminazione all’interno di edifici, genera un quantitativo di elettricità sufficiente per alimentare un orologio digitale, circa 1,2 volt. Lo stesso dispositivo potrebbe essere utilizzato per alimentare i sensori indossabili o per il monitoraggio di oggetti in movimento.
Come spiega Tan Swee Ching, capo del gruppo di ricerca, il dispositivo sfrutta il contrasto di illuminazione che si ottiene quando c’è un’area non ombreggiata e una ombreggiata, ossia con un ostacolo frapposto tra la fonte di luce e l’area stessa.
Ciò
crea un contrasto il quale a sua volta provoca una differenza di tensione tra
le due aree e ciò, a sua volta, porta ad un piccolo quantitativo di corrente elettrica.
Si tratta di un concetto che, per esempio, potrebbe essere utilizzato per
raccogliere energia elettrica dalla
luce in ambienti interni, ossia in ambienti in cui le ombre sono onnipresenti e
che, anzi, rappresentano un ostacolo per le celle solari tradizionali.
Un
dispositivo del genere potrebbe massimizzare l’efficienza della raccolta di
energia proveniente dall’illuminazione sfruttando anche le zone ombreggiate e
non illuminate direttamente.