Hunters su logistica: la digitalizzazione aumenta del 15% la richiesta di figure qualificate
Il comparto, che in Italia vale 110 miliardi, è sempre più alla ricerca di personale altamente specializzato in ottica industria 4.0
La logistica è un settore chiave per l’economia italiana, rappresenta il 7% del Pil nazionale, vale circa 110 miliardi di euro e conta complessivamente 2,5 milioni di occupati. Ma sono ben 500mila i posti di lavoro potenzialmente a rischio nel comparto entro il 2027, per l’impatto dirompente della digitalizzazione (dall’automazione dei veicoli e carrelli, alla sostituzione di lavoratori di ufficio), mentre almeno 600mila lavoratori dovranno radicalmente aggiornare le loro competenze per stare al passo con i cambiamenti.
«L’innovazione – dichiara Davide Boati, Executive Director del brand Hunters di Hunters Group, società di ricerca e selezione di personale altamente qualificato – sta avendo un impatto notevole sul settore della logistica, ma non è detto che questo debba necessariamente essere considerato come un aspetto negativo. Saranno necessarie nuove competenze e, secondo le nostre previsioni, aumenteranno del 15% le richieste, da parte delle aziende, di professionisti altamente specializzati. Pensiamo, ad esempio, a ruoli tipicamente legati al settore logistico, come i Flat Manager o i Supply Chain Specialist, o a tutto l’indotto di Software House e realtà di Automazione Industriale che necessitano sempre più di profili informatici e di progettisti che conoscano i processi tipici del segmento distributivo».
Se il settore sarà in grado di cogliere le sfide che la digital transformation impone e si saprà reinventare in ottica Industria 4.0, muovendosi sui tre principi cardine di automazione, connettività e decentralizzazione del processo decisionale, saprà stare al passo con le richieste delle imprese, che richiedono figure sempre più tecniche e dalle competenze trasverali.
E proprio grazie all’innovazione che sta investendo l’intero comparto, il numero di nuovi occupati – tra new entry e riconversioni – potrebbe superare da qui al 2027 quello delle professioni a rischio.
Se il settore sarà in grado di cogliere le sfide che la digital transformation impone e si saprà reinventare in ottica Industria 4.0, muovendosi sui tre principi cardine di automazione, connettività e decentralizzazione del processo decisionale, saprà stare al passo con le richieste delle imprese, che richiedono figure sempre più tecniche e dalle competenze trasverali.
E proprio grazie all’innovazione che sta investendo l’intero comparto, il numero di nuovi occupati – tra new entry e riconversioni – potrebbe superare da qui al 2027 quello delle professioni a rischio.(fonte Industria Italiana)