Progetto ChemChain: Solvay e economia circolare

automazione digitale farmaceutica

Il Gruppo Solvay sta testando la tecnologia blockchain nell’ambito del progetto ChemChainfinanziato dall’Unione Europea, per tracciare i suoi prodotti lungo tutta la catena del valore, con l’intento di facilitare il riciclo dei materiali e l’avvio di progetti di economia circolare


Si pensi che oggi l’industria chimica globale spende una cifra stimata di 9,5 miliardi all’anno per gestire le informazioni sulle 150.000 sostanze chimiche distribuite nel mondo. Tuttavia, i sistemi esistenti sono comunque complessi, non completi e affetti da limiti di confidenzialità sulle informazioni.

Per contro, le aziende oggi sono chiamate a incrementare la condivisione delle informazioni sulle composizioni chimiche e sul livello di sostenibilità dei prodotti lungo tutta la supply chain, e le industrie devono trovare un meccanismo comune e scalabile per scambiarsi le informazioni relative al prodotto.

Date anche le crescenti sfide in termini di circolarità e sostenibilità, che orientano anche lo sviluppo di nuovi requisiti normativi e di attività di corporate responsibility, gran parte delle aziende dichiarano di aver ricevuto richieste crescenti per l’inserimento dei dati sulla composizione chimica sui prodotti. 

Questi dati sono necessari ma non sono disponibili lungo la value chain. Inoltre, un numero sempre maggiore di clienti compie le sue scelte di acquisto in base al livello di sostenibilità, dando precedenza ai prodotti con politiche sostenibili chiaramente definite.


Ecco il contesto al quale intende rispondere ChemChain, con un’infrastruttura blockchain open source, pensata per registrare, condividere e tracciare le informazioni legate alla composizione chimica lungo tutta la supply chain, dal produttore delle materie prime fino al consumatore finale.

Con ChemChain, le società produttrici possono conoscere l’origine esatta delle loro materie prime, e i consumatori analogamente conoscere il materiale con cui il prodotto acquistato è fatto e qual è il suo livello di riciclabilità o biodegradabilità.

Le società che si occupano di riciclo possono avere ulteriori informazioni sui materiali trattati; nel caso questi tornino come materia prima a Solvay, anch’essa sarà in grado di verificare la loro origine.

«ChemChain sarà un elemento importante del nostro percorso verso l’economia circolare, e questa è uno dei maggiori contributi che l’industria chimica può fornire ad un futuro sostenibile» commenta Sophie Maillet, Digital Hub Coordinator di Solvay.

Per il 2030, Solvay intende triplicare le vendite di prodotti basati su risorse rinnovabili o riciclate, portandole al 15% del fatturato del gruppo.

ENGINEERING: il futuro del settore Smart Agriculture

smart agricolture

Nel 2017 il mercato globale della Smart Agriculture valeva poco meno di 10 miliardi di dollari ma ora sta crescendo molto rapidamente, tanto che secondo le previsioni degli analisti nel 2022 supererà i 23 miliardi.

Nel contempo, si prevede che il mercato della Smart Agricolture toccherà nei prossimi anni i 9,5 miliardi di dollari, facendo registrare una crescita entro il 2025 del 15.72% in Asia e dell’11,93% in Nord America, mentre in America del Sud, dove già vale oltre 600 milioni di dollari, si stima che il mercato crescerà di oltre 16% sia in Argentina, in Messico e in Brasile.

Entro il 2025 in Europa il mercato della “Smart Agriculture” dovrebbe crescere di oltre il 13,5%.

Gli esperti in engineering spiegano come l’introduzione e l’integrazione dei processi tecnologici in agricoltura condurranno non solo verso una maggiore efficienza produttiva e qualitativa, e quindi a una riduzione dei costi, ma anche a una minimizzazione degli impatti ambientali e a nuove opportunità di lavoro per personale specializzato.

Il connubio fra produttività e sostenibilità sarà favorito attraverso un ecosistema integrato di tecnologie e soluzioni per consentire alle aziende agricole di monitorare e controllare i loro processi, garantendo qualità ed efficienza.

Saranno sempre più richieste soluzioni in grado di sfruttare il potere del dato per monitorare e ottimizzare i processi di produzione, sfruttando tecnologie come Internet of Things, Ai & Advanced Analytics, Machine Learning, Blockchain, Gis e Remote Sensing, sulle quali Engineering ha competenze acquisite da progetti, servizi e prodotti realizzati negli ultimi anni.

Nello studio si affronta anche il tema della Regulation & Fund Management, sul quale Engineering ha un’esperienza decennale.

Gli impegni e le regole definiti nella nuova Pac, gli indirizzi del Green Deal e del Farm To Fork, e gli impegni del PNRR per una Agricoltura “verde e digitale”, indurranno l’agricoltore italiano ed europeo ad adottare nuovi strumenti tecnologici e piattaforme abilitanti per gestire al meglio le nuove sfide: salvaguardia dell’ambiente, riduzione degli impatti sui cambiamenti climatici, la preservazione degli ecosistemi, e la diffusione di conoscenza all’interno dell’intera filiera agroalimentare.

«Noi di Engineering ci proponiamo come system integrator in grado di mettere a fattor comune l’esperienza in ambito tecnologico e le forti competenze di dominio acquisite sulla materia, sia in ambito pubblico che privato», spiega Alessandro Scandurra, senior manager, technical director pa Central Italy di Engineering. «Affianchiamo i nostri stakeholder nella costruzione di nuovi ecosistemi a partire dalla conoscenza del contesto, delle normative, dei processi di produzione, fino all’implementazione delle soluzioni software».

Tecnologie avanzate per ridurre gli sprechi alimentari

sprechi alimentari

Blockchain, Rfid e Prescriptive Analytics, applicate nella supply chain del comparto alimentare possono aiutare a ridurre gli sprechi alimentari

Gli sprechi alimentari rappresentano un problema particolarmente sentito a livello globale e colpisce duramente anche l’Italia. Si calcola infatti che nel nostro Paese vengano gettate ogni anno 220mila tonnellate di cibo per un valore di circa 12 miliardi, a cui vanno aggiunti gli sprechi alimentari di filiera (produzione – distribuzione), stimato in oltre 3 miliardi, (ben il 21,1% del totale) per arrivare a un infelice valore di oltre 15 miliardi.

Negli ultimi anni, gli operatori della supply chain del comparto alimentare hanno adottato misure imponenti per ridurre degli sprechi alimentari, ma c’è ancora molto da fare. La produzione continua di rifiuti porta perdite di profitto per la supply chain alimentare a causa della scarsa considerazione da parte dei consumatori più attenti alla sostenibilità e delle complessità operative nel trasporto, che ostacolano l’efficienza.

Dall’aumento dei costi, alle crescenti aspettative dovute a una sempre più elevata domanda, dal monitoraggio al controllo delle scorte, le aziende della catena di approvvigionamento alimentare affrontano molte sfide nei loro sforzi per prevenire gli sprechi alimentari.

Per avere successo possono però avvalersi delle tecnologie più avanzate che, combinando l’uso di blockchain, robotica, intelligenza artificiale su dispositivi mobile,visibilità delle risorse e prescriptive analytics aiutano a ottimizzare – ad ogni livello – la supply chain così da combattere le cause degli sprechi alimentari e aumentare al contempo la profittabilità.

Blockchain

La blockchain è uno strumento indispensabile nella lotta contro gli sprechi alimentari, per quanti operano nella supply chain. Pensato originariamente come uno strumento per la gestione delle criptovalute, la blockchain può fungere da libro mastro digitale accessibile a tutti (come ad esempio un foglio di calcolo) che permette di monitorare, registrare e segnalare il movimento delle merci lungo tutta la catena del valore. Il codice a barre del prodotto viene scansionato ad ogni “checkpoint” lungo tutto il suo viaggio, dal sito di produzione al negozio, segnando così una traccia indelebile del percorso seguito e delle diverse tappe.

Grazie al costante monitoraggio, risulta più semplice identificare le aree critiche lungo la supply chain. Si consideri ad esempio un’azienda di trasporto di prodotti lattiero-caseari: nel caso ci fossero continue spedizioni compromesse e l’azienda non disponesse della tecnologia blockchain, per identificare il problema sarebbe costretta a ricostruire minuziosamente tutti gli spostamenti dei prodotti lungo la filiera, facendo tesoro diogni tipo di documentazione disponibile. Questa operazione potrebbe richiedere settimane – e per tutto il tempo i prodotti continuerebbero a deteriorarsi per cause non prontamente individuate.

Con la blockchain invece, l’ispettore incaricato, può fare un controllo immediato per registrare automaticamente il punto esatto in cui il prodotto potrebbe aver subito un trattamento non idoneo. Può accorgersi subito, per esempio, che i colli sono stati lasciati durante la notte in una struttura di cross-docking non attrezzata per lo stoccaggio refrigerato. Visitando la struttura può poi venire a scoprire che a causa di una lacuna nella formazione del personale, numerosi prodotti deperibili vengono collocati sul pavimento invece di essere messi immediatamente su un camion refrigerato. Gli sarà sufficiente organizzare nuovamente un momento di formazione degli operatori, per fare in modo che gli sprechi alimentari vengano così eliminati alla fonte.

Rfid

I tag Rfid sono essenzialmente dei codici a barre che evidenziano le informazioni dei prodotti sulle confezioni (non sarebbe infatti né economico né pratico apporre tag Rfid su ogni singolo articolo). Il loro grande vantaggio rispetto alla blockchain risiede nella quantità e immediatezza delle informazioni che sono in grado di offrire. Utilizzando i lettori Rfid si ha una visibilità istantanea dei movimenti di ogni confezione etichettata e dei livelli di scorte. 

In particolare, molte aziende della catena del valore sfruttano la tecnologia Rfid per tenere traccia della qualità e della freschezza dei prodotti alimentari durante tutto il processo di distribuzione. Grazie ai tag Rfid è possibile avere aggiornamenti in tempo reale rispetto al cibo scaduto o prossimo alla scadenza per poterlo quindi stornare tempestivamente.

A titolo di esempio, citiamo l’esperienza di un distributore che – già abituato a utilizzare la tecnologia Rfid che gli segnalava i prodotti in scadenza durante il trasporto – ha deciso di cambiare metodo riconfigurando la soluzione per ricevere segnalazioni puntuali sui prodotti in transito in scadenza entro le successive 48 ore. Questo tipo di alert permette al personale addetto alla distribuzione di rimuovere qualsiasi merce prossima alla scadenza ed evitarne così la consegna al cliente.

Lo stesso prodotto può così essere donato a banchi alimentari locali, giardini zoologici, rifugi per animali o altri enti di beneficenza prima che diventi inutilizzabile. Un semplice cambiamento di processo che ha permesso però con una azione caritatevole di ridurre in modo significativo gli sprechi alimentari.

Prescriptive Analytics

Le soluzioni Blockchain e Rfid sono ancora più efficaci se utilizzate con la prescriptive analytics, una metodologia di analisi avanzata che sfrutta i dati per determinare:

  • Cosa sta succedendo
  • Perchè è successo
  • Quanto costa non agire
  • Cosa fare per ottimizzare il risultato
  • Chi deve risolvere il problema

La prescriptive analytics semplifica ulteriormente la sostenibilità potenziando la blockchain e le soluzioni Rfid grazie ad una maggiore tempestività e praticità.

Si consideri come esempio lo scenario riferito alla vendita di prodotti caseari, gestita col solo supporto di soluzioni blockchain: queste non segnalando necessariamente l’attività in modo tempestivo, portano alla necessità di intervenire manualmente per controllare il libro mastro al fine di identificare eventuali anomalie. Questo flusso di lavoro reattivo aumenta il rischio che i clienti ricevano prodotti scaduti prima che qualcuno si accorga che c’è un problema e lo corregga.

Se il distributore coinvolto avesse utilizzato la prescriptive analytics e la blockchain in modo combinato, il gestore del cross docking avrebbe ricevuto un avviso in tempo reale del tipo: “Pallet # 3309 a rischio deterioramento; caricare immediatamente sul carrello all’alloggiamento n. 3”. Questa semplice indicazione prescrittiva, facilmente comprensibile da chiunque, avrebbe indirizzato adeguatamente il manager consentendogli di intervenire per evitare lo spreco alimentare.

Una buona soluzione di presciptive analytics può essere configurata per focalizzarsi concretamentesull’eliminazione di problemi di sprechi alimentari, come ad esempio:

  • Eccessiva produzione di rifiuti (indica le cause che determinano un aumento di rifiuti)
  • Prodotti prossimi allascadenza
  • Malfunzionamento di celle frigorifere (compresi i casi di prodotti lattiero-caseari e camion per le consegne)
  • Prodotti deperibili che sono rimasti troppo a lungo senzaadeguata refrigerazione

Un minimo di sprechi alimentari è purtroppo inevitabile, ma questo non significa che le aziende della catena di approvvigionamento alimentare non possano prevenire casi di spreco derivanti invece da errori umani, dimenticanze o inaccortezze. L’implementazione di tecnologie avanzate come blockchain, Rfid e/o prescriptive analytics è una risposta altamente innovativa per colmare queste lacune lungo tutta la supply chain. Col tempo, ciò contribuirà a ridurre gli sprechi alimentari e a preparare un futuro più sostenibile per l’intero settore.

Fonte: Guy Yehiav, Zebra Analytics, General Manager &Vice President Zebra Technologies