CONSULENZA TECNOLOGICA: SEIDOR SI CONSOLIDA IN ITALIA

La società di consulenza tecnologica SEIDOR rafforza il suo impegno per l’Italia come mercato strategico con l’obiettivo di diventare un punto di riferimento tecnologico nel paese, favorendo la trasformazione digitale del tessuto imprenditoriale italiano

La società di consulenza tecnologica SEIDOR in Italia su un team di 230 professionisti che, con il supporto del team globale di 9.000 persone, stanno guidando la trasformazione digitale delle aziende italiane.

Dopo le acquisizioni delle società italiane ECA Consult, Gunpowder e H.T. High Technology, l’azienda opererà come un’unica società e marchio a partire da gennaio 2025.

SEIDOR unisce la conoscenza del mercato italiano con tutte le capacità di una società globale, offrendo un portafoglio integrato di soluzioni chiave in collaborazione con i principali partner tecnologici a livello mondiale, confezionato per settori industriali specifici.

La società di consulenza tecnologica SEIDOR rafforza il suo impegno per l’Italia come mercato strategico con l’obiettivo di diventare un punto di riferimento tecnologico nel paese, favorendo la trasformazione digitale del tessuto imprenditoriale italiano.

Dopo il suo ingresso in Italia nel 2019, SEIDOR ha continuato a consolidare la sua presenza nel mercato italiano, rafforzata negli ultimi due anni con l’acquisizione di ECA Consult, Gunpowder e H.T. High Technology.

Dall’inizio del 2024, l’azienda è impegnata in un processo di integrazione dei diversi marchi con l’obiettivo di operare in modo completamente integrato sotto il marchio SEIDOR a partire da gennaio 2025.

Oggi l’azienda conta su un team di 230 professionisti altamente qualificati e ha una presenza in cinque città italiane: Milano, Roma, Bologna, Concorezzo e L’Aquila 

La crescita di SEIDOR in Italia rientra in una strategia più ampia che mira all’espansione geografica insieme al rafforzamento dell’offerta di servizi adattati alle esigenze locali.

La società di consulenza tecnologica è impegnata ad aiutare le imprese italiane a superare le sfide della trasformazione digitale, implementando soluzioni tecnologiche che migliorino la loro efficienza operativa e competitività sul mercato.

Il piano strategico della società prevede di superare i 50 milioni di euro nei prossimi quattro anni.

SEIDOR basa questa crescita sulla sua conoscenza del mercato locale, sulle capacità di una società presente in oltre 45 paesi e su un team di 9.000 professionisti, oltre che su un portafoglio diversificato di soluzioni.

Inoltre, SEIDOR porta al tessuto imprenditoriale le ultime innovazioni dei leader tecnologici a livello mondiale, come SAP, Salesforce, Microsoft, IBM, Google e AWS, tra gli altri.

In questo contesto, è importante sottolineare che SEIDOR ha continuato ad ampliare il proprio portafoglio in Italia con soluzioni tecnologiche avanzate adattate alle esigenze delle aziende italiane, con un focus principale su Intelligenza Artificiale, Cloud, ERP e Big Data.

A tal proposito, Vittorio Soldavini, CEO di SEIDOR in Italia, ha dichiarato: “Stiamo rafforzando l’offerta di servizi e l’espansione delle nostre capacità nel mercato italiano per fornire soluzioni innovative che rispondano alle esigenze in evoluzione dei nostri clienti e supportino la loro crescita nell’era digitale.”

Soluzioni confezionate per diversi settori

SEIDOR sta sviluppando un insieme di soluzioni confezionate pensate per facilitare l’adozione rapida ed efficace delle nuove tecnologie da parte delle aziende italiane di diversi settori e dimensioni.

Si tratta di una serie di strumenti tecnologici che semplificano la transizione verso l’innovazione e garantiscono che le aziende italiane beneficino della trasformazione digitale in tempi più brevi, migliorando la loro competitività sul mercato.

Soldavini ha aggiunto: “SEIDOR cerca di essere non solo un fornitore di soluzioni tecnologiche, ma soprattutto un partner strategico nella trasformazione digitale delle imprese in Italia, facilitando la loro adattamento alle nuove realtà di mercato.”

Sviluppo del talento

Come in tutti i paesi in cui è presente, SEIDOR promuove in Italia lo sviluppo personale e professionale delle persone che fanno parte del suo team.

Lo sviluppo del talento, insieme a iniziative per ridurre il divario digitale tra i gruppi svantaggiati, la lotta per la diversità e la creazione di soluzioni che abbiano un impatto positivo sulle persone e sull’ambiente, sono pilastri fondamentali dell’impegno dell’azienda verso la sostenibilità.

SEIDOR è una società di consulenza tecnologica che offre un portafoglio completo di soluzioni e servizi nei settori dell’Intelligenza Artificiale, Edge, Customer Experience, Employee Experience, ERP, Data, Modernizzazione delle Applicazioni, Cloud, Connettività e Cybersecurity.

Con un fatturato di 894 milioni di euro nell’esercizio 2023 e un team di oltre 9.000 professionisti altamente qualificati, SEIDOR è presente direttamente in 45 paesi in Europa, America Latina, Stati Uniti, Medio Oriente, Africa e Asia.

Rockwell Automation presenta le sue soluzioni a SPS Italia 2023

Questa edizione di SPS sarà per Rockwell Automation l’’occasione per porre l’accento su uno degli aspetti chiave della fabbrica intelligente presentando la propria innovativa offerta di soluzioni per la visualizzazione e la progettazione digitale

Un calendario di 9 workshop organizzati da Rockwell Automation nelle tre giornate di fiera, con un’alternanza di speaker , permetterà ai partecipanti di avere una panoramica completa su FactoryTalk® Design Hub™.

FactoryTalk Design Hub consente una connettività digital thread senza soluzione di continuità tra i suoi strumenti software di progettazione, visualizzazione, digital twin, archiviazione e accesso da remoto che fornisce agli sviluppatori del sistema di controllo l’accesso immediato e on-demand a tutti i progetti di automazione, indipendentemente dalla sede in cui si trovano, per aiutare queste aziende ad accelerare le loro iniziative che vanno dalla trasformazione digitale alla convergenza IT/OT”. L’attenzione si concentrerà su due delle ultime soluzioni introdotte sul mercato: FactoryTalk® Optix™ and FactoryTalk® Twin Studio™.

FactoryTalk Optix, è un HMI in cloud che abilita il lavoro collaborativo in ottica smart factory. Si tratta di una innovativa soluzione multipiattaforma, scalabile e interoperabile che, in ottica SaaS, permette di sviluppare, simulare e distribuire HMI avanzate tenendo traccia delle modifiche e del versioning in modo automatico. FactoryTalk Optix porta le funzionalità HMI a un nuovo livello, tanto che Rockwell Automation lo definisce uno strumento di “visualizzazione per visionari”.

Factory Talk Twin Studio è una soluzione end-to-end di design dell’automazione in cui gli utenti possono progettare, programmare, simulare, emulare e effettuare il virtual commisioning in un unico ambiente cloud, accessibile da qualsiasi luogo utilizzando un browser web. FactoryTalk Twin Studio permette agli utenti di sviluppare in modo migliore e più rapido il loro prossimo progetto muovendosi fluidamente tra le soluzioni di design di Rockwell Automation e collaborando con i membri del team in tempo reale.

I visitatori potranno approfondire il tema della visualizzazione durante un keynote speech, partecipando alle conferenze oltre che dalla possibilità di toccare con mano le soluzioni e di vederle in azione.

Presso lo stand di ASEM (Pad 6. Stand J012), sarà possibile esplorare a fondo le funzionalità offerte dalla piattaforma per la visualizzazione.  L’azienda italiana specializzata nella fornitura di tecnologie digitali per l’automazione è stata acquisita da Rockwell Automation nel 2020. Proprio di fronte ad ASEM, presso lo stand di Technology BSA, distributore autorizzato di Rockwell Automation, sarà possibile vedere in azione, con l’innovativo software di progettazione Emulate3D collegato a iTrak, la tecnologia di movimentazione a carrelli indipendenti di Rockwell Automation, il tutto controllato da un HMI firmato ASEM.

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SPS: automazione avanzata, digitale, manufacturing

A Parma, dal 24 al 26 maggio si apre il sipario sulla manifestazione internazionale più importante dedicata a automazione avanzata, robotica, cobot e additive manufacturing

SPS Italia apre in bellezza, con una crescita del 10% nelle adesioni, che dimostra fiducia, voglia di esserci e di incontrarsi da parte del settore dell’automazione avanzata e digitale per l’industria e del tessuto manifatturiero italiano.

La manifestazione si presenta quest’anno con il claim “Persone, Tecnologie, Prospettive”, elementi connessi del progetto fieristico che guarda ai diversi aspetti dell’innovazione, tra i quali la sostenibilità, le competenze e la tecnologia come elemento di inclusione e opportunità per le nuove generazioni.

Cresce District 4.0

Il layout dell’edizione 2022 conferma i padiglioni espositivi 3, 5 e 6 e District 4.0, tra il 4 e il 7, ai quali si aggiunge da quest’anno il padiglione 8, con spazi dimostrativi, progetti speciali e arene per lo svolgimento dei convegni scientifici, workshop formativi e tavole rotonde. Attraverso le demo più innovative District 4.0 proporrà un percorso nelle tecnologie abilitanti di SPS Italia: Automazione Avanzata, Digital & Software, Robotica e Meccatronica, Additive Manufacturing. Nell’area Digital & Software troverà spazio un nuovo focus, quello delle infrastrutture per la comunicazione nella fabbrica 4.0 con casi d’uso del 5G nell’industria manifatturiera.

Additive Manufacturing

Si concretizza l’ampliamento di District 4.0 con una nuova area dedicata all’additive manufacturing: dalla produzione allo sviluppo prodotto, dai materiali alle soluzioni per la manifattura additiva, dalla prototipazione alla digitalizzazione, ai servizi.

Prospettive sostenibili: l’Osservatorio e le iniziative green

Fil rouge di questa edizione è la sostenibilità in ambito industriale, attorno alla quale ruotano diverse iniziative.

Primo fra tutte, un nuovo osservatorio per valutare il grado di diffusione e orientamento alle soluzioni sostenibili per l’industria, realizzato in collaborazione con ANIE Energia, +CIM4.0, MADE Competence Center I4.0, Porsche Consulting e declinato sui principali focus della manifestazione: Automazione, Robotica, Digitale e Additive Manufacturing. I risultati saranno presentati in fiera e i migliori progetti premiati con un Award.

A SPS Italia, all’interno di District 4.0, c’è anche uno sportello informativo coordinato da ANIE Energia per dare consulenza sulla trasformazione ecologica nell’industria.

Inoltre, in un’area esterna posizionata tra i padiglioni 3 e 5, sono presentate soluzioni per l’ambiente lavorativo finalizzate allo sviluppo della mobilità sostenibile, all’utilizzo di energie rinnovabili per la riduzione di consumi e sprechi, quali per esempio AMR (Automated Mobile Robot), AGV, impianti di ricarica, soluzioni ad elevata efficienza energetica, veicoli aziendali elettrici, soluzioni di logistica sostenibili.

Empowerment e apertura al talento

Su un altro fronte della sostenibilità, quello sociale, continua l’impegno della fiera, che già da qualche mese ha messo in campo il progetto “She SPS Italia, do you?” finalizzato a valorizzare il contributo delle donne, a promuovere la diversità, l’apertura al talento e la spinta alla visione femminile.

Un Call for Paper raccoglierà le memorie inerenti le tematiche dell’empowerment, della sostenibilità sociale, dell’imprenditoria femminile. Le relazioni più significative, selezionate da una giuria, saranno presentate nei convegni in fiera.

Transizione ecologica sviluppando le proprie risorse digitali

Non si può fare transizione ecologica senza transizione digitale. Si tratta di un concetto molto importante, che deve arrivare alle aziende e ad imprenditori e manager, oggi e in futuro, più che mai chiamati a fare innovazione procedendo su un doppio binario: trasformazione Digital e Green insieme

Una questione centrale messa in evidenza anche da Marco Taisch, professore del Politecnico di Milano e Scientific chairman del World Manufacturing Forum, in occasione dell’Industry 4.0 360 Summit.

Il docente del Politecnico milanese, esperto in innovazione dichiara: “La transizione ecologica è un fortissimo driver anche verso la transizione digitale, dato che se si può fare Digital transformation senza sostenibilità, non si può certamente fare il contrario: non si può realizzare transizione ecologica senza sviluppare le risorse digitali che la favoriscono e agevolano la decarbonizzazione”.

Per questo è importante puntare a “un Made in Italy e una manifattura circolari e sostenibili, come indicato e previsto anche all’interno del Piano nazionale di ripresa e resilienza”, afferma Taisch.

Il settore manifatturiero ha una grande responsabilità nell’ambito della sostenibilità, dato che consuma tra il 30 e il 35% dell’energia usata nel mondo, e produce circa un terzo (anche qui, circa il 30-35%) della CO2 mondiale. Ma, allo stesso tempo, il mondo manifatturiero è il più grande generatore di posti di lavoro, che comprende l’occupazione anche nell’indotto e in settori come i servizi, la logistica, i trasporti.

“La soluzione per realizzare un futuro più sostenibile non può quindi certo essere una sorta di ‘decrescita felice’, un ridimensionamento delle produzioni e delle attività, ma invece le imprese non possono più ritardare l’evoluzione verso digitale e sostenibilità”, fa notare Taisch.

È una sfida di sviluppo sostenibile che apre le prospettive e che richiede anche nuovi modelli di business, come la servitizzazione delle attività manifatturiere, che è anch’essa un abilitatore di maggiore sostenibilità.

In questo scenario, l’IoT diventa fondamentale anche per rendere al consumatore in modo trasparente come funziona la fabbrica, cosa succede all’interno in termini di produzione e inquinamento, quanto un’azienda è davvero sostenibile nelle sue attività e caratteristiche di produzione.

I dati e i numeri raccolti e monitorati dell’IoT possono raccontare e mettere in evidenza anche tutto questo: saranno i dati di produzione a dire quali sono davvero le aziende più green e sostenibili, e quelle che invece si rivelano più inquinanti e nocive all’ambiente e all’uomo.

Un ruolo tecnologico importante, anche in tema di sostenibilità, è quello svolto e che può svolgere l’intelligenza artificiale (IA), nella misura in cui può permettere maggiore efficienza, maggiore produttività, meno sprechi e conseguenze inquinanti.

Intelligenza artificiale, un potenziale da sfruttare bene

Il potenziale dell’IA “è altissimo”, dice Taisch, anche se “stiamo vivendo una fase di hype dell’intelligenza artificiale per l’entusiasmo che circonda una novità tecnologica. In ogni caso, la capacità di leggere e usare dati è sempre più fondamentale, non solo a livello di economia e imprese, ma anche in ambito pubblico e statale”.

Il programma Gaia-X “è la risposta dell’Europa a queste necessità, ed è una risposta importante, per non trovarci impreparati ed esposti sul fronte delle tecnologie più evolute, credo che anche l’Italia debba investire in maniera importante su questa piattaforma e su questa risorsa”.

Anche l’aspetto etico è centrale in questo scenario, “è importante mettere delle leggi e regolamentare, come sta facendo la Commissione europea”, osserva il docente del Politecnico milanese, “ma bisogna evitare che le regole diventino solo burocrazia e quindi lacci e vincoli per le nostre imprese rispetto a quelle di altri Paesi extra-Ue dove di vincoli ce ne sono di meno”.

Sviluppare le competenze,  un impegno fondamentale

Il terzo pilastro per un’industria pronta per il futuro, insieme a sistemi intelligenti e manifattura circolare, è il capitale umano: “è un altro tema caldo e centrale, su cui dobbiamo investire sia in consapevolezza ma anche con azioni concrete”.

Secondo Taisch, la colpa del ritardo italiano non è solo delle istituzioni: “nel PNRR ci sono attenzione e risorse alle questioni delle competenze, della formazione e allo sviluppo degli Its, gli Istituti tecnici superiori, che però richiederà almeno cinque o sei anni per realizzarsi appieno”.

Anche le aziende “hanno una parte di responsabilità nel campo del mancato o dello scarso sviluppo delle competenze”, e un ruolo “è anche dei lavoratori, che spesso hanno un atteggiamento conservativo e rinunciatario ad aggiornarsi e alla formazione costante”, conclude  Taisch, “la formazione non è solo un diritto ma è anche un dovere del lavoratore”, perché “lavoratori più aggiornati e competenti abilitano aziende e fabbriche più efficienti e più produttive”, quindi in questo ambito “un po’ tutte le parti in causa hanno una parte delle responsabilità”.

Ecosistema digitale in impresa: la quarta rivoluzione industriale

quarta rivoluzione industriale

La quarta rivoluzione industriale è caratterizzata dall’avvento dell’ecosistema digitale: i concetti di Internet of Things (IoT) e Internet of Services (IoS) nella produzione e “nell’inventory management

Tutto ciò permette alle fabbriche di diventare “intelligenti”, con sistemi di produzione integrati verticalmente e orizzontalmente.

Il driver principale è la tecnologia, poiché Industria 4.0 è un termine collettivo per indicare proprio le tecnologie e i concetti di organizzazione della catena del valore.

L’ecosistema digitale e le piattaforme di produzione connesse e integrate svolgono un ruolo importante nell’affrontare le pressioni competitive e nello sviluppo di nuove applicazioni e servizi. In questo articolo analizziamo che cosa significa integrare un ecosistema digitale in impresa e qual è il ruolo dell’Internet of Things e dei “dati” di cui sentiamo sempre più parlare.

Ecosistema digitale: dal monitoraggio remoto al condition monitoring

Nelle prime fasi della digitalizzazione del settore industriale si parlava principalmente di sistemi di monitoraggio remoto delle macchine (RMMS): tipicamente prodotti software che, abbinati agli strumenti, consentivano di monitorare le attrezzature e i dispositivi in impianto.

L’avvento dell’Internet of Things nel settore industriale ha spinto l’adozione della raccolta di informazioni basata su sensori, per affrontare i problemi legati principalmente ai tempi di fermo macchina e ai ritardi nella produzione. In questo modo, il monitoraggio della macchina si evolve verso il monitoraggio delle condizioni (condition monitoring), che è la pratica di monitorare i dispositivi, solitamente con sensori esterni, al fine di raccogliere i dati necessari per la diagnosi sullo stato di salute. Per raggiungere questo obiettivo, vengono utilizzati sistemi di acquisizione dati per monitorare tutti i tipi di apparecchiature e dispositivi industriali.

Oggi, oltre al monitoraggio delle condizioni, si stanno sviluppando altri tipi di servizi per rispondere a necessità come la manutenzione preventiva, la misurazione dell’autonomia e dell’operatività dei sistemi, il monitoraggio dell’energia o delle prestazioni dell’impianto; di conseguenza, i responsabili dei processi hanno necessità di una maggior digitalizzazione per ricevere e interpretare tutti i dati necessari.

Ecosistema digitale: il ruolo dell’Internet of Things

La digitalizzazione della produzione collega, tramite il cosiddetto internet delle cose (IoT) persone, dispositivi di processo, macchinari e impianti. Come abbiamo già accennato, un ecosistema digitale consente una maggior disponibilità di dati legati alla produzione: la loro raccolta, archiviazione ed elaborazione fa sì che essi descrivano con precisione il contesto in cui il prodotto viene fabbricato, il processo di fabbricazione, lo stato di salute degli asset di produzione e l’intera rete del valore. L’ecosistema digitale svolge quindi un ruolo cruciale nel consentire una miglior visione dello scenario, finalizzata all’ottimizzazione della produzione da diverse prospettive quali efficienza, disponibilità, qualità del prodotto finale, prestazioni degli asset e così via.

È chiaro, quindi, come l’Internet of Things industriale influenzi ampie porzioni del processo di produzione, e in modo significativo.

La spinta verso un ecosistema produttivo digitale include però la necessità di modelli condivisi, accordi su interfacce e protocolli di comunicazione industriale, e interoperabilità dei dati.

Sensori di numerose tipologie sono già ampiamente utilizzati nell’ambiente di produzione, ma mentre il loro uso diventerà più diffuso, la capacità di connettere e trasmettere dati più velocemente e con una migliore integrità sarà il vero fattore abilitante dell’IIoT.

Ecosistema digitale: il ruolo dei dati e della loro trasmissione

I dati alimentano l’Industria 4.0 e gli ecosistemi digitali. L’analisi dei dati è il prerequisito base per l’implementazione delle applicazioni digitali in impresa.

Man mano che gli ecosistemi digitali si espandono, aumenta anche l’importanza di stabilire forti livelli di sicurezza, supportati da processi trasparenti e integrità dell’origine dei dati. Sistemi di gestione dati che garantiscano la loro integrità possono aiutare le aziende a evitare violazioni e a gestire meglio le interruzioni delle operazioni: questa è la prima preoccupazione legata alla sicurezza dei dati, secondo una ricerca di pwc.

I protocolli e i framework di connettività consentono ai responsabili d’impianto di raccogliere e trasferire dati in modo più rapido e accurato, dai sensori fino al cloud, per l’aggregazione e l’analisi. Gli esempi includono:

  • il protocollo IO-Link, introdotto dai fornitori di sensori;
  • il protocollo OPC UA, che supporta una maggiore interoperabilità e una trasmissione più sicura delle informazioni al cloud.

Ecosistema digitale in impresa: i driver dell’adozione

Di seguito sono riportati i fattori chiave per rendere gli ecosistemi digitali in impresa una realtà sempre più presente e strategica.

1. Connettività e tecnologia

I settori industriali possono generare enormi quantità di dati. La tecnologia per la loro acquisizione e analisi apre a nuove opportunità di ottimizzazione e monetizzazione.

2. Standardizzazione e sicurezza

L’industria ha bisogno di standard comuni per consentire a prodotti, macchine e apparecchiature intelligenti di diversi produttori di interagire senza problemi. Con l’uso industriale del cloud, la sicurezza rimane la principale preoccupazione da superare.

3. Produzione e competitività

L’adozione dell’internet delle cose a livello industriale può accelerare i tassi di produttività in fabbrica, riducendo i tempi di inattività non pianificati e aumentando la disponibilità degli impianti.

In conclusione, l’adozione dell’IoT industriale e degli ecosistemi digitali in impresa ha subito un’accelerazione con l’ingresso delle nuove tecnologie e lo sprint a cui l’emergenza sanitaria ha costretto l’intero settore produttivo.

Secondo un report di IHS Markit, entro il 2030 i dispositivi IoT installati supereranno i 125 miliardi. Gli ecosistemi digitali saranno sempre più fondamentali per l’interpretazione dei dati e un miglior sviluppo degli impianti industriali, nonché delle performance e della competitività aziendale.

Concluso ieri l’evento digitale Progetto Industria 2021 – Automazione, Processo, Digitalizzazione

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Si è tenuto ieri l’Evento Digitale “Progetto Industria 2021 – Automazione, Processo e Digitalizzazione, settore chimica e farmaceutica”

Siamo sempre in prima linea quando si tratta del settore chimica-farmaceutico, il portale www.progettoindustria.com infatti ha organizzato e tenuto ieri l’Evento Digitale “Progetto Industria 2021 – Automazione, Processo e Digitalizzazione, settore chimica e farmaceutica”.

Gli interventi come sempre sono stati importanti contributi, utili e significativi portati da diversi esperti del settore e soprattutto dalle aziende VEGA Italia – https://www.vega.com/it-it https://www.vega.com/it-it TERRANOVA INSTRUMENTS https://www.terranova-instruments.com/ che hanno sponsorizzato l’Evento.

Hanno poi partecipato poi il Prof. Ferruccio Trifirò, Direttore della rivista La Chimica&L’Industria, che è organo ufficiale della SCI – Società Chimica Italiana – e Professore Emerito del Dipartimento Chimica Università di Bologna.

Il suo intervento specifico, dopo una breve introduzione all’inizio dei lavori, è stato relativo ad una panoramica sull’evoluzione dell’industria 4.0 nel settore chimico e petrolchimico, con particolare riferimento alle nuove parole che la digitalizzazione oggi impone, e alla loro funzione e significato nel processo industriale chimico. Per concludere, si è poi soffermato sull’esperienza diretta di BASF https://www.basf.com/it/it.html, azienda importante del comparto.

Mentre il Prof. Fabrizio Connicella, General Manager di OpenZone SpA e Zcube srl del gruppo ZAMBON FARMACEUTICA, ha raccontato la Sua interessante esperienza nella Digitalizzazione e Automazione nel Processo del settore Farmaceutico.

VEGA ITALIA ha presentato dal vivo la tecnologia di misura di livello radar per l’industria chimica grazie all’intervento della Dr. ssa Alessia Sanfilippo – Lead Generation Specialist e del Dr.  Alessio Cannizzo – Technical Inside Sales, che hanno saputo spiegare con naturalezza e semplicità funzionalità e potenzialità, caratteristiche peculiari e vantaggi nell’utilizzo degli strumenti VEGA Italia, mostrando proprio dal vero il processo, e quasi facendo toccare “con mano” lo strumento.

Per TERRANOVA INSTRUMENTS invece, è stato il Dr. Maurizio Petri a raccontarci l’azienda, facendo una rapida introduzione e addentrandosi poi nella specifica spiegazione, molto accurata e minuziosa dei TRASMETTITORI DI LIVELLO A BARRA DI TORSIONE, tra i prodotti punta di diamante dell’Azienda.

Per maggiori informazioni e dettagli, potete scoprire su questo stesso portale www.progettoindustria.com, tutto quello che volete sulle due aziende, sulla loro storia, i prodotti, le tecniche.

A chiusura dell’Evento on line la Dr.ssa Ilaria Bonetti – Responsabile Unit Innovazione e Progetti di Innovhub SSI, della Camera di Commercio di Milano, Monza e Lodi, ha illustrato Il Punto Impresa Digitale con tutti i Servizi per l’Automazione e Digitalizzazione a disposizione delle Piccole e Medie Imprese.

A breve, on line ci sarà il video dell’Evento e dei singoli interventi, sia sul portale www.progettoindustria.com che su www.ambientesostenibile.com e sul canale YouTube industriavideochannel.

Seguiteci sempre anche su Linkedin e sugli altri nostri profili social!

Evento Digitale “Industria di Processo 2021 – Automazione e Digitalizzazione” – 28 Aprile 2021

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Il prossimo 28 Aprile 2021, alle 14.30, su piattaforma Zoom, si terrà l’Evento Digitale Progetto Industria 2021 – Industria di Processo – Automazione e Digitalizzazione

Sarà molto interessante ascoltare Aziende ed Esperti del settore che raccontano il loro approccio nell‘industria di processo in ambito chimico e petrolchimico.

Le soluzioni  tecnologiche per rendere i processi industriali sostenibili e migliorarne le performance energetiche e di produzione e controllo.

In linea con il Green Deal Europeo, la produzione industriale sarà sempre più circolare, sostenibile e efficiente. Quali sono le opportunità di business e quali in futuro. Questi tra i temi principali, oltre alla digitalizzazione e automatizzazione del settore chimico, farmaceutico e oil&gas.

I CONCEPT

processing

– engineering

– digitalizzazione del processo

– business intelligence

– adaptative manufaturing

– l’importanza digitale e tecnologica in questo settore e in questo periodo

– i nuovi modelli di business

– le nuove competenze per l’Industria 4.0

– il problem solving

– l’adeguamento alle nuove misure cautelative e nuovi parametri di lavoro (smart working)

– novità e strumenti

Sarà molto interessante ascoltare direttamente dalle aziende, Industrie, PMI e le loro esperienze, ma soprattutto qual è stato e qual è anche adesso il loro approccio alla situazione attuale lavorativa, con nuove soluzioni, strategie, proposte, prodotti e servizi, attraverso una presentazione mirata e la condivisione in share screening.

MODALITA’: Registrazione su Piattaforma ZOOM e condivisione sul portale www.progettoindustria.com, sul canale YouTube industriavideochannel, su Linkedin (community di oltre 3.100 contatti qualificati nei settori coinvolti), e sugli altri profili social.

SPECIFICHE NEL DETTAGLIO

Automazione – Analisi e Controllo – Impianti e ingegneria di Processo – Digitalizzazione (servizi e trasformazione nell’industria) – Bussiness Intelligence e Intelligenza Artificiale  – Industry 4.0Ingegneria  –  Industria di ProcessoOil& Gas e Movimentazione Fluidi (pompe e valvole) – Smart ManufacturingSmart WorkingSoftware Industriale  – Tecnologia & Strumenti.

COMUNICAZIONE DIGITALE

Comunicazione dell’Evento sul portale attraverso un grande banner in home page, dal quale l’utente potrà accedere direttamente per avere maggiori dettagli sull’evento digitale e sui banner delle aziende, cliccando su ciascuna azienda potrà inoltre trovare (ed eventualmente scaricare) schede di prodotto, video, post, o altro ancora che l’azienda vorrà appunto mettere on line, programmandoci in tempo utile. Verranno inoltre inviate periodicamente delle newsletter al database di oltre 14.000 nominativi qualificati di Progettoindustria.com.

Iscrizione gratuita per partecipare all’Evento online e avere maggiori informazioni scrivendo una mail a promozione@progettoindustria.com

L’Emergenza Covid spinge la scelta su temi “green”

L’economia è sempre più green. Si tende a puntare sui Megatrend, ossia fenomeni di lungo periodo destinati a trasformare il mondo che conosciamo, dall’Ambiente al Digitale

L’Ambiente e le risorse naturali, le energie rinnovabili, i cambiamenti sociali e demografici con l’invecchiamento della popolazione, ma anche la tecnologia e l’energia pulita, e ancora la salute, la ricerca e il benessere delle persone.

L’emergenza sanitaria causata dal Covid-19, ha cambiato profondamente le abitudini e gli interessi del mondo intero, anche in campo economico, e sui risparmi della popolazione. Questi i temi a cui è rivolta oggi più che mai l’attenzione e l’interesse. Si sta spingendo sempre più ad investimenti sostenibili, e a tutti quei “Megatrend” ovvero quelle tematiche che consentono di investire sui fenomeni di lungo periodo, destinati a trasformare il mondo in cui viviamo, lavoriamo, consumiamo.

Un investimento oculato quindi sul nostro futuro e soprattutto su quello dei nostri figli e nipoti.

I Megatrend sono alla base di numerosi fondi, attivi e passivi, di gestioni assicurative e di piani pensionistici che combinano in genere varie tematiche e puntano su molteplici aziende per ridurre il rischio. Tra le società di gestione italiane che stanno maggiormente premendo l’acceleratore sul fronte Megatrend vi sono realtà come Fineco Bank, che propone il fondo dei fondi, FAM Megatrends con cinque tematiche di base, cioè: invecchiamento della popolazione, crescente scarsità d’acqua, veicoli elettrici, cambiamenti climatici e cure oncologiche. L’Associazione ANIMA invece punta in particolare sulla cosiddetta “Silver Economy” ovvero il cambiamento dei modelli di consumo e di trasformazione digitale. Sul fronte delle formule assicurative di investimento ci sono poi alcuni interessanti prodotti come GeneraValore del gruppo Generali Italia che propone di cogliere le opportunità del Megatrend demografici, di business, e investimenti sostenibili.

Le imprese, aziende e industrie, gli investitori in tutto il mondo, chiedono sempre di più sostenibilità per i propri investimenti, e anche in Italia si punta sempre più al risparmio gestito e in generale alle aziende a cui dare fiducia e denaro. Tra i fondi a cui si guarda con interesse, per esempio, c’è ESG- ENVIRONMENTAL (rispetto per l’ambiente) SOCIAL (attenzione al sociale) GOVERNANCE (buon governo) con una gestione aziendale in linea con i principi economici ma soprattutti con quelli etici.

Anche in Italia cresce l’offerta di prodotti sostenibili. Il Gruppo Poste Italiane, ad esempio, integra i principi ESG nei processi di investimento e di assicurazione. con il Fondo Poste Investo Sostenibile socialmente responsabile, che investe in un paniere di titoli selezionato con attenzione specifica ai fattori ambinetali, sociali e di governance e con un benchmark composto da indici che sono essi stessi sostenibili.

E ancora, si chiama Diamond Eurozone Office il fondo immobiliare tutto “green” che ha ottenuto la massima valutazione internazionale Gresb.

Anche il Mediolanum Flessibile Globale è diventato Flessibile Futuro Sostenibile e al tradizionale approccio gestionale affiancherà anche un approccio ESG con l’obiettivo di contribuire alla riduzione delle emissioni di carbone.

A ottobre scorso è stato lanciato inoltre il Best Brands Global Impact da Mediolanum International Funds, soluzione di investimento azionario globale che investe in aziende in grado di generare un impatto positivo in termini sociali e ambientali.

Il primo dottorato in intelligenza artificiale in Italia

Con l’anno accademico 2021-2022 partirà in Italia il primo dottorato in intelligenza artificiale.

Firmata la convenzione tra il Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr), l’Università Sapienza di Roma, il Politecnico di Torino, l’Università Campus Bio-Medico di Roma, l’Università Federico II di Napoli e l’Università di Pisa.

Lo rendono noto il Ministero dell’Università e della Ricerca (Mur) e il Cnr, presso il quale il Mur ha costituito un comitato per elaborare una strategia unitaria e realizzare un coordinamento nazionale, finanziando con 4 milioni di euro il Cnr e con 3,85 milioni di euro l’Università di Pisa.

Sono già disponibili 194 borse di studio, 97 cofinanziate dal Cnr e 97 cofinanziate dal Mur attraverso l’Università di Pisa.
L’investimento complessivo, con il co-finanziamento degli atenei, supererà i 15 milioni di euro.
“Si tratta di una grande opportunità per il nostro Paese. Con il dottorato in intelligenza artificiale l’Italia sarà più competitiva sulle tecnologie avanzate”, ha affermato il titolare del Mur, Gaetano Manfredi.

Complessivamente, il mercato dell’Intelligenza artificiale in Italia è agli albori, con una spesa in tecnologie nel settore di poche centinaia di milioni di euro l’anno. Lo studio McKinsey individua le possibilità di maggior sviluppo, e ritorno economico, in settori industriali strategici per il Paese come il manifatturiero, la robotica industriale e di servizio, l’agroalimentare.

“Si gioca qui una delle grandi sfide del nostro futuro”, ha detto il rettore della Sapienza, Eugenio Gaudio, “e per questo dobbiamo investire nella formazione e nella specializzazione dei giovani a partire da quei settori, come la robotica e l’Intelligenza artificiale, che costituiscono un’eccellenza del nostro Paese.

L’avvio di un dottorato nazionale potrà rappresentare il trampolino di lancio per progetti di grande impatto scientifico”. L’Università La Sapienza, sul tema, dal 2009 offre un corso in lingua inglese.

Uno studio sui lavori scientifici nel settore dell’Ai, basato su dati Scopus di Elsevier, posiziona l’Italia al decimo posto a livello mondiale come numero di pubblicazioni. Il loro impatto scientifico, però, ci colloca al quinto posto. “Il nostro Paese può sicuramente contare su un grande punto di forza: la qualità della sua ricerca scientifica”, ha detto il presidente del Cnr, Massimo Inguscio. “Dobbiamo ripartire dalla ricerca, digitale e intelligenza artificiale sono settori cruciali”.

Realtà Aumentata e Virtuale

“Il blocco degli spostamenti e la soppressione degli eventi causata dal Covid-19 hanno spinto le aziende a cercare soluzioni alternative per avere un contatto diretto con i clienti e replicare la realtà”: la riflessione di Roberto Del Ponte, senior manager di InfinityReply pubblicata su “Genio & Impresa” di Assolombarda apre le porte a un futuro sempre più digitale e innovativo delle aziende italiane

Lo sviluppo di tecnologie di realtà aumentata e virtuale può rappresentare una svolta singolare per molte applicazioni utili alle aziende.

Secondo uno studio di Klecha& Co, banca di investimento specializzata in tecnologia, a livello mondiale nel 2023 la spesa delle aziende per sistemi di realtà aumentata (Ar) e realtà virtuale (Vr) raggiungerà i 121 miliardi di dollari. In realtà, questi strumenti digitali non sono così futuristici come si potrebbe pensare, poiché “cataloghi, virtualmakeup, app per provare vestiti o accessori e filtri fotograficisono entrate dal telefono quasi in sordina, ma sono state accettate perché su uno strumento con cui si ha confidenza”, spiega Del Ponte.

Tuttavia, ci sono diverse barriere di accesso legate principalmente al software e all’hardware delle applicazioni aziendali, dai costi di sviluppo fino alla diffusione degli strumenti per poterne beneficiare.

Come suggerito da Del Ponte: “L’ideale sarebbe creare piattaforme che consentano alle aziende di predisporre in autonomia dei contenuti, consentendo così di semplificare il processo e di permettere ai nuovi sistemi di dialogare con programmi già esistenti nelle aziende”.

L’adozione di sistemi di computer vision e machine learning offrono la possibilità di riconoscere situazioni, processi, luoghi e di restituire informazioni all’utente che indossa il visore. Conclude Del Ponte: “Per quanto riguarda l’assistenza da remoto, stiamo pensando a dei visori olografici ancora più agili e comodi che consentiranno all’operatore che li indossa di tenere le mani libere. In questo modo i visori di Ar potranno essere adottati anche durante la formazione professionale, dove poter fare operazioni guidate sul campo diventerà più immediato e utile”.