Industria Chimica leader in sostenibilità ambientale

Migliorano tutti i parametri di sostenibilità ambientale.
Lamberti: i giovani studino la chimica per essere protagonisti dello sviluppo sostenibile


Le imprese chimiche in Italia hanno adottato in modo molto efficace i protocolli anti Covid-19: nel 2020 i contagi hanno pesato solo per il 4,6% sul totale degli infortuni nei luoghi di lavoro. In generale, il settore è comunque tra quelli con la più bassa incidenza di infortuni rispetto alle ore lavorate (8,4 per milione ore), migliore del 35% rispetto alla media manifatturiera (12,9 per milione ore). 

Anche nell’anno della pandemia la Chimica conferma la sua posizione di leadership in termini di sicurezza dei lavoratori e, in generale, di sostenibilità.  Lo rileva il 27° Rapporto annuale Responsible Care®, il Programma mondiale volontario di promozione dello sviluppo sostenibile dell’industria chimica, gestito in Italia da Federchimica, presentato oggi.

“Sono dati estremamente significativi, considerato che i nostri impianti hanno lavorato senza sosta durante il lockdown, garantendo al tempo stesso la fornitura di prodotti essenziali per la gestione dell’emergenza sanitaria e per la nostra vita quotidiana e i massimi livelli di protezione dei dipendenti contro il contagio da Covid-19”  ha osservato Paolo Lamberti, Presidente di Federchimica.

“L’impegno dell’Industria chimica  su questo fronte è testimoniato anche dalla proficua collaborazione tra INAIL e Federchimica, che prosegue da 15 anni: il più recente Protocollo, sottoscritto a fine 2019, sta portando risultati estremamente significativi. Federchimica ribadisce il massimo impegno per sviluppare iniziative condivise per supportare le imprese, che, pur messe a dura prova in questi mesi di drammatica emergenza, penso si siano dimostrate all’altezza”. 

Nel complicato contesto della pandemia il settore ha comunque migliorato le prestazioni, già ottime, rispetto a tutti gli indicatori di sostenibilità ambientale: i gas serra si sono ridotti del 62% e l’efficienza energetica è migliorata del 48% rispetto al 1990. Risultati rilevanti, già in linea con gli obiettivi dell’Unione europea al 2030. 

Sempre rispetto al 1990 le emissioni in atmosfera sono diminuite in media di oltre il 95% grazie a miglioramenti di processo e prodotto e a nuove tecnologie per la loro riduzione.
Migliora anche la gestione dei rifiuti: il riciclo è la prima modalità di trattamento ed equivale a quasi il 30% del totale. 

“Sono moltissime le innovazioni tecnologiche che il nostro settore è in grado di fornire per rendere più sostenibili i processi produttivi e i prodotti stessi, con un effetto virtuoso lungo tutte le filiere a valle. Penso al riciclo chimico, inserito nel PNRR come tecnologia strategica per valorizzare le materie plastiche, riutilizzandole” ha ricordato Lamberti.
“È solo uno tra i tanti esempi di come la chimica è, e sarà sempre più, portatrice di soluzioni alle sfide della transizione ecologica e del cambiamento climatico, interpretando le istanze ambientali con serietà e concretezza e andando oltre slogan semplicistici.

I giovani, che stanno dimostrando di avere giustamente a cuore il futuro del Pianeta, dovrebbero considerare percorsi di studio e professionali nella chimica per essere realmente protagonisti del cambiamento, lavorando a favore di una sostenibilità che contempli, oltre alla tutela ambientale, anche lo sviluppo sociale ed economico”. 

Alla manifestazione di presentazione del 27° Rapporto annuale Responsible Care® sono intervenuti: Franco Bettoni, Presidente INAIL; Raffaele Cattaneo, Assessore all’Ambiente e Clima Regione Lombardia; Paolo Pirani, Segretario Generale UILTEC – UIL, in rappresentanza di tutte le Organizzazioni Sindacali.; Filippo Servalli, Presidente Programma Responsible Care Federchimica.

Nel corso dell’evento è stato anche assegnato anche il Premio Responsible Care 2020. 

HANNO VINTO IL PREMIO RESPONSIBLE CARE 2020:

COSMOSOL S.r.l.

Per le innovazioni allo sviluppo di deodoranti aerosol sicuri ed eco-compatibili tramite:

  • la sostituzione dei sali di alluminio dalle formulazioni con  eliminazione del rischio di possibili dermatiti nei soggetti allergici;
  • l’utilizzo dell’azoto come propellente, che rende il prodotto non infiammabile e permette di ridurre drasticamente l’emissione di COV in ambiente domestico, nonché l’utilizzo di bombolette di alluminio di  minori dimensioni e quindi un minore utilizzo di materia prima, una migliore impronta di carbonio durante le fasi di produzione e trasporto, nonché una riduzione della produzione di rifiuti.

L’invenzione di Cosmosol è oggetto di richiesta di brevetto.

L.MANETTI-H.ROBERTS S.p.A 

Per lo sviluppo di packaging sostenibile in ottica di economia circolare di un’ampia gamma di prodotti cosmetici perseguendo obiettivi di riduzione complessiva dell’impatto ambientale e di maggiore circolarità degli imballaggi.
I principali risultati ottenuti hanno riguardato:

  • l’ottimizzazione e la riduzione del peso dell’imballaggio e, conseguentemente, la diminuzione delle materie prime utilizzate;
  • l’utilizzo di imballi prodotti con materie prime riciclate o provenienti da fonti rinnovabili;
  • l’impiego di packaging riciclabili.

L’attività sulla sostenibilità ambientale degli imballaggi si inserisce in un approccio di eco-design a 360° che comprende anche lo sviluppo di formulazioni sempre più eco-compatibili e sicure per il consumatore.
       

SOL S.p.A. 

Per l’applicazione del Protocollo Behaviour Based Safety alle operazioni di verifica pre-riempimento bombole.
SOL ha investito in salute e sicurezza nei luoghi di lavoro portando a compimento un progetto che consiste nell’applicazione del protocollo B-BS (Behaviour based Safety) alle operazioni di verifica pre-riempimento bombole in 37 unità del Gruppo SOL in cui si effettuano operazioni di riempimento di bombole e pacchi di bombole.
In particolare, è stato applicato il protocollo B-BS alle operazioni di verifica pre-riempimento bombole (ad es. controllo filettatura connessioni, controllo stato O-Ring). Sono state inoltre osservate le modalità di movimentazione manuale dei recipienti e l’utilizzo di DPI per la fase di riempimento. 
L’obiettivo principale, ossia  quello di ridurre gli infortuni e gli incidenti, è stato raggiunto attraverso l’analisi e l’eliminazione dei comportamenti non sicuri dei lavoratori, che si sono ridotti considerevolmente durante il periodo di osservazione.

Industria chimica, un settore strategico per l’economia circolare

L’industria chimica è un settore indispensabile” – ha dichiarato Paolo Lamberti, “anche l’emergenza Covid-19 lo ha chiaramente dimostrato. Il Governo ne tenga conto nelle scelte imminenti per uscire dalla crisi”



Nel corso dell’Assemblea di Federchimica, Lamberti ha ricordato che sin dal primo lockdown, il settore non ha mai interrotto la produzione in quanto fornitore essenziale lungo le catene del valore (“una infrastruttura tecnologica”) ma anche produttore di manufatti di estrema necessità, che vanno dai gas medicinali – in particolare dall’ossigeno – ai disinfettanti, a tutte le materie prime per realizzare maschere, guanti, camici e visiere, che hanno iniziato a scarseggiare fin dall’inizio dell’emergenza. “Le nostre imprese – ha proseguito Lamberti – hanno moltiplicato gli sforzi di produzione e sostenuto concretamente la Protezione Civile Nazionale e alcune Regioni nel rintracciare questi prodotti e nel renderli disponibili laddove necessario”.

L’industria chimica in Italia, oltre 2.800 imprese che impiegano circa 112.000 addetti, con un valore della produzione pari a 55 miliardi di euro (e una quota di export del 56%) è il terzo produttore europeo e il dodicesimo al mondo

Il settore chiude il 2020 con una produzione in calo del 9%: un dato che, seppure in forte diminuzione, evidenzia una maggiore tenuta rispetto all’industria in generale. 

Pesa la contrazione senza precedenti dell’attività di numerosi settori clienti, che ha inevitabilmente condizionato anche la domanda di chimica.

La seconda ondata di contagi rischia di interrompere bruscamente il percorso di recupero intrapreso durante i mesi estivi e già nel quarto trimestre si intravedono alcuni segnali di indebolimento.


“Le prospettive per il 2021 rimangono estremamente incerte e non potremo certamente aspettarci un pieno recupero rispetto alle perdite registrate nel 2020. 
L’incertezza ostacola le decisioni di acquisto dei clienti, che si manifestano in modo molto frammentario e discontinuo. Di conseguenza, nel 2021 possiamo ipotizzare il ritorno a una moderata crescita della produzione chimica, intorno al 4%.


Nel corso della sua relazione, Lamberti ha sottolineato le solide prospettive occupazionali che l’industria può offrire. 

I giovani rappresentano il 20% dell’occupazione e quasi un addetto su quattro è laureato, a fronte di una media industriale di circa uno su dieci.



I contratti a tempo indeterminato sono la stragrande maggioranza (il 95%) e negli ultimi 4 anni il settore ha generato oltre 6.000 nuovi posti di lavoro e l’occupazione evidenzia una buona tenuta anche nel 2020: dunque – nonostante l’innalzamento dell’età pensionabile le criticità già evidenti a fine 2019 – le imprese chimiche stanno investendo nel capitale umano, anche per dotarsi di nuovi competenze in ambiti strategici quali la ricerca e la digitalizzazione.

“Come imprese chimiche – prosegue Lamberti – dobbiamo essere consapevoli che il nostro contributo alla ripresa sarà fondamentale, soprattutto per rendere possibile quella rivoluzione ambientale di cui tanto si parla. 


“Gli ambiziosi obiettivi del Green Deal europeo, che impatteranno significativamente sui modelli di offerta e sui comportamenti di consumo, potranno essere conseguiti anche grazie alla forte e pervasiva spinta verso l’innovazione tecnologica che la Chimica è in grado di produrre.


Siamo il primo settore industriale per quota di brevetti ambientali, pari al 40% del totale. Abbiamo perciò un ruolo determinante nelle tecnologie per la gestione ambientale (emissioni inquinanti, rifiuti e suolo), la conservazione e disponibilità di acqua e la mitigazione del cambiamento climatico.   


“Senza dimenticare – prosegue Lamberti – lo sviluppo di competenze tecnologiche all’avanguardia, quali le fonti rinnovabili e le biotecnologie industriali, il riciclo chimico e la chimica da rifiuti, l’impegno nella progettazione sostenibile e circolare dei prodotti, lo sviluppo di tecnologie innovative per l’efficienza energetica degli edifici, per una mobilità ecosostenibile, per la cattura, lo stoccaggio e il riutilizzo della CO2 e per l’idrogeno pulito.


“Proprio per il vasto e multiforme contributo di conoscenze che la Chimica è in grado di fornire, Federchimica crede fortemente nel cosiddetto approccio “One Health”, secondo il quale la salute umana, quella animale e la protezione dell’ambiente sono ambiti strettamente interconnessi, e la Ricerca deve e dovrà tenerne conto. 

“Ci aspettiamo – conclude Lamberti – che il cosiddetto Piano di Ripresa e Resilienza, superate le tante divisioni, abbia un forte orientamento industriale, per favorire richieste funzionali al rilancio. Chiediamo che si tenga conto delle esigenze dell’industria chimica, settore strategico, altamente specializzato, per sua natura portato al cambiamento e da sempre orientato alla centralità delle risorse umane, nonché in continuo miglioramento nel produrre in modo sostenibile e circolare”.

FEDERCHIMICA Responsible Care: il bilancio di sostenibilità dell’industria chimica in Italia

rapporo responsible care federchimica

Un’industria indispensabile e da lungo tempo orientata alla sostenibilità: è il ritratto che emerge dai dati del 26esimo Rapporto Responsible Care, il programma volontario mondiale che, per la Chimica in Italia, è curato da Federchimica

“Seppure in un clima di grave preoccupazione e incertezza, ritengo sia significativo condividere i risultati conseguiti dall’industria chimica in termini di sostenibilità – ha premesso Paolo Lamberti, Presidente di Federchimica.

“Anche quest’anno i dati sono molto positivi e incidono sulle prestazioni, già eccellenti, ottenute nella tutela di salute, sicurezza e ambiente; in tutti questi ambiti, e non solo, ci posizioniamo ai più alti livelli rispetto alla media manifatturiera”.

Secondo il Rapporto, l’industria chimica si conferma un comparto virtuoso nella sicurezza e nella salute dei dipendenti, con un bassissimo numero di infortuni e malattie professionali che, rispetto alle ore lavorate, sono diminuiti al ritmo medio annuo rispettivamente del 3,7% e del 5,4% dal 2010.

Sotto il profilo ambientale, il settore è già in linea con gli obiettivi dell’Unione europea sui cambiamenti climatici al 2020 e al 2030. Rispetto al 1990, ha ridotto i gas serra del 54% e l’efficienza energetica è migliorata del 49% rispetto al 2000. Le emissioni in atmosfera e gli effluenti negli scarichi idrici si sono drasticamente ridotti del 97% e del 77%.

L’industria chimica è fortemente impegnata nel perseguimento dell’economia circolare: lo testimonia, ad esempio, la quantità di rifiuti generati a parità di produzione, diminuita del 7,7% rispetto al 2017; il riciclo è tra le prime modalità di smaltimento (26,8% in netto aumento) e solo per il 4,8% si ricorre alla discarica.

“Il nostro impegno, comunque, non si ferma: l’industria chimica continua, oggi e in futuro, a investire in sostenibilità per confermarsi infrastruttura tecnologica a favore delle filiere a valle, senza penalizzare, anzi aumentando, la produttività”.

Nel lockdown di primavera l’industria chimica non ha fermato la produzione “a riprova – ha commentato Lamberti – di quanto i nostri prodotti siano essenziali e, in moltissimi casi, decisivi per affrontare la pandemia: forse, per la prima volta da molto tempo, tutti abbiamo compreso l’indispensabilità della Chimica per la salute anzitutto, ma anche per il benessere e la qualità della nostra vita.

“Questa nuova consapevolezza deve essere valorizzata con una politica industriale strutturata sul medio/lungo periodo, basata su ricerca, sviluppo e innovazione, che tuteli la competitività delle nostre imprese e di tutti i – tantissimi – settori manifatturieri che basano la proprie performance di prodotto sulla qualità innovativa della Chimica”.

“Lo sviluppo sostenibile, di cui l’industria chimica si dimostra pioniera nei fatti, si confermerà uno dei principali motori di innovazione e cambiamento del post-Covid: basti pensare alle politiche dell’Unione europea sul Green Deal oppure al Recovery Fund, che pone tra i requisiti degli stanziamenti la lotta ai cambiamenti climatici, l’economia circolare, la transizione verso forme di energia più pulite.

“Il 2021 e gli anni a venire – ha concluso Lamberti – sono difficili da immaginare oggi: la speranza è poter tornare al più presto a una solida ripresa economica, che possa anche dare una forte accelerazione verso lo sviluppo sostenibile e la digitalizzazione. Serve uno sforzo congiunto e un impegno continuo: l’industria chimica è pronta a fare la propria parte”.

Nel suo intervento conclusivo Franco Bettoni, Presidente INAIL, ha dichiarato: “L’Istituto crede fortemente nella validità della collaborazione con Federchimica”.

“Con la sottoscrizione dell’ultimo Protocollo d’intesa, siglato a dicembre 2019, gli impegni presi da INAIL e Federchimica risultano rafforzati attraverso la realizzazione, entro il 2022, di nuovi progetti di elevato interesse per le imprese chimiche per diffondere la cultura della prevenzione e della sicurezza in modo pervasivo.

Le attività dell’Istituto, nell’ambito dell’accordo, continueranno a puntare su una serie di elementi: analisi statistica; valorizzazione delle buone pratiche di comportamento affinché non vengano sottovalutati i rischi lavorativi; raccolta dei dati legati ai “quasi incidenti”; utilizzo delle nuove tecnologie per migliorare l’individuazione delle cause di pericolo e un rafforzamento delle iniziative di informazione e formazione”.

“Nella fase post-covid – ha concluso Bettoni – dobbiamo mettere in campo azioni qualificanti: accompagnare il lavoratore nei percorsi professionali, porre al centro della cultura aziendale la sicurezza dei lavoratori, rivitalizzare il dialogo sociale, incentivare una crescita economica rispettosa dell’ambiente e adottare efficaci strategie di prevenzione per contrastare gli infortuni sul lavoro”.

Sono intervenuti: Raffaele Cattaneo, Assessore all’Ambiente e Clima Regione Lombardia; Marco Falcinelli, Segretario Generale FILCTEM-CGIL; Filippo Servalli, Presidente Programma Responsible Care Federchimica.

Biotech sempre più di peso nella bioeconomia mondiale

bioeconomia e biotech

Il biotech rappresenta oggi un settore importantissimo che, secondo le stime dell’Ocse, nel 2030 avrà un peso enorme nell’economia mondiale: saranno, infatti, biotech l’80% dei prodotti farmaceutici, il 50% dei prodotti agricoli, il 35% dei prodotti chimici e industriali

Nonostante l’Italia sia sul podio per il numero di progetti di qualità nel settore delle biotecnologie, è importante interconnettere settori e attori, coinvolgendo, ad esempio, per quanto riguarda la filiera agroalimentare, gli  agricoltori in prima persona, al fine di comprendere al meglio le sfide e fissare obiettivi su base scientifica. Per questo motivo, Assobiotec Federchimica sta lavorando insieme ai partecipanti del gruppo di lavoro alla creazione di un nuovo modello di sviluppo sostenibile.

La creazione di filiere e catene di valore a basso impatto, la collaborazione pubblico e privato per ottenere processi più efficienti, l’analisi delle criticità come la qualità dei prodotti, i costi e l’importanza di creare un dialogo tra chimica e biochimica sono solo alcune delle necessità emerse  per creare una bioeconomia circolare di reale innovazione.

Al tavolo di lavoro dello scorso 14 settembre ne hanno parlato, tra gli altri, Luigi Capuzzi, Research & Development Director Novamont, Fabio Fava, Coordinatore del “Gruppo di Coordinamento nazionale per la Bioeconomia” presso il Comitato Nazionale per la Biosicurezza, le Biotecnologie e le Scienze della Vita (CNBBSV) della Presidenza del Consiglio dei Ministri e Professore ordinario di Biotecnologie industriali ed ambientali presso la Scuola di Ingegneria dell’Università di Bologna, Deborah Piovan, Portavoce Cibo per la mente, Mauro Provezza, Industrial director di Bayer CropScience, Filippo Servalli, Corporate Innovation & Research Manager di RadiciGroup, Elena Sgaravatti, Consiglio di Presidenza Assobiotec-Federchimica e Ceo DemBiotech.

“Le biotecnologie rappresentano una leva di innovazione importantissima per la Salute del pianeta, centrale per il settore agricolo e industriale, in un’ottica che mette insieme sviluppo economico e tutela dell’ambiente – ha affermato Elena Sgaravatti, del Consiglio di Presidenza Assobiotec-Federchimica e Ceo DemBiotech – Le biotecnologie industriali sono una tecnologia chiave per lo sviluppo economico attuale e futuro. Occorre, oggi più che mai, andare avanti con un piano d’azione che non prescinda dagli investimenti in ricerca e innovazione e che assegni alle biotecnologie il loro ruolo di vero e proprio motore di una bioeconomia circolare per una ripartenza sostenibile. L’emergenza Covid ci ha insegnato quanto sia fondamentale incrementare la produzione nazionale e limitare sempre più le importazioni dagli altri Paesi. Dobbiamo sviluppare in questo senso strategie precise che facciano sì che, anche a livello culturale, vengano accettate alternative sostenibili dal punto di vista ambientale ma anche economico e sociale”.

Il progetto su un doppio binario

Il progetto “Biotech, il futuro migliore – Per la nostra salute, per il nostro ambiente, per l’Italia” si muove su un doppio binario. Da una parte, la costruzione di una visione condivisa con i principali attori delle Istituzioni competenti, base indispensabile per poter mettere a disposizione dei decisori nazionali e regionali un piano d’azione concreto per lo sviluppo del settore biotech in Italia. Dall’altra, creare maggiore conoscenza e consapevolezza su queste tecnologie attraverso una comunicazione più divulgativa.

Successivi al tavolo di lavoro dedicato a “Premesse programmatiche e rafforzamento dell’ecosistema” di giugno, all’incontro di luglio sulle Scienze della Vita e questo di settembre sulla Bioeconomia i prossimi appuntamenti, sono in programma per lunedì 12 ottobre 2020 con in agenda la riunione plenaria per “Condivisione e validazione contenuti emersi nei lavori dei diversi gruppi.

L’evento conclusivo avrà luogo il 9 novembre 2020. Composto da una plenaria e alcuni workshop verticali, avrà l’obiettivo di avvicinare il grande pubblico – con particolare riferimento ai giovani – al valore delle biotecnologie e alla filiera del biotech. L’appuntamento sarà inoltre l’occasione per presentare il Manifesto e il Documento di Posizione (con dati, percorsi, sfide, difficoltà, relazioni, scenari, visione e proposte concrete) condivisi con le istituzioni, da mettere a disposizione del Governo per valorizzare la filiera del biotech per il futuro di un’Italia più in salute e più sostenibile.

Il progetto “Biotech, il futuro migliore – Per la nostra salute, per il nostro ambiente, per l’Italia” è realizzato da Assobiotec Federchimica con il supporto di StartupItalia e grazie al sostegno di AbbVie, Alexion, Bayer, Bristol-Myers Squibb, Daiichi Sankyo, Dembiotech, DiaSorin, Genenta, Genextra, MolMed, Novartis, Qiagen, Rottapharm Biotech, Sanofi e UCB Pharma.

L’industria chimica in Italia, è essenziale e contiene le perdite

industria chimica italiana

Nel 2020 l’industria chimica in Italia non ha subito direttamente gli effetti del lockdown in quanto, salvo limitate eccezioni, è stata riconosciuta quale attività essenziale


Ha, infatti, garantito con continuità la fornitura di materiali e beni fondamentali per affrontare l’emergenza sanitaria: gas medicinali, reagenti e principi attivi farmaceutici, disinfettanti e prodotti per l’igiene personale e degli ambienti, tessuti‐non‐tessuti per le mascherine e i dispositivi di protezione individuale.

L’industria chimica in Italia è previsto che chiuda il 2020 con un calo della produzione del 10% circa, in presenza di rischi al ribasso nel caso di una seconda ondata di contagi.  Non essendo soggetta a lockdown, gli spazi di recupero saranno dettati dalla domanda, attesa in lento rialzo.


L’EU Recovery Fund rappresenta un’importante opportunità per supportare la ripresa e il processo di trasformazione ambientale in Italia, mobilitando ingenti risorse pubbliche accanto a quelle private.


L’industria chimica dovrebbe vedere riconosciuto il suo ruolo strategico in virtù della natura essenziale dei suoi prodotti, delle competenze inerenti la trasformazione e la gestione della materia e della sua capacità di sviluppo tecnologico indispensabile per tutte le filiere industriali.


Tantissimi sono, infatti, gli ambiti che vedono la chimica in prima linea: basti pensare alle biotecnologie industriali, nelle quali l’Italia vanta una posizione di avanguardia, all’impegno nella progettazione sostenibile e circolare dei prodotti e allo sviluppo di tecnologie innovative per l’efficienza energetica degli edifici, per una mobilità ecosostenibile, per il riciclo chimico, per la cattura, lo stoccaggio e il riutilizzo della CO2 e per l’idrogeno pulito.

Fonte: Federchimica

Chimica-farmaceutica: l’accordo F.O.R. WORKING

accordo federchimica

L’esperienza di lavoro da remoto, maturata a causa dell’emergenza Coronavirus e le trasformazioni in atto nell’organizzazione del lavoro connesse alla digitalizzazione hanno indotto Federchimica, Farmindustria e le Organizzazioni Sindacali dei settori chimica-farmaceutico ad affrontare in modo pragmatico e innovativo il tema delle nuove modalità di lavoro

Le Parti firmatarie del CCNL chimica-farmaceutica, nel solco del sistema partecipativo di Relazioni industriali settoriale, hanno condiviso la necessità di agevolare anche con uno strumento moderno la gestione dei cambiamenti in atto, tenendo conto delle esperienze aziendali di Smart working già maturate e della necessità di coniugare gli aspetti della flessibilità, della sicurezza, del miglioramento della qualità del lavoro e dell’equilibrio tra attività professionale e vita privata.

A tal fine  le Parti sociali del settore chimico-farmaceutico hanno convenuto sulla necessità di preservare la flessibilità tipica della modalità di lavoro agile e, al contempo, di rendere disponibile per le imprese e i lavoratori una modalità evoluta di Smart working: il F.O.R. WORKING (Flessibilità Obiettivi Risultati).

Le Parti firmatarie si sono impegnate a definire un moderno rapporto di lavoro subordinato, caratterizzato da aspetti innovativi nella gestione dei tempi e dei luoghi, da obiettivi condivisi e risultati realizzati, finalizzato a garantire e migliorare efficienza organizzativa, produttività, salute e sicurezza dei lavoratori, bilanciamento vita/lavoro, impatto sociale e ambientale in linea con l’obiettivo condiviso dello sviluppo sostenibile formalizzato nel CCNL.

Federchimica, Farmindustria e le Organizzazioni Sindacali settoriali hanno quindi definito un percorso congiunto di approfondimento nell’ambito dell’Osservatorio nazionale, che porterà alla realizzazione, entro il dicembre 2020, di specifiche Linee guida utili, in primo luogo, ad agevolare il salto culturale necessario per entrambe le Parti e identificare gli elementi che contraddistinguono il F.O.R. WORKING.

I lavori di approfondimento serviranno anche per individuare il perimetro dei diritti/doveri delle Parti e le modalità per garantire sempre una partecipazione e integrazione reale alla vita aziendale, in modo particolare attraverso adeguati percorsi di formazione, al fine di non far mai perdere il valore anche sociale dell’impresa nel suo complesso.

Le Linee guida settoriali potranno, laddove ritenuto opportuno, agevolare una fase sperimentale a livello aziendale che potrà contribuire a delineare per tempo le necessarie scelte in vista del rinnovo contrattuale del 2022.

“KETBIO” la valorizzazione e lo sfruttamento delle biotecnologie industriali

ketbio

Il progetto “KETBIO” è promosso in Italia da SC Sviluppo chimica S.p.A., società di servizi interamente controllata da Federchimica.

Il portale web www.ketbio.eu rappresenta una piattaforma collaborativa nata per promuovere la reciproca conoscenza degli stakeholders europei – sia pubblici, come le Università, sia industriali – nel campo dell’industrial biotech. 

In questa piattaforma online, il cui accesso è gratuito, i potenziali interessati – in primis scienziati e ricercatori pubblici e privati, ma anche finanziatori ed amministratori pubblici – possono promuovere congiuntamente l’avvio di iniziative di collaborazione per l’utilizzo delle biotecnologie industriali. 

Di seguito i prossimi appuntamenti online:

Mercoledì 18 marzo ore 15.00

Webinar – Lombrichi, pulci d’acqua e batteri: lo sviluppo tecnologico al servizio del trattamento decentralizzato delle acque reflue

Garantire la disponibilità e la sostenibilità della gestione delle acque e dei servizi igienico-sanitari rappresenta una delle maggiori sfide globali di questo secolo. L’accesso all’acqua potabile è un diritto di tutti e le limitazioni all’accesso di risorse idriche potrebbero essere causa di crisi e conflitti regionali, mentre ci sono ancora 4,2 miliardi di persone che vivono senza servizi igienico-sanitari gestiti in sicurezza.
Durante il prossimo webinar di KETBIO, gli esperti del progetto INNOQUA H2020 presenteranno la loro proposta di innovazione per rispondere a questa importante sfida: un sistema modulare per il trattamento delle acque, basato sulla capacità depurativa dei microrganismi biologici (lombrichi, zooplancton e microalghe), che attualmente opera in condizioni reali presso gli 11 impianti dimostrativi dislocati tra Europa, Asia, Africa e Sud America.
La soluzione proposta da INNOQUA può adattarsi alle esigenze specifiche e ai fabbisogni di diverse situazioni di mercato che si possono presentare nel mondo, a livello locale. Infatti, ha dimostrato di potersi applicare in una varietà di luoghi come aree rurali, strutture agricole o quartieri urbani, hotel e insediamenti informali. Sebbene il sistema INNOQUA sia particolarmente rilevante per gli utenti dei Paesi in via di sviluppo, ha anche un grande mercato potenziale nel aree più sviluppate del Pianeta.

La partecipazione è gratuita previa registrazione sul portale di KETBIO

Giovedì 19 Marzo 2020 ore 10.00-15.00

KETBIO Online Marketplace

Il KETBIO Online Marketplace sperimenta un nuovo formato per l’evento virtuale di networking che combina insieme la presentazione di innovazioni nel campo dell’Industrial Biotech da parte di esperti tecnologici, discussioni, riunioni one-to-one (partnering) e l’offerta e la domanda di tecnologie o competenze industriali necessarie per lo sfruttamento commerciale.
Che tu sia in possesso delle competenze tecnico-scientifiche e sia alla ricerca di un partner industriale per la commercializzazione di un’idea innovativa, che tu sia interessato a determinati sviluppi tecnologici di interesse per l’impresa in cui operi, o che tu sia un ricercatore interessato a capire come promuovere e sviluppare la sua startup, o ancora uno stakeholder incuriosito dagli sviluppi del biotech industriale, e per questo interessato ad esplorare le opportunità offerte da questa frontiera tecnologica, l’hub KETBIO con tutte le sue notizie, gli eventi ed incontri virtuali e e le altre opportunità di servizio e collaborazione proposte dagli iscritti, è il luogo virtuale adatto per te.

Martedì 24 Marzo 2020 ore 11.00

Webinar – Dalle acque reflue ai nuovi valori di bioeconomia utilizzando soluzioni innovative a base biologica 

Il 10° webinar di KETBIO si concentra sulle tecnologie di trattamento delle acque reflue che utilizzano soluzioni “biobased”, sviluppate nell’ambito dei seguenti progetti H2020: iMETland e NextGen.
Durante il webinar, il prof. Abraham Esteve-Núñez di IMDEA Water presenterà il dispositivo iMETland che purifica le acque reflue urbane senza dover sopportare costi energetici e consente il controllo da remoto del sistema di trattamento delle acque reflue grazie ai segnali elettrici generati dai batteri. Il cuore dell’innovazione è la combinazione di batteri elettroattivi con un materiale elettroconduttivo, che porta a tassi di depurazione 10 volte più elevati rispetto ai metodi tradizionali.
Il secondo relatore, Alexandre Bredimas di Strane Innovation, illustrerà come l’applicazione combinata di diverse soluzioni tecnologiche (rientranti nel concetto di “economia circolare”) possa consentire di raggiungere condizioni di equilibrio economico-finanziario nella gestione del settore idrico. L’approccio include tecnologie di trattamento avanzate, stoccaggio ispirato alla natura, estrazione e riutilizzo di nutrienti innovativi e gestione e recupero di energia dagli impianti di trattamento.

La partecipazione è gratuita previa registrazione sul portale di KETBIO