Nel 2020 l’industria chimica in Italia non ha subito direttamente gli effetti del lockdown in quanto, salvo limitate eccezioni, è stata riconosciuta quale attività essenziale
Ha, infatti, garantito con continuità la fornitura di materiali e beni
fondamentali per affrontare l’emergenza
sanitaria: gas medicinali, reagenti
e principi attivi farmaceutici, disinfettanti e prodotti per l’igiene personale
e degli ambienti, tessuti‐non‐tessuti per le mascherine e i dispositivi di
protezione individuale.
L’industria chimica in Italia è previsto che
chiuda il 2020 con un calo della produzione del 10% circa, in presenza di
rischi al ribasso nel caso di una seconda ondata di contagi. Non essendo
soggetta a lockdown, gli spazi di recupero saranno dettati dalla domanda,
attesa in lento rialzo.
L’EU Recovery Fund rappresenta
un’importante opportunità per supportare la ripresa e il processo di
trasformazione ambientale in Italia, mobilitando ingenti risorse pubbliche
accanto a quelle private.
L’industria chimica dovrebbe vedere
riconosciuto il suo ruolo strategico in virtù della natura essenziale dei suoi
prodotti, delle competenze inerenti la trasformazione e la gestione della
materia e della sua capacità di sviluppo
tecnologico indispensabile per tutte le filiere industriali.
Tantissimi sono, infatti, gli ambiti che vedono la chimica in prima linea: basti
pensare alle biotecnologie industriali,
nelle quali l’Italia vanta una posizione di avanguardia, all’impegno nella progettazione sostenibile e circolare dei
prodotti e allo sviluppo di tecnologie innovative per l’efficienza energetica degli edifici, per una mobilità ecosostenibile, per il riciclo chimico, per la
cattura, lo stoccaggio e il riutilizzo della CO2 e per l’idrogeno pulito.
Fonte: Federchimica