Misura di temperatura senza contatto

Optris, azienda tedesca specializzata in tecnologie di misura della temperatura senza contatto e rappresentata nel mercato italiano da Luchsinger srl, ha lanciato la prima termocamera industriale Xi. Un dispositivo innovativo, che fonde i vantaggi derivati dalla precisione delle termocamere con quelli legati alla resistenza di un pirometro

Termocamere serie Xi: le specifiche tecniche

La serie Xi, compatta nelle dimensioni, appare subito resistente e adatta alle applicazioni di misura in campo industriale.

Tutti i modelli hanno un diametro di 36 mm e una lunghezza di 100 mm. Il peso che varia dai 216 ai 220 grammi a seconda dell’ottica selezionata.

A differenza delle serie ad alte prestazioni PI, con ottica intercambiabile, i modelli Xi presentano un’ottica fissa con messa a fuoco motorizzata, selezionabile tra diversi campi visivi per adattare lo strumento alla propria applicazione.

Parlando di prestazioni, le termocamere Xi operano in diversi campi di misura che variano da -20 fino a 1.700°C (Xi 400 MT). La risoluzione ottica varia invece dagli 80 x 80 pixel (Xi 80) ai 382 x 288 pixel (Xi 400).

Misura efficace senza riposizionamento

La nuova Xi 410 dispone di una veloce interfaccia Ethernet e può essere alimentata via PoE. Ciò ne facilita l’installazione, anche a grande distanza dal PC di controllo.

La funzione integrata spot finder, per la ricerca automatica del punto caldo o freddo, comune per tutta la serie Xi, viene utilizzata per misurare con efficacia oggetti in movimento senza dover riposizionare la termocamera. Se la connessione di rete viene interrotta o se il PC collegato presenta un problema, la termocamera passa immediatamente in modalità stand-alone per mantenere continuità nella misura e nel rilevamento di anomalie.

Le termocamere Xi dispongono infine di uscite analogiche e digitali. Inoltre, è possibile definire più aree di misura nella ripresa, di cui 9 con uscite analogiche in funzionamento autonomo.

Tutte queste ed altre caratteristiche rendono la serie Xi di Optris uno strumento unico nel panorama delle misure di temperature nel campo dell’automazione industriale.

Ne sono un esempio le numerose applicazioni gestite dai tecnici della Luchsinger srl per risolvere le problematiche di misura dei propri clienti.

Riscaldamento e raffrescamento industriale: impianti a pannelli radianti

L’impianto di riscaldamento radiante, a pavimento, soffitto o parete, sfrutta il fenomeno del trasferimento del calore ad irraggiamento, garantendo un elevato livello di comfort negli ambienti climatizzati. Si tratta di una soluzione efficiente che favorisce il risparmio energetico. Ecco i vantaggi e le differenze tra i diversi impianti radianti

Il riscaldamento e il raffrescamento a pavimento sono una soluzione impiantistica per la distribuzione del caldo e del freddo all’interno di un ambiente. Nelle nuove realizzazioni e in caso di ristrutturazione, spesso sostituiscono i vecchi radiatori, assicurando comfort e risparmio energetico.

Gli impianti di riscaldamento e raffrescamento a pannelli radianti sono tra le tecnologie più efficienti nei sistemi di climatizzazione: funzionano per irraggiamento e quindi distribuiscono calore in maniera omogenea; sono sistemi emissivi a bassa temperatura (a differenza dei termosifoni) e questo permette di abbassare i consumi e di aumentare l’efficienza dell’abitazione e la sua classe energetica; trattandosi di sistemi privi di correnti, non generano polveri, garantendo ambienti più salubri, sono silenziosi e sia il caldo che il fresco si percepiscono velocemente; possono essere integrati con impianti già esistenti (pompe di calore, caldaie, sistemi di ventilazione meccanica controllata) e sono idonei a tutti i generi di edifici.

Impianti radianti a pavimento: cosa sono e come funzionano

Un sistema di riscaldamento a pannelli radianti prevede la presenza di un generatore di calore, un fluido termovettore e, appunto, un terminale di emissione del calore.

I sistemi di riscaldamento radianti hanno, in realtà, origini più antiche di quanto si possa pensare. Il principio che sta alla base degli impianti radianti a parete, soffitto o pavimento, infatti, era lo stesso che i romani usavano per riscaldare le abitazioni, grazie ad un camino che riscaldava dell’aria fatta circolare in apposite intercapedini di muri e pavimenti dell’abitazione. Il sistema si è certamente evoluto e oggi sono disponibili sul mercato tecnologie efficienti e adatte alle esigenze più variegate.

Gli impianti a pannelli radianti possono essere collocati sia a soffitto che a parete, ma la soluzione maggiormente diffusa ad oggi è quella dell’impianto radiante a pavimento.

I sistemi radianti a pavimento sono soluzioni impiantistiche particolarmente indicate quando si vuole contare su un sistema di climatizzazione efficiente. L’impianto si compone di tubazioni di piccole dimensioni, disposte a serpentina sull’intera superficie del solaio, per la circolazione del fluido termovettore, che possono essere integrati nel massetto, nell’intonaco o nel cartongesso di un controsoffittoAl di sotto delle serpentine, poi, si posa un pannello isolante, in modo da evitare che il calore emesso dalle tubazioni sia disperso verso il solaio. Per facilitare l’installazione ci sono anche pannelli prefabbricati completi di tutti gli elementi e già predisposti per ospitare le serpentine. Generalmente l’impianto prevede la posa di pannelli radianti che contengono tubi a serpentina.

Si sono diffuse molte soluzioni con spessori altamente ridotti, in modo da permettere l’installazione anche nei casi di ristrutturazione in cui i locali non sono molto alti.

Il funzionamento del sistema di riscaldamento a pannelli radianti si basa sul fenomeno dell’irraggiamento, che permette lo scambio di calore tra corpi solidi senza dover riscaldare l’aria.

Per funzionare, non è necessario che i pannelli radianti raggiungano temperature particolarmente elevate, ma anzi lavorano a basse temperature, mediamente intorno ai 30/35°.

Nella maggior parte dei casi, questo impianto si combina con una pompa di calore, in quanto si massimizzano i benefici in termini energetici, visto che entrambi lavorano in modo efficiente a bassa temperatura. Nulla vieta, comunque, di installare una caldaia a condensazione.

Infine, è bene sapere che quando si parla di pannelli radianti sarebbe opportuno fare una distinzione tra quelli che si compongono come appena descritto, quindi impianti ad acqua a circuito chiuso, e quelli costituiti da resistenze elettriche.

In questo caso, non è necessario combinare un altro generatore per il riscaldamento dell’acqua, anche se il meccanismo di diffusione del calore è lo stesso, basato sul principio dell’irraggiamento.

Anche il raffrescamento, a pavimento

Tra i vantaggi offerti dai sistemi radianti, che oltretutto assicurano una diffusione uniforme del calore e massimo comfort, c’è anche la possibilità di utilizzare il medesimo impianto sia per il riscaldamento, che per il raffrescamento.

Si tratta di un’alternativa ai classici condizionatori e funziona sempre grazie al principio dell’irraggiamento. In modalità raffrescamento, nelle serpentine scorre liquido refrigerato, in questo caso solo grazie alla pompa di calore installata. Di conseguenza, il corpo caldo che cede calore è proprio l’ambiente da raffrescare.

È importante sapere che per far funzionare il sistema radiante sia in modalità riscaldamento, che raffrescamento, è necessario progettare adeguatamente il sistema fin dal principio, scegliendo materiali adeguati e predisponendo in modo corretto tutti i componenti, inclusi i collettori.

I vantaggi dei sistemi radianti a pavimento

Il risparmio energetico, ormai, è uno dei temi principali quando si parla di nuove costruzioni e di ristrutturazioni. I pannelli radianti a parete, pavimento o soffitto permettono, appunto, di ridurre i consumi energetici necessari a scaldare un ambiente, perché il fluido termovettore (ad esempio l’acqua) che circola al loro interno deve essere portato a soli 30-35°, contro i 70° di un tradizionale radiatore. In sostanza, il lavoro svolto dalla caldaia o dalla pompa di calore è inferiore.

Alcuni dei vantaggi dei sistemi radianti a pavimento sono già stati anticipati, tra cui l’elevata efficienza energetica e la possibilità di gestire con un unico impianto il riscaldamento e il raffrescamento domestico.

Volendo riassumere gli altri, il primo da citare è sicuramente legato alla silenziosità di questi sistemi, che non generano alcun tipo di rumore durante il loro funzionamento.

Inoltre, i pannelli radianti assicurano un comfort interno percepito maggiore grazie al loro meccanismo di funzionamento basato sull’irraggiamento, che è lo stesso fenomeno con cui anche il sole scambia calore alla terra, che fa risultare la sensazione molto naturale e piacevole, evitando le correnti d’aria e i punti freddi comuni nei sistemi di riscaldamento tradizionali. Ancora, lavorando a basse temperature, gli impianti radianti permettono di evitare grandi differenze termiche nell’ambiente e spiacevoli correnti d’aria.

Questi impianti richiedono pochissima manutenzione, hanno una durata notevole nel tempo e possono essere utilizzati in combinazione con fonti di energia rinnovabili, come il solare termico, per ridurre i costi energetici.

Infine, un altro vantaggio che, anche se può sembrare meno importante, non è comunque da sottovalutare.

Scegliere dei pannelli radianti a parete, soffitto o pavimento significa anche eliminare dalla propria casa qualsiasi tipo di dispositivo a vista necessario per riscaldare o raffreddare.

Con il sistema di riscaldamento radiante è possibile dire addio a termosifoni, splitter, ventilconvettori e quanto altro usato per climatizzare gli ambienti, spesso antiestetici.

Tra gli svantaggi, invece, ci sono i costi elevati di installazione, la riduzione dell’altezza dei locali, la necessità di mantenere l’impianto acceso in modo costante e il fatto che, a fronte di un danno a una tubatura, è necessario un intervento invasivo per il ripristino del sistema.

Quanto costa un impianto radiante

La realizzazione di un impianto radiante a pavimento ha costi che variano a seconda della dimensione degli ambienti che si dovranno climatizzare e della tecnologia scelta. La spesa include i costi per l’acquisto dell’impianto, ma anche per la manodopera necessaria alla posa e installazione. Incide sul prezzo, poi, l’acquisto del generatore di calore, nel caso si debba sostituire la caldaia esistente e installare un nuovo impianto. Per dare un riferimento, comunque, è possibile dire che un sistema radiante ha un costo che oscilla dai 60 ai 100 euro al metro quadro circa.

Impianto radiante a pavimento

L’impianto radiante a pavimento è adatto un po’ in tutte le situazioni ed è la soluzione più diffusa. Un’attenta riflessione deve essere fatta nel caso in cui si decida di posare una pavimentazione che abbia un certo potere isolante e che potrebbe ostacolare la diffusione del calore.

L’impianto radiante a pavimento prevede l’installazione di specifici pannelli in cui alloggiano le tubazioni, generalmente in materiale plastico, sotto le quali viene molto spesso posato uno strato isolante, così da ridurre le dispersioni di calore indesiderate.

Uponor Minitec è una soluzione per il riscaldamento e raffrescamento radiante a basso spessore che assicura bassa inerzia ed alta efficienza energetica. Il pannello si può posare direttamente su soletta o pavimentazione esistente grazie allo strato adesivo del pannello bugnato. Lo spessore minimo totale comprensivo di livellina sopra i tubi è di soli 15 mm. Il sistema garantisce ottimo isolamento termico e acustico grazie a specifici pacchetti sviluppati ad hoc: un panello isolante XPS, disponibile in due spessori (10 – 20 mm), assicura l’isolamento termico, mentre quello acustico è fornito da un tappetino per l’abbattimento del rumore da calpestio. E’ disponibile anche un pacchetto comprensivo di pannello isolante XPS e tappetino acustico che unisce le proprietà di bassa inerzia e spessore a quelle di isolamento.

Sopra i pannelli c’è un massetto e infine il pavimento. I costi di installazione sono più elevati rispetto a quelli richiesti per un sistema tradizionale. Inoltre, per agevolare l’installazione di impianti radianti nelle ristrutturazioni, oggi sul mercato sono disponibili impianti a basso spessore. In questi casi è possibile predisporre l’intero sistema, incluso il massetto, in meno di 5 cm.

Riscaldamento radiante a parete

Il riscaldamento a parete a pannelli radianti funziona allo stesso modo di quello a pavimento, ma anziché a pavimento, si utilizza un pannello radiante a parete. Le tubazioni possono essere anche in rame e quindi il riscaldamento avviene più velocemente.

Generalmente si scelgono gli impianti a pannelli radianti a parete, quando la superficie calpestabile del pavimento non è adeguata per generare il calore necessario a riscaldare l’ambiente. Questa tipologia di impianto è, infatti, adatta ad ambienti con particolari vincoli sul pavimento o è spesso utilizzata in ambienti molto grandi come uffici ed open space, dove non sarebbe conveniente né efficace intervenire su tutta la pavimentazione.

Uponor Renovis è un sistema a secco e a bassa temperatura in cartongesso con integrati i circuiti radianti per il riscaldamento e raffrescamento radiante a soffitto/parete. Semplice da installare senza che sia necessario fare lavori di demolizione, permette di effettuare interventi di ristrutturazione continuando a usufruire dell’edificio.

Gli impianti radianti a parete non presentano limiti o difetti rispetto agli impianti di riscaldamento a pavimento, se non il fatto che richiedono una particolare attenzione quando si decide per qualche motivo, di bucare la parete. Un vantaggio in più degli impianti radianti a parete, invece, è che la resa in raffrescamento è molto elevata, paragonabile a quella in riscaldamento.

Riscaldamento a pannelli radianti a soffitto

Il riscaldamento radiante a soffitto viene installato all’interno di un controsoffitto e ha il grande vantaggio di liberare completamente pavimento e pareti. Come gli impianti radianti a parete, anche questa soluzione offre risposte maggiormente reattive rispetto al sistema a pavimento ed è adatto a tutte le tipologie di edificio. Viene spesso scelto anche per edifici come ospedali e capannoni.

pannelli radianti a soffitto possono essere utilizzati anche per il raffrescamento e sono di facile installazione, richiedendo quindi anche costi inferiori per la loro posa. Il sistema può presentare dei limiti quando la struttura dell’edificio presenta determinate caratteristiche, ad esempio un’altezza eccessiva tra pavimento e soffitto.

Tecnologie e detrazioni fiscali per pannelli radianti, intervista all’Ing. Clara Peretti, Segretario Generale Q-RAD

Rispetto a detrazioni e utilizzo dei sistemi a pannelli radianti, abbiamo chiesto qualche chiarimento all’Ing. Clara Peretti, Segretario Generale Q-RAD, Consorzio Italiano senza scopo di lucro Produttori Sistemi Radianti di Qualità, che promuove la cultura del riscaldamento e raffrescamento radiante come strumento per aumentare il comfort e il risparmio energetico.

Quali sono le detrazioni fiscali previste per l’installazione di un impianto di riscaldamento/raffrescamento a pannelli radianti?

Le detrazioni fiscali per i sistemi radianti per il 2023 possono essere richieste per gli interventi di efficienza energetica, per gli interventi di ristrutturazione edilizia oppure per gli interventi sulla sismica. Sono quindi agevolabili al 50% e al 65% in funzione della tipologia di intervento e di immobile che ne fa domanda.

Per quanto riguarda il superbonus, la cui aliquota con la nuova Legge di Bilancio è passata dal 110% al 90% con requisiti più restrittivi per richiederlo (a parte per i condomini che abbiano presentato la CILAS entro il 31 dicembre), i sistemi impiantistici sono inseriti in quanto strettamente collegati all’efficienza energetica. Sono infatti incentivate con Superbonus alcune delle tecnologie che garantiscono risparmio energetico riducendo così i consumi e le emissioni di CO2.

Il tema degli impianti è articolato, in quanto spesso il sistema è composto da molteplici componenti che necessariamente devono essere coordinati. Rappresenta tale complessità il mondo dei sistemi radianti. I sistemi radianti rientrano nel superbonus quando abbinati ad uno degli interventi trainanti di riqualificazione energetica degli edifici individuata dal decreto, come ad esempio l’installazione di una caldaia a condensazione oppure una pompa di calore oppure l’allaccio al teleriscaldamento o abbinati a caldaie a biomassa. I sistemi a pannelli radianti rappresentano la miglior scelta impiantistica perché integrano in un unico terminale riscaldamento e raffrescamento al fine di raggiunger i più elevati risparmi sia energetici che economici.

I sistemi radianti si possono installare con qualsiasi tipo di pavimentazione?

Ceramica, marmo, legno, moquette, pavimenti continui… moltissime sono le tipologie di materiali per le pavimentazioni. Una importante premessa riguarda l’approccio da utilizzare quando si sta valutando quale tipo di pavimentazione utilizzare.

Due sono le possibilità, spesso da integrare:

  • Fare riferimento alle normative del settore (ad esempio per la posa di parquet, rivestimenti ceramici ecc.)
  • Fare riferimento alle indicazioni delle aziende produttrici.

Molto spesso infatti per tipologie particolari di sistemi radianti (come ad esempio i sistemi a basso spessore descritti nella nuova versione della norma UNI EN 1264:2021) oltre alle indicazioni generali riportate nella norma si deve fare riferimento alle indicazioni di progetto e di posa fornite dal produttore di sistemi radianti, dei produttori dello strato di supporto (massetti) e della pavimentazione.

È fondamentale inoltre ricordare che “di norma su un impianto di riscaldamento e raffrescamento radiante è possibile posare qualsiasi tipo di pavimentazione.” È infatti possibile abbinare ad un sistema radiante a pavimento qualsiasi tipo di rivestimento, ma sono necessari alcuni requisiti generali che devono essere rispettati.

Ne è un esempio la resistenza termica: la resistenza termica della pavimentazione (incluso lo stato per la posa, come ad esempio un materassino flottante per il parquet) non deve superare il valore di 0.15 m2K/W (secondo UNI EN 1264 e UNI EN ISO 11855).

Quali sono i vantaggi dei sistemi radianti rispetto a quelli tradizionali?

I vantaggi dei sistemi a pannelli radianti possono essere riassunti in 10 principali punti, ma oltre a questi ve ne sono anche altri, che ogni anno si aggiungono grazie alla rapida risposte delle aziende nel soddisfare la richiesta del mercato.

  • 1) Garantiscono comfort termico, uniformità di temperatura e assenza di correnti d’aria
  • 2) Sono gli unici sistemi di emissione a bassa differenza di temperatura
  • 3) Sono integrabili con pompe di calore e con caldaie efficienti nonché altri generatori che utilizzano fonti rinnovabili
  • 4) Si abbinano con i sistemi di VMC garantendo un’elevata qualità dell’aria indoor
  • 5) Sono adattabili a tutti i generi di edificio: dalla chiesa al museo
  • 6) Aumentano il valore dell’immobile
  • 7) Migliorano la classe energetica
  • 8) Riducono i consumi anche senza riqualificare l’involucro
  • 9) Con un unico impianto si può riscaldare e raffrescare
  • 10) Eliminano per sempre problemi di muffa e di condensa

Gli impianti di raffrescamento e riscaldamento radiante si adattano a diverse tipologie di edifici e si sono affermati come un vero e proprio camaleonte tecnologico. Possono essere utilizzati negli edifici residenziali così come nelle palazzine uffici fino a impianti sportivi come palestre o piscine, edifici per il culto, costruzioni di valore storico-artistico e siti produttivi.

Un’adattabilità a tutte le costruzioni che conferma l’affidabilità degli impianti di raffrescamento e riscaldamento radiante sia per gli edifici nuovi che per le riqualificazioni del patrimonio esistente.

I sistemi radianti sono poi in grado di integrare la temperatura in base a quella dell’ambiente da climatizzare offendo un’elevata qualità degli ambienti indoor unita a una notevole efficienza energetica.

Quanto consuma un impianto radiante?

Il tema dei consumi energetici è oggi ancora più attuale alla luce degli incrementi dei costi di gas e di elettricità. Il consumo di un sistema radiante è strettamente correlato a tutti i componenti ad esso correlati, sia di impianto che di involucro.

Al fine di valutare il consumo è possibile utilizzare la metodologia proposta nella norma UNI/TR 11619:2016 descrive il calcolo dell’indice di efficienza definito RSEE (Radiant System Energy Efficiency), che rappresenta un indicatore complessivo che coinvolge la stratigrafia, i componenti del sistema radiante, le logiche di regolazione e gli ausiliari.

Attraverso un semplice calcolo è possibile confrontare diverse tipologie di sistemi radianti, a pavimento, parete e soffitto.

Tuttavia risulta molto più interessante valutare sistemi di emissione differenti, confrontando ad esempio i sistemi radianti con i radiatori, con i ventilconvettori oppure ancora con i sistemi ad aria.

Fonte/contributo: www.infobuildenergia.it

Automazione industriale: sempre più performante

La collaborazione tra costruttori di sistemi meccatronici con le tecnologie dell’automazione industriale e del digitale porta a risultati molto promettenti

Digitale, robotica, intelligenza artificiale, macchine collaborative sono alcuni dei temi complementari all’automazione industriale, che riaffermano sempre più l’importanza di saper combinare e integrare le tecnologie, anche provenienti da mondi diversi.

Sono tantissime le novità che vengono proposte, soprattutto in relazione ad altri domini tecnologici.

I produttori di macchine automatiche e i fornitori di sistemi meccatronici in generale questo lo hanno ben chiaro, così come sono consapevoli di avere un ruolo di “primi abilitatori” dei nuovi modelli di business.

Ciò che è emerso da recenti studi del Politecnico di Milano, è che la collaborazione tra costruttori di sistemi meccatronici insieme alle tecnologie dell’automazione e del digitale sta portando a dei risultati promettenti. Ma, anche se in misura diversa, le tecnologie dell’automazione industriale avanzata trovano casa in tutte le dimensioni di impresa, con aumento anche delle startup che si occupano di innovazione nel manifatturiero.

Automazione industriale avanzata, robotica collaborativa, strumenti digitali per l’analisi dei dati e intelligenza artificiale, sistemi di visione rappresentano le principali tecnologie che attirano l’attenzione e gli investimenti, in settori che vanno ben oltre il tradizionale manifatturiero, riaffermando sempre di più l’importanza di saper combinare e integrare le tecnologie, anche provenienti da mondi diversi.

Tra le nuove frontiere dell’impiego della meccatronica vi sono l’Agrifood, il Life Science e il settore dell’energia e dei trasporti, che sono visti dalle aziende come lo scenario di riferimento per i prossimi anni.

FONDAMENTALI SKILLS

Le aziende sono consapevoli dei limiti presenti nell’attuazione della rivoluzione 4.0 dovuti all’assenza di skills adeguate, ma anche dovuti alla difficoltà di creare dei team di lavoro assortiti tra competenze già presenti in azienda e competenze di nuova introduzione. Il tema dell’upskilling è riconosciuto da tutti come la sfida da affiancare agli investimenti.

Non a caso, formazione, condivisione delle competenze e tecnologia sono voci riconosciute dalle aziende intervistate come un trinomio da affrontare in modo equilibrato.

Il mondo dell’automazione industriale è fondamentalmente rivolto all’introduzione di tecnologie avanzate e sente sempre di più il bisogno di lavorare sulla filiera e sulle competenze.

La prima è fondamentale, perché se non esistono fornitori 4.0 e clienti 4.0 molti degli sforzi di innovazione non trovano un ecosistema fertile e pertanto sono destinati a rimanere degli accessori di lusso, ma con poca utilità.

Le seconde sono invece fondamentali nei processi interni per gestire e progettare l’innovazione, ma anche nei fornitori e nei clienti per poter utilizzare queste tecnologie al massimo delle loro possibilità.

GLI INVESTIMENTI

In tema di investimenti in attrezzature emerge una situazione di constante attenzione da parte delle aziende. Tra tutte, le imprese molto grandi negli ultimi anni fanno da traino agli investimenti: è infatti quest’ultima tipologia di organizzazione il mercato di riferimento delle aziende che si occupano di macchinari e di servizi per l’automazione industriale.

Cresce sempre di più la spesa in ricerca e sviluppo verso l’innovazione di processo, che rappresenta la spina dorsale dell’automazione, e la parte più significativa degli investimenti avviene in questo contesto per uso interno, per i propri processi ed efficienze, piuttosto che per i propri prodotti. Mentre le richieste di prodotti intelligenti e smart sono molto alte per i prodotti destinati all’export o commissionati da grandi imprese, ma sono basse per il mercato interno. Ma tutto ciò non rallenta l’innovazione, che utilizza le nuove tecnologie per spingere prodotti e processi migliori, con un grande sforzo di sensibilizzazione da mettere in atto nei confronti dei propri clienti.

STRATEGIE 4.0

L’automazione industriale oggi rappresenta di fatto l’insieme delle tecnologie abilitanti delle lavorazioni e dei processi eccellenti, con forti contaminazioni da parte delle tecnologie digitali.

Gli utilizzatori vedono in queste tecnologie una forte opportunità per il rilancio della competitività sia per lo sviluppo di prodotti nuovi, ma soprattutto per l’implementazione di produzioni efficienti e ad alta redditività.

Particolarmente interessante è il livello d’implementazione della strategia 4.0.

Le aziende ne riconoscono pienamente i vantaggi e l’impatto sui mercati di riferimento.

In modo particolare, ci si sofferma sulla dimensione di processo; ancora molto deve essere fatto in tema d’innovazione di prodotto. Le imprese lamentano una difficoltà implementativa che molto spesso procede per tentativi, con fallimenti e insuccessi che rendono complesso percorrere questa strada, e chiedono ai fornitori d’automazione maggior supporto nell’integrazione di tecnologie, e all’intera filiera più integrazione tra fornitore, produttore e cliente.

Ciò che emerge è che l’Italia delle imprese dell’automazione industriale ha imparato molto in fatto di Industria 4.0, ma è ben conscia delle difficoltà implementative e delle azioni necessarie a livello di sistema.

La visione artificiale di B&R: velocità e integrazione

smart sensor B&R Automation

L’innovazione da sempre contraddistingue B&R, affermata azienda nel settore dell’automazione a livello globale. Ecco le nuove soluzioni che propone per la visione artificiale, integrabili ai sistemi di automazione per il massimo della rapidità e dell’efficienza

Le soluzioni di visione B&R comprendono non soltanto gli smart sensor, ma anche gli algoritmi di elaborazione delle immagini e una serie di illuminatori innovativi. Tutto ciò è completamente integrato nel sistema di automazione, e questo significa riuscire a sincronizzare via Powerlink sia i sensori sia gli illuminatori, raggiungendo la precisione del microsecondo a livello di controllo nella visione artificiale.

La semplicità è una delle dirette conseguenze dell’integrazione, che va intesa anche a livello software, in quanto non servono tool esterni, ma controllo, parametrizzazione e firmware update sono integrati nell’ambiente di progettazione Automation Studio.

UNA VISIONE PIÙ RAPIDA

B&R ha ora accelerato notevolmente l’esecuzione di tutti i tipi di applicazioni di visione industriale per mezzo di un nuovo processore quad-core, che aiuta lo smart sensor a completare le attività di visione fino a quattro volte più velocemente. Anche gli algoritmi di elaborazione delle immagini beneficiano del processore quad-core del nuovo smart sensor.

L’aumento della potenza di calcolo permette di dimezzare il tempo ciclo delle applicazioni corrispondenti. In sostanza, i costruttori di macchine possono aumentare l’output delle loro macchine senza dover utilizzare costosi PC esterni dedicati alla visione artificiale.

Con l’ultima versione Steady della libreria HALCON, il sistema di visione artificiale di B&R dispone ora di un compilatore just-in-time (JIT) che genera codice macchina eseguibile quando l’applicazione viene caricata, piuttosto che interpretarlo successivamente in fase di esecuzione.

PIÙ FUNZIONI IN TEMPO REALE

La smart camera, ultima new entry nella visione di B&R in arrivo sul mercato nel 2022, combinerà più funzioni di visione artificiale in real-time.

Questo semplificherà l’implementazione di sequenze di funzioni dipendenti dal processo che sarebbero dispendiose – in termini di tempo e di costo – da ottenere con camere tradizionali. Su una macchina che produce più tipologie di un prodotto simultaneamente, per esempio, la smart camera dovrà solo acquisire un’immagine per determinare quale varietà di prodotto stia osservando per il quality check e controllare l’etichetta stampata.

Una funzione fornirà il feedback e il contesto necessario per quella successiva. Poiché le variabili di processo sono perfettamente integrate nel controllore macchina per tutti questi processi, le decisioni avverranno in tempo reale, dando vita a un sistema estremamente reattivo.

SOLUZIONI PER CHI VUOLE DISTINGUERSI

Gli illuminatori intelligenti completano la gamma assieme a camere, lenti e software. Le barre luminose possono essere allineate elettronicamente in modo da orientarne l’apertura tra -40° e +90°: questa caratteristica – insieme a tutte le altre – può essere salvata in ricetta, in modo poi da averla automaticamente nei vari setting di produzione insieme alla messa a fuoco elettronica degli smart sensor.

Grazie a B&R, quindi, la visione non sarà più motivo di attese anche per i controlli di qualità più indulgenti e non serviranno hardware o software dedicati, ma questa potrà essere controllata e monitorata come ogni altro componente della macchina. Integrazione e velocità sono le caratteristiche scelte da B&R per ottenere sistemi di visione in grado di adattarsi in modo flessibile alle richieste di coloro i quali appartengono a realtà improntate all’innovazione e che vogliono differenziarsi sul mercato.

FOCUS: SOLUZIONI COMPLETE PER L’AUTOMAZIONE

Presente in Italia da oltre trent’anni, B&R è un’innovativa società di automazione – parte del Gruppo ABB – con sede in Austria e uffici in tutto il mondo. Come esperta globale in automazione industriale, B&R combina tecnologia all’avanguardia e ingegneria avanzata per fornire ai clienti, in ogni settore industriale, soluzioni complete per l’automazione di macchina e di fabbrica, per il controllo di movimento, per l’interfaccia uomo macchina e le tecnologie di sicurezza integrate.

Sfruttando gli standard di comunicazione per l’IIoT come OPC UA, TSN, POWERLINK e openSAFETY, insieme al potente ambiente di sviluppo software Automation Studio, B&R sta costantemente ridefinendo il futuro dell’ingegneria di automazione. Lo spirito innovativo che mantiene B&R all’avanguardia nell’automazione industriale è guidato dall’impegno nel semplificare i processi e superare le aspettative dei clienti. 

Comau presenta Mate-XT: un nuovo esoscheletro robusto e leggero

Da utilizzare in ambienti interni ed esterni. L’esoscheletro è resistente all’acqua, alla polvere, ai raggi UV e ad alte temperature

L’esoscheletro indossabile presentato da Comau è MATE-XT, una nuova versione del suo esoscheletro che soddisfa perfettamente le specifiche esigenze di chi lavora in condizioni difficili in ambiente industriale, non industriale e all’aperto.

Caratterizzato da una struttura sottile e leggera in fibra di carbonio e da un sistema di regolazione intuitivo, con un design resistente all’acqua, alla polvere, ai raggi UV e ad alte temperature, si può adattare in modo rapido a qualsiasi corporatura.

MATE-XT è anche altamente traspirante, grazie all’utilizzo di un tessuto ad alte prestazioni sviluppato per condurre attività all’aperto.

Comau, società del gruppo FCA, è leader mondiale nello sviluppo di sistemi e prodotti avanzati per l’automazione industriale.

La sua offerta include tecnologie e sistemi per la produzione di veicoli elettrici, ibridi e tradizionali, robot industriali, soluzioni di robotica indossabile e collaborativa, strumenti per la logistica a guida autonoma, centri di lavorazione meccanica dedicati, servizi digitali interconnessi e sistemi in grado di trasmettere, elaborare e analizzare dati macchina e di processo.

Con oltre 45 anni di esperienza sul campo e una forte presenza nei maggiori Paesi industrializzati, Comau aiuta le aziende costruttrici, di tutte le dimensioni e di qualunque settore, a migliorare qualità e produttività, riducendo time-to-market e costi complessivi. La sua offerta si estende al project management e alla consulenza, nonché ai servizi di manutenzione e training, per una vasta gamma di segmenti industriali.

Comau ha il suo centro direzionale a Torino e opera attraverso una rete internazionale di 7 centri di innovazione, 5 digital hub, 8 stabilimenti di produzione, in cui lavorano oltre 9.000 persone, presenti in 14 Paesi.

Una rete globale di distributori e partner consente di rispondere velocemente alle esigenze dei clienti, ovunque si trovino nel mondo.

Attraverso le attività di formazione curate dalla sua Academy, Comau si impegna inoltre a sviluppare le conoscenze tecniche e manageriali necessarie alle aziende per affrontare le sfide e le opportunità dell’Industria 4.0.

Perfetto per applicazioni di carpenteria, edilizia, agricoltura, assemblaggio, logistica e diversi altri settori industriali, MATE-XT replica i movimenti fisiologici dell’operatore, fornendo un supporto ottimale alla parte superiore del corpo senza bisogno di batterie, motori o altri dispositivi soggetti a guasti.

Offre 8 diversi livelli di sostegno che l’operatore può impostare o modificare rapidamente senza interrompere la propria attività. MATE-XT è l’unico esoscheletro disponibile in commercio con certificazione EAWS (Ergonomic Assessment Work-Sheet), che attesta la capacità di ridurre i carichi biomeccanici durante l’esecuzione di attività impegnative.

Inoltre, migliora la qualità del lavoro e il benessere del lavoratore in modo costante, efficiente ed altamente ergonomico. Ciò consente alle aziende di calcolare il ritorno dell’investimento (ROI) partendo da prestazioni ergonomiche misurabili. In base a studi effettuati presso i clienti utilizzando il metodo di calcolo EAWS, secondo valutazioni Comau, l’esoscheletro indossabile MATE-XT può contribuire ad aumentare del 27% la precisione di lavoro durante attività con le braccia sollevate, del 10% la velocità di esecuzione. Consente di ridurre i tempi ciclo di almeno il 5%.

Da un punto di vista operativo, MATE-XT favorisce precisione, qualità e prestazioni più elevate.

Riduce l’attività muscolare della spalla del 30% e lo sforzo percepito, come riferito da oltre il 50% dei lavoratori che ha osservato miglioramenti positivi nella qualità del lavoro.

 “MATE-XT è il risultato del nostro costante impegno per migliorare la produttività e il benessere di chi lavora in ambiente industriale, non industriale e all’aperto, un pilastro fondamentale del nostro approccio HUMANufacturing”, spiega Pietro Ottavis, Chief Technology Officer di Comau.

“Riteniamo che il mercato globale degli esoscheletri registrerà nei prossimi 5 anni un CAGR fino al 40% e il settore industriale rappresenterà quasi la metà di questo volume. Abbiamo ridotto il peso e l’ingombro di MATE-XT, aumentandone le prestazioni per soddisfare al meglio le esigenze di un mercato degli esoscheletri in continua espansione. Inoltre, siamo orgogliosi di aver sviluppato questo nuovo prodotto in stretta collaborazione con i nostri partner, IUVO e Össur, e con i numerosi operatori che lo utilizzano per svolgere i propri compiti con minor fatica”.

ECOMONDO 2020: Bioeconomia Industriale

bioenergia e bioeconomia industriale

Il focus su biobased industry e bioeconomia, promuove e valorizza il nuovo modello economico e culturale della economia circolare

Si propone di ottimizzare il business di tutte le realtà industriali impegnate nella produzione di risorse biologiche rinnovabili e la loro conversione, tramite tecnologie innovative ed efficienti di biotecnologia industriale, in prodotti a base biologica e da bioenergia, compresi alimenti e mangimi, denominati “chemicals”.

La filiera vede protagoniste le aziende che sviluppano biopolimeri, bioplastiche, produttori di trasformatori della materia proveniente da scarto organico, in sostanza tutte le piccole-grandi bioraffinerie (Novamont, in primis e altri attori della chimica tradizionale mondiale, ma anche i produttori di impianti per compostaggio, digestione anaerobica e filiera agroindustriale, engineering d’eccellenza.

Target Espositori: biotecnolgie industriali, alghe, biomasse, bioraffinerie, biopolimeri, bioenergia, biocarburanti, prodotti chimici biobased, biolubrificanti, tensioattivi biobased, materiali biobased, inclusi i materiali da costruzione.

Il target visitatori

Acquirenti in cerca di applicazioni da aziende biochimiche, impiantistica, feedstock, fornitori, consultants, analisti e gli investitori R & D, professionisti, ricercatori di istituti accademici, policymakers, regolatori, ONG.

Bioenergie e Bioeconomia

Ecomondo 2020 si conferma ad oggi uno degli appuntamenti di riferimento di questo settore strategico, “cerniera” tra il sistema elettrico e quello del gas.

Questo grazie alla collaborazione di questi anni con CIB – Consorzio Italiano Biogas (logo) ed alla recente regolamentazione introdotta nel decreto Biometano da parte del MISE, decisiva per lo sviluppo di questo settore e in grado di aggiungere flessibilità al sistema energetico nazionale.

Alcune fra le novità essenziali è il ritiro a prezzo prefissato, da parte del GSE, del biometano avanzato e dei CIC, che garantirà la bancabilità degli investimenti nel settore, e la riconversione degli impianti esistenti. 

Si stima che il potenziamento della produzione di biometano potrebbe evitare emissioni di CO2 per 197 mln di tonnellate (scenario al 2050), dai dati registrati ad oggi. (Fonte Althesis).

Lo sviluppo della filiera consentirebbe, inoltre, già entro il 2030, di creare oltre 21mila posti di lavoro e di generare un gettito tributario di 16 mld di euro tra imposte sulle imprese e fiscalità di salari e stipendi.

Molti risvolti positivi per la bioeconomia

  • Saranno salvaguardati anche gli impianti di produzione di energia elettrica da biogas esistenti, il cui incentivo sull’energia prodotta verrà affiancato parallelamente da quello sul biometano.
    – L’immissione di biometano nella rete del gas naturale o nei distributori stradali, potrebbe fornire servizi di riserva e bilanciamento al sistema elettrico, costituendo una svolta per le imprese.
    – Infine l’ulteriore prospettiva auspicabile della realizzazione di impianti di co-produzione flessibile di elettricità (+calore) e biometano, grazie alla quale si otterrebbe una generazione elettrica ampiamente e rapidamente modulabile.

L’obiettivo è mettere in luce le numerose biotecnologie e sistemi esistenti per la produzione di gas rinnovabile da fonti biogeniche e di idrogeno da rinnovabili, inserendolo nella bioeconomia circolare e accompagnando lo sviluppo delle altre fonti rinnovabili intermittenti (sole e vento) e assegnando un nuovo valore alle infrastrutture del gas.

CHIMICA INDUSTRIALE: premiato un giovane talento italiano

Bracco Imaging

Una decina di candidature di alto livello, una short list di quattro semifinalisti eccellenti, un vincitore che è già rientrato in Italia

E’ Gianvito Vilé, 33 anni, il “cervello” selezionato tramite call internazionale rivolta a giovani studiosi di nazionalità italiana trasferiti all’estero, specializzati nel settore della “chimica in flusso”, e in particolare nella “trasformazione dei processi di sintesi chimica da modalità discontinua a continua”

Dedicato alla memoria del chimico Ernst Felder, a cui si devono grandi scoperte nel campo dell’imaging diagnostico, il premio, del valore di 1 milione di euro, ripartito in 5 anni, è stato lanciato da Fondazione Bracco e Bracco Imaging in collaborazione con il Politecnico di Milano e la Fondazione Politecnico di Milano.

L’obiettivo: permettere a un ricercatore di talento di tornare in Italia per lavorare a un programma di ricerca innovativo che può avere importanti ricadute in termini di sostenibilità, efficienza e sicurezza.

Vilé, che dal 2019 è inserito nella lista annuale degli “Scienziati più influenti in Ingegneria Chimica” della Società Chimica Americana e che quest’anno ha pubblicato uno studio sulla rivista Green Chemistry, potrà sviluppare nei nuovi laboratori del Politecnico di Milano e presso il Centro Ricerche Bracco di Ivrea la sua ricerca d’avanguardia. Sarà coadiuvato da Alessandra Sivo, giovane laureata in chimica farmaceutica al Politecnico di Milano, scelta da Vilé come ricercatrice junior per le sue ottime competenze in chimica di base e in ingegneria farmaceutica, che lo accompagnerà in questa nuova avventura tutta italiana.

“La mia attività di ricerca ha sempre integrato metodi di diverse aree della chimica e delle scienze ingegneristiche per progettare processi di sintesi ecologici applicati all’industria farmaceutica e a quella chimica”, spiega Gianvito Vilé, 33 anni, nato a Mesagne, in provincia di Brindisi, nel 1987.

“Tali processi usano principalmente materiali nanostrutturati e reattori in continuo, in modo da aumentare l’efficienza e la sicurezza delle reazioni e abbassare i costi di processo, raggiungendo al tempo stesso gli obiettivi di protezione della salute umana e dell’ambiente”.

 “Nell’anno in cui celebriamo il decimo anniversario della nostra Fondazione, siamo felici di aver permesso a un grande talento di rientrare in Italia e di aver gettato le basi per la nascita nel nostro paese di un nuovo centro di eccellenza”, afferma Diana Bracco, Presidente di Fondazione e Presidente e CEO del Gruppo Bracco.

“Insieme al Politecnico e alla Fondazione Politecnico di Milano, che ringrazio, abbiamo dato vita a un’iniziativa in netta controtendenza rispetto al fenomeno della cosiddetta fuga dei cervelli. Gianvito Vilé, ricercatore industriale che passa all’accademia, si occupa tra l’altro di una chimica sostenibile, sempre più attenta all’uomo e all’ambiente. Dopo ciò che abbiamo vissuto con il Covid-19, mi auguro che questo premio, che porta il nome del nostro indimenticabile Ernst Felder, possa contribuire a ridare fiducia ai giovani ricercatori italiani”, aggiunge Diana Bracco.