Camozzi Digital e Mandelli Sistemi

innovazione digitale Made in Italy
Innovazione digitale Made in Italy

Camozzi Digital è una società del Gruppo Camozzi nata nel 2015 con l’obiettivo di supportare la digitalizzazione delle aziende che operano in differenti settori manifatturieri. Lo sfruttamento del digitale e delle soluzioni IoT sono il cuore di una collaborazione all’insegna del Made in Italy più evoluto, che vede protagonisti Camozzi Digital, nata per supportare la digitalizzazione delle aziende del manifatturiero, e Mandelli Sistemi

Nella prospettiva di ripresa post Covid-19, si colloca un’interessante storia di successo tutta italiana, che ha visto come protagonisti Camozzi Digital, società del Gruppo Camozzi nata per supportare la digitalizzazione delle aziende del manifatturiero, e Mandelli Sistemi, nome storico di rinomanza mondiale nel settore dei centri di lavoro orizzontali. Una collaborazione nata ben prima che l’emergenza pandemica arrivasse a sconvolgere il nostro Paese.

Oggi questa collaborazione all’insegna del Made in Italy più evoluto si rivela in tutta la sua importanza, dal momento che punta sulla cultura e sull’innovazione per offrire al mercato contenuti, valori, idee che possono servire a dare un aiuto concreto al nostro sistema produttivo grazie allo sfruttamento della digitalizzazione e delle soluzioni Industrial Internet of Things.

innovazione digitale Made in Italy

Camozzi Digital, società del Gruppo Camozzi nata nel 2015 con l’obiettivo di supportare la digitalizzazione delle aziende che operano in differenti settori manifatturieri ha già raccolto illuminanti successi.

Questa divisione ha saputo capitalizzare le competenze trasversali in diversi ambiti di settore  (tessile, automazione industriale, macchine utensili) presenti all’interno delle aziende del Gruppo Camozzi.

L’evoluzione del mondo industriale ha portato Camozzi Digital allo sviluppo di soluzioni in grado di connettere macchinari, sistemi di immagazzinamento e logistica, impianti e fabbricati alla piattaforma Cloud, trasformandoli in un Cyber-Physical System (CPS).

L’innovazione e la conseguente integrazione digitale dei processi produttivi, combinate con le competenze di un team di ingegneri e Data Scientist, permettono la creazione di algoritmi dedicati e di sistemi di retroazione per ottimizzare i processi produttivi, i consumi energetici e la gestione del magazzino ricambi e incrementare l’Up time di macchinario e impianti.

L’approccio metodologico di Camozzi Digital consente di trasformare i dati, raccolti tramite sensori integrati nelle macchine, in valore aggiunto per il cliente in termini di risparmio di costi operativi e tempi di setup e soprattutto di maggior efficienza produttiva.

Come conferma Mandelli Sistemi, una delle principali aziende italiane per la produzione di macchine utensili. L’azienda piacentina, fondata nel 1932 da Renato Mandelli, è entrata qualche anno fa nel mondo di Industria 4.0 con il pacchetto iPum@suite4.0 (manutenzione predittiva, realtà virtuale per facilitare la manutenzione, interfaccia uomo-macchina di ultima generazione…).

“Il progetto che abbiamo avviato circa un anno fa con Camozzi Digital, in Mandelli è nato già nel 2016, quando abbiamo intrapreso un piano di ‘smartizzazione’ e digitalizzazione delle nostre soluzioni tecniche, chiamato Mandelli2020, partito poco prima del lancio di Industria 4.0, avvenuta a fine 2016”, racconta l’Ing. Saverio Gellini, Amministratore Delegato di Mandelli.

Camozzi Digital e Mandelli Sistemi
Saverio Gellini Amministratore Delegato di Mandelli

 “Abbiamo individuato cinque linee guida sulle quali portare avanti il nostro concetto di smart factory, racchiuse nel pacchetto iPum@suite4.0.

Una di queste è proprio la manutenzione predittiva, che abbiamo chiamato iPredict, finalizzata ad anticipare eventi critici che intervengono sulle macchine e permetterci quindi di offrire alla clientela un servizio migliore.

Il progetto è nato pensando proprio a come poter migliorare efficienza e puntualità per un rapporto migliore con i nostri clienti. Per circa due anni abbiamo fatto verifiche e test e verso la fine del 2018 abbiamo finalmente incontrato il Gruppo Camozzi. Grazie alle loro esperienze, portate avanti attraverso applicazioni su macchinari simili ai nostri, ci siamo convinti che presso il Gruppo Camozzi erano davvero presenti le competenze tecniche e matematiche che cercavamo per completare il nostro progetto ma anche una reale comprensione delle problematiche imposte dalle macchine e dei dati da rielaborare, rilevati dalle macchine stesse.

Questo per noi è stato un fattore determinante. Camozzi Digital e Mandelli Sistemi si sono ritrovate ad aver maturato un interesse comune in tema di innovazione digitale nell’industria e a condividere le stesse basi di partenza, motivo che li ha spinti a partire con il progetto di digitalizzazione che oggi è quasi al termine del suo iter.

“Questo caso di successo che ci vede coinvolti con Camozzi Digital anticipa addirittura le necessità del mercato. Abbiamo dato il via al progetto prima che i clienti potessero comprenderne a pieno tutte le potenzialità ma l’interesse è stato da subito palpabile”, precisa l’Ing. Marco Colombi, Responsabile Commerciale di Mandelli. “Oggi, a maggior ragione con la drammatica parentesi legata all’emergenza Coronavirus, viviamo in una fase in cui le aziende vogliono produrre sempre e solo il necessario, semplificando i processi ed evitando di fare magazzino. Più ancora che la performance ‘secca’ della macchina per il cliente è importante che la produzione sia sicura, che il flusso sia continuo e che non s’interrompa mai.

Abbiamo iniziato a parlare di questi temi ai nostri clienti prima che si manifestasse lo scenario odierno e oggi possiamo iniziare a raccoglierne i frutti.

Camozzi Digital e Mandelli Sistemi

Le macchine utensili sono oggetti estremamente complessi e con tante possibili cause di fermo. Per noi costruttori i contratti, soprattutto con le società di grandi dimensioni, prevedono impegni sulla garanzia di funzionamento e le performance richieste dai clienti arrivano anche al 97-98% di disponibilità tecnica del mezzo: è molto difficile rispondere a questo desiderata intervenendo sull’affidabilità dei singoli componenti.

Con il nostro sistema digitale, anticipando un possibile problema riusciamo a ridurre i tempi di fermata e quindi recuperare quei pochi punti percentuali sulla disponibilità tecnica delle macchine che ci permettono di differenziarci in un contesto di eccellenza”, aggiunge Colombi.

EFFICIENZA PRODUTTIVA PRIMA DI TUTTO

Camozzi Digital e Mandelli Sistemi
L’Ing. Cristian Locatelli, Direttore Generale di Camozzi Digital

L’aumento di efficienza produttiva richiesta dai clienti è un elemento chiave del progetto di Mandelli Sistemi. “Le macchine utensili, in particolare quelle che costruisce Mandelli, sono estremamente complicate e automatizzate e di conseguenza i punti di possibile inefficienza potrebbero effettivamente essere molti”, precisa Massimo Riga, Sales Representative di Camozzi Digital. “Applicando l’approccio metodologico sviluppato da Camozzi Digital, e attraverso l’implementazione di sofisticati algoritmi nati grazie alla lunga esperienza maturata in ambito industriale, è possibile rendere più efficiente la macchina prodotta da Mandelli, inserendola in un contesto di lean manufacturing e in un flusso di produzione sempre ‘teso’, permettendo al cliente di incrementare la propria profittabilità. Abbiamo collaborato con Mandelli proprio in questa direzione”, spiega l’ing. Cristian Locatelli, Direttore Generale di Camozzi Digital.

Camozzi Digital e Mandelli Sistemi

Per il momento solo alcune macchine sono state connesse, in modo che i clienti possono iniziare a valutarle, ma nel giro di 12/24 mesi Mandelli Sistemi prevede di avere l’intero parco macchine connesso in rete. “Oggi la manutenzione predittiva, che noi chiamiamo iPredict, è richiesta da tutti i clienti: il mondo Cloud è una realtà”, dichiara Saverio Gellini.

Sinn Power: Piattaforma galleggiante modulare

Sinn Power: Piattaforma galleggiante modulare
Crea energia da onde, vento e luce solare

La prima piattaforma galleggiante che può servirsi dell’energia creata dalle onde, dal vento e dalla luce del sole, è stata creata da una start-up tedesca, Sinn Power.

Non si tratterebbe di una banale piattaforma per raccogliere l’energia offshore, sostanzialmente quella dalle onde e dalla luce del Sole ma di un progetto modulare, facile da connettere quindi da espandere per il quale, come fa intendere la stessa start-up, sono possibili combinazioni diverse a seconda delle esigenze.

Per come è strutturata, una piattaforma galleggiante del genere potrebbe fornire energia, a vari livelli, alle isole così come a intere comunità costiere.
Ogni unità galleggiante, definibile come “modulo” è fatta da quattro convertitori che creano energia elettrica dal movimento delle onde.

La stessa unità può anche vantare, a richiesta, ad esempio quelle zone in cui il mare è quasi sempre calmo, di una serie di celle fotovoltaiche da 20 kW.
Infine la stessa piattaforma galleggiante può sfruttare anche l’energia del vento in quanto può essere dotata anche di quattro turbine eoliche da 6 kWp.

Philipp Sinn, CEO di Sinn Power, fa capire che non c’è un limite alle unità che si possono attaccare l’una all’altra e quindi alla grandezza dell’intera piattaforma galleggiante e quindi all’energia che può creare e derogare.
“È super modulare. Possiamo sempre usare le stesse parti, la stessa elettronica indipendentemente dalla configurazione costruita”, spiega lo stesso Sinn in un comunicato stampa pubblicato sul sito della società. Attualmente una piattaforma galleggiante  di test è presente in maniera permanente poco al largo dell’isola di Creta, nei pressi di Heraklion.
Ora il ricercatore spera che i politici rappresentanti delle varie nazioni europee possano prendere in considerazione questa idea.

Dispositivo genera elettricità sfruttando l’ombra

ombra nella foresta

Un nuovo dispositivo che “sfrutta l’ombra per creare elettricità” è stato creato da ricercatori dell’Università Nazionale di Singapore

Denominato “generatore di energia ad effetto ombra”, questo nuovo dispositivo riesce infatti a sfruttare il contrasto che c’è tra le aree illuminate e quelle illuminate di meno perché ombreggiate per generare piccole quantità di elettricità.

Si tratta di un concetto nuovo e di un’idea che potrebbe aprire la strada a dispositivi del tutto nuovi per alimentare piccoli dispositivi elettronici.

Lo studio è stato pubblicato su Energy & Environmental Science.

Il dispositivo si basa sull’uso di una pellicola di plastica trasparente flessibile su cui sono poste una serie di celle. Ognuna di questa è rappresentata da una pellicola sottile di oro su un wafer di silicio. Se metà della cella è illuminata e l’altra metà e in ombra si viene a creare una superficie che genera e raccoglie la carica, come spiega Andrew Wee, ricercatore che sta partecipando al progetto.

Un dispositivo a quattro celle risulta due volte più efficace delle celle solari al silicio tradizionali sotto l’effetto parziale delle ombre. In condizioni di illuminazione all’interno di edifici, genera un quantitativo di elettricità sufficiente per alimentare un orologio digitale, circa 1,2 volt. Lo stesso dispositivo potrebbe essere utilizzato per alimentare i sensori indossabili o per il monitoraggio di oggetti in movimento.

Come spiega Tan Swee Ching, capo del gruppo di ricerca, il dispositivo sfrutta il contrasto di illuminazione che si ottiene quando c’è un’area non ombreggiata e una ombreggiata, ossia con un ostacolo frapposto tra la fonte di luce e l’area stessa.

Ciò crea un contrasto il quale a sua volta provoca una differenza di tensione tra le due aree e ciò, a sua volta, porta ad un piccolo quantitativo di corrente elettrica.
Si tratta di un concetto che, per esempio, potrebbe essere utilizzato per raccogliere energia elettrica dalla luce in ambienti interni, ossia in ambienti in cui le ombre sono onnipresenti e che, anzi, rappresentano un ostacolo per le celle solari tradizionali. Un dispositivo del genere potrebbe massimizzare l’efficienza della raccolta di energia proveniente dall’illuminazione sfruttando anche le zone ombreggiate e non illuminate direttamente.

Crédit Agricole Italia sostiene l’Automazione industriale

Credit Agricole Italia e Gruppo Camozzi
Crédit Agricole Italia e SACE a sostegno della crescita del Gruppo Camozzi

In quest’ultima operazione, Crédit Agricole  ha erogato un finanziamento garantito da SACE destinato a sostenere i piani di crescita in Italia e nel mondo del Gruppo Camozzi, multinazionale italiana leader nella produzione di componenti e sistemi per l’automazione industriale presente anche nei settori delle macchine utensili speciali, delle macchine per la filatura e in numerosi altri processi di lavorazione delle materie prime

Il finanziamento garantito da SACE – nell’ambito della sua tradizionale operatività a favore delle attività export delle aziende italiane – ha un valore di complessivi 40 milioni di euro una durata di 6 anni ed è finalizzato a sostenere il piano di investimenti futuri del Gruppo legati sia alla crescita in ambito nazionale che internazionale.

Il Gruppo Camozzi è fra i protagonisti mondiali della “rivoluzione 4.0” con un modello di gestione della produzione e automazione industriale, basato sulla connessione fra sistemi fisici e digitali, analisi complesse attraverso big data e conseguenti adattamenti in tempo reale e ha ingenti progetti di ricerche riguardanti la smart automation, l’efficientamento energetico e l’utilizzo di materiali innovativi.

“Crédit Agricole Italia è orgogliosa di essere al fianco di aziende d’eccellenza come Camozzi, in special modo in questo particolare momento. Vogliamo sostenere concretamente il tessuto imprenditoriale italiano, ponendoci come partner di riferimento, non solo finanziario, per individuare insieme nuove opportunità di sviluppo, come per l’automazione industriale, offrendo servizi di consulenza e soluzioni su misura”, dichiara Alessio Foletti, Responsabile della Direzione Banca d’Impresa di Crédit Agricole Italia.

“L’attenzione di Crédit Agricole e SACE nel sostenere i progetti che stanno trasformando il settore manifatturiero a livello globale e l’automazione industriale, è consolidata nel tempo e con l’operazione di oggi affiancano nuovamente il nostro Gruppo, che sta investendo con prodotti innovativi in segmenti rilevanti per il presente e il futuro della nostra società come il Life Science che, mai come nell’emergenza attuale, necessita di continui progressi”, afferma Lodovico Camozzi, Presidente e Amministratore Delegato del Gruppo Camozzi. “Attraverso questa operazione confermiamo il sostegno di SACE alle eccellenze italiane come Camozzi, che operano sui mercati internazionali e fanno dell’export uno dei propri driver di crescita”, sottolinea Simonetta Acri, Chief Mid Market Officer di SACE. “In un contesto difficile in cui SACE è stata chiamata al fianco di tutte le imprese italiane, il nostro intervento a sostegno del piano di automazione industriale di Camozzi rafforza i piani di crescita di un gruppo che vanta già un’impronta fortemente internazionale, grazie a 18 stabilimenti produttivi nel mondo e una rete distributiva in oltre 70 paesi”.

Innovazione: accordo ENEA-MITO Technology per investimenti in tecnologie per la sostenibilità

accordo Enea-Mito
Facilitare l’accesso a fondi di venture capital per accrescere gli investimenti in tecnologie innovative nel campo della sostenibilità

È l’obiettivo dell’intesa sottoscritta fra ENEA e MITO Technology, società specializzata nella valorizzazione dei risultati della ricerca a supporto di università ed enti pubblici e advisor strategico del fondo di investimento Progress Tech Transfer, lanciato nel 2019 e sottoscritto dal Fondo europeo per gli investimenti (FEI) e da Cassa Depositi e Prestiti (CDP) con una dotazione iniziale di 40 milioni di euro per l’innovazione nel settore della sostenibilità.

In particolare, attraverso l’intesa con MITO, ENEA e Progress Tech Transfer collaboreranno per accrescere gli investimenti in tecnologie sviluppate dall’Agenzia nei settori energia, ambiente, nuovi materiali e per favorirne il trasferimento verso imprese esistenti o attraverso la creazione di spin-off.

A livello operativo, Progress Tech Transfer concorrerà a selezionare progetti ENEA di “proof of concept” (a basso livello di maturazione tecnologica), sui quali indirizzare le risorse finanziarie necessarie al loro sviluppo, con l’obiettivo di arrivare all’industrializzazione e alla commercializzazione di nuovi prodotti.

“Siamo particolarmente soddisfatti dell’accordo raggiunto con ENEA – ha dichiarato Francesco De Michelis, amministratore delegato di MITO Technology – perché si tratta di un interlocutore cruciale nei settori di interesse di investimenti in tecnologie Progress Tech Transfer e un potenziale canale di alimentazione del dealflow, che ci consentirà di concentrarci sulle attività peculiari di Progress Tech Transfer come finanziatore di programmi di proof of concept.

Nell’interesse anche delle generazioni che verranno, ci auguriamo di identificare progetti nel settore della sostenibilità che arriveranno al mercato e aiuteranno a risolvere le sfide ambientali, energetiche, produttive del nostro tempo”.

“Questa collaborazione con un soggetto di particolare rilievo – ha sottolineato il presidente ENEA Federico Testa – è un risultato importante anche nell’ambito della strategia di Knowledge Exchange lanciata da ENEA per rafforzare il trasferimento di tecnologie innovative e servizi avanzati alle imprese.

Accordi analoghi sono stati siglati con altri operatori del venture capital con l’obiettivo di  accrescere le opportunità di valorizzazione dei risultati della ricerca ENEA in particolare nel campo delle biotecnologie e dei materiali avanzati”.

L’accesso ai fondi di venture capital rappresenta uno dei tre ‘pilastri’ della ‘Knowledge Exchange Strategy, la strategia lanciata da ENEA nel 2018 per rafforzare il trasferimento tecnologico alle imprese. Gli altri due pilastri sono il il fondo interno di Proof of Concept e il Knowledge Exchange Program (KEP), realizzato in collaborazione con CNA, Confapi, Confartigianato, Confindustria e Unioncamere. Il KEP dà alle aziende la possibilità di iscriversi gratuitamente al portale www.kep.enea.it, che raccoglie tecnologie, competenze e infrastrutture ENEA suddivise per specifiche aree tematiche: energia, beni culturali, diagnostica avanzata, strumenti medicali, biotecnologie e agroindustria e sicurezza delle infrastrutture critiche.

Le imprese che si iscrivono vengono contattate da un Knowledge Exchange Officer (KEO), un ricercatore ENEA esperto in trasferimento dell’innovazione, in grado di individuare soluzioni ‘su misura’ dell’impresa iscritta, di organizzare visite ai laboratori e incontri diretti con i ricercatori.

In cinque mesi al programma – che segue il modello di esperienze di successo come l’Industrial Liaison Program del MIT di Boston – hanno aderito circa 100 imprese, prevalentemente per i settori energia e diagnostiche avanzate, e sono in via di perfezionamento le prime partnership.

Il Fondo interno per il Proof of Concept ha una dote triennale di 2,5 milioni di euro per supportare lo sviluppo di tecnologie innovative ENEA, in partnership con imprese interessate a condividere il rischio dell’investimento; ENEA non finanzia le imprese, ma specifici progetti al cui sviluppo contribuiscono le imprese stesse, selezionate  a seguito di una manifestazione di interesse.  I progetti vengono valutati da un’apposita commissione costituita da esperti di IBAN, l’Associazione Italiana dei Business Angels: nei primi due anni di avvio del Fondo sono stati finanziati 38 progetti con circa 1,67 milioni di euro, a fronte degli oltre 170 presentati.

Rockwell Automation: produzione flessibile

produzione flessibile
Le 5 priorità per adattarsi ai cambiamenti di mercato

Per molti produttori, la flessibilità rappresenta un obiettivo fondamentale e lo è a ragion veduta. In tutti i segmenti industriali, le aziende che hanno dimostrato di essere in grado di attuare modelli operativi flessibili oggi occupano posizioni di leadership nei loro settori

Basta pensare all’impegno di Amazon e Alibaba nel fornire ai propri clienti una customer experience senza precedenti, oppure,  a come le aziende produttrici di automobili si stiano adeguando alle normative per la riduzione delle emissioni di carbonio. Di fronte a nuovi scenari e condizioni di mercato, la flessibilità ha sempre la meglio sulla rigidità.

Cosa vuol dire essere un produttore flessibile

Cosa implica, però, essere un produttore flessibile? Flessibilità significa rapidità di adattamento. Significa creare un flusso ininterrotto cha va dal bisogno alla consegna, dalla decisione all’implementazione e dalla sfida alla soluzione.

La vera flessibilità consente ai produttori di essere costantemente in sintonia con il proprio mercato attraverso l’introduzione di livelli di controllo e di reattività che vanno a prendere il posto di modelli operativi rigidi e statici

La flessibilità è un concetto che va oltre la semplice tecnologia, benchè sia proprio questa a rappresentare  il cuore della trasformazione e a continuare a guidare e rendere possibili nuovi modi di innovare. Tuttavia, la tecnologia da sola non può ingenerare un cambiamento di velocità e deve essere associata  a un quadro organizzativo flessibile. Per questo motivo, è necessario guardare al di là dei soliti aspetti ed individuare le aree che consentiranno di operare in modo flessibile all’interno della propria organizzazione.

Focalizzare l’attenzione su 5 priorità

Per incrementare la flessibilità è bene, come prima cosa, individuare possibili ostacoli e colli di bottiglia. Per fare ciò è necessario avviare una completa valutazione di ogni area che possa contribuire a soddisfare le esigenze del mercato. Questa supervisione, oltre che risolvere eventuali attriti, consente anche di migliorare l’allocazione delle risorse per continuare a migliorare gli aspetti organizzativi. 

La nostra esperienza con i clienti ci ha portato a dare la priorità alle seguenti aree:

Tecnologia: a livello tecnico, una maggiore flessibilità può essere raggiunta grazie all’adozione di sistemi intelligenti. Per molti decenni, la produzione è stata basata su linee di produzione statiche e scollegate, controllate da sistemi di operation technology (OT) spesso scarsamente duttili. Ora, nell’era di digitalizzazione, i produttori possono convergere i sistemi OT con quelli IT e dischiudere nuove opportunità di raccolta e analisi dei dati, con livelli di dettaglio sempre più granulari. Tale analisi può essere poi utilizzata per adattare e perfezionare le attività operative secondo un ciclo di feedback auto-potenziante, man mano che i sistemi vengono utilizzati.

Competenze: uno degli errori più gravi che può commettere un produttore è quello di concentrarsi esclusivamente sulla tecnologia, trascurando il fattore umano. Operatori qualificati, tecnici specializzati e analisti sono solo alcune delle figure professionali necessarie per una produzione flessibile. L’uso di funzionalità avanzate è strettamente correlato alla capacità, da parte del personale, di sfruttarle. La specializzazione e l’impegno nell’aggiornare le competenze supportano l’approccio flessibile, e fanno sì  che il cambiamento tecnologico vada di pari passo con le capacità delle risorse. 

Supporto esecutivo: la flessibilità coinvolge anche i livelli decisionali. Scegliere di produrre un nuovo prodotto a fronte di emergenti richieste da parte dei clienti, o di sospendere una linea di prodotti che, fino a poco tempo prima, era redditizia per rispondere a palesi cambiamenti del mercato, richiedono un processo decisionale rapido e collaborativo. Avere dalla propria parte degli sponsor a livello executive, che preferibilmente includano una vasta rappresentanza delle business unit e che siano sostenuti da chiari modelli di governance, può incrementare le probabilità di successo di un progetto di innovazione.

Modelli di consumo: uno dei maggiori trend commerciali dell’ultimo decennio è stato il passaggio a modelli di consumo basati sugli abbonamenti. Lo abbiamo visto nelle app e nei servizi online che utilizziamo e ora vediamo lo stesso approccio applicato ad aree storicamente ad alta intensità di capitale. Possedere macchinari fisici è un impegno considerevole e lega il produttore all’asset durante tutto il suo ciclo di vita. I produttori hanno constatato che, al fine di disporre di maggiore flessibilità, un approccio Machine-as-a-Service può contribuire ad aumentare l’efficienza degli OpEx, offrendo una maggiore capacità di aggiornamento o di cambiamento in linea con le nuove funzionalità che si affacciano sul mercato. 

Comprensione del mercato: l’ultima area è relativa alla comprensione del cliente. Tradizionalmente, in molte aziende , il marketing viene visto come una funzione a compartimento stagno, responsabile dell’incremento delle vendite, ma senza alcun input diretto sul prodotto. Un approccio che non è più perseguibile.

Oggi, per essere un passo avanti rispetto al mercato, le vendite e il marketing devono essere direttamente  connessi alla produzione. La comprensione del profilo del cliente, della sua esigenza (immediata) e delle modalità secondo le quali desidera gli sia consegnato il bene,  permette alla produzione di adattarsi di conseguenza e di soddisfare i suoi desideri. Questo vale per le caratteristiche e la qualità del prodotto, così come per le questioni relative alle pratiche etiche e sostenibili, che sono sempre più al centro dell’attenzione dei clienti.

Essere operativi, evolvere velocemente

Superare l’inflessibilità in ciascuna di queste aree chiave può contribuire a creare una solida base su cui costruire e operare. Noi supportiamo i clienti nella valutazione di ciascuna di queste aree nell’ambito della loro operatività e proponiamo soluzioni per il miglioramento. 

Attraverso un’estesa rete di partner, siamo in grado  di offrire supporto in fase di progettazione e di realizzare un proof of concept che permette ai nostri clienti di testare l’idea in un ambiente live. Questo normalmente comporta degli investimenti iniziali e l’allocazione di risorse finalizzati al mantenimento delle nuove attività per alcuni mesi e al monitoraggio delle prestazioni. 

Una volta dimostrata l’efficacia del concetto e definiti i processi complementari riguardo alle linee, aiutiamo i nostri clienti a evolvere fino alla piena produzione.

Flessibilità di progettazione

Trovandosi a plasmare gli ambienti di produzione di un’era più intelligente e più incentrata sul cliente, va considerato che la flessibilità rappresenta una mentalità tanto quanto un mezzo tangibile per coordinare la produzione.

Adattarsi alle mutevoli condizioni di mercato, sia in termini di cambiamenti radicali a breve termine sia di trend a lungo termine, richiede una mentalità che non si aggrappa più agli investimenti e ai modi di lavorare del passato, ma che sia disposta ad abbracciare il nuovo per raccoglierne i frutti. Ciò significa muoversi più velocemente – non solo come singola linea di produzione, ma come un’intera organizzazione– e che la velocità può venire solo da basi flessibili. 

(Fonte: Paolo Butti, Director Industry and Oem – Emea, Rockwell Automation)

AIRI: open innovation e nanotecnologie.

Al via il progetto GoNano.

Il coinvolgimento e il dialogo tra i diversi portatori di interesse è un fattore essenziale per garantire uno sviluppo responsabile delle tecnologie emergenti e delle loro applicazioni.

Un tema sempre più rilevante, considerato il crescente impatto che i prodotti della Ricerca e Innovazione possono avere sulla società, su aspetti quali per esempio i diritti umani, l’ambiente, la giustizia, il benessere o la privacy.

Il progetto GoNano ha l’obiettivo di favorire e realizzare processi di coinvolgimento degli attori sociali nelle attività di ricerca ed innovazione.

Un coinvolgimento considerato necessario per favorire lo sviluppo di prodotti innovativi e suggerire nuovi ambiti di ricerca nelle nanotecnologie, che siano appunto il più possibile rispondenti alle esigenze e bisogni della società.

GoNano coinvolge rappresentanti dell’industria, ricercatori, policy makers, cittadini in iniziative di confronto e dialogo (open innovation e co-creation) per definire suggerimenti e concrete indicazioni per lo sviluppo di applicazioni e prodotti delle nanotecnologie in specifici settori: salute, alimentare ed energia. E’ prevista la realizzazione di iniziative di co-creation in diversi Paesi europei, in particolare Repubblica Ceca, Spagna e Olanda.

Gli obiettivi del progetto sono:

  • DEFINIRE metodi e processi di co-creation ed open-innovation, nell’ambito della R&I nelle tecnologie emergenti, ed in particolare nelle nanotecnologie
  • FAVORIRE la realizzazione di processi e prodotti della Ricerca ed Innovazione il più possibile allineati con gli interessi, le esigenze e le aspettative sociali, eticamente e socialmente desiderabili
  • DELINEARE delle raccomandazioni di policy a supporto di una ricerca ed innovazione responsabile (White papers on co-creation and societal engagement in nanotechnologies).
  • PROMUOVERE iniziative di formazione ed educazione sulle tematiche del progetto

Il progetto della durata di tre anni coinvolge i seguenti partner europei:

  • Danish Board of Tecnology Foundation (coordinatore
  • De Proeffabriek, Netherlands
  • Technology Centre of the Czech Academy of Sciences (TC CAS), Czech Republic
  • The University of Twente, Netherlands
  • ITA, Institute of Technology Assessment, Austria
  • CIEL, Center for International Environmental Law, Switzerland
  • The European Institute of Women’s Health (EIWH), Ireland
  • RMIT University, Spain
  • Associazione Italiana per la Ricerca Industriale (Airi / Nanotec IT)

Airi è responsabile di iniziative di consultazione e coinvolgimento di stakeholders nel progetto, ed in particolare di coinvolgere industrie, associazioni, e network industriali e dell’innovazione (quali le piattaforme tecnologiche europee). Inoltre, Airi contribuirà alla definizione di raccomandazioni di policy e strategia industriale per favorire processi di open innovation e co-creation nella R&I nelle tecnologie abilitanti e nelle nanotecnologie (White papers).