Con l’anno accademico 2021-2022 partirà in Italia il primo dottorato in intelligenza artificiale.
Firmata la convenzione tra il Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr), l’Università Sapienza di Roma, il Politecnico di Torino, l’Università Campus Bio-Medico di Roma, l’Università Federico II di Napoli e l’Università di Pisa.
Lo rendono noto il Ministero dell’Università e della Ricerca (Mur) e il Cnr, presso il quale il Mur ha costituito un comitato per elaborare una strategia unitaria e realizzare un coordinamento nazionale, finanziando con 4 milioni di euro il Cnr e con 3,85 milioni di euro l’Università di Pisa.
Sono già disponibili 194 borse di studio, 97 cofinanziate dal
Cnr e 97 cofinanziate dal Mur attraverso l’Università di Pisa.
L’investimento complessivo, con il
co-finanziamento degli atenei, supererà i 15 milioni di euro.
“Si tratta di una grande opportunità per il
nostro Paese. Con il dottorato in intelligenza artificiale l’Italia sarà più
competitiva sulle tecnologie avanzate”, ha affermato il titolare del
Mur, Gaetano Manfredi.
Complessivamente, il mercato dell’Intelligenza
artificiale in Italia è agli albori, con una spesa in tecnologie nel
settore di poche centinaia di milioni di euro l’anno. Lo studio McKinsey
individua le possibilità di maggior sviluppo, e ritorno economico, in settori
industriali strategici per il Paese come il manifatturiero, la robotica
industriale e di servizio, l’agroalimentare.
“Si gioca qui una delle grandi sfide del
nostro futuro”, ha detto il rettore della Sapienza, Eugenio Gaudio, “e per questo dobbiamo investire
nella formazione e nella specializzazione dei giovani a partire da quei
settori, come la robotica e l’Intelligenza artificiale, che
costituiscono un’eccellenza
del nostro Paese.
L’avvio di un dottorato nazionale potrà rappresentare il trampolino di lancio per progetti di grande impatto scientifico”. L’Università La Sapienza, sul tema, dal 2009 offre un corso in lingua inglese.
Uno studio sui lavori scientifici nel settore dell’Ai, basato su dati Scopus di Elsevier, posiziona l’Italia al decimo posto a livello mondiale come numero di pubblicazioni. Il loro impatto scientifico, però, ci colloca al quinto posto. “Il nostro Paese può sicuramente contare su un grande punto di forza: la qualità della sua ricerca scientifica”, ha detto il presidente del Cnr, Massimo Inguscio. “Dobbiamo ripartire dalla ricerca, digitale e intelligenza artificiale sono settori cruciali”.