Export italiano, pharma e life science mantengono un ruolo chiave. Secondo le previsioni di Ebury Italia, quest’anno registrerà una notevole crescita, e il 2024 si profila, come un anno di opportunità per rafforzare la presenza dell’Italia sui mercati internazionali, promuovendo un modello di sviluppo sostenibile e innovativo
Secondo le previsioni di Ebury Italia, questo sarà l’anno della crescita. Il 2024 infatti si prospetta cruciale per l’Italia nel contesto del commercio internazionale.
L’export italiano oggi rappresenta circa il 40 % del nostro PIL. Dopo un 2022 caratterizzato da una crescita significativa (+9,9%), le esportazioni italiane hanno rallentato nel 2023 (+0,8%) mentre secondo le previsioni elaborate da Marta Bonati, Country Manager dell’istituto finanziario Ebury Italia, quest’anno sarà quello della crescita, sebbene moderata, del 2,3%, sotto i ritmi pre-pandemia.
L’export italiano nel 2024
Il calo nel tasso di crescita dell’export italiano di beni dell’anno appena passato è legato alla diminuzione della domanda mondiale, specialmente nei principali mercati di destinazione dei prodotti italiani, quali Germania e Stati Uniti.
Nei primi 8 mesi del 2023, l’export manifatturiero si è ridotto (-1,0% rispetto allo stesso periodo 2022, a prezzi costanti) facendo registrare poche variazioni positive.
L’export italiano di autoveicoli ha, invece, realizzato il maggior incremento (+19,1%), compensando la debole crescita del 2022.
Seguono l’occhialeria, i macchinari (primo settore per peso dell’export), gli altri mezzi di trasporto, in forte decremento rispetto al 2022, e i prodotti farmaceutici, che avevano registrato una crescita significativa nel 2022.
Quest’anno, si prevede un’ulteriore crescita dell’export di autoveicoli e occhialeria; mentre i settori farmaceutico e dei macchinari manterranno un ruolo chiave.
Nel 2024, i settori della sostenibilità, dei beni ambientale e del digitale, secondo le previsioni di Ebury Italia, si consolideranno come veri e propri acceleratori per le esportazioni italiane, soprattutto per quanto riguarda le PMI, il cuore dell’economia italiana.
Gli investimenti green prospettano per il biennio 2025-26 un’accelerazione che potrebbe superare il 14% annuo.
Mercati d’interesse
Per quanto riguarda i mercati, l’export italiano continua a privilegiare quelli consolidati, tra cui la Germania, gli Stati Uniti, la Francia e la Cina.
Nei primi 9 mesi del 2023, le esportazioni italiane hanno registrato un +10,1% per USA, +25,2% per il Giappone e +9,1% per UK.
Tuttavia, si sta assistendo a un’espansione verso alcuni mercati emergenti come i Paesi del Golfo, l’India, la Thailandia, il Vietnam, il Messico, il Brasile e la Croazia, offrendo nuove opportunità per il Made in Italy.
L’export italiano nei paesi OPEC è cresciuto del +42% nei primi 9 mesi dell’anno scorso.
Sempre secondo l’analisi di Marta Bonati, tuttavia, il conflitto russo-ucraino e quello israelo-palestinese potrebbero incrementare la frammentazione geopolitica, con effetti sull’economia globale e anche sul commercio internazionale.
Nonostante le sfide globali, l’export italiano mostra comunque importanti segni di resilienza e capacità di adattamento.
L’inflazione dovrebbe ridursi per effetto delle conseguenze delle politiche monetarie restrittive attuate dalla BCE e il Pil italiano è atteso in crescita dello 0,7%, considerando comunque le oscillazioni nei tassi di cambio, che possono influenzare significativamente la competitività dei prodotti italiani sui mercati internazionali e i margini di profitto delle aziende esportatrici.
Il 2024 si profila, quindi, secondo le previsioni, come un anno di opportunità per rafforzare la presenza dell’Italia sui mercati internazionali, riorientare la parte dei flussi, diversificare i mercati di sbocco e promuovere un modello di sviluppo sostenibile e innovativo.
Miniaturizzazione, fluidodinamica, monitoraggio remoto: Camozzi Automation lavora nel settore del controllo dei fluidi da oltre 10 anni. Produce dispositivi medicali e strumenti per le biotecnologie e mira a diventare leader nell’automazione per le Life Science
Un settore che cresce a doppia cifra. Il Model based design per monitorare prestazioni e componenti. Il focus sulle soluzioni custom. E sul monitoraggio dei macchinari.
Valvole proporzionali di flusso, regolatori di pressione, elettrovalvole con membrana di separazione del fluido ed elettrovalvole miniaturizzate.
È la tecnologia fluidodinamica utilizzata dai più grandi costruttori europei e mondiali per la produzione di dispositivi medicali e strumenti per le biotecnologie quella della divisione Life Science di Camozzi Automation, azienda appartenente al noto omonimo gruppo bresciano.
«Siamo nel mondo del controllo dei fluidi da oltre dieci anni. Abbiamo un team di esperti con una specifica conoscenza del settore che ci permette di progettare e sviluppare componenti e sistemi che i costruttori di dispositivi e strumenti medicali utilizzano per le più diverse soluzioni e applicazioni», afferma Daniele Giorgi, business developer manager del team Life Science di Camozzi.
Dispositivi e sistemi per la cura del paziente, come apparecchiature odontoiatriche, ventilatori e concentratori di ossigeno, macchine per anestesia. E strumenti nell’ambito analitico-diagnostico, per la cromatografia, l’ematologia e l’analisi molecolare.
Un mercato in grande evoluzione con tassi di crescita costanti a doppia cifra.
Una dinamica che non sorprende poiché il Life Science riguarda la salute della persona, tema sul quale convergono investimenti importanti in tutte le aree del mondo. «Mentre nell’automazione si producono componenti per gestire flussi di aria compressa per automatizzare impianti o macchine industriali, nel life Science parliamo di tutti i fluidi possibili, liquidi e gassosi. In una macchina per infusione, dedicata al dosaggio dei medicinali, si devono per esempio gestire portate che vanno da pochi millilitri, fino a 200 litri al minuto, come nel caso dei respiratori polmonari», afferma Giorgi.
Tra i fattori competitivi dell’offerta Camozzi per il Life Science, l’ingegnerizzazione di nuovi prodotti e la progettazione di manifold personalizzati in cui vengono assemblati in un unico blocco tutti i componenti necessari per realizzare specifiche soluzioni, come nel caso dei ventilatori, un dispositivo medicale che può contenere fino a 20 diverse tipi di valvole.
Nello stabilimento bresciano di Polpenazze, dove è presente una parte della produzione di Camozzi Automation, i componenti vengono assemblati in camera bianca.
La sala ISO 9 è dedicata alle soluzioni per il comparto dentistico e per la produzione di componenti non invasivi, la sala ISO 7 al montaggio di prodotti e blocchi funzionali per tutte le macchine medicali e per strumenti utilizzati in biotecnologia.
Parti di valvole ed elettrovalvole on-off e proporzionali, regolatori ed accessori prima di entrare in camera bianca per l’assemblaggio ed il collaudo sono trattati da una stazione di lavoro che esegue il lavaggio per evitare qualsiasi tipo di contaminazione. «La qualità del processo di produzione è fondamentale. In un qualunque progetto la prima cosa che ci viene chiesta è se il processo è validato e conforme agli standard internazionali, se il componente è stato pulito, lavato e montato in ambienti ad atmosfera controllata», dice Giorgi.
Molte delle soluzioni sviluppate nascono da una vera e propria collaborazione progettuale.
Un esempio riguarda la progettazione di un dispositivo per l’angiografia, soluzione che è nata dalle rilevanze di uno studio di settore.
«L’idea era avere uno strumento che consentisse di insufflare in vena un fluido di contrasto alternativo allo iodio – afferma Daniele Giorgi – sostanza che viene comunemente utilizzata in angiografia ma che presenta dei problemi di potenziale tossicità».
Ecco, quindi, un iniettore predisposto per utilizzare come fluido di contrasto l’anidride carbonica, sostanza presente nel nostro organismo che ha tempi di smaltimento molto più rapidi dello iodio, circa 20 secondi rispetto a settimane o addirittura mesi.
Il prodotto è stato realizzato secondo specifica, con componenti proporzionali in grado di gestire pressione e portata compatibili con l’organismo umano.
Altro progetto innovativo, quello che ha previsto lo sviluppo di un robot per endoscopia, fatto con componenti che regolano in automatico la pressione della sonda che viene inserita nel corpo del paziente con una precisione e sensibilità superiore a quella di un operatore medico.
In sostanza, la proposta di Camozzi Automation è riassumibile in : “miniaturizzazione dei componenti, customizzazione delle soluzioni, flessibilità e capacità produttiva, future evoluzioni della sensoristica”.
Cloud, Intelligenza Artificiale, piattaforme Low-Code e nuove forme di comunicazione e customer care: la filiera del settore farmaceutico ricorre a tutte le tecnologie abilitanti per supportare un cambiamento irreversibile, che la pandemia ha solo accelerato
Se è vero che il settore farmaceutico in un periodo di crisi sanitaria non può temere arresti, è anche vero che proprio la crisi sanitaria sta trasformando le abitudini di milioni di persone, incidendo anche sulla salute generale e modificando le esigenze e i trend in ambito healthcare. Inseguire questi mutamenti richiede alle aziende del settore flessibilità, ma anche creatività. La dote forse più necessaria, però, è il coraggio, perché per stare al passo, bisogna adottare nuovi modelli di business, basati su tecnologie digitali altamente pervasive.
Una prima, composita, panoramica ci viene da Teresa Minero, Founder & Ceo di LifeBee-Digitalizing Life Science- e International Board of Directors, European Leadership Team, Steering Committee Pharma 4.0 di Ispe, associazione globale no-profit che riunisce i professionisti del Life Science.
Nel corso di un suo recente intervento mirato a individuare la rilevanza di tutto ciò che è Industria 4.0 nella crescita delle aziende di ogni settore e in particolare di quello farmaceutico, la Minero faceva riferimento a un’inchiesta del Politecnico di Milano, che ha messo a confronto imprese attive in ambito Industria 4.0 e imprese meno attente ai processi di trasformazione digitale. Le imprese attive per Industria 4.0 mostrano parametri di crescita, redditività e produttività del lavoro decisamente superiori, a testimonianza del fatto che l’adozione del pensiero e delle sfide Industria 4.0 costituisce un oggettivo vantaggio competitivo.
«Non che non ci siano
difficoltà nel seguire questo processo di trasformazione, come emerge da una
ricerca di Couchbase, pubblicata negli Stati Uniti a settembre 2019 che prende
in esame 450 responsabili di Trasformazione Digitale tra Stati Uniti, Regno
Unito, Francia e Germania», ha detto Teresa Minero.
«Secondo questo
studio, gli interventi non risultano sempre di successo. Le imprese riscontrano
soprattutto la complessità di implementazione delle nuove tecnologie,
la mancanza di risorse e competenze per portare a termine gli
aggiornamenti, i ritardi e a volte il fallimento degli obiettivi perché non
sempre i progetti riescono a essere veramente trasformativi o rivoluzionari.
Segnali da non sottovalutare e di cui far tesoro nella definizione del giusto
approccio da tenere rispetto al cambiamento, anche a fronte della contestuale
grande maggioranza di testimonianze di conseguimento di risultati di
miglioramenti “almeno” significativi per gli utenti finali, che comprendono un
gran numero di trasformazioni effettive o addirittura rivoluzionarie».
Venendo più specificamente al Pharma, anche l’ultima survey di Ispe sul tema 4.0 nel settore, condotta con la collaborazione della Liuc Business School, conferma che gli imprenditori del settore farmaceutico sono ormai pienamente consapevoli del fatto che le nuove tecnologie, quali ad esempio Cloud, Analytics, robotica avanzata, siano dei volani per lo sviluppo delle loro aziende.
Il punto debole, ciò
su cui bisogna ancora lavorare, è la percezione ancora solo parziale di
cosa significhi trasformazione digitale radicale e di come si possano
realmente assimilare i nuovi modelli di business.
Quale può dunque essere la strategia più appropriata per affrontare questi ostacoli? Teresa Minero non ha dubbi: è necessaria una roadmap. «LifeBee propone ai suoi clienti un percorso condiviso per lo sviluppo di una roadmap che tiene conto di tutti i fattori in gioco, un percorso che parte dall’individuazione di un obiettivo 4.0 reale, il più adatto all’impresa stessa, e passa per l’individuazione di uno scenario 4.0, basato sulla situazione, i tempi, le risorse e gli obiettivi intermedi. I punti guida sono la sostenibilità in termini di investimenti e risorse, la strategia a lungo termine, l’esecuzione per passi con quick-win, il miglioramento dei processi e, soprattutto, una compliance proattiva e non “reattiva”, ovvero non mero adempimento di norme, ma compliance by design su processi e soluzioni».
Secondo Teresa Minero, uno dei temi centrali di questa evoluzione del comparto farmaceutico, perché già a vario titolo sperimentato da molte aziende, è la serializzazione, che proprio nelle prossime settimane sarà oggetto di approfondimento all’interno di una serie di incontri promossi sempre da LifeBee.
Data Integrity, una
priorità per il farmaceutico
Un altro tema centrale
in ambito farmaceutico è quello dell’Integrità dei Dati, sia per una questione
normativa, sia perché in un clima di emergenza sanitaria aumenta nel cliente
finale il bisogno di rassicurazioni sulla sicurezza del prodotto e sulla
reputazione del marchio.
Ne abbiamo parlato
con Sébastien Girard, Global Business Development Manager Consumer
Packaged Goods di Eurotherm, parte del gruppo
Schneider Electric, che fornisce soluzioni per mantenere
l’integrità dei dati durante il loro intero ciclo di vita.
«In questo difficile
periodo per le aziende farmaceutiche è fondamentale rimanere agili e ridefinire
il flusso di convalida e controllo della qualità dei dati. Per le aziende
farmaceutiche l’aspetto più importante rimane, anche in questa nuova normalità,
mantenere la fiducia del paziente e riaffermare il concetto che “La sicurezza
del paziente viene prima di tutto».
È quindi il momento
giusto per ripensare alla governance dell’Integrità dei Dati, per reimpostare i
processi standard e il sistema di gestione della qualità, vivendo questo
passaggio come un’opportunità di mettere nero su bianco i dettagli del ciclo di
vita dei dati, evidenziando i rischi potenziali e le necessarie azioni
migliorative per risparmiare tempo e ridurre i costi legati al rilascio di
batch e per proteggere i dati da errori legati a guasti, falsificazioni e
attacchi informatici.
L’emergenza sanitaria
ha inoltre reso urgente l’abbandono di registratori a carta e di record
cartacei in generale: è semplicemente impensabile, in periodo di
Lockdown, immaginare un tecnico costretto a recarsi in un impianto per apporre
la propria firma in fondo a un foglio in modo da poter rilasciare sul mercato
un prodotto.
Da molti anni in
Europa la registrazione digitale è fortemente consigliata e
tutto induce a pensare che diventerà obbligatoria: da questo punto di vista la
crisi attuale sta accelerando i tempi. Per evitare rischi nell’implementazione
della registrazione digitale è necessario considerare l’integrità dei dati così
come affrontata dai principi Alcoa (+). Scegliere un fornitore che applica
concretamente questi concetti facilita il raggiungimento della conformità e
riduce i rischi legati ai processi di qualifica e convalida del percorso di
digitalizzazione verso lo Smart Manufacturing».
Per queste ragioni le
soluzioni Eurotherm sono in linea con le più recenti best practice a livello
globale come cGMP, Fda 21 CFR Parte 11, Ema Annex 11 e Data Integrity Alcoa
(+). Eurotherm ha recentemente presentato anche il software Data Reviewer che
ora include anche un’opzione Auditor progettata per contribuire all’Integrità
dei Dati e aiutare a semplificare il rispetto delle norme. I registratori
Eurotherm della Serie 6000, il registratore/regolatore nanodac, il Pac T2750 e
i registratori modulari Versadac insieme a Data Reviewer prevedono l’accesso
utente con password e firme elettroniche. Ciò fornisce la tracciabilità degli
eventi all’interno di audit-trail digitali a prova di manomissione,
semplificando la conformità regolatoria.
Packaging nel
farmaceutico, sempre sotto i riflettori
Il packaging
all’interno della filiera del farmaceutico occupa un ruolo fondamentale: la
confezione di un farmaco non solo deve rispettare precise norme igienico-sanitarie,
ma il suo design finisce per costituire un fattore integrante del prodotto. Ci
siamo confrontati con Valentina Marchesini di Marchesini Group, una delle aziende
italiane più note nel settore del packaging per il farmaceutico. Marchesini ha
lanciato un programma di comunicazione del tutto innovativo per il 2020, dando
prova del fatto che anche quando tutto cambia c’è sempre una strada per
costruire qualcosa di nuovo e per crescere.
«Quello farmaceutico
è un mercato anticiclico», ci ha spiegato Valentina Marchesini,
«che paradossalmente nei momenti difficili va meglio. Il Lockdown di primavera
non lo ha fermato, ma la crisi sanitaria lo sta modificando molto, e molto
velocemente. Da un lato tutta l’attenzione è stata focalizzata sulla ricerca
del vaccino, dall’altro c’è stato, ad esempio, un calo delle vendite dei
farmaci da banco, perché l’uso massiccio delle mascherine ha ridotto
drasticamente la diffusione dei malanni di stagione».
Per un’azienda che
sviluppa e fornisce tecnologia il problema principale è mantenere viva e
funzionale la relazione con il cliente sia per la parte di promozione, sia poi
per l’installazione, la formazione e gli interventi di manutenzione.
«Si è parlato tanto
di resilienza. Marchesini ha sfruttato questi mesi per crescere
in chiave di connessione con il cliente. Di solito la linea viene
consegnata a domicilio da un team specializzato che si occupa
dell’installazione, del collaudo e della formazione del personale», ha aggiunto
la manager.
«Nel momento in cui
mettere in atto questo tipo di procedure non è stato più possibile, abbiamo
riorganizzato il nostro lavoro. Siamo ricorsi a occhiali 3D, virtual room e
applicazioni per garantire al cliente assistenza da remoto, fino all’extrema
ratio dell’installazione pilotata. Dallo scorso marzo abbiamo realizzato 70
collaudi in streaming e ne prevediamo altri 40 entro la fine dell’anno».
Altra grande novità
per Marchesini sono gli XDays, ovvero “Extraordinary times need extraordinary
events”. «Per colmare il vuoto creato dalle limitazioni alla mobilità e quindi
la cancellazione di fiere, openday, workshop che erano uno dei nostri punti di
forza, perché l’accoglienza è un plus dell’imprenditoria italiana, ci siamo inventati
questi show digitali, in cui le nostre macchine sono protagoniste. Il tentativo
è quello di soddisfare il bisogno del cliente di fare un’esperienza ravvicinata
del prodotto. Per ottenere i migliori risultati possibili ci siamo avvalsi di
professionisti dell’intrattenimento per quanto riguarda le riprese, la
strumentazione e gli effetti speciali, mentre regia e scrittura sono stati
curati da risorse interne. Davanti alle telecamere ci sono i nostri tecnici che
oltre alla loro competenza portano sul palco la passione per i prodotti che
hanno visto nascere. I risultati raggiunti finora sono davvero incoraggianti».
I servizi di
assistenza in remoto X-Care di Marchesini saranno protagonisti di uno
degli XDays del prossimo anno. La seconda stagione di XDays di Marchesini è
infatti iniziata a ottobre con un focus sulla tecnologia Valida (in foto
sotto), che è una contatrice elettronica dotata di un doppio sistema di
conteggio e visione in grado di verificare forma, colore, altezza e principio
attivo della compressa, per un controllo totale del processo di counting.
Il sistema è composto
da quattro telecamere che controllano dall’alto le compresse che scorrono sui
canali, verificandone la corretta forma e colore; una telecamera che controlla
l’altezza delle compresse mediante triangolazione laser permettendo lo scarto
degli eventuali prodotti non conformi; fotocellule per il controllo
dell’avvenuto scarto della singola compressa e non del flacone.
La tecnologia Valida
può essere usata non solo come counter ma anche come pre-caricatore montato
sulla linea blister Integra 320. Prossimamente, uno degli XDays sarà dedicato
alla nuova soluzione per il riempimento e la chiusura di stickpack, nata dal
connubio tra la tecnologia Schmucker e il know-how hardware e software di
Marchesini Group. «Mentre l’acquisizione di Schmucker risale a tre anni fa e
rientra nel programma di ampliamento delle nostre competenze in un ambito come
quello degli stickpack che è sempre più di moda perché risponde alle esigenze
di vita dei nostri giorni, il sodalizio con Neri è di lunga data. Dopo anni di
proficua collaborazione Neri è stata acquisita da Marchesini come Divisione
Specializzata in soluzioni per l’etichettatura ed è pronta a
lanciare sul mercato il modello RE 402 per il labeling di prodotti in vetro,
plastica o metalli di qualunque forma e dimensione».
Infine, un altro XDays,
un’altra partnership e un’altra soluzione all’avanguardia. «Il 18 febbraio
presenteremo la linea blister integrata robotizzata, Integra 320, che è una
linea già collaudata, ma che è stata aggiornata con un sistema per il controllo
del principio attivo del prodotto sviluppato in collaborazione con Sea Vision.
Grazie alla tecnologia laser, le compresse che vengono movimentate
sulla linea a velocità considerevoli, un attimo prima di scivolare nel blister,
subiscono una scansione che permette di rilevare non solo la presenza, la
forma, la dimensione e l’integrità dell’unità, ma anche il colore e il
principio attivo». Un metodo di controllo non invasivo e affidabile che
consente di raccogliere dati fondamentali anche per la serializzazione.
Cloud computing e AI
per la supply chain del comparto farmaceutico
Nell’intraprendere un
percorso di digitalizzazione, le aziende del settore farmaceutico
puntano tra l’altro sulla supply chain. Per la previsione della
domanda, sono numerose le realtà che si affidano a ComplEtE, una soluzione
end-to-end di nuova generazione nata dall’esperienza congiunta di Porini-DGS,
un’azienda specializzata nella fornitura di servizi e soluzioni di valore
nell’ambito delle Cybersecurity Solutions, delle Digital Solutions e del
Management Consulting.
ComplEtE è un’unica
piattaforma che può gestire l’intero flusso della supply chain, dal demand
management alla pianificazione fino alla gestione del magazzino. In
particolare, la soluzione di Supply Chain Management permette di gestire gli
aspetti strategici (con i moduli Strategic Network Simulator e Demand
Management), tattici (con DRP Solution ed Enterprise Planning) e operativi,
anche grazie al supporto di algoritmi di intelligenza artificiale.
Trattandosi di una
soluzione SaaS (Software-as-a-Service) e realizzata in ambiente Cloud
Microsoft, ComplEtE non richiede un’installazione ed è immediatamente fruibile
tramite web browser. Inoltre, il fatto che ComplEtE sia integrata con tutti i
servizi offerti dalla piattaforma Microsoft Azure permette alle imprese di
utilizzare i tool per la gestione degli eventi (Power Automate), per la
condivisione delle informazioni (Teams) e per il lavoro quotidiano (Office
365).
Per quanto riguarda
l’implementazione, i progetti di norma partono da una sessione di analisi dei
processi aziendali di forecast della domanda, seguiti da una fase di
integrazione della piattaforma ComplEtE con l’Erp e con tutte le sorgenti dati
interessate ai processi in scope (Plm, Wms, Crm…). Seguono le fasi di
configurazione del prodotto e di UAT.
La soluzione però è
costruita per essere un insieme di mattoncini (brick) di soluzioni integrati e
integrabili tra di loro, permettendo quindi di sfruttare le componenti
necessarie e migliori all’ottenimento del risultato di una visione e gestione
completa del flusso informativo chiave della supply chain.
La soluzione ComplEtE
mette le aziende del comparto farmaceutico, e non solo, nella condizione
di costruire precise previsioni di vendita attraverso i più avanzati
algoritmi di intelligenza artificiale e con il contributo attivo e
collaborativo di tutta la forza commerciale coinvolta nel processo
previsionale, calcolando, ad esempio, i livelli di scorta, su ogni nodo della
rete, necessari a garantire il desiderato livello di servizio.
Ha scelto la strada
del Cloud anche una realtà come InSilicoTrials, startup
italiana che ha messo a punto una piattaforma innovativa che consente di ridurre
notevolmente, del 40-60%, i costi e i tempi di sviluppo di nuovi farmaci.
Obiettivo di
InSilicoTrials è facilitare l’accesso alle tecnologie di simulazione
già diffuse in ambito aerospaziale e automotive anche alle piccole e medie case
farmaceutiche, cosicché possano utilizzare la simulazione per
sperimentare, registrare e produrre nuovi farmaci in modo più efficiente,
sicuro e veloce.
Attraverso la
piattaforma proprietaria Cloud-based, InSilicoTrials fornisce alle aziende del
comparto farmaceutico i migliori modelli computazionali disponibili a livello
mondiale, che il suo team seleziona continuamente nelle università di tutto il
mondo e che sono già in grado di supportare la certificazione da parte degli
enti regolatori. Successivamente, un gruppo di ingegneri e sviluppatori lavora
su questi modelli per semplificarne l’interfaccia e l’utilizzo, di modo che,
una volta caricati sulla piattaforma, possano essere usati anche da ricercatori
che non hanno conoscenze in materia di simulazione digitale.
L’azienda
farmaceutica in un’ottica pay-per-use paga solo nel momento in
cui utilizza il modello, tagliando così considerevolmente i costi e consentendo
ai propri collaboratori di accedere alla tecnologia anche a distanza e ovunque
si trovino, dal momento che tutti i modelli sono utilizzabili in-Cloud nella
massima sicurezza.
Ai prodotti e alle
soluzioni pensati da InSilicoTrials per il mondo farmaceutico si aggiunge oggi
sulla piattaforma anche la Drug Safety Suite, una nuova serie di modelli che
aiutano a ridurre il rischio di cardiotossicità dei farmaci.
Ogni nuova molecola
può rivelarsi pericolosa per il cuore, provocando aritmie anche irreversibili:
affiancando ai testi in vitro i test di simulazione è possibile individuare la
pericolosità per il cuore di una molecola già nelle primissime fasi di studio
in laboratorio e, quindi, si può procedere a eliminarla subito, riducendo i
tempi e i costi della sperimentazione, e allo stesso tempo anche i test sugli
animali.
L’automazione Low-Code
per il pharma
Le criticità del
processo di trasformazione digitale sono probabilmente tra le ragioni per
cui l’automazione è attualmente utilizzata solo dal 40% delle
organizzazioni che hanno preso parte a un’altra interessante ricerca,
quella, promossa da Appian e condotta da Pharma
Intelligence.
In base a questa
ricerca, i due maggiori ostacoli alla trasformazione digitale sono la
complessità del sistema (47% degli intervistati) e la mancanza di comprensione
con il business o nei reparti IT (38%). Alla domanda sulle soluzioni
specifiche, la maggioranza (82%) di coloro che conoscono il Low-Code vedono i
vantaggi del suo utilizzo per semplificare il DevOps per la loro
organizzazione, mostrando quindi una certa consapevolezza della potenza che
l’automazione Low-Code può avere nello snellire i processi e nel rispondere
rapidamente ai cambiamenti normativi.
Appian, l’azienda
promotrice dell’indagine, fornisce una piattaforma di sviluppo Low-Code che
unisce in modo nativo tutte le funzionalità necessarie per fornire processi
end-to-end di grande impatto all’interno dell’organizzazione. L’obiettivo è
consentire alle piccole e medie aziende farmaceutiche di: automatizzare le
attività di routine in un flusso di lavoro e integrare i sistemi senza Api;
progettare e gestire i processi complessi con iBPM leader di settore;
automatizzare le attività collaborative e la gestione delle eccezioni con le
migliori funzionalità sul mercato e rendere le App più efficaci e intelligenti
con l’AI integrata di Google, AWS e Azure.
Un caso di successo:
Bormioli Pharma investe nel 4.0
In questo frangente di
crisi sanitaria globale, Bormioli Pharma, attiva nel mercato
farmaceutico e biofarmaceutico con soluzioni complete, che includono flaconi in
vetro e plastica, chiusure in plastica e alluminio e accessori, ha scelto la
via dell’innovazione e ha avviato un progetto di revamping dello
storico stabilimento di Rivanazzano (Pavia), con un
investimento complessivo di 6,5 milioni di euro.
Il progetto prevede
tra l’altro la costruzione di una nuova Clean Room (camera sterile) di livello
ISO7, l’installazione di nuove macchine per stampaggio a iniezione ad alto
tonnellaggio, l’introduzione di una nuova tecnologia produttiva e un forte
incremento del livello di automazione dei processi di movimentazione prodotti
che garantirà standard di sicurezza sempre più elevati.
Grazie a questo
progetto, avviato a poche settimane dal completamento degli interventi di
manutenzione straordinaria e potenziamento dei forni degli stabilimenti di
Bergantino (Rovigo) e San Vito al Tagliamento (Pordenone), e dall’acquisizione
di GCL Pharma, Bormioli prevede di incrementare la capacità produttiva del 35%
e di affermarsi come polo di eccellenza delle tecnologie di stampaggio
plastica per iniezione e compressione a livello internazionale.
Quando nel 1932 Giuseppe Angelantoni iniziò la sua attività nella tecnica del freddo probabilmente non immaginava che, dopo molti anni, il suo solo cognome potesse essere sinonimo di “ingegneria del freddo”
La
sua geniale opera è passata attraverso significative applicazioni tecnologiche
del freddo, alcune coperte da brevetti, quali: la prima camera di prova a -60°C
nel 1954; il primo sistema autonomo a bordo di veicoli per il trasporto derrate
alimentari
nel
1956; il primo congelatore in Europa a -104°C nel 1961 con raffreddamento
meccanico, senza LN2.
La
storia della sua vita coincide con quella delle aziende nate dalla sua feconda
attività, che oggi si articolano in 3 campi di attività che fanno capo ad
Angelantoni Industrie (Holding).
1)Apparecchiature e impianti
frigoriferi per ospedali, università,
laboratori di ricerca e industria
chimico-farmaceutica
(Angelantoni Life Science – ALS);
2) Camere per simulazione ambientale e
tecnologie di coating a
film sottile (Angelantoni Test
Technologies – ATT e Kenosistec);
3) Energie rinnovabili ed efficienza
energetica (Archimede Solar
Energy e Turboalgor).
…una realtà, un futuro
Smartfreezer-evo: sistema completamente automatizzato per la conservazione dei campioni a temperatura criogenica
Il
sistema di qualità della Angelantoni Industrie è certificato secondo le norme
UNI EN ISO 9001, ISO 14001, ISO 13485.
L’attività
della tecnologia del freddo può essere applicata a vari settori industriali, in
particolare nell’industria farmaceutica. In questo settore i processi rappresentano
sfide tecnologiche per le bassissime temperature in gioco e le conseguenti
scelte progettuali, unitamente all’esigenza di estrema affidabilità per la
criticità del valore dei processi stessi.
Angelantoni
Life Science ha raccolto l’eredità della Divisione AG di Milano, accorpata oggi
nella sede di Massa Martana, ricevendone l’esperienza maturata in oltre
ottant’anni di lavoro con relative competenze sviluppate.
ALS
è quindi in grado di offrire le migliori soluzioni con un elevato grado di
affidabilità dimostrato dalle innumerevoli referenze con le maggiori società
nazionali ed internazionali del settore.
PER PARTECIPARE GRATUITAMENTE ALL’EVENTO DIGITALE, FATE LA VOSTRA PRE-REGISTRAZIONE, SCRIVENDO I VOSTRI DATI ALL’INDIRIZZO MAIL: promozione@progettoindustria.com ATTENZIONE: IL GIORNO PRIMA DELL’EVENTO AI PARTECIPANTI VERRA’ INVIATO UN LINK VIA MAIL, PER COLLEGARSI
L’Evento digitale si svolgerà on line attraverso la presentazione mirata e la condivisione in networking su piattaforma ZOOM, registrazione e diffusione anche tramite il canale YouTube dedicato, il portale www.progettoindustria.com e i profili social, in particolare Linkedin.
Nel panorama
del mercato italiano, l’industria chimica-farmaceutica
(e tutto il relativo indotto) è tra quelle che meno hanno risentito del blocco
forzato causato dall’emergenza Covid-19, tenendo forte la presa sui numeri di
fatturato e produzione e assicurando così un’efficiente continuità operativa,
essendo tra le imprese considerate essenziali.
In questo
processo di “nuova normalità” l’evoluzione digitale e tecnologica riveste un
ruolo di sempre maggiore importanza.
www.progettoindustria.com desidera dare risalto al settore della chimica e farmaceutica e del laboratorio di analisi/analisi di processo, in tutte le sue declinazioni e applicazioni.
TESTO (cleaning room) – l’importanza degli strumenti di
misura nelle applicazioni R&D, laboratorio e camere bianche con un focus su
strumento multifunzione Testo 400 che misura con precisione velocità e portata
dell’aria nelle cappe da laboratorio – www.testo.it
POLISYSTEM INFORMATICA (LIMS e software da laboratorio) – “”ActiveLIMS” : il nuovo Smart Web LIMS per il
Laboratorio Farmaceutico di Polisystem Informatica”. – www.polinfo.it
Crédit Agricole Italia e SACE a sostegno della crescita del Gruppo Camozzi
In quest’ultima operazione, Crédit Agricole ha erogato un finanziamento garantito da SACE destinato a sostenere i piani di crescita in Italia e nel mondo del Gruppo Camozzi, multinazionale italiana leader nella produzione di componenti e sistemi per l’automazione industriale presente anche nei settori delle macchine utensili speciali, delle macchine per la filatura e in numerosi altri processi di lavorazione delle materie prime
Il finanziamento garantito da SACE –
nell’ambito della sua tradizionale operatività a favore delle attività export
delle aziende italiane – ha un valore di complessivi 40 milioni di euro una
durata di 6 anni ed è finalizzato a sostenere il piano di investimenti futuri
del Gruppo legati sia alla crescita in ambito nazionale che internazionale.
Il Gruppo
Camozzi è fra i protagonisti mondiali della “rivoluzione 4.0” con un modello di
gestione della produzione e automazione
industriale, basato sulla connessione fra sistemi fisici e digitali, analisi complesse attraverso big data e conseguenti adattamenti in
tempo reale e ha ingenti progetti di ricerche
riguardanti la smart automation,
l’efficientamento energetico e
l’utilizzo di materiali innovativi.
“Crédit
Agricole Italia è orgogliosa di essere al fianco di aziende d’eccellenza come
Camozzi, in special modo in questo particolare momento. Vogliamo sostenere
concretamente il tessuto imprenditoriale italiano, ponendoci come partner di
riferimento, non solo finanziario, per individuare insieme nuove opportunità di
sviluppo, come per l’automazione
industriale, offrendo servizi di consulenza
e soluzioni su misura”, dichiara Alessio Foletti, Responsabile della
Direzione Banca d’Impresa di Crédit Agricole Italia.
“L’attenzione
di Crédit Agricole e SACE nel sostenere i progetti che stanno trasformando il
settore manifatturiero a livello globale e l’automazione industriale, è consolidata nel tempo
e con l’operazione di oggi affiancano nuovamente il nostro Gruppo, che sta
investendo con prodotti innovativi in segmenti rilevanti per il presente e il
futuro della nostra società come il Life
Science che, mai come nell’emergenza attuale, necessita di continui
progressi”, afferma Lodovico Camozzi,
Presidente e Amministratore Delegato del Gruppo Camozzi.
“Attraverso
questa operazione confermiamo il sostegno di SACE alle eccellenze italiane come
Camozzi, che operano sui mercati internazionali e fanno dell’export uno dei
propri driver di crescita”, sottolinea Simonetta
Acri, Chief Mid Market Officer di SACE. “In un contesto difficile in cui
SACE è stata chiamata al fianco di tutte le imprese italiane, il nostro
intervento a sostegno del piano di automazione industriale di Camozzi rafforza i piani di crescita
di un gruppo che vanta già un’impronta fortemente internazionale, grazie a 18
stabilimenti produttivi nel mondo e una rete distributiva in oltre 70 paesi”.