SUM 2020, Simposio sull’urban mining e la circular economy

Quinto Simposio SUM 2020

Si terrà in modalità on line dal 18 al 20 novembre SUM 2020, il Quinto Simposio sull’Urban Mining e la Circular Economy,  organizzato dall’IWWG – International Waste Working Group con il supporto scientifico dell’Università di Padova, di Bologna e di altre prestigiose università italiane e straniere

La conferenza si focalizzerà sui concetti di Urban Mining e Circular Economy e sulla necessità di guardare oltre la raccolta differenziata e l’attuale approccio basato sulla responsabilità del consumatore, puntando a minori costi per la collettività, maggiore recupero di risorse, maggiore tutela dell’ambiente e crescente coinvolgimento della  responsabilità dei produttori.

 La struttura del Simposio includerà 6 sessioni parallele di presentazioni orali, NetWorking Sessions (NeWS), poster e visite tecniche virtuali.

Le sessioni orali, in maniera simile alle sessioni tradizionali, saranno composte da una serie di presentazioni orali. A seguire, verrà lasciato ampio spazio per la discussione, trasmessa in diretta streaming, in cui i relatori potranno rispondere alle domande inviate dai partecipanti nella sezione Q&A.

Le NetWorking Sessions si concentrano principalmente sulla discussione aperta tra i partecipanti su un determinato argomento, quindi saranno sessioni altamente interattive trasmesse in diretta streaming, durante le quali i partecipanti potranno unirsi al dibattito tramite videocamera e microfono. Le sessioni avranno in apertura delle brevi presentazioni introduttive che daranno il via alla discussione.

poster saranno resi disponibili ai delegati come file PDF, accessibili da un’apposita sezione in ogni momento della conferenza.

I partecipanti potranno commentare e inviare domande agli autori tramite il box Q&A e la chat.

Come da tradizione, anche quest’anno il Simposio includerà anche due visite tecniche (al Termovalorizzatore di Bolzano e all’Impianto Dismeco) che quest’anno si svolgeranno virtualmente. 

Tecnologie abilitanti emergenti nel panorama italiano

tecnologie abilitanti

HORIZON 2020 è stato lo strumento che ha permesso un adeguato livello di sviluppo delle Tecnologie abilitanti (KET) nei Paesi Europei, soprattutto in Italia

In riferimento al settore delle KET tecnologie abilitanti emergenti, la spinta di HORIZON 2020 ha aiutato a superare parzialmente questa criticità, generando collaborazioni pubblico-privato di particolare rilevanza.

Ciò grazie anche ad alcune iniziative nazionali che hanno appunto accolto le KET nella programmazione e allineato gli obiettivi strategici a quelli di HORIZON 2020.

Sotto la spinta complessiva di queste azioni, il Sistema italiano della Ricerca e Innovazione si è sviluppato sostanzialmente lungo tre direzioni:

1. Adeguamento del percorso educativo dei laureati e formazione permanente dei lavoratori;

2. Sviluppo della competitività del Sistema industriale. Se consideriamo ad es. l’Area dei Trasporti, gli obiettivi fondamentali possono essere raggiunti solo attraverso un’appropriata combinazione delle tecnologie abilitanti.

3. Assicurare l’impatto sociale dei risultati della R&I. Secondo l’ISTAT, su un campione di 400.000 aziende, il 52.3% può essere definito non sostenibile, il 15% leggermente sostenibile, il 15.1% mediamente sostenibile e il 17.6% altamente sostenibile

Risulta molto interessante la considerazione riguardo la produttività: in rapporto alle aziende con sostenibilità zero, prese come riferimento, si osserva un aumento della produttività all’aumentare della sostenibilità.

Questo risultato è dovuto anche alla significativa partecipazione delle organizzazioni italiane, sia pubbliche che private, ai temi di HORIZON 2020, tra i quali NMBP e Science with and for Society.

Il programma di finanziamento NMBP ha generato un cambiamento nella cultura degli attori italiani nella Ricerca e Innovazione, promuovendo sia una crescita di competenze specifiche, che una soddisfacente consapevolezza della necessità di indirizzare e integrare gli aspetti economici, ambientali e sociali dell’Innovazione.

Tale patrimonio di competenze e approcci potrà essere valorizzato e capitalizzato nell’ambito del prossimo Programma Horizon Europe e nello specifico nell’area del Pillar 2: Digital, Industry and Space.

Considerando gli orientamenti prioritari della R&I nel nuovo programma, la risposta può solo essere affermativa.

Nello specifico, due sono i temi di particolare rilevanza per l’Italia:

a) Il primo riguarda le tecnologie digitali e in particolare lo sviluppo dell’Intelligenza Artificiale, che nella visione italiana è comunque sempre approcciata con una visione antropocentrica. I principali interessi industriali riguardano i seguenti settori:
Industria Farmaceutica (Drug Discovery, Drug Delivery and Clinical Applications);
Industria Automotive (Autonomus Driving, Predective Maintanance, Cyber Car, Connected Supply Chain);
Microelettronica (Smart Driving, Smart Industry, Smart Home and Smart Things);

b) Il secondo è relativo alla buona posizione Italiana nel campo dei Materiali Avanzati. Partendo dalla considerazione che lo sviluppo di tecnologie abilitanti per le energie rinnovabili e sostenibili dipende in maniera critica dall’abilità di disegnare e realizzare materiali con proprietà ottimali, la realizzazione di materiali adatti allo scopo non può prescindere dalla connessione tra predizione, sintesi e caratterizzazione dei materiali stessi.

L’emergente transizione economica e sociale rende consapevole il sistema italiano della R&I dei vantaggi che possono derivare dal valore della sostenibilità. Per le aziende gli impegni verso questa direzione sostenibile si muovono lungo due traiettorie principali:

a) Essere consapevoli dell’impatto delle attività;

b) Fare un uso responsabile delle seguenti sei forme di Capitale:
– Il capitale NATURALE fornisce risorse alle attività produttive industriali e alimenta la disponibilità di scarti generati;
– Il capitale UMANO, con la conoscenza e le competenze degli addetti per portare a compimento le attività di business in modo efficiente e concreto;
– Il capitale INTELLETTUALE, ovvero brevetti, tecnologie, know-how, informazioni sui client, che contribuiscono alla creazione di valore per l’azienda;
– Il capitale MANIFATTURIERO, composto da asset tangibili che, assieme a quelli intangibili, contribuiscono alla creazione di valore per l’azienda;
– Il capitale SOCIALE, cioè il sistema di relazioni dell’azienda con gli stakeholders inclusi i propri dipendenti;
– Il capitale FINANZIARIO che fornisce all’azienda le risorse necessarie per i bisogni del business.

Il sistema italiano della R&I è pronto quindi a inserirsi nella prossima programmazione europea, consapevole che una partecipazione adeguata non potrà che tradursi in molte opportunità:

• Un Sistema di eco-innovazione più flessibile e dinamico
• Una migliore cooperazione pubblico-privato (ridotta frammentazione)
Trasferimento tecnologico (migliorare il trasferimento dei risultati della ricerca)
Partecipazione di PMI e Grandi Imprese e Programmi nazionali
• Migliore accesso alla finanza per la R&I
• Disponibilità di venture capital
• Infrastrutture di Ricerca e, quindi, miglior accesso a competenze e strumentazioni