Rockwell Automation, con LifecycleIQ™ Services un nuovo valore industriale

nuovo brand LifecycleIQ Services

Il portafoglio esteso di servizi professionali associa conoscenza e tecnologia finalizzate a costruire partnership a lungo termine e rispondere alle esigenze dell’intera catena del valore industriale

Rockwell Automation, per aiutare le aziende a innovare più velocemente e in modo più sostenibile, in particolare in contesti difficili come quelli attuali, evolve le proprie capacità di servizio e soluzioni e lancia un nuovo marchio: LifecycleIQ Services.

Il nuovo marchio, tramite l’estensione delle modalità di interazione dei clienti con la tecnologia Rockwell Automation e con professionisti altamente qualificati, aiuta le aziende a incrementare le proprie prestazioni e a individuare nuovi spunti di miglioramento lungo l’intera catena del valore industriale.

LifecycleIQ Services rappresenta per i clienti la partnership trasformativa per rispondere ai loro attuali bisogni e alle loro aspettative.

I servizi, combinando le tecnologie digitali con un esteso patrimonio conoscitivo, aiutano le aziende a lavorare più velocemente, in modo più intelligente e con maggiore agilità, in ogni fase del loro ciclo di business.  

I LifecycleIQ Services aiutano le aziende ad esprimere la potenza di una Connected Enterprise nella progettazione, nelle operation e nella manutenzione, sia in contesti greenfield che brownfield.

I LifecycleIQ Services sono stati illustrati nel corso dell’evento Automation Fair At Home. Una registrazione della loro presentazione è disponibile qui.

“LifecycleIQ Services crea un modello di engagement più stretto con i clienti che, non solo può aiutare le aziende a risolvere i problemi, ma anche a vedere opportunità inesplorate nell’ambito della produzione e a trasformarle in realtà”, afferma Frank Kulaszewicz, senior vice president, Lifecycle Services di Rockwell Automation. “Stiamo investendo per poter offrire un’ampia gamma di servizi olistici finalizzata ad aiutare le aziende ad essere più produttive, sicure e protette in qualsiasi fase del ciclo di vita di un prodotto, di un processo o di un impianto”.

Le aziende industriali possono utilizzare LifecycleIQ Servces per raggiungere obiettivi diversi.

Estrapolare maggior valore dalle iniziative di trasformazione digitale

Talvolta, le iniziative digitali fanno fatica a decollare perché le aziende non sanno quali passi intraprendere o da dove iniziare. Utilizzando la conoscenza e l’esperienza messe a disposizione dai LifecycleIQ Services, le aziende possono pianificare, implementare e far evolvere strategicamente le proprie iniziative digitali.

Il supporto può iniziare dalla definizione degli obiettivi strategici, dall’identificazione di casi d’uso e dalla quantificazione del valore aziendale.

Rockwell Automation può quindi continuare a supportare i clienti attraverso l’implementazione, la manutenzione continua e l’innovazione senza limiti.

Riduzione del rischio grazie al supporto globale per la sicurezza informatica

Oggi la cybersecurity è una priorità assoluta, ma sono poche le aziende che dispongono di specialisti con conoscenze in materia di sicurezza sia nell’ambito informatico che operativo (IT/OT).

Rockwell Automation si distingue nettamente per la propria capacità di far fronte a complesse sfide di sicurezza negli ambienti IT/OT.

L’azienda oltre a conoscere a fondo l’ambiente OT e le modalità del suo interfacciamento con l’IT, è in linea con gli standard di sicurezza del settore.

I LifecycleIQ Services supportano le aziende nell’adozione di un approccio proattivo alla sicurezza informatica e nell’affrontare gli attacchi nel loro continuum – prima, durante e dopo un evento.

Inoltre, in considerazione del fatto che un numero sempre crescente di aziende connette i propri impianti a operatori remoti e a partner come i costruttori di macchine (OEM), Rockwell Automation si è strutturata al fine di aiutare queste realtà nel proteggere tali connessioni tramite servizi di accesso remoto sicuro e valutazione della vulnerabilità della sicurezza.

Migliorare il supporto della forza lavoro

Le aziende necessitano di nuove modalità per offrire un supporto alla propria forza lavoro poichè devono far fronte a sfide globali in materia di salute e alla carenza di competenze causata dal pensionamento di lavoratori qualificati e dall’introduzione di nuove tecnologie. Oltre a ciò le aziende hanno bisogno di supportare il proprio personale per poter sfruttare al meglio le tecnologie IIoT.

I LifecycleIQ Services possono aiutare le aziende a far fronte a tali sfide e nel colmare le carenze della propria forza lavoro, identificando le priorità e creando programmi ad hoc di sviluppo del personale.

Rockwell Automation sfrutta anche le capacità di supporto da remoto e le tecnologie di realtà aumentata per aiutare le aziende ad interagire virtualmente con i tecnici, per rafforzare le competenze attraverso la formazione virtuale e per fornire servizi di sicurezza e protezione senza dover inviare personale presso gli impianti.

Per migliorare la customer experience, i LifecycleIQ Services stanno anche introducendo nuove modalità contrattuali che inglobano più servizi in un unico accordo.

Un Integrated Service Agreement consente infatti alle aziende di selezionare un pacchetto di offerte per semplificare le loro esigenze di supporto ed avere un solo numero da chiamare per accedere agli esperti e per ricevere un servizio prioritario.

Le aziende possono ottenere assistenza tecnica 24×7, servizi di riparazione, report e analisi, servizi in loco e altro ancora.

Il tutto previsto da un unico contratto integrato.

L’Emergenza Covid spinge la scelta su temi “green”

L’economia è sempre più green. Si tende a puntare sui Megatrend, ossia fenomeni di lungo periodo destinati a trasformare il mondo che conosciamo, dall’Ambiente al Digitale

L’Ambiente e le risorse naturali, le energie rinnovabili, i cambiamenti sociali e demografici con l’invecchiamento della popolazione, ma anche la tecnologia e l’energia pulita, e ancora la salute, la ricerca e il benessere delle persone.

L’emergenza sanitaria causata dal Covid-19, ha cambiato profondamente le abitudini e gli interessi del mondo intero, anche in campo economico, e sui risparmi della popolazione. Questi i temi a cui è rivolta oggi più che mai l’attenzione e l’interesse. Si sta spingendo sempre più ad investimenti sostenibili, e a tutti quei “Megatrend” ovvero quelle tematiche che consentono di investire sui fenomeni di lungo periodo, destinati a trasformare il mondo in cui viviamo, lavoriamo, consumiamo.

Un investimento oculato quindi sul nostro futuro e soprattutto su quello dei nostri figli e nipoti.

I Megatrend sono alla base di numerosi fondi, attivi e passivi, di gestioni assicurative e di piani pensionistici che combinano in genere varie tematiche e puntano su molteplici aziende per ridurre il rischio. Tra le società di gestione italiane che stanno maggiormente premendo l’acceleratore sul fronte Megatrend vi sono realtà come Fineco Bank, che propone il fondo dei fondi, FAM Megatrends con cinque tematiche di base, cioè: invecchiamento della popolazione, crescente scarsità d’acqua, veicoli elettrici, cambiamenti climatici e cure oncologiche. L’Associazione ANIMA invece punta in particolare sulla cosiddetta “Silver Economy” ovvero il cambiamento dei modelli di consumo e di trasformazione digitale. Sul fronte delle formule assicurative di investimento ci sono poi alcuni interessanti prodotti come GeneraValore del gruppo Generali Italia che propone di cogliere le opportunità del Megatrend demografici, di business, e investimenti sostenibili.

Le imprese, aziende e industrie, gli investitori in tutto il mondo, chiedono sempre di più sostenibilità per i propri investimenti, e anche in Italia si punta sempre più al risparmio gestito e in generale alle aziende a cui dare fiducia e denaro. Tra i fondi a cui si guarda con interesse, per esempio, c’è ESG- ENVIRONMENTAL (rispetto per l’ambiente) SOCIAL (attenzione al sociale) GOVERNANCE (buon governo) con una gestione aziendale in linea con i principi economici ma soprattutti con quelli etici.

Anche in Italia cresce l’offerta di prodotti sostenibili. Il Gruppo Poste Italiane, ad esempio, integra i principi ESG nei processi di investimento e di assicurazione. con il Fondo Poste Investo Sostenibile socialmente responsabile, che investe in un paniere di titoli selezionato con attenzione specifica ai fattori ambinetali, sociali e di governance e con un benchmark composto da indici che sono essi stessi sostenibili.

E ancora, si chiama Diamond Eurozone Office il fondo immobiliare tutto “green” che ha ottenuto la massima valutazione internazionale Gresb.

Anche il Mediolanum Flessibile Globale è diventato Flessibile Futuro Sostenibile e al tradizionale approccio gestionale affiancherà anche un approccio ESG con l’obiettivo di contribuire alla riduzione delle emissioni di carbone.

A ottobre scorso è stato lanciato inoltre il Best Brands Global Impact da Mediolanum International Funds, soluzione di investimento azionario globale che investe in aziende in grado di generare un impatto positivo in termini sociali e ambientali.

SPECIALE LAB&CHEMICAL WEB EDITION 2020 Angelantoni Life Science: un nome, una storia

1) Camera per prove di stabilità

Camera per prove di stabilità

Quando nel 1932 Giuseppe Angelantoni iniziò la sua attività nella tecnica del freddo probabilmente non immaginava che, dopo molti anni, il suo solo cognome potesse essere sinonimo di “ingegneria del freddo”

La sua geniale opera è passata attraverso significative applicazioni tecnologiche del freddo, alcune coperte da brevetti, quali: la prima camera di prova a -60°C nel 1954; il primo sistema autonomo a bordo di veicoli per il trasporto derrate alimentari

nel 1956; il primo congelatore in Europa a -104°C nel 1961 con raffreddamento meccanico, senza LN2.

La storia della sua vita coincide con quella delle aziende nate dalla sua feconda attività, che oggi si articolano in 3 campi di attività che fanno capo ad Angelantoni Industrie (Holding).

1)Apparecchiature e impianti frigoriferi per ospedali, università,

laboratori di ricerca e industria chimico-farmaceutica

(Angelantoni Life Science – ALS);

2) Camere per simulazione ambientale e tecnologie di coating a

film sottile (Angelantoni Test Technologies – ATT e Kenosistec);

3) Energie rinnovabili ed efficienza energetica (Archimede Solar

Energy e Turboalgor).

…una realtà, un futuro



   Smartfreezer-evo: sistema completamente automatizzato per la conservazione dei campioni a temperatura criogenica
 

Il sistema di qualità della Angelantoni Industrie è certificato secondo le norme UNI EN ISO 9001, ISO 14001, ISO 13485.

L’attività della tecnologia del freddo può essere applicata a vari settori industriali, in particolare nell’industria farmaceutica. In questo settore i processi rappresentano sfide tecnologiche per le bassissime temperature in gioco e le conseguenti scelte progettuali, unitamente all’esigenza di estrema affidabilità per la criticità del valore dei processi stessi.

Angelantoni Life Science ha raccolto l’eredità della Divisione AG di Milano, accorpata oggi nella sede di Massa Martana, ricevendone l’esperienza maturata in oltre ottant’anni di lavoro con relative competenze sviluppate.

ALS è quindi in grado di offrire le migliori soluzioni con un elevato grado di affidabilità dimostrato dalle innumerevoli referenze con le maggiori società nazionali ed internazionali del settore.

B&R: avvicendamento al management

avvicendamento del management

Dal prossimo 1° agosto, Luca Galluzzi (52 anni) entrerà a far parte del Consiglio Direttivo di B&R e assumerà il nuovo ruolo di Chief Sales Officer

Galluzzi subentra a Peter Gucher, che andrà in pensione dopo 34 anni di carriera in azienda, carriera iniziata quando B&R era ancora una piccola start-up dell’Alta Austria con 60 dipendenti. Nel corso degli anni Gucher ha costruito una rete di vendita che oggi comprende 27 filiali e oltre 180 uffici in tutto il mondo.  

Nel suo nuovo ruolo, Galluzzi sarà responsabile di tutte le attività di vendita globalidi B&R e della crescita della compagnia nei nuovi mercati. Oltre alla nuova posizione nel team direttivo, manterrà le sue attuali responsabilità di Managing Director per la Regione del Sud Europa.

“Luca Galluzzi ha svolto un lavoro eccezionale nella regione dell’Europa meridionale”, ha detto Hans Wimmer, CEO di B&R, “dimostrando grande vocazione nello sviluppo del nostro business in questa regione. Sono molto lieto che il nostro team esecutivo possa ora beneficiare delle sue conoscenze e della sua esperienza”.

A sua volta, Luca Galluzzi passa il ruolo di guida della filiale italiana a Marzio Grattieri, che dal 1° agosto sarà quindi il nuovo direttore generale di B&R Italia, mentre Carlo Cuppini sarà il nuovo direttore vendite nel nostro Paese.

Grattieri ha spiegato che “anche se già nella seconda metà del 2019 si preannunciava una certa flessione nel mercato dell’automazione, B&R ha potuto chiudere l’anno con un +8%sul 2018. Sono stati aperti nuovi uffici a Padova e rinnovata la sede nel milanese con il trasloco nella nuova struttura di Cesate”.

Gli obiettivi di Grattieri per il futuro sono chiari. “Squadra che vince non si cambia, per questo confermo il mio team come una squadra vincente. So di aver accettato questo ruolo in un momento non certo facile, ma guardo al futuro con ottimismo e so che abbiamo gli anticorpi adatti per ripartire. Nonostante il lockdown, in B&R siamo comunque andati avanti e abbiamo concluso alcuni progetti e delle nuove trattative”.

Gli elementi vincenti di B&R si confermano, come ha spiegato Grattieri, “il portafoglio prodotti, veramente unico ed estremamente vario, che sarà senz’altro una leva per la nostra ripartenza, oltre al percorso di formazione continua interna che viene confermata, con una particolare attenzione alla creazione di talenti futuri”.

Entrambi, Galluzzi e Grattieri, hanno concordato che restano vincenti, per affrontare al meglio il futuro, la valorizzazione dell’asset più importante – le persone – e il supporto tecnologico allo sviluppo di linee di produzione adattive, sulle quali si devono perfettamente integrare avanzati sistemi di motion, soluzioni di robotica, sistemi di visione e software evoluti.

Filtrazione: soluzioni eccellenti da Bea Technologies

filtri bea technologies

Bea Technologies offre soluzioni per la filtrazione di liquidi e gas compressi dedicate alle specifiche necessità di diverse tipologie di industrie: meccanica, chimica, vernici, inchiostri e pitture, automotive, tessile, produzione di energia

La competenza in applicazioni tipiche quali filtrazione di reagenti, solventi e coloranti, protezione di scambiatori di calore, filtrazione del condensato ha permesso di sviluppare prodotti con caratteristiche in linea con le necessità quotidiane dell’industria e servizi di laboratorio e di assistenza tecnica altamente professionali.

La qualità fa la differenza nei momenti critici

Scegliere come fornitore un costruttore, con un’elevata competenza tecnica e un’organizzazione strutturata, fa la differenza nei momenti critici.

Significa avere prodotti di qualità certificata, controllati e in regola con le normative del settore, ma anche poter contare sulla consulenza di un partner esperto.

Elementi imprescindibili per le società abituate ad affrontare scenari futuri con un focus al “risk base thinking” che non vogliono essere impreparate di fronte alle sfide del mercato.

Rapida, efficace, competente, l’assistenza Bea Technologies si pone da sempre al servizio delle industrie con diversi servizi:

• Prove nel Laboratorio interno BEA e test in campo presso l’azienda cliente per dimensionare l’impianto e ottimizzare il processo produttivo

• Scorte ottimizzate per garantire forniture rapide

• Assistenza tecnica internazionale.

• Tempi di consegna rapidi e certi

• Customer service disponibile per ogni esigenza di carattere commerciale

Progettazione e fornitura in “Private Label”

Bea Technologies mette a disposizione dei costruttori di macchine e fornitori di servizi all’industria, linee dedicate in Private Label.

Il Servizio Commerciale e l’Ufficio Tecnico sono a disposizione del cliente per identificare le soluzioni in linea con le sue necessità.

Affidabili, efficienti, customizzate, così sono le soluzioni di filtrazione proposte da Bea Technologies per il settore Industry, ogni prodottonasce da una costante ricerca tecnologica, dall’accurata selezione dei materiali, da un processo produttivo rigoroso e viene verificato con test specifici.

Alla ricerca della soluzione giusta

Soluzioni di filtrazione dedicate per applicazioni specifiche.

Vincoli legislativi, criticità tipiche, complessità di processo: ogni applicazione ha caratteristiche specifiche, che devono essere attentamente considerate nella fase di selezione del sistema di filtrazione più adatto.

Per ciascuna industria e applicazione del settore INDUSTRY, Bea Technologies suggerisce uno o più prodotti dedicati.

Per il settore chimico Bea Technologies propone soluzioni per la purificazione di intermedi e reagenti, purificazione di solventi-resine e fluidi aggressivi, stabilizzazione microbiologiche, trattamento acqua e gestione delle utilities (vapore e gas compressi), polmonazione per serbatoi di stoccaggio.

Per il settore vernici, inchiostri e pitture, invece, offre trattamenti per vernici e smalti a base acqua, trattamenti per vernici e smalti a base solvente,  filtrazione di precisione di inchiostri per stampa digitale e ink-jet.

Per il comparto meccanico acque primarie e di raffreddamento, oli idraulici , oli minerali combustibili.

Per quello automotive, filtrazione in impianti di verniciatura

Per il tessile, trattamento aria compressa e filtrazione acque di lavaggio

Per il settore energia, infine, Bea offre protezione di impianti di osmosi inversa, filtrazione del condensato e filtrazione acque primarie e di raffreddamento.

FILTROMATIC

Per la rimozione del particolato solido, BEA Technologies ha ideato il prodotto FILTROMATIC, un filtro per acqua, autopulente a controlavaggio. Completamente automatico, questo filtro, è in grado di trattare portate d’acqua da 20 a 10.000 m3/h e, grazie alla sua piena versatilità, può essere utilizzato in settori industriali critici , che richiedono un funzionamento ininterrotto. Filtra in maniera automatica, senza parti da sostituire, fino a 50 micron.

Innovazione tecnologica: il polo tecnologico “Noi Techpark” riapre a Bolzano

Techpark

Noi Techpark, il distretto dell’innovazione di Bolzano, ha riaperto le porte e va ripopolandosi di ricercatori, tecnici, giovani talenti e imprenditori.

La ripresa delle attività post Covid-19 avviene anche grazie all’apertura di 19 nuovi ingressi, dieci aziende e nove start-up, che portano così a 75 il numero totale di imprese presenti nel parco: aziende, start-up e spin-off che hanno scelto il polo tecnologico per connettersi a un ecosistema vitale, che proprio sull’interazione tra ricerca e impresa basa il suo successo.

Durante la pandemia il polo tecnologico non si è mai fermato, dimostrando con iniziative online come “Reagire alla crisi” di saper offrire supporto alle aziende anche “da remoto” – riapre le sue porte in totale sicurezza: 19 le nuove imprese accolte (11 insediate nel primo trimestre dell’anno, altre 8 presentatesi e selezionate durante il periodo di lockdown) che potranno interagire e lavorare a stretto contatto con le altre aziende già presenti, i centri di ricerca e l’università.

I nuovi ingressi, che portano a 75 il numero totale delle imprese insediate, potranno usufruire dei servizi di supporto all’innovazione forniti dal polo tecnologico Noi Techpark e, soprattutto, dei 40 laboratori attivi in settori tecnologici di punta che li aiuteranno a sviluppare, in stretta relazione con gli istituti di ricerca, nuove soluzioni in grado di aumentare know-how e competitività sul mercato.

“La crisi ha colpito parti dell’economia anche in Alto Adige. Proprio per questo l’insediamento di nuove aziende e start-up a Noi Techpark è un importante segnale di fiducia nel futuro di tutto il territorio – racconta Arno Kompatscher, presidente della Provincia Autonoma di Bolzano – È un momento in cui competenza e ricerca sono fondamentali”.

Al polo tecnologico Noi Techpark, le 19 nuove imprese e start-up potranno lavorare, confrontarsi e collaborare con i ricercatori di Eurac Research, Università di Bolzano, Centro di sperimentazione Laimburg, Fraunhofer Italia e Agenzia CasaClima.

Le aziende potranno così sviluppare e testare i propri prodotti condividendo il proprio know-how in un ambiente composto da altri innovatori e giovani talenti. 

La maggior parte delle imprese lavorano nell’ambito del Digital e delle tecnologie Green, due settori di punta nel prossimo futuro. Ci sono però anche nuove aziende che lavorano nel settore dell’Automotive & Automation e del Food.

Inoltre, ci sono quattro start-up, che negli ultimi tre anni sono diventate aziende di Noi Start-up Incubator, e si sono stabilite nel polo tecnologico, insieme alle 19 nuove aggiunte. La missione di Noi Techpark è proprio quella di coltivare ulteriormente questo terreno con servizi su misura come il programma di mentoring, i workshop e i servizi di supporto. “ Siamo onorati di essere parte del polo tecnologico Noi Techpark attraverso il Würth Innovation Hub che, tra i numerosi obiettivi, ci consente di intensificare i progetti di innovazione e di ricerca che rappresentano un pilastro fondamentale della strategia di crescita di Würth Italia – afferma Nicola Piazza, Amministratore Delegato di Würth Italia – Essere presenti a Noi Techpark, uno dei più dinamici parchi scientifico-tecnologici in Europa, ci offre la possibilità di conoscere e di collaborare con numerose start-up innovative, generando un interscambio fondamentale e determinante per sviluppare ulteriori progetti innovativi ed entrare in contatto con il mondo del futuro”.

Digital Trasformation – I numeri dell’Industria 4.0

I numeri dell’Industry 4.0

Secondo quanto emerge dal recente studio dell’Osservatorio Industria 4.0 del Politecnico di Milano, nel 2019 si sono sfiorati i 4 miliardi di euro (oltre 1.100 i progetti attivi) nel comparto della trasformazione digitale.

Se il mercato dell’Industria 4.0,  in Italia  (nell’epoca pre-Covid ) era in forte espansione, già da qualche anno, ora si tratta di ripartire (alcuni settori non si sono mai fermati, anzi hanno avuto un aumento di produzione) e guardare al futuro con ‘resilienza’, flessibilità, per una cosiddetta ‘nuova normalità’.

E, soprattutto, facendo molta innovazione.

Secondo Marco Bentivogli, segretario generale della Fim-Cisl nel settore metalmeccanico – non a caso già definito il leader di un nuovo ‘sindacato Smart’ – ci attende un ‘autunno caldo’, che prevede per dopo l’estate “una poderosa corsa all’innovazione”, per “guadagnare maggiore produttività e avere aziende più sicure rispetto all’emergenza sanitaria”.

Le imprese che avevano già sviluppato la Digital transformation nell’epoca pre-Covid si sono dimostrate meno vulnerabili agli effetti nefasti della pandemia, mentre “per chi non ha investito e non investirà in innovazione ci sarà una selezione terribile”, rimarca Bentivogli.

“In questa nuova fase ci sarà un’accelerazione tecnologica ancora più forte”, rileva il segretario generale della Fim-Cisl, “che creerà fortissime discontinuità rispetto al passato”, ovvero, chi non sta al passo del cambiamento resterà irrimediabilmente indietro, per cui “ci dovrà essere un grande lavoro di accompagnamento all’innovazione”, da parte delle istituzioni, imprese, parti sociali.
Per questo Bentivogli auspica “un grande piano di re-skilling delle persone e dei lavoratori” – le macchine, purtroppo o per fortuna, imparano molto più in fretta degli umani –, facendo in modo che “il territorio sia la dimensione in cui connettere l’innovazione a tutte le imprese, comprese quelle più piccole”.

A dimostrazione della reattività imprenditoriale delle aziende italiane, a seguito dell’emergenza oggi quasi un terzo delle imprese sta riconvertendo la sua produzione o sta valutando di farlo (rispettivamente il 12% e 19%), e per il 25% di queste sono state fondamentali tecnologie 4.0 come l’IoT e il Cloud computing.

Il nuovo Report dell’Osservatorio Industria 4.0 della School of Management del Politecnico di Milano, fornisce i nuovi dati sul settore presentando un’analisi appunto a metà del guado tra le epoche pre e post Coronavirus.

Il mercato dell’Industria 4.0 in Italia (nell’epoca pre-Covid)

Il mercato dell’Industria 4.0 in Italia nel 2019 aveva raggiunto un valore di 3,9 miliardi di euro, in crescita del 22% rispetto all’anno precedente, e quasi triplicato in 4 anni.

Il mercato è misurato dall’Osservatorio del politecnico milanese come il valore (al netto dell’Iva) dei progetti di Industria 4.0 realizzati da imprese con sede operativa in Italia, e realizzati presso imprese manifatturiere e industriali, sia italiane sia estere.

Fonte: Osservatorio Industria 4.0 del Politecnico di Milano.

Questo volume di affari è in gran parte (2,3 miliardi di euro, il 60%) dedicato a progetti di connettività e acquisizione dati (Industrial IoT) e poi suddiviso tra Analytics (630 milioni), Cloud Manufacturing (325 milioni), Advanced Automation (190 milioni), Additive Manufacturing (85 milioni) e tecnologie di interfaccia uomo-macchina avanzate (55 milioni). A cui si aggiungono le attività di consulenza e formazione per progetti Industria 4.0: circa 255 milioni di euro, +17% rispetto al 2018. Insomma, un settore – prima dell’avvento della pandemia – che cresceva a ritmo sostenuto, anche se spesso spinto e sospinto, un po’ a intermittenza, dai vari incentivi statali per l’innovazione.

Incertezza, flessibilità, cambiamento

Per il 2020, originariamente si prevedeva una crescita in linea con il trend 2019, con un incremento compreso tra il 20 e il 25%, ma per effetto della pandemia si prospetta uno scenario di grande incertezza, le cui previsioni variano da uno scenario ottimistico di chiusura dell’anno quasi in linea con il budget iniziale a uno pessimistico di contrazione del fatturato 4.0 nell’ordine del 5-10%.

“Nel medio-lungo termine, in ogni caso, il sentiment verso l’industria 4.0 rimane positivo, rafforzato dalla considerazione che l’emergenza abbia accelerato la trasformazione digitale”, sottolinea  Marco Taisch, responsabile scientifico dell’Osservatorio Industria 4.0. Che rileva: “le imprese che avevano già investito in precedenza ne hanno tratto grande beneficio, ma questa è una occasione per tutte per compiere un passo avanti nel digitale. In questo senso è positivo l’impegno del Governo nel dare stabilità al piano Trasformazione 4.0”.

Un terzo delle imprese rivuole Super e Iperammortamento

Per innovare serve disponibilità di risorse, e invece nei prossimi mesi gli investimenti si preannunciano ridotti: il 26% delle aziende posporrà almeno metà di quelli originariamente pianificati, circa un quarto si concentrerà su Industrial IoT e Analytics.

Nell’incertezza del prossimo futuro, le imprese auspicano incentivi per non fermare la trasformazione digitale, in particolare una riduzione delle imposte sui prossimi esercizi contabili (33%) e una diminuzione del costo del lavoro per operatori di fabbrica (per il 30%). Ma un terzo (31%) chiede anche di rilanciare il Super e Iperammortamento per beni strumentali, di gran lunga più desiderato rispetto al credito d’imposta per ricerca e sviluppo (17%), agli incentivi per beni immateriali (18%) o a quelli per assunzione e formazione (8% e 11%).

Le smart technologies nelle aziende

A livello internazionale, nel 2019 l’Osservatorio ha censito circa 300 nuove applicazioni di smart technologies, che raggiungono complessivamente quota 1.100 (considerando anche quelle precedenti), l’88% rilevato in grandi aziende e il 12% in Pmi. L’Industrial IoT rimane la tecnologia basilare (circa 300 applicazioni, +42% in un anno), spesso abbinata all’Industrial analytics (circa 150, +39%) per prevedere il comportamento dei sistemi, gli eventi futuri. Il Cloud manufacturing (+27%) si focalizza su accessibilità, visibilità e collaborazione nei processi di supply chain.

L’additive manufacturing (più di 100 applicazioni, +34%) si consolida grazie alla flessibilità di produzione. Crescono anche le applicazioni di advanced human-machine interface nei processi di manutenzione, sviluppo prodotto e training (+20%); tra queste il 70% sono soluzioni di realtà aumentata e il 15% di realtà virtuale (15%). Crescono le applicazioni di Advanced Automation (+15%), in assemblaggio, saldatura, pressofusione, avvitatura, levigatura, lucidatura, logistica, ma anche sicurezza sul lavoro.

Innovare guardando al futuro

Secondo Alberto Dossi, vice presidente alle Politiche industriali di Assolombarda, occorre “definire un nuovo piano industriale nazionale, con un’ottica sia di breve sia di medio e lungo periodo, basato proprio sull tecnologie Smart”. Spinte dall’emergenza, molte aziende “sono riuscite a remotizzare velocemente gran parte dei processi produttivi”, fa notare Marco Stangalino, specialist IoT di Cisco, “la risposta al cambiamento dal nostro punto di osservazione è stata molto positiva”, mentre Raffaella Cagliano, docente di People Management and Organization del Politecnico di Milano, fa notare che “per innovare occorre una visione strategica e una direzione di sviluppo molto chiare, che devono portare al coinvolgimento di molti ruoli e funzioni aziendali, non solo tecnologici ma anche molte risorse umane”. E sottolinea: “l’approccio al cambiamento deve essere partecipativo all’interno dell’impresa, con una stretta collaborazione tra Project management e Change management”, in modo da unire innovazioni di processo e cambiamento dei modi e sistemi di lavoro da parte delle persone.

Tecnologie anti Covid-19

I tessuti antivirus
I tessuti antivirus

Il post Covid-19 porta alla luce novità non solo in campo medico ma anche tecnologico e per quanto riguarda la moda, l’abbigliamento è in atto una vera e propria rivoluzione soprattutto per quanto riguarda i materiali con cui verranno realizzati i capi, tessuti antivirus

Da Albini Group arrivano i primi tessuti  antivirus «ViroFormula», in grado di proteggerci da virus e microbi. Grazie a una tecnologia (la Viroblock della svizzera HeiQ), che impedisce alle stoffe, con comprovata efficacia, di diventare superfici ideali per la diffusione del Covid19. Contribuendo così a ridurne il rischio e la velocità di contaminazione e trasmissione.

«Stiamo vivendo un momento critico e incerto, ma noi non ci fermiamo. Siamo pronti ad affrontare la sfida, continuando a lavorare su nuove soluzioni e articoli in sintonia con le attuali esigenze del mercato – spiega Stefano Albini, Presidente di Albini- Ecco perché abbiamo sviluppato i tessuti antivirus ViroFormula».

Da oltre 144 anni la ricerca d’avanguardia è l’obiettivo di Albini Group (sette stabilimenti, di cui 4 in Italia, 1.300 dipendenti).

«Abbiamo ideato una nuova categoria di prodotti, unica nel suo genere: i più bei tessuti al mondo con la capacità di proteggerci dai virus. Per indossare un futuro migliore adesso», sottolinea Fabio Albini, direttore creativo del marchio fondato nel 1876 ad Albino (Bergamo), impresa famigliare, oggi guidata dalla quinta generazione. 

Il brand – maggior produttore europeo di tessuti per camicie – proprio perché è da sempre in prima linea nello studio di soluzioni innovative, nel 2019 ha inaugurato Albini Next, il «Think Tank» che promuove il cambiamento nel tessile,  fondato sull’evoluzione del know-how. E su partnership industriali e accademiche d’alto livello. Come ad esempio la collaborazione con l’azienda leader svizzera HeiQ, con cui sono nati i tessuti antivirus ViroFormula che, grazie a particolari trattamenti  annientano velocemente microbi e virus (tra cui, appunto, il Covid19). Alcuni particolari elementi chimico tessili sono stati utilizzati per distruggere il virus in pochi minuti attraverso la combinazione, in attesa di brevetto, di una tecnologia della vescicola grassa (liposomi), che distrugge i virus esaurendo la membrana virale nel suo contenuto di colesterolo.

Successivamente, gli stessi sono stati bloccati da un altro procedimento, a base d’argento che attiva reazioni antivirali ad alto spettro, attraendo i virus e legandosi permanentemente ai loro gruppi zolfo. 

Meccanismi complessi, invisibili sui tessuti antivirus realizzati in vari pesi, ideali per la produzione di camice, casacche, giacche e pantaloni, ma anche di mascherine e camici.

L’effetto del finissaggio sugli indumenti dura fino a 30 lavaggi. I prodotti utilizzati nel trattamento ViroFormula, testati per garantire la sicurezza delle persone, sono  dermatologicamente non irritanti, innocui per la pelle e per il corpo, oltre che sostenibili.

ITAL CONTROL METER: FLUSSIMETRI TERMICI TOUCH SCREEN PER GAS

FLUSSIMETRI TERMICI TOUCH SCREEN PER GAS

I misuratori di portata massici serie 2 RED-Y, prodotti dalla svizzera Voegtlin, sono caratterizzati da una tecnologia potente, funzioni intelligenti e design innovativo

Si tratta di strumenti compatti, possono essere installati in qualsiasi posizione e sono immediatamente pronti per l’uso. Il display touch screen di nuova generazione garantisce una flessibilità operativa impareggiabile.

RED-Y COMPACT misura direttamente la portata in massa per un numero molto vasto di gas e offre una misura estremamente precisa e veloce: grazie al sensore a semiconduttore termosensibile CMOS non risente delle variazioni di pressione e temperatura.

Il flussimetro è alimentato a batteria, con una normale stilo AA.  Questa caratteristica lo rende perfetto per il laboratorio ma anche per il tecnico che necessita di misure di portata o regolazioni in campo. Lo strumento è anche alimentabile tramite micro USB.

Accuratezza e qualità svizzera completano un identikit degno di nota.

LINK UTILI:

https://www.youtube.com/watch?v=9M4ep8VdQjQ&feature=youtu.be

https://www.italcontrol.it/prodotti/misure-di-portata/misuratori-portata-termici-c-mos-serie-compact/

MAMMOET : trasporto e posizionamento del più grande evaporatore del mondo

Mammoet evaporatore

Il modulo, del peso di 5.134 tonnellate, rappresenta un nuovo record mondiale conquistato dall’azienda nel trasporto di moduli industriali ultrapesanti

Con il trasporto ed il posizionamento di un modulo di evaporazione del peso di 5.134 tonnellate, il più pesante del mondo, Mammoet ha segnato l’ultimo passo del progetto di costruzione dell’impianto di dissalazione Shoaiba in Arabia Saudita, sulla costa del Mar Rosso circa 120 chilometri a sud di Gedda. 

L’impianto di Shoaiba è adiacente ad una centrale termoelettrica da 5,6 GW di potenza, una delle più grandi al mondo, di cui utilizza il calore residuo sotto forma di vapore per dissalare l’acqua marina.

Nel 2017, quando ha preso inizio la Fase 4 della realizzazione, l’impianto era in grado di produrre 76.800 metri cubi d’acqua dolce al giorno. Con il nuovo modulo, di cui fa parte integrante l’evaporatore, Shoaiba incrementa la propria capacità di altri 384.000 metri cubi al giorno.

L’evaporatore è arrivato al pontile dell’impianto con una chiatta che portava anche uno steam transformer di 273 tonnellate, filtri per il calcare di 34 tonnellate e un circuito della salamoia di 16 tonnellate. Mammoet ha scaricato per primo l’evaporatore utilizzando un convoglio SPMT da 186 assi disposti su tre file da 62 assi l’una. Gli altri componenti sono stati caricati successivamente su convogli più piccoli. In totale Mammoet ha utilizzato 200 assi di SPMT. Tutti i convogli erano stati approntati nelle vicinanze dell’attracco per ottimizzare i tempi.

Dopo un tragitto di un chilometro dalla banchina all’impianto, i convogli hanno dovuto attraversarlo per raggiungere i punti di installazione. Per evitare la rimozione di ostacoli e di recinzioni, durate il percorso i tecnici di Mammoet hanno via via modificato la sagoma dei carichi.   

Grazie all’esperienza dell’azienda nel trasporto di carichi fuori misura anche all’interno di strutture già esistenti e alla collaborazione con aziende locali, la commessa ha potuto essere terminata nei tempi previsti. 

“Questa realizzazione – commenta Alberto Galbiati, CEO di Mammoet Italy  – è una nuova dimostrazione dell’esperienza e delle capacità costruite da Mammoet negli ultimi 15 anni nel trasporto di componenti e di moduli industriali di enormi dimensioni. Anche grazie ad esse, l’impianto di Shoiaba può ormai fornire in abbondanza al sistema idrico dell’Arabia Saudita acqua dolce pulita e sicura, prodotta con un sistema che non comporta consumo ulteriore di energia primaria“.