I dati sul mercato mondiale delle Macchina Utensili, resi noti da Barbara Colombo, presidente di Ucimu – Sistemi produttivi, sono ricavati da elaborazioni del centro studi di Ucimu su dati di Oxford Economics, Gardner, ITC e altre associazioni nazionali
L’Italia è (e resterà) quarto Paese al mondo nella classifica dei costruttori di macchine utensili, dopo Cina, Germania e Giappone e davanti agli Stati Uniti. Ed è anche ormai stabilmente il quarto paese consumatore, dopo Cina, Stati Uniti e Germania e davanti al Giappone.
I dati del mercato
È soprattutto il dato sul consumo, che indica di fatto quanto le aziende manifatturiere stiano investendo in beni strumentali e innovazione, a sorprendere. In Italia infatti nel 2021 è stata messa a segno una crescita record degli acquisti di macchinari del 40%, che ha portato il mercato a superare i 4 miliardi di euro. Nel 2022 la crescita attesa è del 13%, mentre nel 2023 ci si attende un rallentamento al +2,2% per poi tornare a crescere a ritmi più sostenuti nel 2024 (+5,1%).
Complessivamente nel periodo 2021 – 2024 il consumo mondiale di macchine utensili crescerà del 18,5% portandosi da 62,4 miliardi a 73,9 miliardi. L’Europa farà meglio della media (+21,6% arrivando a quota 20,4 miliardi) e l’Italia, al suo interno, meglio di molti competitor, passando dai 4 miliardi del 2021 ai 4,9 attesi nel 2022 (+22,3%).
L’Asia, che si conferma il mercato principale, passerà da 34,8 miliardi del 2021 a 41,2 nel 2024 (+18,2%). Meno marcata la crescita degli Stati Uniti, da 7,3 a 7,6 miliardi, +4,8%.
Export e produzione
L’Italia, dicevamo, si conferma anche quarto produttore mondiale: con le performance registrate nel 2021 il valore della produzione ha raggiunto i 5.690 milioni di euro, registrando una crescita del 21,7%, migliore di Stati Uniti, Giappone e Germania e inferiore solo alla Cina, cresciuta del 28,7%.
Anche sull’export il Belpaese si attesta al quarto posto, con.
Anche per il 2022 il trend di crescita è confermato: la produzione globale crescerà del 7,2 nel 2022, ci sarà una crescita meno forte nel 2023 (+3,1), e nuovamente un +7,2 nel 2024.
L’Europa farà registrare +7,1% nel 2022, +5,3% nel 2023 e +7,8% nel 2024.
Le richieste del settore alla politica
“L’ultimo anno è stato un periodo che le aziende hanno trascorso a cercare fornitori alternativi per materiali e componentistica”, spiega Colombo. “Anche l’incremento del costo delle materie prime e dell’energia ha inciso sull’andamento di quest’anno”.
Per questo le aziende attendono al più presto un “piano di intervento straordinario a sostegno delle imprese”, nonché dal prossimo Governo “interventi sul caro energia, magari sul modello del piano Sure avviato durante la pandemia”, dice Colombo.
Per quanto riguarda gli incentivi all’innovazione previsti dal piano Transizione 4.0, Colombo spiega che “la transizione per ammodernare l’Officina Italia è avviata e deve proseguire, anche perché permette di aiutare non soltanto il comparto manifatturiero ma anche il Sistema Paese contribuendo significativamente alla crescita del PIL”.
Per questo “auspichiamo che gli incentivi diventino strutturali, quindi che vadano oltre l’attuale traguardo del 2025”, conclude Colombo.